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OLIVETTI

Post n°273 pubblicato il 09 Febbraio 2020 da carloreomeo0

La Olivetti è stata una grande madre, molti come tale l’hanno amata, altri l’hanno disprezzata criticandola, se ne sono approfittati, scambiando quell’attenzione verso il lavoratore, senza scinderlo dalla sua condizione umana, in debolezza, sono proprio questi ultimi quelli che oggi, dovendosi confrontare con ben altre realtà lavorative, più degli altri la ripiangono. Io, purtroppo, ho solo potuto ammirare i miseri resti di quella che era la filosofia imprenditoriale e umanistica di Adriano Olivetti, ma mi sono bastati per comprenderne pienamente la sua grandezza, la sua lungimiranza, mentre ho potuto vedere il succedersi di grandi imprenditori, che sarebbe stato meglio definire sciacalli, che con le loro politiche speculative, hanno volutamente smembrato quel colosso industriale che era la Olivetti. Loro sono stati come un cancro le cui metastasi con il tempo, piano, piano, hanno intaccato ogni suo pezzo, ogni suo organo vitale, fino a provocarne la morte, la sua disfatta.
Oggi, nell’epoca delle politiche di massimizzazione degli utili, orientate quasi unicamente ad abbattere i costi del lavoro, tagliando salari sempre più miseri, cancellando di fatto i diritti fondamentali dei lavoratori fino a privarli della loro dignità, di quell’idea di “comunità” produttiva, di quell’imprenditorialità umanistica, tanto cara ad Adriano Olivetti, è rimasto ben poco. Oggi quello di Olivetti è solo un marchio apposto su prodotti che spesso arrivano dall’oriente e che con la creatività, l'estro e la laboriosità italiana hanno poco a che vedere e che di fatto ne infangano anche la memoria.

 
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