IL DUBBIO

La vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel

 

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"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"

John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...

 

DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA

"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)

 

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LA SPERANZA, LA SALVEZZA, LA FEDE ...

Post n°76 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da svitol5
 

Papa Benedetto XVI ha scritto la sua nuova enciclica “Spe Salvi Facti Sumus” (Nella Speranza siamo stati salvati), una lettera di 77 pagine in cui il filosofo / teologo Ratzinger cerca di spiegare che la vera salvezza si ottiene con la speranza, come diceva San Paolo ai Romani. Inoltre esamina, mette a nudo e critica fortemente tutte le ideologie che hanno percorso gli ultimi 3 secoli dell’umanità. Tecnicismo, Marxismo, Illuminismo nel loro ateismo, materialismo e nella cruda ragione, sono state delle speranze terrene fallite che hanno lasciato sul terreno della storia innumerevoli ingiustizie e disuguaglianze.

Ma l’enciclica non è solo questo, essa infatti comincia con una storia di vita dei tempi moderni: è la storia di una donna africana, Giuseppina Bakhita, nata nel 1869 nel Darfur, nel Sudan, schiava di un generale, fustigata ogni giorno, fino a portare 144 cicatrici nel corpo. Nel 1882 viene comprata da un mercante per il console italiano Callisto Legnani, che la portò in Italia.

In dialetto veneziano quell’uomo era il “paron”, di una tale umanità che l’antica schiava cominciò a chiamare Dio “paron”. Si fece suora nelle Canossiane e di dedicò alla liberazione del maggior numero di persone. Giovanni Paolo II la fece Santa.

Ed è questo il messaggio fondamentale che il Papa vuole darci. Che anche nelle storie di vita comuni di ogni giorno, la speranza ci salva. Una Speranza nella Fede e nella Verità. E’ Gesù il vero filosofo. La filosofia è ricerca della Verità e nel Vangelo di Giovanni Gesù dice: “Io sono la via, la verità, la vita”.

Pensiamo alla nostra storia cristiana: la sua origine è stata una tragica ed ingiusta condanna a morte (la crocifissione), ma nella Resurrezione fonda la più grande speranza di una vita nuova, di un riscatto sociale e della società. Quante volte ci siamo chiesti come abbiano fatto i primi cristiani a sperare, a restare saldi nella fede, quando tutto era contro di loro ed erano mandati a morire nei terribili supplizi delle persecuzioni. Sono le testimonianze dei martiri che ci debbono far riflettere; dice infatti il Papa: “La redenzione, la salvezza, secondo la fede cristiana non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù del quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è cosi grande da giustificare la fatica del cammino …. L’elemento distintivo di noi cristiani è che la vita non finisce nel vuoto … Senza Dio il mondo è buio, davanti ad un futuro oscuro … quindi bisogna giungere a conoscere Dio, il vero Dio, questo significa ricevere SPERANZA”.

Tutte le teorie che sono seguite nei secoli passati le quali hanno fondato il loro principio sull’assoluto materialismo terreno, sulla estrema fiducia nella scienza, sulla pura ragione senza fede, dice il Papa, hanno fallito in quanto, come riteneva Bacone sbagliando, l’uomo sarebbe stato redento mediante la scienza. Con Bacone si giunge alla modernità estremizzata, una fiducia illimitata nella tecnica, ma “se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica nell’uomo, nella crescita interiore dell’uomo, allora esso non è un progresso ma una minaccia per l’uomo e per il mondo”.

Non credo che questo sia un ragionamento contro la modernità, di cui, secondo me sbagliando, Eugenio Scalfari accusa il pontefice. Il Papa non condanna la scienza e la tecnica, ma il loro abuso: è un’accusa alla scienza che si fa idolo e cade nello scientismo, alla tecnica che si fa tecnicismo. La scienza non può essere l’assoluta redentrice.

Invece con l’Illuminismo si ha una fiducia illimitata nella ragione, senza nessun rapporto con la Fede. Si pensa ad una società utopica che riduce l’uomo ad un manichino.

C'è innanzitutto la Rivoluzione francese come tentativo di instaurare il dominio della ragione e della libertà ora anche in modo politicamente reale. L'Europa dell'Illuminismo, in un primo momento, ha guardato affascinata a questi avvenimenti, ma di fronte ai loro sviluppi ha poi dovuto riflettere in modo nuovo su ragione e libertà.

 La “ragione è il grande dono di Dio all’uomo ed anche la vittoria della ragione sull’irrazionalità è anche uno scopo della fede cristiana. Ma la ragione ha bisogno della fede per essere veramente se stessa. Entrambe hanno bisogno l’una dell’altra per realizzare la loro vera missione e la loro vera natura”.

Anche Marx, essendo totalmente materialista ed ateista, secondo Ratzinger, ha fallito in quanto ha presupposto la creazione di una chiesa economicista basata sull’espropriazione della classe dominante da parte del proletariato, con la socializzazione dei mezzi di produzione. In nome di questa fede si è dimenticata la giustizia, l’uomo e la sua libertà, credendo erroneamente che mettendo a posto l’economia si sarebbe tutto risolto. “Il suo vero errore è il materialismo: l'uomo, infatti, non è solo il prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo solamente dall'esterno creando condizioni economiche favorevoli. In realtà, invece, l’uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta comunque privo di speranza”.

Fin qui ho cercato di riassumere il pensiero di Benedetto XVI; forse non sono io la persona più adatta a muovergli delle critiche data sia la complessità dell’argomento e, soprattutto, che sono un ammiratore di questo papa teologo e filosofo troppo spesso accusato, ingiustamente, di essere reazionario ed antimodernista. Come può essere reazionario un papa che ci invita comunque tutti a vivere meglio e superare il pessimismo dei nostri tempi. Ci esorta inoltre a rilanciare la speranza come libertà per combattere il vuoto di senso del mondo contemporaneo e contro lo strapotere delle ideologie e della politica

 

Volevo approfittare dell’argomento anche per fare una riflessione sulla citazione che trovate in alto sulla destra del blog. Questa è di Stig Dagerman, scrittore svedese morto suicida all’età di 31 anni:

“Mi manca la fede e, quindi, non potrò mai essere un uomo felice, perché un uomo felice non può avere il timore che la propria vita sia solo un vagare insensato verso una morte certa “

E’ una frase dura ed allo stesso tempo intensa. Molti di noi potrebbero sottoscriverla anche ai nostri giorni: parole amare che nascono appunto dall’assenza di una fede ed il vuoto che compare diventa spesso un buco nero che aspira e fa disperare. Lo scrittore vuole dire anche che la ricerca della fede lascia indifferenti solo qualche persona superficiale che si accontenta dell’esteriorità cercando di seppellire sotto beni materiali il richiamo interiore del nostro spirito. Oppure che si accontentano di teorie ateistiche e scettiche.

Credo che questo richiamo possa essere valido anche per noi credenti: la fede è anche ricerca, attesa, speranza, senza rassegnarsi al “deserto” ed al “vagare insensato”.

Un saluto a tutti

Vito

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Commenti al Post:
blackadder79
blackadder79 il 03/12/07 alle 21:26 via WEB
Un post davvero interessante e pieno di contenuti...Che dire...L'enciclica di Ratzinger “Spe Salvi Facti Sumus” non l'ho letta, quindi non mi esprimo in merito e nemmeno ci provo...Però secondo me non è necessario credere in una religione specifica per raggiungere l'essenza della felicità..Mi spiego meglio: è giusto credere in un creatore? Sì, non abbiamo le prove per negare in modo credibile la sua esistenza...E' giusto affidarsi ad una precisa confessione come unica via di salvezza? Dipende dalla nostra coscienza; se sentiamo che determinati diritti, doveri e pure il modo di intendere la vita sono ben rappresentati in un culto ben venga la fede, altrimenti si tratterebbe di ipocrisia allo stato puro..Così almeno penso io...Ragione e spiritualità possono convivere, a patto che nessuna delle due prenda il sopravvento sull'altra, altrimenti non avremmo mai un dubbio e vivere sarebbe un giochetto abbastanza noioso! Ciao e buona serata
 
 
svitol5
svitol5 il 04/12/07 alle 09:45 via WEB
La lettera si rivolge a tutti i fedeli laici: francamente spero che questo comprenda anche chi come te penso sia alla ricerca di una fede. Ognuno di noi nella propria interiorità ha un suo modo di rapportarsi con la fede. Anche io mi faccio spesso delle domande, ho dei dubbi ... L'integralismo, secondo me, è causato proprio dall'assenza di dubbi e dalle certezze più assolute. Grazie per il tuo intervento. Vito
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 04/12/07 alle 06:31 via WEB
il deserto può essere anche un momento-più o meno lungo- che porta ad una nuova vita. il deserto, appunto, prova dell'anima, di cui parlano tutti i grandi mistici, Santa Teresa d'Avila e San Giovanni della Croce, tra tutti. è recentissima anche la pubblicazione di alcuni scritti di Madre Teresa di Calcutta che parlano del deserto da lei attraversato. la speranza rende vivibile, affrontabile, anche questa prova spirituale.
 
 
svitol5
svitol5 il 04/12/07 alle 10:04 via WEB
Il deserto anche visto come attraversamento di un periodo difficile, un passaggio di vita, una prova intrisa di dubbi sulla nostra Fede. Ho letto qualche lettera di Madre Teresa rivolta sia al suo confessore che a Gesù. Lei parlava di "notte oscura". Sono allo stesso tempo dure ma bellissime, anche e soprattutto i santi hanno di queste prove. In quel periodo avevo pubblicato un post dedicato all'argomento ... Grazie per il tuo commento. Vito
 
   
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 04/12/07 alle 17:09 via WEB
vado a leggere il tuo post. l'espressione "notte oscura dell'anima2 se non erro è proprio dei due grandi santi carmelitani che citavo sopra.
 
polly_blog
polly_blog il 04/12/07 alle 11:26 via WEB
Sò poco e nulla dell'enciclica di Benedetto XVI...Mi dispiace dirlo ma questo Papa "non lo sento"....è vero che la speranza ci salva...la speranza e la fede...ma la chiesa si stà allontanando parecchio..Naturalmente è una mia sensazione..Quello che disse Dagerman non fù certo dettato da pazzia...guardiamoci intorno...guardiamo come è ridotta la nostra società...C'è fede e speranza?...
 
 
svitol5
svitol5 il 04/12/07 alle 11:43 via WEB
Cara Polly, effettivamente questo papa può dare anche una impressione negativa: il precedente preferiva i viaggi ed il contatto con le folle, i giovani ed i raduni oceanici. Lui preferisce lo studio, la riflessione e soprattutto la difesa dei nostri valori: compresi fede e speranza. D'altronde se la nostra società è cosi è forse colpa della chiesa? La società siamo anche e soprattutto noi. Ciao e buona giornata. Vito
 
   
polly_blog
polly_blog il 05/12/07 alle 09:45 via WEB
Non è colpa della chiesa....anche della chiesa e soprattutto nostra....
 
noraa66
noraa66 il 04/12/07 alle 14:18 via WEB
molto interessante Vito! spieghi molto bene e questo fa piacere a una come me che a volte per pigrizia non legge cose che penso siano magari..noiose. un abbraccio!! :-)
 
 
svitol5
svitol5 il 05/12/07 alle 10:35 via WEB
Grazie cara Nora, sei molto gentile ed apprezzo molto i tuoi complimenti. Ciao Vito
 
Kheter
Kheter il 04/12/07 alle 14:27 via WEB
Carissimo, forse sbaglio ma secondo me non è mai la scienza a combattere la religione o il contrario: sono gli scienziati e i religiosi che si affrontano perchè non possiedono che una parte del sapere. Come la religione non può annientare la scienza, così la scienza non può annientare la religione, perchè esse sono fondate u leggi identiche, non esiste separazione, nè contraddizzione. La scienza ben compresa non può che aiutare i credenti a concentrarsi sull'essenziale e la religione, anch'essa ben compresa, dona la vera dimensione della scienza. Ciascuna ha una funzione e fra loro si devono aiutare, non denigrare od opporsi. cercando di diostruggersi. Dispute sterili e tempo perso. La religione è innanzitutto una scienza fondata sulla conoscenza dell'essere umano, creato ad immagine di Dio.Il Signore non può aver introdotto nell'universo, che Egli ha creato, e nell'uomo, che ha fatto a sua immagine, due realtà incompatibili e per arrivare a questa comprensione delle cose. bisogna realizzare alcuni adattamenti interiori. Bisogna entrare in relazione con i due mondi..l'oggettivo ed il soggettivo, materiale e spirituale, visibile ed invisibile, mondi diversi che necessitano di strumenti diversi..Non si vede la vita, ma le sue manifestazioni, non si vedono i pensieri e i sentimenti, ma le loro diverse espressioni..Quello che si vede dice San Paolo(Ebrei 11,1) "quello che si vede ha preso origine da cose invisibili".. La fede ci mette in relazione innanzitutto con un mondo sconosciuto e infinitamente vasto: San Paolo dice anche che è: "una dimostrazione delle cose che non si vedono". La fede ci apre l'accesso ad un mondo, nel quale iniziamo a respirare, a nutrirci, a rinforzarci.. Per me nessun conflitto fra scienza e fede..fra ragione ed irrazionalità..solo nell'unione..unione fra cielo e terra...l'uomo si trova. Un forte abbraccio..Complimenti..stupendo post. Un caro saluto con affetto e buona giornata.
 
 
svitol5
svitol5 il 05/12/07 alle 10:42 via WEB
Carissima Kheter, complimenti a te, innanzitutto per la tua analisi. Infatti scienza, fede e ragione non debbono mai entrare in competizione, sono cose diverse ma che allo stesso tempo viaggiano su binari paralleli. Il problema è quando la scienza diventa fede assoluta nelle capacità di risolvere tutti i mali del mondo, come diceva Bacone "redenzione nella scienza". E' questo il punto sui cui Ratzinger ha puntato il dito. Ragione e fede debbono andare in connubio tra di loro "La ragione è il grande dono di Dio agli uomini e la vittoria della ragione sull'irrazionalità è anche uno scopo della fede cristiana". Grazie per il tuo contributo. Buona giornata cara Kheter. Vito
 
a_tiv
a_tiv il 04/12/07 alle 16:03 via WEB
Caro Vito...quando entriamo nel mondo del pensiero ci accorgiamo che i confini della materia diventano labili e si sconfina dal tecnicismo scientifico all'idealismo teocratico. Tra i filosofi emerge lo scetticismo che spesso non è una scelta precostituita o il traguardo di un'ipotesi di studi ed approfondimenti sul genere umano e le sue esigenze. Con le certezze tutto si ferma e nessuno cerca "l'impossibile". Ma l'impossibile di ieri è già realtà oggi e la sfida continua finchè si potrà pensare anche oltre. Se non ci fosse il dubbio che tu richiami a ragione, tutto sarebbe già scritto e le regole già pronte ed il bene già individuato chiaro dinanzi a ciascuno di noi. Anche la morale etica, la religiosità si perpetua col contrasto, coi conflitti, con lo scetticismo. Nelle circostanze più diverse all'improvviso sembra di aver bisogno di tutto, come in altre sembra di essere autosufficienti, e persino di godere della propria unicità. Sarebbe interessante, se non l'avessi già fatto, leggere il saggio di Benedetto Croce "Perchè non possiamo non dirci cristiani". Quella del filosofo è una dimensione epica dei valori del Cristianesimo come forza di propulsione di una cultura che ha permeato l'occidente. I richiami alla rinuncia al relativismo etico di Papa Benedetto XVI seguono la stessa strada in un percorso religioso di quella del filosofo di Pescasseroli in un percorso invece laico e liberale. Sui valori si fondono le civiltà. E' stato questo il messaggio di Croce ed è questo il messaggio del Papa. Quando Marcello Pera, filosofo, liberale, laico, non credente, entrò in assonanza con Papa Ratzinger sui valori cristiani della nostra civiltà e sulla rinuncia al relativismo nel mondo della religiosità e dei valori, trovò nel Papa colto e non populista l'essenza di un percorso civile parallelo a quello religioso che superava persino la formiula cavouriana della libera chiesa in un libero stato. Questo Papa più che dare slancio alla Fede come unica ragione della coscienza dell'uomo, invita alla ragione come motore di ricerca di una società che si evolve ed ha l'esigenza di mantenere fermi i valori della sua origine che sono allo stesso tempo le fondamenta della crescita della civiltà costituita sulla convivenza pacifica e sul rispetto dell'identità di ciascuno. Buona serata. Vito
 
 
svitol5
svitol5 il 05/12/07 alle 10:54 via WEB
Caro Vito, concordo con la tua analisi sempre precisa e puntuale. Purtroppo ai giorni nostri giganti come Benmedetto Croce non nascono più. Si preferiscolo le letture del matematico ateo Odifreddi che spiega "Perché non possiamo dirci cristiani e tanto meno cattolici ..", il quale mette in ridicolo tutta la nostra fede. Poi c'è un altro americano, che non mi ricordo il nome, con il libro "Dio non è grande"; c'è un ateismo diffuso che fa secondo me da contraltare ai cosiddetti "atei devoti" di cui Pera è uno dei massimi leader. Non so fino a che punto la loro vicinanza con i valori cristiani sia sincera e leale, oppure dettata da calcoli strani, mi hanno sempre insospettito ... sia a destra che a sinistra, anche D'Alema (che a quanto leggo ti sta molto simpatico) ha detto ultimamente di essere affascinato dalla fede cristiana! Non ho letto il saggio di Croce, se ne avrò l'occasione lo farò senz'altro. Ciao e grazie per il tuo contributo. Vito
 
eccomiqui4
eccomiqui4 il 05/12/07 alle 00:00 via WEB
Ciao vito .. arrivo tardi e stanchissima ... e se poi vedo un ritratto del pastore tedesco .. ehem .. meglio se per ora ti lascio almeno un saluto di buonanotte!
 
 
svitol5
svitol5 il 05/12/07 alle 10:56 via WEB
Cara Helga, so che con la Chiesa cattolica non sei in buoni rapporti. Avevi per caso letto il titolo del "Manifesto" dopo la nomina del Papa? Riportava proprio la frase "Ecco il Pastore Tedesco". Ciao e buona giornata. Vito
 
mareadentro
mareadentro il 10/12/07 alle 00:29 via WEB
Carissimo Vito.. interessantisimo post.. che FINALMENTE sono riuscita a venire a leggere.. Sono d'accordissimo con quanto afferma Kheter.. e co quanto affermato da te..nella tua analisi.. Tutto nel mondo deve avere un fine lontano.. non vicino e materiale.. tutto ce l'ha.. sta a noi scoprire la maniera per far concordare tutte le innumerevoli melodie che la natura ci offre formando con tutte una sola grande armonia, un Inno alla Vita, all'Amore.. Scienza, tecnica..se non sono accompagnate da una finalità che superi il terreno non servono al'umanità..ma tendono alla sua distruzione, perchè basate su finti valori..che di Universale non hanno nulla.. Quando ai miei allievi dovevo spiegare la differenza ad esempio tra Petrarca e dante..bhe.. ecco.. io parlavo di una grande freccia rivolta verso l'alto.. verso il BENE al quale tutti dovremmo essere diretti.. Freccia che Dante ha immensa..mentre Petrarca, con tutti i suoi profondi turbamenti privi di sparanza ,a volte, allontana da sè..vanificando la sua fede.. Grazie, Vito per avermi dato questo bellissimo spunto di riflessione.. Un abbraccio..e un sorriso. Fede
 
 
svitol5
svitol5 il 10/12/07 alle 14:07 via WEB
Carissima Fede, sei sempre molto competente su questo genere di argomenti: infatti sono proprio la scienza, la tecnica e la ragione che si fanno dominatori della fede che costituiscono una "minaccia" come dice il Papa il quale non le esclude comunque a priori; ci deve essere armonia in ogni cosa ... Grazie a te per il tuo contributo. Un caro saluto e buon inizio settimana. Vito
 
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Sant'Ambrogio - padre della Chiesa (339 - 397 d.C.)

 

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Gialal Al-Din Rumi - poeta (1207 - 1273)

 

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