IL DUBBIO

La vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel

 

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LA POESIA

"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"

John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...

 

DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA

"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)

 

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DONNE ITALIANE: Perché sono le ultime?

Oggi vorrei parlare di una espressione che in un paese normale dovrebbe essere abbastanza desueta, ma che invece in Italia riassume un principio che sembra non essere ancora applicato o per lo meno è molto abusato a chiacchiere ma meno a fatti. Questo è il caso delle PARI OPPORTUNITA’.

In Italia se ne parla quasi sempre ed in ogni ambito di stabilire regole di partenza uniche tra uomini e donne nella vita civile, nel lavoro e nella politica. Esiste addirittura un Ministero per diffondere l’uguaglianza tra i generi. Le donne si sono affermate in diversi campi, come la magistratura, la sanità ed il giornalismo, lo vediamo spesso anche dai mezzi d’informazione.

Però ci sono ancora moltissimi campi in cui le donne hanno ancora difficoltà a farsi valere. Infatti, secondo un’indagine di Fondirigenti del 2004, i manager italiani sono 84.000 e di questi solo 140 sono donne. Ci sono 2 donne ogni 100 nei Consigli di Amministrazione aziendali ed ancora peggio va nella politica: la percentuale delle parlamentari italiane non supera il 10 %.

Il Wall Street Journal ha incoronato le prime 50 manager donna nel mondo  e, udite udite, nessuna è italiana. Addirittura ci sono 3 cinesi e 2 indiane.

Insomma, una catastrofe la quale, secondo me, non può essere solo addebitata al solito vecchio stereotipo del paese maschilista, con una cultura maschilista e via dicendo. Insomma se le donne italiane sono tanto discriminate e scoraggiate, che cosa dovrebbero dire le cinesi o le indiane?

Riporto un commento di Maria Laura Rodotà sul Corriere della Sera di ieri:

 "Diciamola tutta. Noi italiane infiliamo figure da cioccolataie una via l’altra. Sempre in infima classifica per rappresentanza politica. Ignorate se si parla di donne potenti dell’economia. Prese in giro a manetta per l’abuso di anatomia femminile in tv e dintorni. Siamo un paese maschilista, certo. Ma dar la colpa solo ai maschi non basta e non vale.
C'è ahimè qualcosa, in noi femmine italiche, che ci frena. Un atavico imbarazzo nel chiedere, nel darsi da fare, nel sognare. Magari rafforzato dalla consuetudine, dalla correttezza politica anti-carriera, o dalla pigrizia. E una generale tendenza ad arrendersi troppo presto. Perché i capi non aiutano, per far contento il fidanzato, per paura di cambiare. Così ci si fa sorpassare, non ci si fa rispettare. E ci si ritrova fuori classifica e pure stanche; tra lavori senza stimoli, partners e figli. Ma dobbiamo essere ottimiste, le più giovani ce la faranno. Lo sapremo dal Wall Street Journal perché lo faranno all’estero, si teme."

 Ci sono, è vero, molti altri problemi. E’ l’Unione Europea che ne fa una corretta diagnosi dei ritardi italiani: troppe donne inattive, scarsa valorizzazione del lavoro femminile, marcate e persistenti disparità di genere con effetti negativi sui tassi di crescita e fecondità. Anche rispetto agli altri paesi europei spendiamo pochissimo per le politiche verso le donne e i bambini. Ora con la finanziaria qualcosa si è raggranellato per politiche sugli asili nido e sui congedi parentali ma che comunque sono ben poca cosa rispetto a quanto si spende complessivamente per il welfare.

Ma bastano queste pur evidenti difficoltà a giustificare una classifica europea e mondiale così impietosa e deludente? Oppure ci sono delle responsabilità anche indirette delle stesse donne, come diceva la Rodotà?

In uno dei miei primi post avevo parlato di una inchiesta in cui sembrava che le donne stesse non gradivano essere comandate da altre donne. Sarà forse l’effetto della terribile Miranda Prestley nel “Il Diavolo veste Prada”? Miranda (interpretata da una strepitosa Meril Streep) è la direttrice di una famosa rivista di moda che dietro l’aspetto impeccabile nasconde un’indole velenosa e volubile, capace di trasformare in inferno la vita di chiunque stia sotto di lei (tratto da una storia vera). Insomma una donna manager praticamente IMPOSSIBILE!

Oppure, come diceva il Financial Times, le donne italiane sono afflitte dalla sindrome delle “naked ambitions”, per cui oramai non fanno più caso al fatto che su tutti i programmi televisivi ci sono sempre solo donne poco vestite in bella mostra? Avevo pubblicato un post anche su questo caso.

Ultimamente la ministro Bonino aveva proposto una campagna per cui le donne non debbono comprare più prodotti che le presentino in modo cretino e volgare e cambiare canale nel caso di programmi televisivi in  cui viene svilita e deformata l’immagine femminile.

Bella iniziativa, molto apprezzabile … Resta da chiedersi cosa rimarrebbe da comprare al supermercato e da vedere in TV. Cosa ne pensate, quindi, voi donne relativamente alle domande poste sopra? Ho cercato di esporre il problema in maniera meno maschilista possibile, ma sicuramente qualcosa mi sarà sfuggito ....

C’è anche un altro aneddoto, molto esemplificativo sul nostro pseudo-maschilismo italico: nel corso dell’ultimo dibattito al Senato sulla Finanziaria, il cav. Berlusconi vedendo la frenetica attività parlamentare della senatrice Finocchiaro, capogruppo dell’Unione al Senato, aveva detto: “Certo, è una donna, ma è MOLTO BRAVA!”

Un saluto a tutti.

Vito

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Commenti al Post:
CapJaneway
CapJaneway il 21/11/07 alle 22:00 via WEB
Vito caro...le giovani donne nn si rendono ancora conto che la condizione femminile sta regredendo..nel mio blog ho appena pubblicato della professoressa porno che dice che per lei è "normale" esibirsi ai festival erotici e nei siti porno...questi sono gli esempi..pudore, vita privata..che nn è più privata...i modelli da seguire? Nel blog ho citato un modello a me caro..della mia adolescenza..una donna straordinaria un insegnante unica...che oggi, secondo me, nn accende la tv
 
 
svitol5
svitol5 il 22/11/07 alle 09:34 via WEB
Antonella cara, hai perfettamente ragione ed allo stesso tempo il ragionamento della Rodotà combacia perfettamente con le tue affermazioni ... Tutto questo sembra sia accettato tranquillamente nel mondo femminile, non è una bella cosa. Verrò a trovarti nel tuo blog, intanto ti ho mandato il track. Grazie per il tuo commento. Vito
 
polly_blog
polly_blog il 22/11/07 alle 11:06 via WEB
Secondo me la posizione della donna nella società Italiana è pari a quella delle donne in Africa.Schiave. Ci danno dei contentini ma poi...???Che immagini trasmettono di noi?Sempre e solo corpi...corpi...cervello nulla...un mondo fatto di veline...letterine...modelle..ballerine e chi più ne ha più ne metta...NON SIAMO SOLO QUELLO.....Perchè non parlano delle donne che hanno dato un contributo significativo per la cultura...la ricerca....perchè non parlano di quelle donne che sacrificano la loro vita per la vita stessa....Ne ho le scatole piene di questo mondo idiota...ci si preoccupa dell'apparire e non dell'essere...Io voglio essere....Voglio che il mio passaggio qui abbia un senso altrimenti cosa ci stò a fare se di me rimane solo un vestito? Ciao Vito..giornata nerissima....
 
 
svitol5
svitol5 il 22/11/07 alle 16:09 via WEB
Molta della colpa è dei media che trasmettono di continuo programmi in cui il corpo della donna è mercificato (vedi anche miss Italia ...), ma forse è un po' colpa anche di molte donne per cui questo viene considerato un scorciatoia per una eventuale carriera. Detto ciò ci sono moltissimi casi di donne (vedi Montalcini, Hack) che portano alto il nome dell'Italia. Ma di giovani non se ne vedono ... Ciao Vito
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 22/11/07 alle 12:13 via WEB
La mia esperienza personale è fortunatamente diversa: ho tre figli e un ruolo di responsabilità che mi è stato assegnato nonostante tra i possibili pretendenti vi fossero anche degli uomini. Negli anni ho faticato per conciliare lavoro e famiglia, ma credo di esserci riuscita, se pure con delle alchimie un po' difficili. certo, non ero da sola. e mi riferisco al mio compagno, alla mia famiglia, ma anche alle persone che lavorano con me, con le quali si è sempre cercato di valorizzare i risultati, cercando di collaborare ogni volta che si poteva. Certo, gli ostacoli sono infiniti e penso agli asili o all'assenza di vere e proprie politiche per la famiglia. E penso che tante donne finiscono per rinunciare, perchè scoraggiate da queste difficoltà. però c'è l'altro aspetto, legato all'assenza di solidarietà tra donne. forse in una società contadina la solidarietà passava per tante cose, inclusi i lutti che colpivano le famiglie. ora, homo homini lupus si dice, no? E se qualche sgambetto ho ricevuto, in tanti anni l'ho ricevuto dalle donne. p.s. Il mio gruppo di lavoro è prevalentemente maschile, ma credo che l'aver lavorato negli anni sulla convivenza e sulla valorizzazione di ognuno sia stata la chiave giusta per alleggerire rivalità altrimenti possibili.
 
 
svitol5
svitol5 il 22/11/07 alle 16:12 via WEB
Hai toccato un punto molto importante, perché alla fine se non c'è la condivisione di vita all'interno di una famiglia, alla fine chi ci rimette di più è proprio la donna che si deve accollare tutte le mancanze dello stato sociale (bambini, anziani ecc.). Ti ringrazio per il tuo contributo. Vito
 
annette2006
annette2006 il 22/11/07 alle 13:58 via WEB
la colpa è solo nostra, abbiamo verso il maschio troppo timore, se si riesce a distinguere la sessualità dalla ragione allora il gioco finisce,ma non è così, poi noi donne siamo sempre in competizione fra noi, non io, ma è così,bisogna cambiare mentalità
 
 
svitol5
svitol5 il 22/11/07 alle 16:14 via WEB
Forse come dice la Rodotà manca proprio il coraggio. Come dici è un problema di mentalità sia da parte dei maschi, ma soprattutto delle donne. Ciao Vito
 
a_tiv
a_tiv il 22/11/07 alle 17:49 via WEB
Caro Vito, scusami se mi autocito, una decina di anni fa fui chiamato a far parte di una commissione per lo studio e gli approfondimenti sulla questione delle pari opportunità. La commssione era paritetica tra uomini e donne. L'esperienza fatta mi dette l'opportunità di maturare riflessioni abbastanza ampie sulla questione. Una prima delle altre, per me la principale da dove scendono a cascata tutte le altre. Parlare di pari opportunità nei termini del confronto uomo/donna è sbagliato. Le pari opportunità partono dal basso e sono trasversali. Solo quando si garantisce l'uguagluianza dei punti di partenza si garantisce la vera parità anche tra uomo e donna. Ciao! Vito
 
 
svitol5
svitol5 il 23/11/07 alle 15:32 via WEB
Caro Vito, sono d'accordo con te: aggiungo che parlare di parificazione completa e quote rosa sono dei termini vuoti che offenderebbero anche le donne. Ciao Vito
 
eccomiqui4
eccomiqui4 il 22/11/07 alle 23:13 via WEB
Caro Vito ... Ricordo benissimo l'uomo italiano di diciamo 30 anni fa: andava al bar mentre la moglie doveva stare a casa con i figli, che era chiesta di aver cura della casa, dei figli, della chiesa. Il padre certo che era contento di aver figli, parlava di loro ma ... non usciva con loro ... da solo. Ho il ricordo di un mio amico che - venendo a Vienna - era stupito di vedere qualche padre che spingeva la carozzella senza esser accompagnato dalla moglie. E infatti questo compotameto maschile era anche il mio motivo per ... tornare in Austria invece di sposarmi in Italia. Non sentivo voglia di cucina, chiesa e stare a casa a fare la fila e basta.
Quel che però anche da noi è come in Italia è che si parla sempre di una parità ma .. non esiste. Una donna guadagna meno anche se fa lo stesso lavoro, tanti uomini non sentono voglia di dare un aiuto con i lavori di casa. Ma non solo. Se da donna cerchi un lavoro ti chiedono: è incinta? Ha figli? Se rispondi con un SI ti chiedono subito ... ah! e chi ci sarà in caso di una malattia? Se poi non puoi rispondere 'una nonna, una amica' hai già perso. Ma nessuno farebbe mai queste domande ad un maschio. Una vera parità non ci sarà mai .. purtroppo! Un salutone a te e buona serata .. Helga
 
 
svitol5
svitol5 il 23/11/07 alle 15:35 via WEB
Cara Helga, hai ragione: il grande problema è lo stato sociale, quanto si spende per esso e le politiche che si fanno. Certo che pensavo che in Austria stavate messe meglio ... Un saluto e grazie per il commento. Vito
 
cateviola
cateviola il 22/11/07 alle 23:47 via WEB
sono diverse le domande che poni. Il "tetto di vetro" c'è, inutile negarlo, ma non solo in Italia... all'Università sei la prima e a un colloquio di lavoro è facile che ti dicano in faccia: "lei è donna, ancora giovane, potrebbe restar incinta, preferisco assumere un uomo.."
Ma l'immagine della donna in tv o nelle pubblicità secondo me non c'entra nulla... quello che mi offende è la disparità nei diritti e doveri, non certo una scollatura o un bel sedere femminile sulle riviste
buona serata
 
 
a_tiv
a_tiv il 23/11/07 alle 09:47 via WEB
Chiedo scusa a Vito se mi permetto di prendere spunto dal tuo commento per meglio chiarire il mio precedente. Quando ho parlato di uguaglianza dei punti di partenza, a prescindere dall'essere uomo o donna, mi riferivo ad una società che potesse prima risolvere le necessarie strutture sociali. Si parte insieme se non si hanno vincoli che impediscono la corsa. La vera discriminazione consiste soprattutto in questo. C'è chi non partecipa alla competizione della vita perchè non ha i mezzi economici e/o logistici per farlo, ovvero non può disporre del suo tempo, come spesso è il caso delle donne madri. Oggi è meno diffuso l'impedimento "perchè donna" o quanto meno è più limitata quella forma di cultura patriarcale che assegna ruoli ad ogni componente della famiglia. Basterebbe una politica sociale vera...che non è lo scalino invece che lo scalone che favorisce gli anziani "più fortunati" nel senso che hanno trovato occupazione in età molto giovane a danno dei "bamboccioni" di oggi che hanno difficoltà ad inserirsi in modo stabile nel mondo del lavoro. Il discorso diverrebbe molto complesso ...se pensassimo che l'Italia, per la spesa pubblica, è stata da sempre uno dei Paesi d'Europa a più alto costo. Senza però riuscire a dotare il Paese di una vera struttura sociale. Ciao. Vito
 
   
svitol5
svitol5 il 23/11/07 alle 15:44 via WEB
Ciao Cate, comprendo anche la risposta di Vito. Il vero problema, secondo me, è uno stato sociale adeguato con politiche e finaziamenti adeguati. Questo riequilibrio del modello sociale costa, è vero ma i costi potrebbero essere ripagati da una maggiore occupazione femminile, come hanno fatto anche altri paesi europei, come la Spagna. Con la finanziaria attuale si è fatto qualche cosa sui congedi parentali e sugli asili nido, ma è sempre troppo poco di quanto occorrerebbe in realtà. Una ditta avrebbe meno difficoltà ad assumere una donna se gli si assicura una adeguata contropartita dal nostro stato sociale. Si spende troppo sulle pensioni, ma questa è un'altra storia. Ciao Cate e ciao Vito
 
lightdew
lightdew il 24/11/07 alle 14:05 via WEB
Caro Vito, io ritengo che tutta ricada nella svolta religiosa e politica che ha impresso una supremazia maschilista, svolta religiosa dicevo che ha spostato la centralità nella figura della divinità maschile, escludendone quella femminile. Si parla tanto di diritti umani, ma spesso ci si dimentica che uno dei principali diritti, quello d'uguaglianza, viene ignorato da noi stessi, nella nostra "civiltà", nelle nostre case..un triste saluto, dew
 
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