IL DUBBIOLa vita non è fatta solo di terra da arare o produttiva, ma anche di montagne di sogni e di sotterranei di dolore ¨ Abraham Heschel |
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LA POESIA
"Quando il potere spinge l'uomo all'arroganza, la poesia gli ricorda i suoi limiti. Quando il potere restringe il campo dei suoi interessi, la poesia gli ricorda la ricchezza e diversità della sua esistenza. Quando il potere corrompe, la poesia purifica"
John Fitzgerald Kennedy - pochi mesi prima di essere assassinato ...
DEDICATO ALLA CLASSE POLITICA ITALIANA
"Bisogna sempre tener presente questi due principi: primo, agire unicamente secondo ciò che ti suggerisce il bene dell'umanità; secondo, cambiar parere se trovi qualcuno capace di correggerti, rimuovendoti da una certa opinione. Questo nuovo parere, comunque, deve sempre avere una ragione, come la giustizia o l'interesse comune, ed esclusivamente tali devono essere i motivi che determinano la tua scelta, non il fatto che ti sia parsa più piacevole o tale da procurarti maggior gloria."
Tratto dai "Ricordi dell'imperatore Marco Aurelio (121-180 D.C.)
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Chiedo scusa a tutti per la mia lunga assenza da questo mondo ma è un periodo in cui mi resta difficile riuscire a concentrarmi su più cose contemporaneamente. Quindi, quello che poi si lascia indietro e si trascura è la parte chiamiamola intangibile, virtuale e comunque quello che rappresenta le nostre protesi emozionali verso il mondo esterno.
Ora, visto che le elezioni sono finite con entrambi gli schieramenti vincitori (Sic!) in quanto uno ha vinto ma sperava di stravincere e un altro ha perso ma meno di quanto previsto, sarebbe ora di occuparsi di cose concrete, visto che la crisi colpirà forte dopo l’estate con aumento della disoccupazione e molte aziende che dicono di non farcela a superare l’estate. Ci sono sul piatto qualche mini-provvedimento, ma tutto col classico sorriso di Berlusca che invita all’ottimismo ritenendo un’esagerazione questa paura della crisi … Mah, sarà contento lui, il suo entourage e tutti quelli che lo hanno votato …
E invece si ritorna a parlare di complotti verso il “povero Silvio”: un uomo talmente buono e generoso che non riesce proprio a distinguere le buone dalle cattive compagnie, gli amici dai nemici, il bene dal male, il vero dal falso e, soprattutto, il pubblico dal privato …
Ricordo ancora quel libercolo spedito prima delle elezioni del 2001 credo (successivamente rispedito al mittente …), in cui si narravano le gesta, le imprese e le fortune del Cavaliere con la sua famiglia felice … e abbiamo poi visto tutti come sta andando a finire. Ma tantè …
Credo che abbia ragione Giuliano Ferrara quando, su Panorama, parla di Berlusconi:
“… la scelta sciagurata degli amici di bisboccia, la sciatteria in certe relazioni e soprattutto la caratterizzazione ostentatoria di tutti i suoi comportamenti privati”
Senza addentrarci troppo in particolari possiamo quindi dire che, per un ultrasettantenne capo del governo, questi comportamenti sono da tripla I e cioè: INCAUTO, INGENUO, IRRESPONSABILE.
Mi viene in mente un aneddoto di tanti anni fa quando lavoravo in SIP (ora Telecom Italia) di un collega capo centrale che si era infortunato giocando una partita di calcetto. Circa 2 mesi di assenza dal lavoro.
Ebbene, questi era stato chiamato dall’ufficio del Personale ed inchiodato con la seguente frase: “Guardi, certe cose, nella sua posizione, non le dovrebbe fare …” e stiamo parlando di un semplice quadro che gioca una semplice partita di calcetto …
Non ha senso quindi parlare di complotti orditi da Baffino-D’Alema, il quale non va certo in TV a raccontarli, così come non fece Clinton ai tempi dello scandalo Lewinsky, il quale fu letteralmente massacrato sia dalla stampa che dal Congresso.
Ma fa chiaramente comodo parlare di complotto in quanto in questo modo si attenuano le responsabilità di un uomo di governo e di certi suoi comportamenti tuttaltro che privati … Chiunque parli solo di gossip è in malafede: per un personaggio del genere non esistono comportamenti privati soprattutto quando si è dichiarato in passato difensore dei valori cattolici e soprattutto della famiglia.
Qui di seguito un articolo di Giampaolo Pansa, editorialista del Riformista:
Il ritorno dell’eterno complotto
di Giampaolo Pansa
Per decenni, la teoria del complotto è stata un’esclusiva della sinistra. Il vecchio Pci e i suoi eredi spiegavano le loro sfortune politiche con l’intervento di qualche misteriosa congiura. Messa in atto dai soggetti più diversi: i capitalisti, i militari, la Cia americana, i servizi segreti nostrani, la massoneria. Ogni tanto emergeva il sospetto di un golpe in arrivo. E le Botteghe Oscure ordinavano ai dirigenti di dormire fuori casa.
Se il complotto non c’era, si rimediava con un fantasma diverso: l’Operazione. Sempre accompagnata da un corredo di parole inquietanti: oscura, dai confini ambigui, rivolta a obiettivi nefandi. Nel mio piccolo, ne ho fatto le spese anch’io. Nel 2003, quando pubblicai “Il sangue dei vinti”, le sinistre denunciarono l’Operazione Pansa. Per ringhiare che avevo scritto quel libro allo scopo di tenere il sacco al centrodestra di Silvio Berlusconi.
Adesso il ritorno dell’eterno complotto avviene sotto la bandiere del Cavaliere.
Di fronte alla catastrofe d’immagine provocata dai festini di Palazzo Grazioli e di villa Certosa, una parte del Pdl strilla alla congiura. E punta il dito contro la manina dei servizi deviati. Mossi da qualche potenza straniera che non approva la politica estera del Governo. E in prima fila ci sono sempre gli Stati Uniti, contrari all’intesa fra Berlusconi e il russo Putin.
Purtroppo per il Cavaliere, la realtà è un’altra. I complotti nascono e operano nel buio. Invece la Questione Sessuale è cresciuta alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti. Il tormentone è iniziato sulle pagine di Repubblica. Ossia nero su bianco, a disposizione del pubblico in centinaia di migliaia di copie.
Può essere disdicevole che un quotidiano importante, con una storia dignitosa, si sia ridotto ad avere come unica missione quella di distruggere un uomo politico. Di solito, questo tipo di compito viene assolto da fogli minori, la cosiddetta “stampa gialla”. Ma ciascun giornale è padrone del proprio destino. Se Berlusconi cadrà, il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, verrà ricordato soltanto per questa impresa. Come avrebbe detto mia nonna Caterina, contento lui, contenti tutti.
Nessuna congiura, dunque. Ma appena una campagna di stampa, condotta anche nella speranza di frenare la perdita di copie del giornale di Largo Fochetti. Che adesso non è più solo nell’inchiesta sui festini del Cavaliere. Dal 17 giugno è sceso in campo il Corriere della Sera di Ferruccio de Bortoli, il competitor di Repubblica. Con uno scoop scovato a Bari e sfuggito a Mauro che nella capitale pugliese ha una redazione di solito agguerrita.
Lo scoop è l’intervista a Patrizia D’Addario, pimpante quarantenne, una delle signore che hanno allietato le nottate di Silvio a Palazzo Grazioli. Una testimonianza molto minuziosa nei dettagli. Adesso confermata dal racconto di una ventenne interrogata dai magistrati di Bari. E i boatos pugliesi dicono che presto emergeranno altre signore o signorine in grado di svelare i misteri gaudiosi di quelle notti.
A questo punto, parlare ancora di complotto non ha più senso. La questione si riduce a una domanda vecchia quanto il mondo: la svelta Patrizia, ossia la prima a parlare, ha detto la verità o ha mentito? Se ha mentito, la “spazzatura”, come la definisce il premier, sparirà da sola, senza l’intervento di nessuna Protezione Civile.
La signora D’Addario vedrà crescere i propri guai. Non vorrei essere al suo posto quando verrà accusata di calunnia.
Se invece la signora ha detto la verità, allora per il premier saranno cavoli acidi. Emergerà la telefonata di complimenti che il Cavaliere avrebbe fatto alla D’Addario il giorno dopo la nottata di sesso a Palazzo Grazioli. Sentiremo le registrazioni che Patrizia avrebbe fatto in quei momenti. Vedremo persino la foto, scattata con il telefonino, di una camera da letto. Dove pare si scorga un ritratto della signora Berlusconi, Veronica Lario, protetto da una preziosa cornice.
È questo il dettaglio che più mi ha colpito. Un vecchio motto recita: il diavolo si nasconde nei particolari. Quella fotografia in cornice ci rammenta un passaggio malinconico della lettera della signora Berlusconi che annunciava la causa di divorzio. Parlava del marito come di un uomo “malato”. E si augurava che gli amici lo aiutassero. Ma era una preghiera tardiva. Perché il destino di Silvio si era già compiuto, come si legge nei romanzi rosa.
Tutto il resto non conta. Per esempio, è inutile prendersela con Massimo D’Alema, che ha parlato in anticipo di scosse in arrivo. Certo, può aver saputo quel che stava per avvenire da qualche magistrato amico. Ma può anche aver parlato a caso. Non facciamo Max più intelligente di quanto sia. Pure a lui capita di sbroccare. In più ha un’avversione aristocratica per il prossimo. Ai tempi del primo governo Prodi, definiva il Professore e Walter Veltroni «i due flaccidi imbroglioni di Palazzo Chigi».
Oggi a contare è il baratro che Berlusconi ha di fronte a sé. Attenzione: è anche il baratro dell’Italia. Mi domando se il Paese abbia la forza di permettersi un premier che si sente accerchiato da storie di sesso. E dà fuori di matto, come si è visto nel comizio di chiusura per i ballottaggi.
La speranza è che Silvio accetti il nostro consiglio e si dimetta. Prima che la crisi economica arrivi al culmine e ci travolga tutti. Sarebbe l’unica conclusione onorevole di una storia carica di disonore. Altrimenti si dovrà dire che il capo del complotto contro Berlusconi è lo stesso Berlusconi.
Pansa chiaramente pretende troppo da Berlusconi. Il consiglio delle dimissioni è assolutamente fuori luogo e lontano da ogni logica, conoscendo il personaggio.
Un’idea potrebbe essere quella delle scuse verso tutti gli italiani, come fece 10 anni fa Bill Clinton con il Sex-gate, ma non ci facciamo troppe illusioni.
A quel tempo Hillary protesse e difese il marito, nella consapevolezza che comunque si era trattato di un comportamento occasionale, classico da scappatella.
La signora Veronica farebbe altrettanto nei confronti del suo oramai ex-marito?
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