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RAZZISMO???

Post n°138 pubblicato il 14 Marzo 2017 da carloreomeo0

Mentre mi accingevo a riporre il carrello della spesa, l’immigrato che se ne stava seduto placidamente sul muretto del supermercato, alzando stancamente gli occhi dal display del suo IPhone 6 mi disse: “Dammi Euro, io ho fame”. Lo conoscevo bene era l’immigrato che aveva chiesto  e ottenuto asilo politico per non dover combattere la guerra che affliggeva il suo Paese, lo stesso che, insieme ai suoi connazionali arrivati in Italia, non avevano disdegnato però di combattere, distruggendo letteralmente gli appartamenti di nuova costruzione assegnatigli ad uso gratuito dal nostro Stato e inizialmente destinati a divenire case popolari per aiutare gli italiani più bisognosi in lista d’attesa da anni, pur di ottenere una connessione WI-FI veloce ed affidabile, ma soprattutto gratuita, che per ottenerla si erano anche violentemente scontrati con le forze dell’ordine, senza per questo venire in alcun modo perseguiti dalla legge, ma al contrario ottenendo ciò che violentemente avevano richiesto, come se la legge italiana fosse impotente nei loro confronti, come se anche loro godessero dell’impunità, la stessa che protegge i politici che a braccetto con la mafia gestiscono e speculano sull’immigrazione, che nascondendosi dietro il paravento dell’altruismo, della solidarietà e dei diritti umani, mirano unicamente ai propri interessi, che mentre si intascano i proventi di quello che per loro è solo un business, allo Stato, in questo caso a noi onesti cittadini, accollano le spese. 

Nel vedere che tentennavo, me lo chiese più insistentemente, fino ad arrivare in breve a pretenderlo, come se quell’Euro gli appartenesse, quale giusto compenso per non so bene quale servizio egli pensasse di aver svolto nei miei confronti, come se esigerlo fosse un suo diritto e di conseguenza un mio dovere darglielo. La sua risolutezza fu tale che per un attimo, quell’interminabile attimo in cui le tue certezze vacillano e cominci a pensare che ciò che credevi fosse giusto, possa essere in realtà sbagliato, esitai.  

Nel frattempo mi ritrovai a riflettere, che il suo atteggiamento era più che giustificato in quanto aveva imparato per esperienza diretta che in questo Paese, bastava chiedere, anzi pretendere, anche ricorrendo alla violenza per ottenere. In netto contrasto con la convinzione che ogni cosa va guadagnata perché nulla ci è dovuto, che le mie esperienze di vita mi avevano insegnato. Lo confesso questa mia riflessione, come la sua prepotenza urtarono i miei nervi, tanto che in un attimo il mio tentennamento iniziale svanì lasciando il posto alla rabbia e rabbiosamente gli urlai in faccia il mio dissenso.

Ora io vi chiedo è stato un comportamento razzista il mio?

E’ da razzisti incazzarsi nel vedere immigrati di cui non si ha la certezza della provenienza richiedere e ottenere asilo politico con estrema facilità nel nostro Paese, ottenendo gratuitamente vitto e alloggio, il tutto esentasse, mentre sempre più italiani per pagare le onerose tasse imposte da uno stato sempre più esoso e grazie ad una riforma del lavoro che ha incentivato la disoccupazione sono ridotti in miseria, costretti a vivere per strada, morendo a volte per assideramento nelle fredde notti invernali, mentre i “rifugiati politici” scendono in strada, spesso in modo violento distruggendo tutto ciò che incontrano, se il cibo o gli alloggi non sono di loro gradimento?

E’ da razzisti pretendere equità, ossia che tutti, sia italiani che immigrati abbiano gli stessi doveri e gli stessi diritti?

 Per correttezza preciso, che non tollero la prepotenza e l’arroganza, di qualunque colore abbia la pelle il prepotente e l’arrogante, che un conto è rivendicare i propri diritti mentre altra faccenda è credere che tutto sia dovuto.

E’ da razzisti incazzarsi nel vedere immigrati di qualsiasi nazionalità ricevuti a braccia aperte da quello stesso Stato che costringe i nostri giovani e non solo a emigrare all’estero in cerca di una dignità che il loro Paese gli nega, essendo totalmente incapace di giudicare e valorizzare il loro talento, le loro capacità, mettendole a frutto per rilanciare la sua economia? Come se avesse avuto ragione l’ex ministro del lavoro Poletti nell’affermare che: “Certi giovani è meglio non averli tra i piedi”? Io ho qualche dubbio in proposito, mentre non ho dubbio alcuno nell’affermare che questo Paese vivrebbe meglio senza avere tra i piedi certi politici.

 

Qui rimangono solo gli incapaci raccomandati, i figli di papà, i leccaculo patentati, qui fanno carriera e prosperano solo gli sciacalli dell’imprenditoria, capaci unicamente di sfruttare per i loro fini la disperazione della classe operaia, privata di diritti e oberata dai doveri. Quale futuro quindi potrà avere questa nostra Italia?

 
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