IL DUBBIO

La vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel

 

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"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"

John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...

 

DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA

"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)

 

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ESSERI UMANI O ... WOP?

Post n°200 pubblicato il 12 Agosto 2009 da svitol5
 

Sabato scorso è entrata in vigore la legge relativa al decreto sicurezza con annesso il reato penale di clandestinità. Ci sono stati numerose prese di posizione da parte di uomini politici, religiosi e non, che hanno descritto in maniera abbastanza chiara del disagio che noi italiani proviamo verso certi atteggiamenti di sapore vagamente discriminatorio e razzista.

Chiaramente ci vorrebbero far passare che questo è il sentimento diffuso maggioritario tra gli italiani anche non leghisti, ma non è così.

Ecco qui di seguito un bellissimo articolo di Gian Antonio Stella insieme ad un documento storico che forse potrebbero ridare un po’ di memoria a qualche leghista-celtico-padano nostrano ….

La storia Passato e presente
Quando ci chiamavano clandestini o «musi neri»
Negli Usa eravamo «Wop»: without passport, senza documenti

Di qua Giorgio Napolitano e Gianfranco Fini, a chiedere per gli immigrati un po' di rispetto. Di là i leghisti. Spintisi con Umberto Bossi a liquidare il tema facendo di ogni erba un fascio: «Noi andavamo a lavorare, non ad ammazzare la gente». «Il ricordo delle generazioni che hanno vissuto l' angoscioso periodo delle migrazioni dalle regioni più povere dell' Italia», ha scritto il capo dello Stato nel suo messaggio, «deve costituire ulteriore motivo di riflessione sui temi della piena integrazione degli immigrati». «Il lavoratore merita rispetto anche se non ha il "papier", il documento», ha spiegato il presidente della Camera in visita in Belgio, «Poi ci si può dividere sulle politiche dell' immigrazione ma è inammissibile che si possa considerare il lavoratore non come un uomo o una donna che meritano rispetto, ma come momentaneo supporto di cui si ha necessità». Di più: «All' epoca gli italiani che lavoravano qui non erano extracomunitari perché la parola non era ancora stata inventata, ma qualche volta erano considerati diversi, "musi neri"». Di più ancora: «Quegli italiani non venivano solo dal Sud ma anche dal Nord Italia, come dimostra "l'anagrafe" della tragedia di Marcinelle» e sarebbe bene che questa «verità storica» fosse ricordata dagli «esponenti politici che rappresentano il Nord nel nostro Paese». Non l' avessero mai detto! Certo, «il lavoratore in quanto uomo o in quanto donna merita sempre rispetto», ha risposto Roberto Calderoli, «ma col dovuto rispetto va anche processato ed espulso, quando non sia in possesso dei requisiti necessari». E mentre il senatore leghista Gianvittore Vaccari rispondeva piccato che «noi eravamo andati a dare un contributo alle singole nazioni, quindi non solo per la mancanza di lavoro in Italia», Roberto Cota si è spinto più in là, dicendo che «l' introduzione del reato di clandestinità è la prima forma di rispetto e di chiarezza nei confronti di tutti» e che i nostri emigrati vanno ricordati «come esempio di chi rispettava le regole del Paese ospitante». Prova provata che, prima di sottoporre i professori alla prova di dialetto, è indispensabile introdurre nei programmi di scuola la storia della nostra emigrazione. Che i nostri nonni e i nostri padri non siano «mai stati clandestini» come si avventurò a sostenere anche Carlo Sgorlon, è una sciocchezza smentita non solo dalla memoria di quanti hanno vissuto l' emigrazione, dal nostro soprannome in America («Wop»: without passport, senza documenti) o dalle copertine della Domenica del Corriere che raccontavano di mamme travolte sulle Alpi da tempeste di neve come Angela Vitale che «si era messa in viaggio dalla lontana Sicilia con i suoi sei bambini», ma da decine di studi italiani e stranieri. Certo, in alcune fasi storiche e in alcuni paesi la nostra emigrazione è stata «anche» regolare e concordata con accordi bilaterali, ad esempio, quello con Bruxelles del 1946: «Per ogni scaglione di 1.000 operai italiani che lavoreranno nelle miniere, il Belgio esporterà in Italia: tonn. 2500 mensili di carbone...». Tuttavia anche in quegli anni c' erano due correnti parallele. Una di emigranti regolari, l' altra di clandestini. Che attraversavano le Alpi lungo i sentieri battuti nel 1947 dall' inviato del Corriere Egisto Corradi («passavano centinaia e centinaia di emigranti per notte: una volta ne passarono mille in poco più di ventiquattr' ore, con nidiate intere di bambini») in condizioni spesso così disperate che a un certo punto il sindaco di Giaglione, in alta Val di Susa, fu costretto a invocare un finanziamento supplementare alla prefettura di Torino «non avendo più risorse per dare sepoltura ai clandestini che morivano nell' impresa disperata di valicare le Alpi». Gli italiani, oltre ad avere conquistato la stima, la riconoscenza, l' affetto dei Paesi che hanno pacificamente «invaso», hanno «detenuto a lungo il primato dell' esodo clandestino», ha scritto Sandro Rinauro, docente alla Statale di Milano, nel libro Il cammino della speranza con il quale ha seppellito sotto tonnellate di documenti inequivocabili (258 note per il solo capitolo terzo, 262 per il quarto) tutti i luoghi comuni costruiti intorno alla tesi che «i nostri avevano sempre le carte in regola». E senza ricordare le esperienze estreme, come i 1.300 italiani morti nella guerra d' Indocina dopo essere stati in buona parte costretti ad arruolarsi nella Legione Straniera perché sorpresi dalla gendarmerie all' ingresso clandestino in Francia (come Rosario Caruso detto «Sarino», che passò il Piccolo San Bernardo con Egisto Corradi tirandosi dietro nella neve una valigia con 35 chili di fichi secchi) basti rifarsi ai dati ufficiali francesi del ' 57: «Degli 80.385 lavoratori permanenti giunti dalla penisola in quell' anno, 44.852 erano entrati regolarmente e 35 533 furono regolarizzati dopo che erano riusciti a penetrare impunemente». Vogliamo rileggere il rapporto del direttore della Manodopera straniera del ministero del Lavoro parigino, Alfred Rosier, alla fine del 1948? Dei 15.000 italiani presenti nel dipartimento agricolo del Gers, «il 95%» era «irregolare o clandestino». Quanto ai familiari, erano entrati illegalmente in Francia addirittura «il 90%». Come all' 80% erano entrati irregolarmente gli italiani censiti nell' area di Parigi dall' Institut national d' études démographiques. Di dov' erano? Anche qui ha ragione Fini. Ce lo ricorda, tra mille altri documenti, una relazione del Comitato di Italia Libera di Nancy consegnata alla Croce Rossa italiana di Parigi su 47 clandestini rifiutati e non regolarizzati (anche allora a molti imprenditori facevano comodo i clandestini da sottopagare...) perché deboli di salute. Venivano in ordine decrescente dalle province di Bergamo, Padova, Udine, Vicenza, Belluno, Verona, Treviso... Era il 1946. Ecco, nel giorno in cui entra in vigore una legge che solo pochi anni fa avrebbe colpito centinaia di migliaia di nostri nonni, padri, fratelli, val la pena di ricordarlo. O come minimo di riflettere su un punto: un conto è la durezza (sacrosanta) contro i delinquenti e la gestione, anche severa, dei flussi immigratori e un altro è sparare nel mucchio come ha fatto ieri il segretario della Lega fingendo di ignorare quanti extracomunitari perbene (che regalano all' Italia, tra parentesi, oltre il 9,2% del Pil) hanno fatto la fortuna di tanti imprenditori anche leghisti che mai si sognerebbero, come fece tempo fa lo stesso Bossi, di chiamare i neri «bingo bongo».

Stella Gian Antonio

 “Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.”
La relazione così prosegue: “Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più”.

 Il testo è tratto da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti – OTTOBRE 1912

Insomma, la memoria corta fa brutti scherzi e chi non conosce la storia è condannato a commettere gli stessi errori anche a parti invertite. Pensiamo a tutti quei pregiudizi, il più delle volte ingiusti, degli americani che colpivano i nostri concittadini.

Molte volte è tutta una questione di punti di vista e di rispetto delle persone in quanto esseri umani. Certo, la clandestinità va combattuta ma occorrono politiche serie di integrazione così come hanno fatto paesi come il Canada e gli stessi USA che hanno conosciuto il fenomeno migratorio molti anni prima di noi.

Non ci abitueremo mai ad una convivenza pacifica con le nostre paure e i nostri pregiudizi.
Allora l’invito più forte è all’utilizzo della ragione e di una dirittura etica che va aldilà del nostro piccolo orticello italico

Un saluto e BUON FERRAGOSTO A TUTTI

Vito

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Commenti al Post:
loscrigno10
loscrigno10 il 12/08/09 alle 14:35 via WEB
Buon ferragosto..un sincero e affettuoso abbraccio
 
 
svitol5
svitol5 il 12/08/09 alle 14:44 via WEB
Ciao carissima, una abbraccio e buon FERRAGOSTO a te e famiglia. Vito
 
lightdew
lightdew il 12/08/09 alle 17:08 via WEB
il mondo è di tutti, nel rispetto reciproco. non dovremmo mai dimenticarlo, sia che andiamo o che rimaniamo nei luoghi che in fondo sono solo terra, terra madre.
 
 
svitol5
svitol5 il 13/08/09 alle 15:56 via WEB
Brava, condivido: è di tutti nel rispetto delle regole di pacifica convivenza. Ciao Vito
 
unica_perla
unica_perla il 13/08/09 alle 16:28 via WEB
Mi spiace constatare che da queste beghe da cortile certi personaggi prendano soddisfazione :(( Buon ferragosto a te e grazie per essere passato a trovarmi :)S.
 
 
svitol5
svitol5 il 13/08/09 alle 16:43 via WEB
Già, forse è il periodo vacanziero in attesa dell'assalto finale autunnale. Grazie a te. Vito
 
dianavera
dianavera il 13/08/09 alle 18:45 via WEB
Stoicamente, sopprime il suo orrore. Impara a vivere dietro una maschera. Una prova di resistenza durata tutta una vita. Una prestazione eccezionale realizzata su un campo in rovina. Philip Roth, Pastorale americana (1997) -------------<buon ferragosto caro Vito, la prossima volta che passi pero' devi lasciarmi un commento. Una volta lo facevi ed era un vero piacere.
 
 
svitol5
svitol5 il 18/08/09 alle 17:17 via WEB
Ciao cara Diana, scusami. La fretta è cattiva consigliera ma ti prometto di passare e commentare al più presto il tuo blog. Un abbraccio. Vito
 
grazia.pv
grazia.pv il 13/08/09 alle 20:37 via WEB
C'erano quelli che andavano a lavorare e ce n'erano altri che andavano ad ammazzare, ieri come oggi.....Bossi & C: dicono sempre delle grosse....fesserie...
 
 
svitol5
svitol5 il 18/08/09 alle 17:18 via WEB
E' così: ieri come oggi. Ciao Grazia, grazie per il commento. Vito
 
ventididestra
ventididestra il 14/08/09 alle 02:37 via WEB
il testo è interessante, ma anche le statitiche vanno prese con le molle. per esempio molti italiani arruolati nella legione straniera nel dopoguerra erano fascisti che fuggivano da responsabilità durante Salò. Non scordiamoci inoltre che gran parte del "buonismo" della sinistra nasconde la volontà di disgregare il tessuto sociale italiano per creare situazioni che possano portare ad un cambiamento politico e di potere. Mi risulta infatti che nei paesi dell'est europeo il problema non esisteva...c'erano i muri! ciao, scusa la polemica.
 
 
svitol5
svitol5 il 18/08/09 alle 17:27 via WEB
Non conoscevo questo particolare dei fascisti nella Legione Straniera. Per il resto mi sembra molto riduttivo associare un problema di carattere mondiale ed epocale come l'immigrazione ed il diritto di cittadinanza ad una questione ideologica destra-sinistra. Succede così solo in Italia dove, come tu sai bene, non esiste una vera destra al governo: ovvero c'è il populismo del PDL insieme alla xenofobia della lega. Questi non sono valori intrinsechi di una destra europea e non credo che tu abbia un grande senso di appartenenza verso la cosiddetta destra italica. Ciao e grazie per il tuo intervento. Vito
 
Kether61
Kether61 il 14/08/09 alle 10:26 via WEB
Caro Vito ti auguro un buon ferragosto...^__^ Per quanto riguarda il post semplifico esprimendo un parere personale..Sono stata un'emigrante all'estero dove ho lavorato e le leggi erano molto dure...se dopo sei mesi non avevi un lavoro dovevi ritornare in patria. Lo stato è come una grande famiglia, la priorità è il benessere dei propi figli e dare il pane ed il lavoro a loro..seguire un buon senso nel rispetto reciproco. Sono per l'integrazione e non dimentichiamo che i tempi sono cambiati e la crisi che stiamo attraversando con la perdita di molti posti di lavoro impone delle scelte doverose con regole da rispettare che dovrebbero essere molto più dure onde evitare un malessere generale. Si accoglie chi lo merita ed ha voglia di lavorare rispettando il Paese ospite e le sue leggi...ma qui da noi succede che spesso gli stranieri dettino legge...quindi ben venga l'integrazione ma con i dovuti crismi sennò sono solo pagliacciate...un abbraccio ed un bacio...Ingrid
 
 
svitol5
svitol5 il 18/08/09 alle 17:33 via WEB
Ciao Ingrid, proprio oggi è arrivato il rapporto di Bankitalia che sfata tutte le convinzioni tipiche di una certa classe politica e che citi nel tuo commento. Ovvero che i lavoratori immigrati non sono assolutamente in contrapposizione con quelli italiani, cioè esiste la complementarietà. E' normale che tutto ciò avvenga nel rispetto delle leggi e di tutti i lavoratori. Hai ragione: i tempi cambiano, ci sono crisi che vanno e vengono ma anche lavori che cambiano. Un abbraccio. Vito
 
 
svitol5
svitol5 il 18/08/09 alle 17:36 via WEB
Carissima Luce, grazie per il bellissimo pensiero. Verrò presto a trovarti. Un abbraccio anche a te. Vito
 
lolita61
lolita61 il 18/08/09 alle 08:51 via WEB
come sempre ci piace sentenziare (i nostri politici sono maestri), è facile parlare è facile invocare leggi che non possono e non vogliono applicare, qualcuno scrive che le leggi erano dure, dopo sei mesi se non eri regolare e con regolare lavoro venivi rispedito al paese di origine, i tempi non sono più quelli di una volta! Ho molti colleghi stranieri, vi assicuro lavorano duramente, sono persone come noi e migliori di molti di noi che delinquono, cari signori vi ripeto che lavorano DURAMENTE, vi posso portare l'esempio di Felix, un ragazzo di 42 anni, ingegnere, ha lasciato la sua famiglia in Africa per venire in Italia, arriva in Italia trova lavoro, ma cosa deve fare per essere messo in regola? Voi avete sentito parlare di lavoro nero? sapete cosa significa per un extracomunitario? credo che i controlli vadano sempre fatti a monte, non è lo straniero irregolare da condannare, oppure l'italiano sfruttato che non riesce ad arrivare a fine mese, chi detiene il potere è colui che permette e crea certe situazioni. Poi il bravo o il cattivo sono aggettivi che non hanno colore o nazionalità. Caro Vito ferragosto è passato ma ti faccio gli auguri per la tua bravura il tuo acume e la tua semplicità nell'esporre. con affetto Antonella.
 
 
svitol5
svitol5 il 18/08/09 alle 17:35 via WEB
Carissima Antonella, ti ringrazio per la tua bella ed appassionata testimonianza. Un abbraccio Vito
 
theseasoul
theseasoul il 18/08/09 alle 09:58 via WEB
Scusami per la latitanza.. ma ti ringrazio invece per la tua presenza.. Ti abbraccio. caro vito.. Fede
 
 
svitol5
svitol5 il 18/08/09 alle 17:37 via WEB
Cara Fede, ultimamente neppure io sono molto costante. Un bacio. Vito
 
luce1001
luce1001 il 19/08/09 alle 10:40 via WEB
Previsioni meteo;prevista pioggia di baci e abbracci,è consigliabile chiudere l'ombrello e aprire il cuore..!meteo dettato da chi ti pensa sempre! *______* Buona giornata.
 
dianavera
dianavera il 21/08/09 alle 13:34 via WEB
Nel periodo elettorale, mentre i candidati si affannano nei loro templi e uno promette denaro, un altro sguinzaglia i suoi galoppini, un altro ancora consuma di baci le mani di coloro da cui, una volta eletto, non si lascerà nemmeno toccare, mentre tutti sono in ansiosa attesa della voce del banditore, non è forse la cosa migliore starsene tranquilli a guardare quel mercato, senza né comprare né vendere? Lucio Anneo SenecaLettere a LucilioCXVIII, 3
 
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