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IL FASCINO AMBIGUO DELLA CRIMINALITA'

Post n°161 pubblicato il 20 Febbraio 2018 da carloreomeo0

Mi capita sempre più spesso di avere la sensazione di vivere in un mondo che ha invertito il senso di rotazione, sovvertito i suoi equilibri, rinnegato la logica, smarrito la ragione, ribaltato e stravolto principi e valori. Sempre più spesso mi chiedo come possa un non popolo, che almeno a parole, inneggia alla giustizia, alla legalità, alla moralità, che punta il dito contro i politici corrotti, contro gli abusi e i soprusi della casta, che fortemente condanna gli atti di violenza e ripudia ogni atto criminale, far toccare indici d’ascolto da record ad una serie TV che parla di camorra, dove i camorristi diventano eroi da emulare, specie per le nuove generazioni così inclini all’emulazione. Come faccio, infatti a scrivere di tutto questo senza pensare alla freddezza e alla violenza efferata e organizzata con cui operano le baby gang. Dove Saviano è passato dall’essere un giornalista di denuncia, impegnato nella lotta contro la camorra a sponsor di quello stesso sistema che lui così fortemente voleva denunciare.

Proponendo di fatto la delinquenza, la criminalità come stile di vita, diffondendola, pubblicizzandola, non solo in Italia ma anche all’estero, confermando quello che già in altri Paesi era lo stereotipo dell’italiano medio, quello del mafioso, del delinquente. Enfatizzando la parte peggiore che questo nostro martoriato Paese è riuscito a creare. Saviano si è arricchito e si sta arricchendo parlando, romanzando sulla camorra, ma di fatto ha impoverito non solo una città come Napoli, o la Campania ma l’Italia intera. Purtroppo Gomorra è una fiction che affonda le sue radici in una concreta realtà, una realtà che andrebbe combattuta e non decantata, una realtà che dovremmo ripudiare e non di cui andare fieri.

Dove si è travalicato il confine e non più possibile comprendere se è Gomorra che parla di una realtà criminale o se è la realtà criminale a prendere spunto di ciò che Gomorra così dettagliatamente e crudamente racconta, dove il narrato sempre più spesso vorrebbe essere il vissuto di chi avidamente, passivamente osserva, dove lo sbagliato diventa giusto. Tutto questo è sintomo di una società che ha perso di vista se stessa, smarrita a tal punto da ritrovarsi perdendosi, talmente priva di valori da fare propri i valori negativi, da considerare il cancro  che l’ammorba, segno di benessere, dove infrangere le regole è l’unica regola possibile, dove ingannare la legge è l’unica legge che merita di essere rispettata.

Dove la camorra diviene romanzo a tratti poetico, mentre il concetto stesso di legalità che credevamo inoppugnabile diviene quasi patetico, insignificante, privato, svuotato com’è di ogni significato.

In questo mondo al contrario i camorristi diventano eroi, e chi combatte la camorra diviene di conseguenza l’anti eroe per antonomasia, in questa realtà distorta il bianco diventa nero e i contrasti dapprima così netti, tenui sfumature.

 

Visto che siamo un non popolo che inconsciamente o coscientemente ambisce alla delinquenza, che parteggia per chi ruba, uccide, truffa, o semplicemente per chi infrange le regole, per chi inganna la legge o tenta di piegarla al proprio volere, allora quando vi ritroverete soli, nel segreto della cabina elettorale, riponete la maschera dell'ipocrisia e votate per chi meglio di altri rispecchia la vostra vera natura. 

 
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