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RACCONTEREMO...

Post n°303 pubblicato il 08 Aprile 2020 da carloreomeo0

Cosa ci ha insegnato il coronavirus | Non sprecare

 

Un giorno racconteremo di questi strani giorni, ai nostri figli, ai nostri nipoti a chi non  c’era o a chi era semplicemente troppo piccolo per ricordare. Ricorderemo questa Italia dei flash mob, degli slogan: “Andrà tutto bene” e “Restate a casa”, dei canti e dell’inno nazionale che riecheggiavano dai balconi, di quell’ondata di patriottismo che pervase tutta la nazione, facendoci sentire uniti, vicini seppur a debita distanza, mentre l’Europa ci lasciò soli.

 

Racconteremo, con un sorriso amaro disegnato sulla faccia, di tutto ciò che facemmo per esorcizzare l’ansia e la paura derivante da un nemico invisibile ma insidioso. Racconteremo di come molti la definirono una guerra, la terza guerra mondiale, ma fu una guerra anomala che noi  non fummo chiamati a combattere, che non vide coinvolti militari armati fino ai denti, ma medici ed infermieri, il cui campo di battaglia furono gli ospedali e la prima linea i reparti di terapia intensiva. Come in ogni guerra subimmo delle perdite e piangemmo i nostri caduti, mentre rintanati nelle nostre case il nostro unico compito fu quello di non offrire al nemico terreno fertile su cui mietere nuove vittime. Racconteremo di come non tutti  capirono subito la gravità di quanto stesse accadendo e che anche dopo averlo capito molti non lo accettarono. Ricorderemo come la stupidità, l’individualismo, l’egoismo, la saccenza di pochi rischiarono di compromettere la salute, la sopravvivenza di molti. 

 

Racconteremo di come quel piccolo virus ci insegnò che non esistevano confini che delimitavano regioni o nazioni, che non esistevano razze ariane superiori o razze inferiori, che tutte quelle convinzioni rappresentavano solo occlusioni mentali, muri da abbattere per comprendere che eravamo tutti sulla stessa barca e che insieme dovevamo remare nella stessa direzione, adottare la stessa strategia, se volevamo davvero vincere quella guerra.

 

Abbandonammo allora ogni forma di egoismo ed iniziammo a pensare anche agli altri, e che l’altro poteva essere chiunque e non solo il familiare, l’amico o il conoscente, e allora l’altro divenne estensione di noi stessi e il mondo divenne un'unica nazione, con un unico e immenso popolo, unito, solidale, altruista e furono queste le armi con cui sconfiggemmo il virus, perché in presenza di esse esso non poteva più esistere.

Questa è la storia che un giorno mi piacerebbe poter raccontare.

 
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