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Valutazione

Post n°108 pubblicato il 28 Maggio 2008 da Crepuscolando
 

Questo periodo per chi vive nella scuola, da studente o da insegnante, può essere estremamente duro. Può essere, appunto, non è detto che lo sia per tutti.

Dipende essenzialmente, credo, da ciò che si è fatto durante l'anno scolastico, da quanto ci si è impegnati e da quello che ci si aspetta.

Da studentessa lo ricordo come un periodo estremamente piacevole, perchè, essendo una secchiona, in questi giorni andavo a scuola praticamente a bighellonare, dal momento che i professori erano impegnati nelle ultime interrogazioni salvataggio per quelli che ancora traballavano.

Da mamma me lo ritrovo a vivere oggi con estrema ansia, avendo un figlio sciagurato che fino all'ultimo non ci fa capire di che morte moriremo...

Da insegnante precaria quale mi ritrovo ad essere, lo vivo con estrema serietà, perchè è il momento in cui bisogna soppesare, valutare e dare un giudizio che si sintetizza in una sola parola (qualcuno prima o poi mi spiegherà la differenza tra il 10 di un tempo e l'ottimo di oggi?...) a quei piccoli mostri che ti hanno allietata in tutto l'anno scolastico.

Il problema è che io do alla valutazione un significato estremamente importante. Ritengo che ogni bambino o ragazzo debba essere giudicato per quello che vale e per quello che ha dato, e lo debba essere in modo estremamente giusto, per quanto possibile. Anche questa mia fissazione, chiaramente, si può riportare a traumi del passato: alle elementari (scuola parificata retta da suore) alla fine dell'anno, pur ottenendo sempre il massimo dei voti, mi rendevo poi conto che altri avevano avuto gli stessi miei voti pur non essendo stati bravi come me. Al'esame finale delle scuole medie ancora mi brucia accanto all'ottimo, quel buono in latino che non aveva nessuna giustificazione, dal momento che ero l'unica in classe a studiare il latino. Per sfida a quel buono, forse, mi iscrissi al classico e lì ebbi la mia rivalsa stracciando e lasciando al suolo fior fiore di figli di papà, che,  per quante raccomandazioni avessero, non riuscirono mai a raggiungere i miei 8 e 10 in latino e greco. Salvo all'esame di maturità, quando riuscirono a farmi la pelle negandomi il meritatissimo 60, convertito in un 54: il voto più alto dell'istituto, certo, ma non fu 60. Scoprii poi che la commissione d'esame era stata "comprata" e che gli acquirenti avevano imposto che nessun 60 dovesse uscire dal liceo quell'anno, dal momento che un voto alto non poteva essere dato ai loro figli, che non erano riusciti a brillare, nonostante fosse "entrata" la versione di greco...

Fantascienza, dite? No, è la realtà di questo nostro sud. Molto spesso è questa la realtà.

Da tutto ciò, quindi, attribuisco alla valutazione un significato forse esagerato. Ma io mi metto sempre nei panni di quei bambini che vanno a leggere quei voti che noi diamo e capisco quanto per loro possa essere importante. Insegno alle elementari, certo, da noi si dice "e scol vascie" = le scuole basse, ma ciononostante ritengo che la cosa debba essere presa con estrema serietà, perchè un bambino ben valutato è un bambino che crederà domani nella giustizia e soprattutto saprà di poter contare sulle proprie capacità.

Eppure ogni anno mi ritrovo a scontrarmi con una realtà scolastica avvilente, costituita da schede prestrutturate, cioè con modelli tutti uguali in cui dobbiamo inserire delle paroline; di colleghi scocciati che buttano lì voti e giudizi scopiazzando frasi fatte a destra ed a manca, giudizi nei quali nessun bambino si riconoscerà mai; di riunioni di confronto in cui il confronto si basa sul " se diamo buono a questo, allora dobbiamo dare distinto a quest'altro". In cui il bambino scostumato è iperattivo e si premia la sua intelligenza, il bambino che invece si impegna non viene premiato, perchè è lento... Insomma un casotto mai visto.

Io, che sono ancora una supplente, devo abbozzare e farmene una ragione, sono costretta ad adeguarmi alle varie realtà che mi ritrovo a vivere e cerco per quanto posso di far valere i miei punti di vista. Ma intorno a me c'è solo indifferenza, e noia.

E tutto questo, non è bello, proprio no. Mi lascia l'amaro in bocca, proprio come quando mi beccai quel buono in latino alle medie e quel 54 alla maturità... Non è che non sono cresciuta per niente???...

 
 
 
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Un blog di: Crepuscolando
Data di creazione: 19/04/2007
 

immagine"Ma se io avessi

previsto tutto questo

dati causa e pretesto

e le attuali conclusioni..."

...No, non avrei fatto

lo stesso...immagine

 
 

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