come ti vorrei

GOVERNATI DA CANI

Nel paese dei cani assassini
tra coprifuoco e nuovi assalti

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/cronaca 

La donna è in condizioni molto gravi. Cintata la zona, disposta l'evacuazione
Settemila al funerale di Giuseppe, il bimbo di 10 anni sbranato domenica

Modica, nuova aggressione di cani
ferita turista tedesca sulla spiaggia

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/cronaca

In Italia abbiamo una legge che

proibisce l’abbattimento

dei cani randagi “accalappiati”

In Italia non abbiamo

una soluzione organica per sistemare

i cani randagi “accalappiati”

La colpa non è dei cani la colpa è di

chi ci governa che fa o

mantiene leggi che

non è in grado di amministrare.

Non ci meravigliamo o non diciamo che

chi ci governa ci rappresenta,

nel senso che è come noi.

Non ci meravigliamo perché in Italia,

solo per fare un esempio,

abbiamo chiuso gli Ospedali Psichiatrici e

abbiamo abbandonato

la malattia mentale a se stessa o quasi.

Non diciamo che ci governa è uguale a tutti noi,

perché Basaglia,

che era uno di noi, aveva indicato

le strade da percorrere

per amministrare la malattia mentale.

Non dica chi è in parlamento o in senato

che i cittadini hanno gli stessi pregi

e gli stessi difetti che hanno loro perché

solo la grande civiltà di noi italiani,

da troppo tempo,

mette toppe alla loro inettitudine.

Dove i cani non sono divenuti

pericolosi branchi assassini

è solo grazie all’intervento di volontari che

dannandosi la giornata

raccolgono fondi e

accudiscono cani abbandonati.

Dove i senza-tetto non muoiono all’addiaccio

è solo

per la mano fraterna di qualche volontario,

dove chi ha problemi mentali

può fare sport o partecipare alla vita sociale

è solo

perché cittadini civili si rendono disponibili.

Siamo governati da cani.

perchè la primavera
non porta

nella sua canestra
nulla
per i cani randagi,
tranne inutili fiori,
fiori,

fiori e fiori.

………….
 così m'interroga il cane
e io non rispondo.
………………

                                                      (Pablo Neruda)