IL FARAONE AKHENATON

il faraone eretico....adorava il dio sole..per lui un disco

 

 

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Post n°150 pubblicato il 06 Aprile 2013 da akenaton611

Socrate e i tre filtri.

Nella Grecia antica Socrate era apprezzato da tutti per la sua saggezza. Si racconta che un giorno incontrasse un conoscente che gli disse: ”Socrate, sai che cosa ho appena sentito di un tuo studente?”.
”Aspetta un momento” rispose Socrate. “Prima che tu me lo dica vorrei che tu sostenessi un piccolo esame che è chiamato “Esame dei tre filtri”.
Tre filtri?”
“Esatto,” continuò Socrate. “Prima che tu mi parli del mio studente, filtriamo per un momento ciò che stai per dire”.
Il primo è il Filtro della Verità
“Ti sei accertato al di là di ogni dubbio che ciò che stai per dirmi è vero?”.
”No” disse l’uomo “in effetti me lo hanno raccontato”.
”Bene,” disse Socrate. “quindi tu non sai se sia vero o meno”.
Il secondo è il Filtro della Bontà
“Ciò che stai per dirmi sul mio studente è una cosa buona?”.
“No, il contrario”.
“Allora,” Socrate continuò “tu vuoi dirmi qualcosa di male su di lui senza esser certo che sia vero?”.
L’uomo si strinse nelle spalle un po’ imbarazzato.
Il terzo ed ultimo è il Filtro dell’Utilità
Socrate proseguì: ”Puoi ancora passare l’esame perché c’è il terzo filtro, il Filtro dell’Utilità. Ciò che vuoi dirmi circa il mio studente mi sarà utile?”.
”Veramente… non credo”.
“Bene,” concluse il Saggio “se ciò che vuoi dirmi non è Vero, non è Buono e neppure Utile, perché me lo vuoi dire?”

-------------------------------------------
aggiungo io:
Diffida delle persone che parlano male degli altri con
te,perchè sicuramente parleranno male di te con gli
altri.....
--------------------------------------------------
Ringrazio tutti per aver lasciato commenti ai miei post
precedenti,tranne ai disturbatori,a cui questo post
è dedicato.......
.............................................................................
Vi auguro un sereno weekend e speriamo
che il tempo migliori,perchè di 'sta pioggia
non se ne puo' piu' ^_^
.........................................................................

con affetto un abbraccio e un sorriso

Antonello


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Commenti al Post:
picciro
picciro il 06/04/13 alle 09:05 via WEB
Mio dolcissimo e carissimo Anto...adoro Socrate..e il suo pensiero..che a metterlo in pratica..saremmo tutti migliori! E proprio per quel suo pensiero..che tagliava come lama..i pregiudizi e l'ignoranza (e lui diceva sempre..so solo di non sapere)...nel 399 a. c. lo condannarono a bere la cicuta!! Un merasviglioso fine settimana amico mio..con immensa stima e affetto ti abbraccio..e fammi sapere!! Smackkkkkkkkk
 
francoroiter
francoroiter il 06/04/13 alle 09:24 via WEB
Socrate Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Se hai problemi nella visualizzazione dei caratteri, clicca qui. bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri personaggi di nome Socrate, vedi Socrate (disambigua). « Sembra dunque che per questo particolare io sia più saggio di quest'uomo, poiché non m'illudo di sapere ciò che non so! » (Platone, Apologia di Socrate, 6) Testa di Socrate, scultura di epoca romana conservata al Museo del Louvre. Socrate fu il primo filosofo ad essere ritratto. Tutte le altre immagini dei filosofi presocratici sono opere di fantasia[1] Socrate (in lingua greca &#931;&#969;&#954;&#961;&#940;&#964;&#951;&#962;, S&#333;krát&#275;s; Atene, 470 a.C./469 a.C.[2] – Atene, 399 a.C.) è stato un filosofo ateniese, uno dei più importanti esponenti della tradizione filosofica occidentale. «[...] dall'antichità ci è pervenuto un quadro della figura di Socrate così complesso e così carico di allusioni che ogni epoca della storia umana vi ha trovato qualche cosa che le apparteneva. Già i primi scrittori cristiani videro in Socrate uno dei massimi esponenti di quella tradizione filosofica pagana che, pur ignorando il messaggio evangelico, più si era avvicinata ad alcune verità del Cristianesimo. L'Umanesimo e il Rinascimento videro in Socrate uno dei modelli più alti di quella umanità ideale che era stata riscoperta nel mondo antico. Erasmo da Rotterdam, profondo conoscitore dei testi platonici era solito dire: «Santo Socrate, prega per noi» (Sancte Socrates, ora pro nobis)[3].» Il contributo più importante che egli ha dato alla storia del pensiero filosofico consiste nel suo metodo d'indagine: il dialogo che utilizzava lo strumento critico dell'elenchos ("confutazione") applicandolo prevalentemente all'esame in comune (exetazein) di concetti morali fondamentali. Per questo Socrate è riconosciuto come padre fondatore dell'etica o filosofia morale e della filosofia in generale. Per le vicende della sua vita e della sua filosofia che lo condussero al processo e alla condanna a morte è stato considerato il primo martire occidentale della libertà di pensiero.[4] Indice [nascondi] 1 Le fonti sulla vita 2 Biografia 3 L'Atene di Socrate 4 La dottrina socratica 4.1 Sapere di non sapere 4.2 La scoperta dell'anima umana 4.3 Il Dáimon (&#916;&#945;&#943;&#956;&#969;&#957;) socratico 4.4 Conosci te stesso 4.5 La maieutica 5 Differenze con i sofisti 5.1 Maestro della paideia 5.2 Brachilogia ed ironia 6 Le accuse politiche 7 Il processo 7.1 Accettazione della condanna 7.2 La morte di Socrate 7.2.1 Il gallo ad Asclepio 8 Discepoli 9 La "questione socratica" 10 Note 11 Bibliografia 11.1 Bibliografia essenziale 11.2 Bibliografia d'approfondimento 12 Film su Socrate 13 Voci correlate 14 Altri progetti 15 Collegamenti esterni Le fonti sulla vita [modifica] È ben noto il fatto che Socrate non abbia lasciato alcuno scritto. Ricaviamo quindi il pensiero di Socrate dalle opere dei suoi discepoli, tra cui spicca soprattutto il sopracitato Platone che fu per lungo tempo uno di essi e che condivise, negli scritti giovanili, il pensiero del maestro, a tal punto che risulta difficile distinguere il pensiero socratico da quello platonico, che acquisì poi una maggiore originalità solo nella maturità e nella vecchiaia.[5][6] Un'altra fonte della vita e del pensiero di Socrate è rappresentata dallo storico Senofonte a cui però non interessa il pensiero socratico, ma soprattutto l'esposizione di aneddoti della vita militare del suo amico Socrate. Socrate nella cesta nella commedia "Le nuvole" di Aristofane. Stampa del XVI secolo Un'altra testimonianza la troviamo ne Le nuvole, commedia di Aristofane dove Socrate viene rappresentato come veniva visto da alcuni ad Atene e cioè come un pedante seccatore perso nelle sue discussioni astratte e campate in aria. Aristofane infatti mostra Socrate dentro una cesta che cala dalle nuvole mentre è tutto intento a delle ricerche strambe e ridicole, come calcolare quanto è lungo il salto della pulce, o quale sia l'origine del ronzio delle zanzare. Aristofane vuole evidentemente fare una caricatura di queste ricerche naturalistiche che egli impropriamente attribuisce a Socrate, e anche avvertire che chi si dedica allo studio della natura in genere è un ateo, che rigetta la religione tradizionale, nella sua commedia ridicolmente sostituita dal culto delle Nuvole. Testimone del pensiero socratico è Aristotele che però risulta poco attendibile poiché egli tende a esporre il pensiero dei filosofi precedenti interpretandolo secondo il suo personale punto di vista, operando distorsioni e fraintendimenti sui concetti originali. Aristotele infatti, presenta la dottrina socratica come incentrata, in un primo tentativo fallito, nell'individuare la definizione del concetto. A questo, secondo Aristotele, mirava la ricerca che si esprimeva nel continuo interrogare (ti estì "che cos'è?") che Socrate effettuava nel dialogo: la definizione precisa della cosa di cui si stava parlando. In particolare Aristotele attribuiva a Socrate la scoperta del metodo della definizione e induzione, che considerava l'essenza del metodo scientifico. Stranamente però, Aristotele affermava pure che tale metodo non fosse adatto all'etica. Socrate invece avrebbe erroneamente applicato questo suo metodo all'esame dei concetti morali fondamentali del tempo, come ad esempio le virtù di pietà, saggezza, temperanza, coraggio, e di giustizia.[7] Probabilmente Socrate frequentò il gruppo degli amici di Pericle e conobbe le dottrine dei filosofi naturalisti Ionici di cui apprezzava in particolare Anassimandro, fattogli conoscere da Archelao. Nel 454 a.C. essendo presenti ad Atene Parmenide e Zenone di Elea, Socrate ebbe modo di conoscere la dottrina degli eleati come pure fu in rapporti con i sofisti Protagora, Gorgia e Prodico. Si sa che fu molto interessato al pensiero di Anassagora ma se ne allontanò per la teoria del Nous ("Mente") che metteva ordine nel caos primigenio degli infiniti semi. Secondo alcuni interpreti Socrate pensava che questo principio ordinatore dovesse essere identificato con il sommo principio del Bene, un principio morale alla base dell'universo, ma quando invece si accorse che per Anassagora il Nous doveva invece rappresentare un principio fisico, una forza materiale, ne fu deluso e abbandonò la sua dottrina. Biografia [modifica] Socrate e Santippe Incisione di Otto van Veen, XVII secolo. Il periodo storico in cui visse Socrate è caratterizzato da due date fondamentali: il 469 a.C. e il 404 a.C. La prima data, quella della sua nascita, segna la definitiva vittoria dei Greci sui Persiani (battaglia dell'Eurimedonte). La seconda si riferisce a quando all'età dell'oro di Pericle seguirà, dopo il 404 con la vittoria spartana, l'avvento del governo dei Trenta Tiranni. La vita di Socrate si svolge dunque nel periodo della maggiore potenza ateniese ma anche del suo declino. Il padre di Socrate, Sofronisco, fu uno scultore e trasmise il mestiere al figlio: opera di Socrate sarebbero state le Cariti, vestite, sull'Acropoli di Atene.[8] Sua madre, Fenarete, fu una levatrice.[9] Interessante sottolineare il significato dei nomi dei genitori: "Fenarete" significa "colei che fa risplendere la virtù" mentre "Sofronisco" significa "colui che riconosce la saggezza".[10] Significati non senza importanza nella biografia di Socrate. Probabilmente Socrate era di famiglia benestante, di origini aristocratiche: nei dialoghi platonici non risulta che egli esercitasse un qualsiasi lavoro e del resto sappiamo che egli combatté come oplita[11] nella battaglia di Potidea, e in quelle di Delio e di Anfipoli. È riportato nel dialogo Simposio di Platone che Socrate fu decorato per il suo coraggio. In un caso, si racconta, rimase al fianco di Alcibiade ferito, salvandogli probabilmente la vita. Durante queste campagne di guerra dimostrò di essere straordinariamente resistente, marciando in inverno senza scarpe né mantello. Busto di Socrate conservato nei Musei Vaticani. Nel 406 come membro del Consiglio dei Cinquecento (Bulé), Socrate fece parte della Pritania quando i Generali della Battaglia delle Arginuse furono accusati di non aver soccorso i feriti in mare e di non aver seppellito i morti per inseguire le navi Spartane. Socrate ricopriva la carica di Epistate ed unico nell'assemblea si oppose alla richiesta illegale di un processo collettivo contro i Generali. Nonostante pressioni e minacce bloccò il procedimento fino alla conclusione del suo mandato quando infine sei Generali ritornati ad Atene furono condannati a morte.[12] Nel 404, i Trenta Tiranni ordinarono a Socrate e ad altri quattro cittadini di arrestare il democratico Leonzio di Salamina. Socrate si oppose all'ordine e la sua morte fu evitata solo dalla successiva caduta dei Tiranni.[13] Socrate è descritto da Platone come un uomo avanti negli anni e piuttosto brutto, e aggiunge anche che era come quelle teche apribili, installate di solito ai quadrivi, raffiguranti spesso un satiro che custodivano all'interno la statuetta di un dio. Questo pare quindi fosse l'aspetto di Socrate, fisicamente simile a un satiro, e tuttavia sorprendentemente buono nell'animo, per chi si soffermava a discutere con lui. Diogene Laerzio riferisce che, secondo alcuni antichi, Socrate avrebbe collaborato con Euripide alla composizione delle tragedie, ispirando in esse temi profondi di riflessione.[14] Socrate fu sposato con Santippe, che gli diede tre figli (ma, secondo Aristotele e Plutarco, due di questi li avrebbe avuti da una concubina di nome Mirto). Santippe ebbe fama di donna insopportabile e bisbetica. Socrate stesso attestò che avendo imparato a vivere con lei era divenuto ormai capace di adattarsi a qualsiasi altro essere umano, esattamente come un domatore che avesse imparato a domare cavalli selvaggi, si sarebbe trovato a suo agio con tutti. Egli d'altra parte era talmente preso dalle proprie ricerche filosofiche al punto da trascurare ogni altro aspetto pratico della vita, tra cui anche l'affetto della moglie, finendo per condurre un'esistenza quasi vagabonda. Socrate viene anche rappresentato come un assiduo partecipante a simposi, intento a bere e a discutere. Fu un bevitore leggendario, soprattutto per la capacità di tollerare bene l'alcool al punto che quando il resto della compagnia era ormai completamente ubriaca egli era l'unico a sembrare sobrio. L'Atene di Socrate [modifica] L'Acropoli con il Partenone, raffigurazione del nazionalismo greco al tempo di Pericle [15] Socrate visse dunque durante un periodo di transizione, dall'apice del potere di Atene fino alla sua sconfitta per mano di Sparta e alla sua coalizione nella guerra del Peloponneso (404). Dopo la sconfitta s'insediò ad Atene un regime oligarchico e filospartano guidato da Crizia, un nobile sofista negatore della religione. Dopo appena un anno, il governo dei Trenta tiranni decadde e s'instaurò un governo democratico conservatore formato da esiliati politici, guidato da Trasibulo di Atene. Egli giudicò Socrate un nemico politico per i rapporti che aveva avuto con Alcibiade, suo scapestrato discepolo e presunto amante, accusato di avere tradito Atene per Sparta. Il nuovo regime democratico[16] voleva riportare la città allo splendore dell'età di Pericle instaurando un clima di pacificazione generale: infatti non perseguitò, com'era abitudine, i nemici del partito avverso ma concesse un'amnistia. Si voleva tornare a creare in Atene una compattezza e solidarietà sociale riproponendo ai cittadini gli antichi ideali e i principi morali che avevano fatto grande Atene. Ma nella città si diffondeva l'insegnamento, seguito con entusiasmo da molti, specie giovani, dei sofisti i quali invece esercitavano una critica corrosiva di ogni principio e verità che si volesse dare per costituita dalla religione o dalla tradizione. La dottrina socratica [modifica] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Pensiero di Socrate (interpretazioni). Molti studiosi di storia della filosofia[17] concordano nell'attribuire a Socrate la nascita di quel peculiare modo di pensare che ha consentito l'origine e lo sviluppo della riflessione astratta e razionale, che sarà il fulcro portante di tutta la filosofia greca successiva. Il primo a sviluppare questa interpretazione della dottrina socratica fu Aristotele che attribuì a Socrate la scoperta del metodo della definizione e induzione, che egli considerava uno, ma non l'unico, degli assi portanti del metodo scientifico. Sapere di non sapere [modifica] Paradossale fondamento del pensiero socratico è il "sapere di non sapere", un'ignoranza intesa come consapevolezza di non conoscenza definitiva, che diventa però movente fondamentale del desiderio di conoscere. La figura del filosofo secondo Socrate è completamente opposta a quella del saccente, ovvero del sofista che si ritiene e si presenta come sapiente, perlomeno di una sapienza tecnica come quella della retorica. Le fonti storiche che ci sono pervenute descrivono Socrate come un personaggio animato da una grande sete di verità e di sapere, che però sembravano continuamente sfuggirgli. Egli diceva di essersi convinto così di non sapere, ma proprio per questo di essere più sapiente degli altri.[18] Nell'Apologia di Socrate ci viene descritto come egli abbia preso coscienza di ciò a partire da un singolare episodio. Un suo amico, Cherefonte, aveva chiesto alla Pizia, la sacerdotessa dell'oracolo di Apollo a Delfi, chi fosse l'uomo più sapiente e questa aveva risposto che era Socrate. Egli sapeva di non essere il più sapiente e quindi volle dimostrare come l'oracolo si fosse sbagliato andando a dialogare con quelli che avevano fama di essere molto sapienti, in particolare i politici. Ma alla fine del confronto, racconta Socrate, questi, messi di fronte alle proprie contraddizioni (l'aporia socratica) e inadeguatezze, provarono stupore e smarrimento, apparendo per quello che erano: dei presuntuosi ignoranti che non sapevano di essere tali. «Allora capii, dice Socrate, che veramente io ero il più sapiente perché ero l'unico a sapere di non sapere, a sapere di essere ignorante. In seguito quegli uomini, che erano coloro che governavano la città, messi di fronte alla loro pochezza presero ad odiare Socrate». «Ecco perché ancora oggi io vo d'intorno investigando e ricercando...se ci sia alcuno...che io possa ritenere sapiente; e poiché sembrami che non ci sia nessuno, io vengo così in aiuto al dio dimostrando che sapiente non esiste nessuno»[19]. Egli quindi "investigando e ricercando" conferma l'oracolo del dio, mostrando così l'insufficienza della classe politica dirigente. Da qui le accuse dei suoi avversari: egli avrebbe suscitato la contestazione giovanile insegnando con l'uso critico della ragione a rifiutare tutto ciò che si vuole imporre per la forza della tradizione o per una valenza religiosa. Socrate in realtà (sempre secondo la testimonianza di Platone) non intendeva affatto contestare la religione tradizionale, né corrompere i giovani incitandoli alla sovversione. La scoperta dell'anima umana [modifica] Secondo l'interpretazione data da John Burnet (1863-1928), Alfred Edward Taylor (1869-1945), Werner Jaeger[20], anche se non condivisa da tutti,[21] Socrate fu di fatto il primo filosofo occidentale a porre in risalto il carattere personale dell'anima umana.[22] È l'anima, infatti, (psyché) a costituire la vera essenza dell'uomo. Sebbene la tradizione orfica e pitagorica avessero già identificato l'uomo con la sua anima, in Socrate questa parola risuona in forma del tutto nuova e si carica di significati antropologici ed etici:[23] « Tu, ottimo uomo, poiché sei ateniese, cittadino della Polis più grande e più famosa per sapienza e potenza, non ti vergogni di occuparti delle ricchezze, per guadagnarne il più possibile, e della fama e dell'onore, e invece non ti occupi e non ti dai pensiero della saggezza, della verità, e della tua anima, perché diventi il più possibile buona? » (Apologia di Socrate, traduzione di Giovanni Reale, Rusconi, 1993) Mentre gli Orfici e i Pitagorici consideravano l'anima ancora alla stregua di un demone divino, Socrate la fa coincidere con l'io, con la coscienza pensante di ognuno, di cui egli si propone come maestro e curatore.[24] Non sono i sensi ad esaurire l'identità di un essere umano, come insegnavano i sofisti, l'uomo non è corpo ma anche ragione, conoscenza intellettiva, che occorre rivolgere ad indagare la propria essenza.[25] Non solo Platone in diversi passi dei suoi dialoghi, ma anche la cosiddetta tradizione "indiretta" testimoniano come Socrate, al contrario dei sofisti, riconducesse la cura dell'anima alla conoscenza dell'intima natura umana nel senso su indicato.[26] In proposito è stato rilevato: « È da notare che troviamo questa concezione dell'anima, come sede dell'intelligenza normale e del carattere, diffusa nella letteratura della generazione immediatamente posteriore alla morte di Socrate; essa è comune a Isocrate, Platone, Senofonte; non può quindi essere la scoperta di nessuno di loro. Ma è del tutto o quasi assente dalla letteratura delle epoche precedenti. Deve perciò avere avuto origine con qualche contemporaneo di Socrate, ma non conosciamo nessun pensatore contemporaneo al quale essa possa essere attribuita all'infuori di Socrate, il quale nelle pagine sia di Platone che di Senofonte la professa costantemente. » (Taylor, Socrate, cit. in F. Sarri, Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima, Vita e Pensiero, Milano 1997) Giannantoni ha contestato questi esiti, in particolare la dottrina dell'anima andrebbe riportata esclusivamente al pensiero platonico secondo la cosiddetta interpretazione "evolutiva" della filosofia platonica, che però è piuttosto antiquata e messa già in crisi dal nuovo paradigma interpretativo della scuola di Tubinga,[27] cioè l’idea che nel suo lungo itinerario filosofico Platone avesse sviluppato e mutato, anche profondamente, il suo pensiero, passando gradatamente da una fase giovanile di preponderante impegno apologetico nei confronti di Socrate, di difesa della sua memoria e di riflessione appassionata sulla sua eredità filosofica, a una fase di progressivo distacco dal maestro (la fase della cosiddetta "crisi del socratismo"), fino alla conquista della sua piena maturità e originalità, caratterizzata dalla dottrina delle idee, dalla dottrina della natura e del destino dell’anima umana e dalla costruzione del suo grande edificio filosofico ed etico-politico».[28] Occorrerebbe cioè constatare «...il riconoscimento nell’attività di Platone, di una fase letteraria giovanile, alla quale venivano fatti risalire quei dialoghi (Ippia minore, Liside, Carmide, Lachete, Protagora, Eutifrone, Apologia e Critone) nei quali manca ogni riferimento alla dottrina delle idee, qualsiasi indagine di filosofia della natura e di antropologia, non compare la dottrina dell’immortalità dell’anima e ci si limita a indagini morali, considerate tradizionalmente più proprie del Socrate storico»[29] L'Apologia di Socrate resta comunque, secondo Reale, la testimonianza più attendibile in favore della tesi che vede Socrate come lo scopritore del concetto occidentale di anima: « Per sostenere questa tesi basterebbe il documento della sola Apologia di Socrate. E che l'Apologia sia non una invenzione di Platone, ma un documento con precisi fondamenti storici è facilmente dimostrabile.[...] Il messaggio che nell'Apologia viene presentato come specifico messaggio filosofico di Socrate è, appunto, quello del nuovo concetto di anima con la connessa esortazione alla «cura dell'anima». » (G. Reale, introduzione a Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima, Vita e Pensiero, Milano 1997, p. XVI.) Il Dáimon (&#916;&#945;&#943;&#956;&#969;&#957;) socratico [modifica] Socrate non era ateo, ma anzi affermava di credere in una particolare divinità, figlia degli dèi tradizionali, che egli indicava come dáim&#333;n. Il dáimon per Socrate non aveva il significato anche negativo che altri autori greci classici evidenzieranno[30] ma era un essere divino inferiore agli dèi ma superiore agli uomini che possiamo intendere anche con il termine genio.[31] Socrate si diceva tormentato da questa voce interiore che si faceva sentire non tanto per indicargli come pensare e agire, ma piuttosto per dissuaderlo dal compiere una certa azione. Socrate stesso dice di esser continuamente spinto da questa entità a discutere, confrontarsi, e ricercare la verità morale (Kant avrebbe successivamente paragonato questo principio "divino" all'imperativo categorico, alla coscienza morale dell'uomo). Conosci te stesso [modifica] Il motto "&#915;&#925;&#937;&#920;&#921; &#931;E&#913;&#933;&#932;&#927;N" ("&#915;&#957;&#8182;&#952;&#953; &#963;&#949;&#945;&#965;&#964;&#972;&#957;" - Gnòthi seautòn, «Conosci te stesso»), risalente alla tradizione religiosa di Delfi, voleva significare, nella sua laconica brevità, la caratteristica dell'antica sapienza greca: quella dei sette sapienti. Il significato originario, dedotto da alcune formule a noi pervenute (Nulla di troppo, Ottima è la misura, Non desiderare l'impossibile), era quello di voler ammonire a conoscere i propri limiti, «conosci chi sei e non presumere di essere di più»; era dunque una esortazione a non cadere negli eccessi, a non offendere la divinità pretendendo di essere come il dio.[32] Del resto tutta la tradizione antica mostra come l'ideale del saggio, colui che possiede la sophrosyne ("saggezza"), sia quello di conseguire la moderazione e di rifuggire il suo opposto: la tracotanza e la superbia (&#8021;&#946;&#961;&#953;&#962;,Hýbris). La maieutica [modifica] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Metodo socratico. Il termine maieutica viene dal greco maieutiké (sottinteso: téchne). Letteralmente, sta per "l'arte della levatrice" (o "dell'ostetrica"), ma l'espressione designa il metodo socratico così come è esposto da Platone nel Teeteto. L'arte dialettica, cioè, viene paragonata da Socrate a quella della levatrice, il mestiere di sua madre: come quest'ultima, il filosofo di Atene intendeva "tirar fuori" all'allievo pensieri assolutamente personali, al contrario di quanti volevano imporre le proprie vedute agli altri con la retorica e l'arte della parola come facevano i sofisti. Parte integrante di questo metodo è il ricorso a battute brevi (brachilogia) in opposizione ai lunghi discorsi (macrologia) del metodo retorico dei sofisti. Differenze con i sofisti [modifica] Socrate, a differenza dei sofisti, mirava a convincere l'interlocutore non ricorrendo ad argomenti retorici e suggestivi, ma sulla base di argomenti razionali. Socrate si presenta così come una persona anticonformista, che in opposizione alle convinzioni della folla rifugge il consenso e l'omologazione: garanzia di verità è per lui non la condivisione irriflessa, ma la ragione che porta alla reciproca persuasione. Si è detto inoltre come egli non lasciò niente di scritto della sua filosofia perché pensava che la parola scritta fosse come il bronzo che percosso dà sempre lo stesso suono. Lo scritto non risponde alle domande e alle obiezioni dell'interlocutore, ma interrogato dà sempre la stessa risposta. Per questo i dialoghi socratici appaiono spesso "inconcludenti", nel senso non che girano a vuoto, ma piuttosto che non chiudono la discussione, perché la conclusione rimane sempre aperta, pronta ad essere rimessa nuovamente in discussione.[33] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Comunicazione filosofica. Come è stato evidenziato tuttavia, la filosofia stessa di Socrate segna il passaggio da un tipo di cultura orale, basata sulla tradizione mimetico-poetica, ad una mentalità di tipo concettuale-dialettico, preludio di un'alfabetizzazione maggiormente diffusa. Socrate è ancora l'ultimo rappresentante della cultura orale, ma in lui già si avvertirebbe l'esigenza di un sapere astratto e definitivo, da esprimere in forma scritta, esigenza che sarà fatta propria da Platone che d'altra parte conserverà nello scritto filosofico la forma dialogica che svanirà nelle opere della vecchiaia dove il dialogo sarà semplicemente quello dell'anima con se stessa. Lo stesso Platone d'altronde affermava che la sua filosofia va ricercata altrove rispetto ai suoi scritti.[34] Il fatto che Socrate preferisse il discorso orale a quello scritto è il motivo per cui egli era stato confuso con i sofisti. Secondo Platone è questa una delle colpe di Socrate: lui che era vero sapiente si dichiarava ignorante e i sofisti, veri ignoranti, facevano professione di sapienza. In questo modo il maestro contribuiva a confondere il vero ruolo della filosofia ed egli stesso al processo, pur avendo rifiutato l'aiuto di un celebre "avvocato" sofista, per l'abitudine di dialogare con chiunque in strada e nei più diversi luoghi, era stato ritenuto dagli ateniesi un sofista. Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Dialettica eristica. Maestro della paideia [modifica] È pur vero che Socrate come i sofisti metteva in discussione un certo modo di intendere l'ideale educativo della paideia, ma con intenti del tutto opposti: i sofisti con lo scopo di dissolverlo, Socrate invece con lo scopo di tutelarlo. La paideia esaltava lo spirito di cittadinanza e di appartenenza costituendolo come elemento fondamentale alla base dell'ordinamento politico-giuridico delle città greche. L'identità dell'individuo era pressoché inglobata da quell'insieme di norme e valori che costituivano l'identità del popolo stesso: per questo più che un procedimento educativo o di socializzazione potrebbe essere definito come processo di uniformazione all'ethos politico. La dottrina dei sofisti si poneva contro questa omologazione della paideia, da essi giudicata "conservatrice" e prevaricatrice; essi miravano perciò a contestarne la verità, tramite l'arte della retorica e a far apparire vero ciò che a loro conveniva, prevalendo con la parola sull'altro e ad annullare qualsiasi valore di verità e giustizia sostituendovi il proprio egoistico interesse. Socrate invece voleva piuttosto verificare e smascherare se sotto quell'ideale educativo non vi fosse quello di addormentare le coscienze critiche a scopi di potere personale. Ed è così che la scoperta socratica dell'anima umana assume toni decisamente educativi e morali.[35] Secondo Platone, infatti, Socrate è l'unico che intende correttamente il senso della politica, come capacità di rendere migliori i cittadini.[36] Socrate li esorta a occuparsi, più che delle cose della città, della città stessa.[37] In lui c'è pertanto uno stretto legame tra filosofia e politica, che in Platone diventerà esplicito, ma in Socrate già affiora come esigenza di anteporre sempre il bene della città e il rispetto delle leggi agli egoismi dei singoli.[38] « Questo, vedete, è il comandamento che mi viene da Dio. E sono convinto che la mia patria debba annoverare fra i benefici più grandi questa mia dedizione al volere divino. Tutta la mia attività, lo sapete, è questa: vado in giro cercando di persuadere giovani e vecchi a non pensare al fisico, al denaro con tanto appassionato interesse. Oh! pensate piuttosto all'anima: cercate che l'anima possa divenir buona, perfetta. » (Apologia di Socrate, 29 d - 30 b, trad. di E. Turolla, Milano-Roma 1953) Brachilogia ed ironia [modifica] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Brachilogia e Ironia socratica. D'altra parte è vero che anche lui esaltava la parola, ma, al contrario dei sofisti che usavano il monologo e che praticamente parlavano da soli, il suo discorrere era un dià logos, una parola che attraversava i due interlocutori. Mentre i sofisti infatti miravano ad abbindolare l'interlocutore usando il macròs logos, il grande e lungo discorso che non dava spazio alle obiezioni, Socrate invece dialogava con brevi domande e risposte - la cosiddetta brachilogia (letteralmente "breve dialogare") socratica - proprio per dare la possibilità di intervenire e obiettare ad un interlocutore che egli rispettava per le sue opinioni. Un'altra caratteristica del dialogo socratico, che lo distingueva dal discorso torrentizio dei sofisti, era il continuo domandare di Socrate su quello che stava affermando l'interlocutore; sembrava quasi che egli andasse alla ricerca di una precisa definizione dell'oggetto del dialogo. «Ti estì» ,"che cos'è" [quello di cui parli]? È questa l'ironia di Socrate che, per non demotivare l'interlocutore e per fare in modo che egli senza imposizioni si convinca, finge di non sapere quale sarà la conclusione del dialogo, accetta le tesi dell'interlocutore e le prende in considerazione, portandola poi ai limiti dell'assurdo in modo che l'interlocutore stesso si renda conto che la propria tesi non è corretta. Chi dialoga con Socrate tenterà varie volte di dare una risposta precisa ma alla fine si arrenderà e sarà costretto a confessare la sua ignoranza. Proprio questo sin da principio sapeva e voleva Socrate: la sua non era fastidiosa pedanteria[39] ma il voler dimostrare che la presunta sapienza dell'interlocutore fosse in realtà ignoranza. Le accuse politiche [modifica] « [...] questo ha sotto scritto e giurato Meleto di Meleto, Pitteo, contro Socrate di Sofronisco, Alopecense. Socrate è colpevole di non riconoscere come Dei quelli tradizionali della città, ma di introdurre Divinità nuove; ed è anche colpevole di corrompere i giovani. Pena: la morte » (lettera d'accusa contro Socrate presentata da Meleto in Diogene Laerzio, Vita e dottrine dei filosofi, II, 5, 40.)
 
 
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francoroiter il 06/04/13 alle 09:26 via WEB
Le accuse politiche [modifica] « [...] questo ha sotto scritto e giurato Meleto di Meleto, Pitteo, contro Socrate di Sofronisco, Alopecense. Socrate è colpevole di non riconoscere come Dei quelli tradizionali della città, ma di introdurre Divinità nuove; ed è anche colpevole di corrompere i giovani. Pena: la morte » (lettera d'accusa contro Socrate presentata da Meleto in Diogene Laerzio, Vita e dottrine dei filosofi, II, 5, 40.) Il continuo dialogare di Socrate nelle strade e piazze della città attorniato da giovani affascinati dalla sua dottrina e da importanti personaggi, lo fa scambiare da molti per un sofista che, a differenza di questi molto più accorti, attacca imprudentemente e direttamente i politici dialogando con loro e dimostrando come la vantata loro sapienza non esista. Socrate viene quindi ritenuto un pericoloso nemico politico che contesta quei valori di cui i capi del governo credono di avere il sicuro possesso e che vogliono imporre ai cittadini. Per questo Socrate che aveva attraversato indenne i regimi politici precedenti, che era rimasto sempre ad Atene e che non aveva mai accettato incarichi politici, adesso sarà protagonista di un evento scandaloso: il suo processo e la successiva condanna a morte. Due esponenti di rilievo del regime democratico, Anito e Licone servendosi di un prestanome, Meleto, un giovane ambizioso, fallito letterato, accusano Socrate in tribunale di: corrompere i giovani insegnando dottrine che mirano al disordine sociale; non credere negli Dei della città, di tentare di introdurne di nuovi, e quindi di contestare che le leggi siano di natura sacra. L'accusa di "empietà" o "ateismo" era evidentemente un pretesto giuridico per un processo politico, poiché l'ateismo era sì ufficialmente riprovato e condannato ma tollerato e ignorato se affermato privatamente. Poiché la religione e la cittadinanza erano ritenute un tutt'uno, accusando Socrate di empietà lo si incolpava di avere cospirato contro le istituzioni e l'ordine pubblico. D'altra parte Socrate eluderà facilmente l'accusa di empietà sostenendo che se è vero che egli crede in un dáimon, creatura minore figlia delle divinità tradizionali, non è possibile che egli non creda anche negli dei suoi genitori. Lisia si offrì per difendere Socrate, ma egli rifiutò probabilmente perché non voleva confondersi con i sofisti e preferì difendersi da solo. Descritto da Platone nella celebre Apologia di Socrate, il processo evidenzia due elementi: che da chi non lo conosce, Socrate è stato confuso con i sofisti considerati corruttori morali dei giovani e che egli è odiato dai politici. Riguardo all'accusa di corrompere i giovani essa va spiegata col fatto che Socrate era stato maestro di Crizia e di Alcibiade, due personaggi che nell'Atene della restaurazione democratica, godevano di pessima fama. Crizia era stato il capo dei Trenta tiranni e Alcibiade, per sfuggire al processo che gli era stato intentato, aveva tradito Atene ed era passato a Sparta, combattendo contro la propria patria. Sono questi rapporti di educatore che ha avuto con questi due personaggi che stanno sotto all'accusa di corrompere i giovani.[40] Oggi la critica più attenta ha dimostrato che il processo e la morte di Socrate non furono un avvenimento incomprensibile rivolto contro un uomo, apparentemente trascurabile e non pericoloso per il regime democratico, che voleva ricostruire un'unità politica e spirituale all'interno della città. Uno studioso inglese scrive infatti che fu principalmente «la diffidenza suscitata dai rapporti di Socrate con i "traditori" che spinse i capi della restaurata democrazia a sottoporlo a processo nel 400-399. Alcibiade e Crizia erano morti entrambi, ma i democratici non si sentivano aI sicuro finché l'uomo che s'immaginava avesse ispirato i loro tradimenti esercitava ancora influenza sulla vita pubblica»(E. Taylor, Socrate, Londra, 1951, trad. it. Firenze 1952.) Il processo [modifica] Il processo si tenne nel 399 a.C. innanzi a una giuria di 501 cittadini di Atene, e – com'era da aspettarsi per una figura come quella di Socrate - fu atipico: egli si difese contestando le basi del processo, anziché lanciarsi in una lunga e pregevole difesa o portando in tribunale la sua famiglia per impietosire i giudici, come di solito si faceva. Fu riconosciuto colpevole[41] per uno stretto margine di voti - appena trenta.[42] Dopodiché, come previsto dalle leggi dell'Agorà, sia Socrate che Meleto dovettero proporre una pena per i reati di cui l'imputato era stato accusato. Socrate sfidò i giudici proponendo loro di essere mantenuto a spese della collettività nel Pritaneo, poiché riteneva che anche a lui dovesse essere riconosciuto l'onore dei benefattori della città, avendo insegnato ai giovani la scienza del bene e del male. Poi consentì di farsi multare - seppur di una somma ridicola (una mina d'argento dapprima, cioè tutto quello che egli possedeva; trenta mine poi, sotto pressione dei suoi seguaci, che si fecero garanti per lui). Meleto chiese invece la morte. Furono messe ai voti le proposte: con ampia maggioranza - 360 voti a favore contro 140 contrari[43] - gli ateniesi, più per l'impossibilità di punire Socrate, multandolo di una somma così ridicola, che per effettiva volontà di condannarlo a morte, accolsero la proposta di Meleto e lo condannarono a morire mediante l'assunzione di cicuta. Era pratica diffusa auto esiliarsi dalla città pur di sfuggire al giudizio, ed era probabilmente su questo che contavano gli stessi accusatori. Socrate dunque intenzionalmente irritò i giudici, che non erano in realtà mal disposti verso di lui. Ma perché lo fece? Socrate in effetti aveva già deciso di non andare in esilio, in quanto anche fuori di Atene avrebbe persistito nella sua attività: dialogare con i giovani e mettere in discussione tutto quello che si vuol far credere verità certa. «Perciò, - sostenne Socrate, - mi ritroverò a rivivere la stessa situazione che mi ha portato alla condanna: qualcuno dei parenti dei miei giovani discepoli si irriterà della mia ricerca della verità e mi accuserà». Del resto egli non temeva la morte, che nessuno sa se sia o no un male, ma la preferiva all'esilio, questo sì un male sicuro. Accettazione della condanna [modifica] Come racconta Platone nel dialogo del Critone, Socrate, pur sapendo di essere stato condannato ingiustamente, una volta in carcere rifiutò le proposte di fuga dei suoi discepoli, che avevano organizzato la sua evasione corrompendo i carcerieri. Ma Socrate non sfuggirà alla sua condanna poiché «è meglio subire ingiustizia piuttosto che farla», egli accetterà la morte che d'altra parte non è un male perché o è un sonno senza sogni, oppure darà la possibilità di visitare un mondo migliore dove, dice Socrate, s'incontreranno interlocutori migliori con cui dialogare. Quindi egli continuerà persino nel mondo dell'aldilà a professare quel principio a cui si è attenuto in tutta la sua vita: il dialogo. Si pone a questo punto uno dei temi più dibattuti della questione socratica: il rapporto tra Socrate e le leggi: perché Socrate accetta l'ingiusta condanna? Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Socrate e la legge secondo Gabriele Giannantoni. Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Socrate e la legge secondo Giovanni Reale. La morte di Socrate [modifica] « È giunto ormai il tempo di andare, o giudici, io per morire, voi per continuare a vivere. Chi di noi vada verso una sorte migliore, è oscuro a tutti, tranne che al Dio. » (Platone, Apologia di Socrate) Morte di Socrate, tela di Jacques-Louis David La morte di Socrate[44] ci viene dettagliatamente descritta da Platone, presente alla fine del maestro, nel dialogo del Fedone. Socrate trascorre serenamente, secondo le sue abitudini, la sua ultima giornata in compagnia dei suoi amici e discepoli, dialogando di filosofia come aveva sempre fatto, e in particolare affrontando il problema dell'immortalità dell'anima e del destino dell'uomo nell'aldilà. Quindi Socrate si reca in una stanza a lavarsi per evitare alle donne il fastidio di accudire al suo cadavere.[45] Tornato nella cella, dopo aver salutato i suoi tre figlioli (Sofronisco, dal nome del nonno, Lamprocle e il piccolo Menesseno) e le donne di casa li invita ad andarsene. Scende il silenzio nella prigione sino a quando giunge il messo degli Undici ad annunciare a quel singolare prigioniero, così diverso dagli altri, come egli dice, per la sua gentilezza, mitezza e bontà, che è giunto il tempo di morire. L'amico Critone vorrebbe che il maestro, come hanno sempre fatto gli altri condannati a morte, rimandasse ancora l'ultima ora poiché non è ancora il tramonto, il tempo stabilito dalla condanna, ma Socrate: «Un sonno senza sogni» (Platone, Apologia di Socrate) « È naturale che costoro facciano così perché credono d'aver qualcosa da guadagnare...[io] credo di non aver altro da guadagnare, bevendo un poco più tardi [il veleno], se non di rendermi ridicolo a' miei stessi occhi, attaccandomi alla vita e facendone risparmio quando non c'è più niente da risparmiare...[46] » Giunto il carceriere incaricato della somministrazione della cicuta Socrate si rivolge a lui, poiché in questo "dialogo" è lui il più "sapiente", chiedendogli che cosa si deve fare e se si può libare a un qualche dio. Il boia risponde che basta bere il veleno che è della giusta quantità per morire e non è quindi possibile usarne una parte per onorare gli dei. Socrate allora dice che si limiterà a pregare la divinità perché gli assicuri un felice trapasso e, così detto, beve la pozione. Gli amici a questo punto si abbandonano alla disperazione ma Socrate li rimprovera facendo, lui che sta morendo, a loro coraggio: « Che stranezza è mai questa, o amici, Non per altra ragione io feci allontanare le donne perché non commettessero di tali discordanze. E ho anche sentito dire che con parole di lieto augurio bisogna morire. Orsù dunque state quieti e siate forti[47] » Il paralizzarsi e il raffreddarsi delle membra, divenute insensibili, dai piedi verso il torace, segnala il progressivo avanzare del veleno:[48] « E ormai intorno al basso ventre era quasi tutto freddo; ed egli si scoprì - perché s'era coperto - e disse, e fu l'ultima volta che udimmo la sua voce: «O Critone, noi siamo debitori di un gallo ad Asclepio: dateglielo e non dimenticatevene!»[49] » Il gallo ad Asclepio [modifica] Queste ultime parole di Socrate morente hanno dato luogo a varie interpretazioni da parte degli studiosi: quella più semplice e diffusa è che egli, che non vuole lasciare debiti irrisolti né con gli uomini né con gli dei, prega Critone di ringraziare per suo conto il dio Asclepio (l'Esculapio per i romani) per avergli reso la morte indolore.[50] Altri ritengono, come Friedrich Nietzsche, che Socrate ringrazi il dio della medicina per averlo guarito dalla malattia del vivere: « Queste ridicole e terribili "ultime parole" significano per chi ha orecchie: «O Critone, la vita è una malattia!»[51] » Coerente con questa interpretazione è lo stesso mito di Asclepio che narra come questi avesse sanato resuscitandolo un morto, attirandosi per l'atto sacrilego l'ira di Zeus che lo fulminò riducendolo in cenere.[52]. Interpreti moderni, rifacendosi allo stesso racconto della morte di Socrate, avanzano l'ipotesi che con queste parole egli voglia ingraziarsi il dio perché guarisca il suo discepolo Platone che all'inizio del dialogo è descritto come ammalato[53]; altri ancora che Socrate preghi il dio che lo risani dal disonore subìto per la condanna come corruttore e empio da parte degli ateniesi. In vero però Socrate non dice "devo" ma "dobbiamo", riferendosi quindi a più persone, un gallo ad Asclepio[54]. Del plurale dobbiamo fornisce un'interpretazione, ripresa anche da Michel Foucault (1926-1984), Georges Dumézil (1898–1986)[55] secondo il quale Critone e Socrate stesso devono il gallo ad Asclepio perché, grazie ad un provvidenziale sogno, sono guariti da un delirio delle loro menti quello che suggeriva, soprattutto a Critone, di far fuggire Socrate dal carcere sottraendosi alle Leggi. Alcuni autori, mettendo da parte ogni sottigliezza ermeneutica, sostengono che le ultime parole di Socrate non siano altro che il delirio senza senso a causa del veleno di un moribondo[56] Franz Cumont sostiene che non sia casuale il riferimento di Socrate al gallo, in quanto questo animale, sacro ad Asclepio, nel mito greco, aveva il potere di scongiurare, allontanare o annullare influssi maligni anche oltre la morte.[57] Infine altri autori ritengono che Socrate voglia ringraziare il dio per l'ultima giornata trascorsa, come quelle di tutta la sua vita, in rasserenanti ragionamenti filosofici.[58] Discepoli [modifica] Platone e Aristotele (particolare de La Scuola di Atene, di Raffaello). Fra i discepoli più importanti il posto d'onore spetta sicuramente a Platone cui spetterà poi passare il testimone ad Aristotele per formare così un trio composto dalle menti più importanti per la storia occidentale. Anche se non rinomato come Platone non deve essere trascurato nemmeno Antistene che, anch'egli allievo di Socrate, fondò la corrente dei cinici il cui allievo Diogene di Sinope al cospetto del potente Alessandro Magno che gli diceva «Chiedimi ciò che vuoi», dato che gli faceva ombra, rispose «Lasciami il mio sole». L'importanza di Socrate nella storia della filosofia è talmente evidente che senza andare nei dettagli è sufficiente citare il suo discepolo meno famoso Antistene, che rimase colpito dalla parsimonia e moderazione del maestro, e per questo divenne fondatore della corrente dei Cinici, dalla quale nacque, grazie a Zenone di Cizio, la corrente degli Stoici, tra i quali Marco Aurelio, Cicerone e Seneca. Anche Aristippo, allievo di Socrate, sviluppò il concetto filosofico di piacere che, ripreso e sviluppato ulteriormente da Epicuro, portò alla corrente degli Epicurei.
 
   
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francoroiter il 06/04/13 alle 09:29 via WEB
morte di Socrate [modifica] « È giunto ormai il tempo di andare, o giudici, io per morire, voi per continuare a vivere. Chi di noi vada verso una sorte migliore, è oscuro a tutti, tranne che al Dio. » (Platone, Apologia di Socrate) Morte di Socrate, tela di Jacques-Louis David La morte di Socrate[44] ci viene dettagliatamente descritta da Platone, presente alla fine del maestro, nel dialogo del Fedone. Socrate trascorre serenamente, secondo le sue abitudini, la sua ultima giornata in compagnia dei suoi amici e discepoli, dialogando di filosofia come aveva sempre fatto, e in particolare affrontando il problema dell'immortalità dell'anima e del destino dell'uomo nell'aldilà. Quindi Socrate si reca in una stanza a lavarsi per evitare alle donne il fastidio di accudire al suo cadavere.[45] Tornato nella cella, dopo aver salutato i suoi tre figlioli (Sofronisco, dal nome del nonno, Lamprocle e il piccolo Menesseno) e le donne di casa li invita ad andarsene. Scende il silenzio nella prigione sino a quando giunge il messo degli Undici ad annunciare a quel singolare prigioniero, così diverso dagli altri, come egli dice, per la sua gentilezza, mitezza e bontà, che è giunto il tempo di morire. L'amico Critone vorrebbe che il maestro, come hanno sempre fatto gli altri condannati a morte, rimandasse ancora l'ultima ora poiché non è ancora il tramonto, il tempo stabilito dalla condanna, ma Socrate: «Un sonno senza sogni» (Platone, Apologia di Socrate) « È naturale che costoro facciano così perché credono d'aver qualcosa da guadagnare...[io] credo di non aver altro da guadagnare, bevendo un poco più tardi [il veleno], se non di rendermi ridicolo a' miei stessi occhi, attaccandomi alla vita e facendone risparmio quando non c'è più niente da risparmiare...[46] » Giunto il carceriere incaricato della somministrazione della cicuta Socrate si rivolge a lui, poiché in questo "dialogo" è lui il più "sapiente", chiedendogli che cosa si deve fare e se si può libare a un qualche dio. Il boia risponde che basta bere il veleno che è della giusta quantità per morire e non è quindi possibile usarne una parte per onorare gli dei. Socrate allora dice che si limiterà a pregare la divinità perché gli assicuri un felice trapasso e, così detto, beve la pozione. Gli amici a questo punto si abbandonano alla disperazione ma Socrate li rimprovera facendo, lui che sta morendo, a loro coraggio: « Che stranezza è mai questa, o amici, Non per altra ragione io feci allontanare le donne perché non commettessero di tali discordanze. E ho anche sentito dire che con parole di lieto augurio bisogna morire. Orsù dunque state quieti e siate forti[47] » Il paralizzarsi e il raffreddarsi delle membra, divenute insensibili, dai piedi verso il torace, segnala il progressivo avanzare del veleno:[48] « E ormai intorno al basso ventre era quasi tutto freddo; ed egli si scoprì - perché s'era coperto - e disse, e fu l'ultima volta che udimmo la sua voce: «O Critone, noi siamo debitori di un gallo ad Asclepio: dateglielo e non dimenticatevene!»[49] » Il gallo ad Asclepio [modifica] Queste ultime parole di Socrate morente hanno dato luogo a varie interpretazioni da parte degli studiosi: quella più semplice e diffusa è che egli, che non vuole lasciare debiti irrisolti né con gli uomini né con gli dei, prega Critone di ringraziare per suo conto il dio Asclepio (l'Esculapio per i romani) per avergli reso la morte indolore.[50] Altri ritengono, come Friedrich Nietzsche, che Socrate ringrazi il dio della medicina per averlo guarito dalla malattia del vivere: « Queste ridicole e terribili "ultime parole" significano per chi ha orecchie: «O Critone, la vita è una malattia!»[51] » Coerente con questa interpretazione è lo stesso mito di Asclepio che narra come questi avesse sanato resuscitandolo un morto, attirandosi per l'atto sacrilego l'ira di Zeus che lo fulminò riducendolo in cenere.[52]. Interpreti moderni, rifacendosi allo stesso racconto della morte di Socrate, avanzano l'ipotesi che con queste parole egli voglia ingraziarsi il dio perché guarisca il suo discepolo Platone che all'inizio del dialogo è descritto come ammalato[53]; altri ancora che Socrate preghi il dio che lo risani dal disonore subìto per la condanna come corruttore e empio da parte degli ateniesi. In vero però Socrate non dice "devo" ma "dobbiamo", riferendosi quindi a più persone, un gallo ad Asclepio[54]. Del plurale dobbiamo fornisce un'interpretazione, ripresa anche da Michel Foucault (1926-1984), Georges Dumézil (1898–1986)[55] secondo il quale Critone e Socrate stesso devono il gallo ad Asclepio perché, grazie ad un provvidenziale sogno, sono guariti da un delirio delle loro menti quello che suggeriva, soprattutto a Critone, di far fuggire Socrate dal carcere sottraendosi alle Leggi. Alcuni autori, mettendo da parte ogni sottigliezza ermeneutica, sostengono che le ultime parole di Socrate non siano altro che il delirio senza senso a causa del veleno di un moribondo[56] Franz Cumont sostiene che non sia casuale il riferimento di Socrate al gallo, in quanto questo animale, sacro ad Asclepio, nel mito greco, aveva il potere di scongiurare, allontanare o annullare influssi maligni anche oltre la morte.[57] Infine altri autori ritengono che Socrate voglia ringraziare il dio per l'ultima giornata trascorsa, come quelle di tutta la sua vita, in rasserenanti ragionamenti filosofici.[58] Discepoli [modifica] Platone e Aristotele (particolare de La Scuola di Atene, di Raffaello). Fra i discepoli più importanti il posto d'onore spetta sicuramente a Platone cui spetterà poi passare il testimone ad Aristotele per formare così un trio composto dalle menti più importanti per la storia occidentale. Anche se non rinomato come Platone non deve essere trascurato nemmeno Antistene che, anch'egli allievo di Socrate, fondò la corrente dei cinici il cui allievo Diogene di Sinope al cospetto del potente Alessandro Magno che gli diceva «Chiedimi ciò che vuoi», dato che gli faceva ombra, rispose «Lasciami il mio sole». L'importanza di Socrate nella storia della filosofia è talmente evidente che senza andare nei dettagli è sufficiente citare il suo discepolo meno famoso Antistene, che rimase colpito dalla parsimonia e moderazione del maestro, e per questo divenne fondatore della corrente dei Cinici, dalla quale nacque, grazie a Zenone di Cizio, la corrente degli Stoici, tra i quali Marco Aurelio, Cicerone e Seneca. Anche Aristippo, allievo di Socrate, sviluppò il concetto filosofico di piacere che, ripreso e sviluppato ulteriormente da Epicuro, portò alla corrente degli Epicurei. La "questione socratica" [modifica] Di Socrate Kierkegaard sosteneva che l'unica cosa certa era che fosse esistito[59] mentre altri studiosi, poiché Socrate non lasciò alcuna testimonianza scritta, dubitarono della sua effettiva esistenza.[60][61] Come per la cosiddetta "questione omerica" è stata posta così una "questione socratica", riferita non solo al suo pensiero ma anche alle notizie della sua vita, su cui si sono cimentati diversi autori: Olof Gigon,[62]; H. Maier[63], Francesco Adorno[64], J. Brun[65], Gregory Vlastos[66], Jan Pato&#269;ka[67], Giovanni Reale[68] Note [modifica] 1.^ Ubaldo Nicola, Antologia di filosofia. Atlante illustrato del pensiero, Giunti Editore, 2002, p.465 2.^ Enciclopedia Treccani 3.^ E. Rodocanachi, La Réforme in Italie, I, Paris 1920 pagg.34,35 4.^ «Finché vivranno uomini sulla terra, la memoria di quel processo non verrà meno. Mai cesserà di essere oggetto di viva deplorazione la condanna del primo martire per la causa della libertà di pensiero e di investigazione.» (T. Gomperz, Pensatori greci, vol.II, ed. La Nuova Italia, Firenze, 1950, p.514) 5.^ .Gabriele Giannantoni, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche. Il prof. Gabriele Giannantoni nell'opera monumentale Socratis et Socraticorum reliquiae (Collegit, disposuit, apparatibus notisque instruxit G.G. (Collana Elenchos, XVIII). Napoli, Bibliopolis, 1990-1991. 4 vol., 521, 652, 301, 609 pp.) ha cercato di compilare ogni minima notizia e fonte sulla figura storica di Socrate, incluso materiale attribuito a Eschines Socratico, Antistene e vari altri suoi contemporanei che lo avrebbero conosciuto. 6.^ Secondo Vlastos i dialoghi platonici sono comunque una fonte attendibile, perché tendono a riflettere l'immagine del vero Socrate. Giovanni Reale poi spiega in Socrate (v. bibliografia) i motivi per cui l'Apologia di Socrate sia da considerare un testo fedele e attendibile. Il professor Giovanni Reale in varie opere ha offerto un'interpretazione di Socrate basata sul raffronto tra la filosofia greca prima e dopo Socrate: da tale confronto risulta così evidente, l'importanza attribuita da Socrate all'anima umana, l'attenzione rivolta ora alla dimensione interiore della persona, mentre prima era rivolta esclusivamente allo studio della natura e a stabilire i principi primi del cosmo (arché). 7.^ Da qui deriva l'interpretazione di Nietzsche che concepisce Socrate in senso aristotelico come l'iniziatore dello spirito apollineo, del pensiero logico-razionale. 8.^ Cfr. Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, I Classici del pensiero, Mondadori, Milano 2009, p. 55. 9.^ «Socrate – Oh, mio piacevole amico! e tu non hai sentito dire che io sono figliuolo d’una molto brava e vigorosa levatrice, di Fenàrete? Teeteto – Questo sí, l’ho sentito dire. Socrate – E che io esercito la stessa arte l’hai sentito dire? Teeteto – No, mai! Socrate – Sappi dunque che è così. Tu però non andarlo a dire agli altri. Non lo sanno, caro amico, che io possiedo quest’arte;» (Platone, Teeteto, 149 a-151 d.) Il mestiere che Socrate afferma di avere ereditato dalla madre è naturalmente non quello di far nascere neonati ma l'arte della maieutica. 10.^ Socrate o i diritti della "Trascendenza", Jean-Francois Malherbe, Vattaro (Tn), 2009 11.^ L'oplita era un fante dotato di un'armatura pesante e costosa; per questo gli opliti erano i cittadini più facoltosi delle poleis greche. 12.^ Maurizio Pancaldi, Mario Trombino, Maurizio Villani, Atlante della filosofia: gli autori e le scuole, le parole, le opere, Hoepli Editore, 2006 p.405 13.^ Secondo Diogene Laerzio, Vite dei filosofi citato in Luciano Canfora, Il mondo di Atene, ed. Laterza, 2011 14.^ Cfr. Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, op. cit. , pp. 54-55. 15.^ Pericle fece della Lega delio-attica un impero comandato da Atene. Il Partenone sostituì il più antico tempio di Atena Poliàs che era stato distrutto dai Persiani nel 480 a.C.. Questo progetto voleva non solo abbellire la città ma esibere la sua gloria. (in L. de Blois, Un'introduzione al mondo antico, p. 99) 16.^ Vale qui avvertire di non confondere la democrazia greca antica con quella moderna. Il regime democratico non voleva dire il "governo del popolo" ma semplicemente espressione di quel partito che si opponeva a quello aristocratico. Si potevano quindi trovare rappresentanti della classe nobiliare come di quella borghese indifferentemente nell'uno o nell'altro dei due partiti. 17.^ U. Nicola, G. Reale, E. Riva, E. Severino, G. Vlastos, P. Hadot ed altri. 18.^ Cfr. Apologia, 20-55. 19.^ Platone, Apologia di Socrate a cura di M.Valgimigli, in Opere pag.45 20.^ Cfr. Werner Jaeger. Paideia II,60 e segg. 21.^ Recensendo la monografia d Taylor a proposito di Socrate come scopritore dell’idea occidentale di anima, lo storico della filosofia Guido Calogero scrive: «L’audacia di questa ricostruzione, che non si basa su alcuna testimonianza positiva, ma solo sulla mancanza di strumenti di transizione tra gli antichi concetti naturalistici dell’anima e la concezione etica che ne presuppone il platonismo è anche più forte di quella che conduce ad ascrivere a Socrate la teoria platonica delle idee.» (cfr.G. Calogero in Giornale critico della filosofia italiana 2, 1934, pp.223-227 22.^ «Socrate, per quanto si sappia, creò la concezione dell'anima che da allora ha sempre dominato il pensiero europeo» (A. E. Taylor, Socrate, Firenze 1952, pag. 98). 23.^ «Labbro greco non aveva mai, prima di lui, pronunziato così questa parola. Si ha il sentore di qualcosa che ci è noto per altra via: e il vero è che, qui per la prima volta nel mondo della civiltà occidentale, ci si presenta quello che ancora oggi talvolta chiamiamo con la stessa parola [...] La parola "anima", per noi, in grazia delle correnti per cui è passata la storia, suona sempre con un accento etico o religioso; come altre parole; "servizio di Dio" e "cura di anime", essa suona cristiana. Ma questo alto significato, essa lo ha preso nella predicazione protrettica di Socrate» (W. Jaeger, Paideia. La formazione dell'uomo greco, vol. II, Firenze 1967, pagg. 62-3). 24.^ Cfr. Platone, Protagora, 313, e 2. 25.^ «Socrate: L'anima è quella che governa. Colui dunque che ci esorta a conoscere noi stessi ci invita ad acquistare conoscenza della nostra anima» (Platone, Alcibiade maggiore, 130 e, trad. di E. Turolla). 26.^ Cfr. F. Sarri, Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima, Vita e Pensiero, Milano 1997. 27.^ Cfr. C. de Vogel, Ripensando Platone e il platonismo, Vita e Pensiero, 1990, T. Szlezak, Come leggere Platone, Rusconi, 1991. 28.^ G. Giannantoni, Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone, Bibliopolis, Napoli 2005, ibidem 29.^ G. Giannantoni, Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone, ed. Bibliopolis 2005, ibidem 30.^ Cfr. ad es. Senocrate in Senocrate-Ermodoro, Frammenti, a cura di M. Isnardi Parente, Napoli : Bibliopolis, 1982, ISBN 88-7088-052-4: frr 222-230; Plutarco Iside e Osiride, 25. 31.^ «Nelle antiche religioni politeista genio o spirito benefico o malefico...».(Voce corrispondente in Il nuovo Zingarelli ed. Zanichelli 1993) 32.^ cfr.G.Calogero, op.cit. in bibliografia. 33.^ Il motivo per cui Socrate non scrisse nulla si può anche vedere accennato nel Fedro platonico, nelle parole che il re egiziano Thamus rivolge a Theuth, inventore della scrittura: «Tu offri ai discenti l'apparenza, non la verità della sapienza; perché quand'essi, mercé tua, avranno letto tante cose senza nessun insegnamento, si crederanno in possesso di molte cognizioni, pur essendo fondamentalmente rimasti ignoranti e saranno insopportabili agli altri perché avranno non la sapienza, ma la presunzione della sapienza» 34.^ Platone, Lettera VII, 341 b. 35.^ Cfr. F. Sarri, op. cit., pag. 63. 36.^ Platone, Gorgia, 521 d. 37.^ Cfr. G. Cambiano, Storia della filosofia antica, Laterza, 2009. 38.^ «La virtù è abilità per quelli che se ne ritenevano maestri, per Socrate [...] è bene e sapienza; la vita associata, individualismo governato dall'egoismo per i preparatori alla carriera politica, per Socrate è struttura organica di leggi che chiedono obbedienza e rispetto» (B. Mondin, Storia della metafisica, vol. I, pag. 125, E.S.D., 1998). 39.^ Socrate stesso nel processo si definisce scherzosamente così: «Sono stato come un tafano, un insetto che punge un animale sonnacchioso», ma aggiunge: «Io sono stato l'insetto che vi ha tenuto svegli, se me ne vado, voi vi addormenterete e finirete nell'ottusità» 40.^ Le ricerche odierne oltretutto parrebbero dimostrare l'implicazione del filosofo in vicende che oggi si definirebbero di pedofilia (non però inconsuete e moralmente accettate per il tempo) che coinvolgerebbero i suddetti Crizia e Alcibiade e filosofi come Platone e addirittura il sofista Gorgia (Cfr. A. Veneziano e A. Sanson, "Socrate e Eros", Bologna, 2008) 41.^ L.Canfora ricorda che "I cinquecento giudici che condannarono Socrate costituivano un significativo campione della cittadinanza ateniese.(...)I cinquecento cittadini tirati a sorte che lo giudicarono vedevano in lui un disturbante critico del sistema politico vigente e,insieme, un esempio negatore degli dèi e dunque delle basi etiche su cui poggiava la vitadella comunità." - L.Canfora, Può la maggioranza avere torto?, in Critica della retorica democratica, Roma-Bari 2002. 42.^ Nell'Apologia di Socrate, Platone parlerà di un risultato incerto: su 500 votanti, Socrate venne giudicato colpevole per soli 30 voti: 220 a favore, 280 contro; se 30 persone ancora fossero state persuase, si sarebbe risolto in un 250 a 250 e secondo la legge non vi sarebbe stata nessuna pena. 43.^ Secondo Diogene Laerzio II,42. 44.^ Per un'interpretazione sulla morte di Socrate si veda: M. M. Sassi, La morte di Socrate, in I Greci. Storia cultura arte società, a cura di S.Settis, 2. Una storia greca. II. Definizioni, Torino 1997 pp.1323-1338 45.^ Carlo Sini, I filosofi e le opere, vol.I, Principato, nota p.92 46.^ Platone, Fedone, a cura di M. Valgimigli, in Opere vol.I pp. 187-189 47.^ Op.cit. ibidem 48.^ Platone non evidenzia nella morte di Socrate tutti gli effetti che questo veleno normalmente ha come nausea, vomito, spasmi, volendo sottolineare probabilmente la separazione del corpo dall'anima come un avvenimento indolore oltreché benefico. (Cfr. C. Gill, The death of Socrate in Classical Quarterly, 23, 1973, pp.225-228). Altri autori, dati i sintomi descritti, hanno ritenuto che per Socrate si sia utilizzata una mistura di veleni: il termine "cicuta" del resto allude ad un miscuglio di Conium, oppio e datura).(Cfr. Jean De Maleissye, Storia dei veleni. Da Socrate ai giorni nostri, Bologna, Odoya, 2008) 49.^ Platone, Fedone, 118 a 50.^ C. Sini, I filosofi e le opere, Vol. I, Principato nota p.95 51.^ F. Nietzsche, Die frohliche Wissenschaft,1882 par.340, (trad. it. La gaia scienza tomo II dell Opere di Friedrich Nietzsche, Milano 1987) 52.^ Platone, Repubblica, 408 bd 53.^ Platone, Fedone, 59b 54.^ R. Del Re, Il gallo dovuto da Socrate ad Esculapio in Atene e Roma, 14-16, 1954, pp.85-88 55.^ G. Dumézil, Le moyne noir en gris dedans Varenne, sotie nostradamique (Divertissement sur les dernières paroles de Socrate), Parigi, Adelphi 1987 ed anche in Virginia Finzi Ghisi, Place Vendôme, ed. Moretti & Vitali, 1997 56.^ R. Gautier, Les dernières paroles de Socrate in Revue universitaire, 64, 1955, pp. 254-255 57.^ F. Cumont, A propos des dernières paroles de Socrate, in Compte rendu de l'Acadèmie des Inscriptiones et Belles Lettres, 1934, p.124 58.^ R. Minadeo, Socrates' Debt to Asclepius in Classical Journal, 66, 1961, p.297 59.^ S. Kierkegaard, Postilla conclusiva non scientifica alle "Briciole di filosofia", par.62 in Opere, trad. it. Milano 1993, pp.301-308 60.^ Cfr. M. Dupréel, La legende socratique et le sources de Platon, Bruxelles, 1922 61.^ Le fonti maggiori sul Socrate storico che rimangono sono: I Dialoghi di Platone (Apologia di Socrate, Simposio) Gli scritti di Senofonte, soprattutto i Memorabilia, l' Apologia di Socrate, il Simposio e l' Economico. Le commedie Le Nuvole, Gli Uccelli e Le Rane di Aristofane. 62.^ O. Gigon,Sokrates. Sein Bild in Dichtung und Geschichte, Tubingen-Basel 1947, pp.14,64 63.^ H. Maier, Socrate. La sua opera e il suo posto nella storia, trad.it., 2 voll. Firenze 1978, I, p.1 ss 64.^ F. Adorno, Introduzione a Socrate, Bari, 1973 pp7 ss., 20 ss. 65.^ J. Brun, Socrate, trad.it. Milano 1995 p.12 66.^ G. Vlastos Socrate e il filosofo dell’ironia complessa, trad. it. Firenze 1998 67.^ J. Patocka, Socrate, trad.it. Milano 1999 68.^ G. Reale, Socrate. Alla scoperta della sapienza umana, Milano 2000 p.9 Bibliografia [modifica]
 
     
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Bibliografia essenziale [modifica] Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, 12 voll., Verona 2006. Gabriele Giannantoni, Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone, edizione postuma a cura di B. Centrone, Bibliopolis, 2005 Giovanni Reale, Socrate. Alla scoperta della sapienza umana, Rizzoli, Milano, 2000 Giovanni Reale, Socrate, Rizzoli, Milano, 2001 G. Vlastos, Studi socratici, Vita e Pensiero, Milano 2003 G. Vlastos, Socrate il filosofo dell'ironia complessa, La Nuova Italia, Firenze 1998 Francesco Adorno, Introduzione a Socrate, Laterza, Bari, 1999 Antonio Gargano, I sofisti, Socrate, Platone, La Città del Sole, 1996 Ubaldo Esposito, Il processo a Socrate, Chegai, 2002 Antonio Ruffino, Socrate: l'uomo e i tempi, Liguori, Napoli, 1972 Guido Calogero, Erasmo, Socrate e il Nuovo Testamento, Accademia Naz. dei Lincei, 1972 Cioffi ed altri, I filosofi e le idee (Vol. I), Milano 2006. ISBN 978-88-424-4590-6 E. Taylor, Socrate, Londra, 1951, trad. it. Firenze 1952 Michel Foucault, Discorso e verità nella Grecia Antica, Donzelli, Roma 1996 Bibliografia d'approfondimento [modifica] M. Adelaide Raschini, Interpretazioni socratiche, Marsilio, 2000 Carlo Michelstaedter, Il prediletto punto d'appoggio della dialettica socratica e altri scritti, Mimesis, 2000 Günter Figal, Socrate, Il Mulino, Bologna, 2000 Paolo Impara, Socrate e Platone a confronto, Seam, 2000 Jean-Joël Duhot, Socrate o il risveglio della coscienza, Edizioni Borla, 2000 Francesca Alesse, La stoa e la tradizione socratica, Bibliopolis, 2000 Pierre Hadot, Elogio di Socrate, Il Nuovo Melangolo, 1999 Filippo Bartolone, Socrate. L'origine dell'intellettualismo dalla crisi della libertà, Vita e Pensiero, 1999 Guardini Romano, La morte di Socrate. Interpretazione dei dialoghi platonici Eutifrone, Apologia, Critone e Fedone, Morcelliana, 1998 De Crescenzo Luciano, Socrate, Mondatori, Milano, 1998 De Crescenzo Luciano, Socrate e compagnia bella, Mondatori, Milano Mario Montuori, Socrate. Fisiologia di un mito, Vita e Pensiero, 1998 Francesco Sarri, Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima, Vita e Pensiero, 1997 Antonio Gargano, I sofisti, Socrate, Platone, La Città del Sole, 1996 Jean Brun, Socrate, Xenia, 1995 John Burnet, Interpretazione di Socrate, Vita e Pensiero, 1994 Eugenio Garin, A scuola con Socrate. Una ricerca di Nicola Siciliani de Cumis, La Nuova Italia, 1993 Francesco Calvo, Cercare l'uomo. Socrate, Platone, Aristotele, Marietti, Genova, 1990 Film su Socrate [modifica] Processo e morte di Socrate, regia di Corrado D'Errico (1939) Socrate, regia di Roberto Rossellini (1971) Il banchetto di Platone, regia di Marco Ferreri (1989) Voci correlate [modifica] Aristotele Brachilogia Diotima di Mantinea Ironia socratica Leggi di Atene Metodo socratico (Maieutica) Pensiero di Socrate (interpretazioni) Paideia Platone Sofistica Dialettica eristica Relativismo etico sofistico Altri progetti [modifica] Collabora a Commons Commons contiene immagini o altri file su Socrate Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Socrate Collegamenti esterni [modifica] Pagine dedicate al pensiero di Socrate, a cura del dipartimento di filosofia dell'Università di Napoli. Il Socrate di Giovanni Reale, a cura di Fulvio Notarstefano. Introduzione a Socrate a cura dello SWIF (Sito Web Italiano per la Filosofia) del Dipartimento di Scienze Filosofiche dell'Università di Bari. Giannantoni, Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone, edizione postuma a cura di B. Centrone, pp. 520, 2005. Il testo dell'opera è consultabile online. Socrate, a cura di Antonio Gargano, Istituto italiano per gli studi filosofici. Pagina dedicata a Socrate della EMSF (Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche) della Rai. Gabriele Giannantoni: SocrateGabriele Giannantoni: Socrate tra mito e storia Interviste RAI sul pensiero di Socrate a cura della EMSF al prof. Gabriele Giannantoni, ordinario alla Sapienza di Storia della filosofia antica. Schema della Apologia di Socrate Audiolibro de "L'apologia di Socrate" in Liber Liber Il pensiero di Socrate (mappa concettuale) dal sito Il filo di Arianna Antica Grecia Portale Antica Grecia biografie Portale Biografie filosofia Portale Filosofia Categorie: Filosofi ateniesi Morti nel 399 a.C. 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akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 09:42 via WEB
Paolo,bastava solo che scrivevi "MI PIACE SOCRATE" ^_^ hahahahahahahahahahahah...un abbraccio per augurarti uno splendido weekend ^_^...Antonello
 
     
L.u.c.e
L.u.c.e il 06/04/13 alle 10:15 via WEB
ehmmm scusami Paolo ma pensi che qualcuno legga tutto il tuo copia e incolla? ehehheheh
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 09:28 via WEB
Buongiorno cara Rosa...grazie per il tuo commento ^_^...la storia insegna che molti uomini giusti,non hanno fatto una bella fine e se riuscissimo a fare nostri il loro credo e la loro saggezza,questo mondo sarebbe migliore ^_^....certo che ti faro' sapere ^_^ tranquilla,non mi sfuggi ^_^ hahahahahahahahahahahahaha ..ti abbraccio con affetto e ti auguro di trascorrere un sereno weekend...tvb.....Antonello
 
stelladolce46
stelladolce46 il 06/04/13 alle 09:33 via WEB
Felice e sereno weekend!
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 09:40 via WEB
Grazie cara Olga..ricambio l'augurio con affetto,in amicizia ^_^.....Antonello
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 06/04/13 alle 10:13 via WEB
caro Antonello, purtroppo il mondo è pieno di gente che si occupa degli affari degli altri e non dei propri...bisogna solo ignorarli...come giustamente dici io non mi fido mai di chi mi parla male di qualcuno...perchè sicuramente appena giro le spalle farà lo stesso con me...Buongiorno!!
Una carezza dal mio cuore al tuo e…
clicca !!!
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 11:28 via WEB
Buongiorno cara Tina....^_^ ricambio la carezza ,in amicizia ^_^...augurandoti un felice weekend ^_^...smackkk.....Antonello
 
marziabel
marziabel il 06/04/13 alle 10:31 via WEB
Ciao carissimo Antonello ,mi piace Socrate, ma non sto a farti una descrizione perchè sarebbe troppo lunga e i commenti cosi non mi piacciono. Ti auguro un sereno fine settimana (spero) perchè come dici tu di sta pioggia ne ho le scatole piene. Un abbracio dal io al tuo cuore Grazia
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 11:29 via WEB
Buongiorno cara Grazia...grazie per il commento e per la tua amicizia...ti auguro uno splendido fine settimana..ti abbraccio con affetto,in amicizia ^_^....Antonello
 
assia.k
assia.k il 06/04/13 alle 10:47 via WEB
In poche parole.."l'ignoranza è l'origine di tutti i mali".. buon sabato amico mio.. con un bacio casto..Kathia.
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 11:30 via WEB
Buongiorno cara Kathia...smackkk castissimo ^_^...buon fine settimana ^_^...Antonello
 
dolcesettembre.1
dolcesettembre.1 il 06/04/13 alle 11:06 via WEB
non conoscevo socrate,adesso con l'aiuto di PaoloRoiter mi farò una cultura,haha,ciao Antonello,buona giornata. ^__^ Dolce
 
dolcesettembre.1
dolcesettembre.1 il 06/04/13 alle 11:07 via WEB
scusa,FrancoRoiter.
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 11:32 via WEB
Buongiorno cara Dolce...e si' Paolo ha scaricato mezza biografia di Socrate ^_^ hahahahahahahah è sempre esagerato,ma simpatico ^_^....ti auguro uno splendido fine settimana,un abbraccio con affetto e stima,in amicizia ^_^......Antonello
 
barbone777
barbone777 il 06/04/13 alle 11:21 via WEB
Quelli che Ti applaudono sono gli stessi che Ti fischieranno...
ciao super Anto... felice week-end...
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 11:36 via WEB
Buongiorno super Barbone ^_^ Stefano...questa è l'amara realtà,ti saranno amici quando va tutto bene e si vanteranno di cio'...ma poi quando le cose vanno male,ti disconoscono in fretta....ma per fortuna,non siamo tutti uguali a questo mondo..i veri amici restano sempre tali e non si lasciano condizionare da niente e nessuno....^_^...un abbraccio per augurarti uno splendido fine settimana ^_^.......ciao.......Antonello
 
xxx_bluebaby_xxx
xxx_bluebaby_xxx il 06/04/13 alle 11:34 via WEB
Tutto il mio sapere è sapere che nulla so... (SOCRATE) pure io non so... ahahah... so... solo che ti auguro buon sabato con un raggio di sole
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 11:38 via WEB
Buongiorno cara Laura...anche tu come me non sai??? bene ^_^...spero che il tuo augurio si avveri,perchè il sole sta diventando un miraggio dalle mie parti ^_^....ti auguro uno splendido fine settimana ^_^..smackkk........Antonello
 
faustina.spagnol
faustina.spagnol il 06/04/13 alle 12:11 via WEB
Anch'io penso che chi parla male degli altri con me, faccia lo stesso con gli altri e seguo l'insegnamento di mio nonno..."se non puoi parlare bene di una persona, evita anche di parlarne male". Buon fine settimana. Tina
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 12:17 via WEB
Buongiorno cara Tina...buon fine settimana anche a te ^_^....un abbraccio....Antonello
 
Sheylan
Sheylan il 06/04/13 alle 12:13 via WEB
buon week-end antonello un caro abbraccio.
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 15:38 via WEB
Che sia un sereno fine settimana anche per te Sheylan ....smackk ^_^....Antonello
 
ditavonteese3
ditavonteese3 il 06/04/13 alle 13:51 via WEB
Bellissima questa saggezza, ma va applicata "ERGA OMNES"... Perchè chi accende le guerre poi non sa dove vanno a finire... Quindi consiglierei a te, di dire alle tue amiche se hanno la coscienza pulita... Se dicono si. Allora sono bugiarde... Perchè anche un piccolo fuoco può diventare devastante. L'educazione deve essere data, non solo ricevuta... Quindi chi la fa, l'aspetti... E vedo che dall'uso della moderazione e lista nera la paura è tanta... Forse è per nascondere la coscienza sporca, e il fatto di essere state le prime ad offendere...????? Medita medita... Aristotele diceva che l'Arte della Confutazione è il metodo per avere sempre ragione... non farti confutare dalle Arpie false amiche...
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 14:21 via WEB
Se si continua ad alzare "polvere" la guerra dei poveri continua...io ho meditato abbastanza nella mia vita,ed è una delle cose che mi riesce meglio anche ora...avrei potuto cancellare il tuo commento,ma sappiamo bene che non sarebbe servito a nulla...non metto la moderazione perchè non temo i miei amici ma nemmeno i "nemici" che mi usano per attaccare "direttamente" gli amici...ma dico io,con tutti i problemi che ci sono in questa vita,ce la dobbiamo complicare pure nel virtuale???...a volte bisognerebbe essere capaci di "ignorare" le offese o presunte tali,e dare sempre il meglio di noi stessi,invece di perdersi nel rancore che sfocia sempre piu' spesso in ODIO ad oltranza....riuscire a prevaricare gli altri con le bugie e gli inganni,vi rende per caso migliori???...non credo proprio....come ben sai,da sempre il peggior nemico è l'ex Amico....quello che sa quasi tutto di te e lo usa per colpirti dove sa' di farti male...e questo atteggiamento da ambo le parti,vi porta a distruggervi lentamente...quindi meditate bene anche voi,ma con la mente libera da ogni pregiudizio,altrimenti vi sarà difficile farlo.....buona giornata
 
   
misteropagano
misteropagano il 06/04/13 alle 16:33 via WEB
Vedo che le Gran Prediche vanno di moda ...chi stabilisce chi e come ha iniziato..cosa se ne può capire se si prendono in prestito solo pretesti senza alcuna verità sostanziale....io di queste "battute di caccia" mi sento di dire che la rabbia che alcuni utenti provano qui in community è fuori luogo e frutto di fantasie non educate alla ragione.
Di natura rancorosa e vendicativa sulla base di proiezioni dei loro problemi interiori o di mala educazione al rapporto sociale e al rispetto...diciamo che lo scenario si presta solo perchè si ha una bocca/profilo ed è permesso di dire ogni cosa, di sostenere ogni illazione, di promuovere ogni diffamazione.
Queste sono probabilmente le ultime righe che troverete a mia firma nei blog e si baseranno sempre sul contrasto di questi nik "anonimi" che intendono mettere in discussione la presenza dei blogger su Libero per una community a sola loro somiglianza:(
Viste le basse "competenze" degli autori di questi reiterati commenti a carattere offensivo in ogni luogo della community che costringe i blogger a moderare o a ripulire le pagine di queste pacchianerie, è il caso di dirlo, terrò in stand by il mio blog la cui presenza attiva costituisce già da sola il motivo per cui angela, marinella e & si organizzano i fine settimana con profili fake.
Liberarmi dal loro assillo sarà gioia, fermo restando che non rinnego alcun momento della mia permanenza qui che ha prodotto una notevole esperienza amicale e di uso ve4ro e e proprio degli strumenti offerti da Libero.
Non mi sento distrutta, è un avatar che se ne va, la mia persona è altro. ciao Ake, grazie per la tribuna®
 
mlr777
mlr777 il 06/04/13 alle 14:00 via WEB
Sereno week end a te caro Antonello.
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 15:43 via WEB
Grazie cara laura..ricambio l'augurio,con un abbraccio e un sorriso ^_^....Antonello
 
patrizia_02
patrizia_02 il 06/04/13 alle 15:00 via WEB
I sogni aiutano a vivere, le speranze a guardare avanti e gli amici sono la medicina contro tutti i mali..Buon week-end con affetto..Pat
 
 
akenaton611
akenaton611 il 06/04/13 alle 15:44 via WEB
Buongiorno cara Pat...a volte anche i sogni ci vengono "rubati" ^_^....ti abbraccio con affetto e ti auguro uno splendido weekend...^_^....smackk....Antonello
 
sagittaire
sagittaire il 06/04/13 alle 15:45 via WEB
Dividerò i miei raggi di sole con te..e a chi ti ha disturbato dirò solo questo" che all'imbecilità si risponde con il silenzio" con affetto Pat
 
das.silvia
das.silvia il 06/04/13 alle 15:47 via WEB
Mi affaccio sempre volentierissimo qui da te, per leggere i piacevoli elaborati che ci proponi.Buon sabato e un abbraccio forte,silvia
 
gattachicca1
gattachicca1 il 06/04/13 alle 19:04 via WEB
Ciao Antonello! Interessante post.....mi sembra di sentire il mio nipotino Alessandro che è laureato in filosofia :o)))) - Smack =^..^=
 
assia.k
assia.k il 06/04/13 alle 19:26 via WEB
Conosco troppo bene certe persone e so per certo che spesso l'offeso perdona, ma l'offensore non perdona mai, e continua a triturare perchè è l'umica cosa che sa fare. Caro Antonello,chi non è in pace con se stesso non può essere contento di altri. Qualunque cosa gli altri facciano, troverà il modo di essere scontento di tutti perché non è capace di essere contento di se stesso. Buona serata Kathia.
 
icaronelcuore
icaronelcuore il 07/04/13 alle 00:47 via WEB
riesco solo a dire che mi dispiace quando accadono queste cose....dolce notte....Paola
 
assia.k
assia.k il 07/04/13 alle 07:21 via WEB
Giorno di festa, per qualcuno giorno di lavoro, per tutti comunque è domenica, e io auguro a te per quanto sia possibile di trascorrerla in serenita' (cliccami)...un abbraccio Kathia.
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 07/04/13 alle 09:05 via WEB
Buongiorno!!
e…
clicca !!!
baci…
 
airina1268
airina1268 il 07/04/13 alle 11:25 via WEB
Giusto un salto per augurarti buona domenica,neanche io so molto su socrate ma paolo è sempre completo nei suoi scritti...airina...
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 07/04/13 alle 12:42 via WEB
ciao antonello sarebbe cosa buona e giusto metterle in pratica ma a volte si sa .... qui bella giornata andrò a fare una passeggiata ....buona domenica ..... un abbraccio con un mega sorriso cn affetto ^__^ lucy
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 07/04/13 alle 12:43 via WEB

aahha grande Paolo ha preso la rincorsa più del solito:) un abbracci oa paolo e a tutti gli amici ..presenti ...felice domenica!!!! cn affetto lucy
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 08/04/13 alle 01:00 via WEB
Ti auguro buonanotte ... lasciandoti il mio sorriso
e…
clicca !!!
^____-
 
das.silvia
das.silvia il 08/04/13 alle 06:48 via WEB
Cerchiamo di vivere in modo sorprendente l'inizio della settimana e ci riserverà, di certo cose buone..un abbraccio,silvia
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 08/04/13 alle 13:07 via WEB
Un sorriso a te Antonello...con stima di sempre.!
 
lucenera2.71
lucenera2.71 il 08/04/13 alle 17:23 via WEB
ho sempre sostenuto che le parole hanno un peso notevole nella vita..quindi prima di parlare bisognerebbe pensare..ma non è da tutti...dolce inizio di settimana..@Luce&Nero@
 
das.silvia
das.silvia il 09/04/13 alle 11:27 via WEB
Una bella giornata di sole, per catturare attimi di dolce primavera e apprezzare il valore della vita… Un abbraccio,silvia
 
Sheylan
Sheylan il 09/04/13 alle 12:21 via WEB
tvb.
 
sagittaire
sagittaire il 09/04/13 alle 17:36 via WEB
Buonsoir Antonello ..un sorriso Pat
 
assia.k
assia.k il 09/04/13 alle 20:44 via WEB
Faraone buonasera... sai fare la danza del sole? (clicca)..un abbraccio Kathia.
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 10/04/13 alle 10:21 via WEB
 
satanona
satanona il 10/04/13 alle 16:29 via WEB
Una super dedica :-) ciao Antonello buona serata
 
misteropagano
misteropagano il 10/04/13 alle 23:29 via WEB
:))))))))))))))))...mi piace SOCRATE®BACIONOTTE... misti®free
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 11/04/13 alle 08:57 via WEB
 
dolly.1
dolly.1 il 12/04/13 alle 00:21 via WEB
Un abbraccio e un sorriso, per una serena notte.
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 12/04/13 alle 08:07 via WEB
Buongiorno !!!
e…
clicca !!!
smackkkkkkkkkkkkk
 
padmaja
padmaja il 12/04/13 alle 20:06 via WEB
Ciao caro Antonello, questo è un post da condividere alla grandissima! Semplici e chiare regole che ognuno di noi dovrebbe seguire...Ogni giorno c'è gente che zizzania a destra e a manca...Questa storia ha molto da insegnare...le chiacchere intrise di cattiveria sono i demoni di questo nostro mondo. Ti abbraccio forte e ti auguro un buon week end. fla
 
nonnagemma8
nonnagemma8 il 12/04/13 alle 23:22 via WEB
E' meglio che taccio in tutto e per tutto o.... un saluto lo posso lasciare??? CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Lo devo gridare visto che sono molto lontana!!!!
 
assia.k
assia.k il 13/04/13 alle 04:51 via WEB
Direi piu' che mattiniera, ma quando il sonno non c'è..passo da te. (cliccami)...Buona giornata Kathia
 
antoniettaalessi
antoniettaalessi il 13/04/13 alle 09:13 via WEB
E’ arrivato l’attesissimo fine settimana.. finalmente tutta la libertà di vivere momenti felici con le persone che amiamo..un abbraccio..anto
 
Sheylan
Sheylan il 13/04/13 alle 16:08 via WEB
buon week-end antonello :)))))
 
assia.k
assia.k il 13/04/13 alle 20:44 via WEB
Mi sono ritagliata uno spazio qui nel tuo mondo per stare un attimo con te nel tuo angolo di chiacchiere sincere. Un abbraccio e buona serata Kathia.
 
patrizia_02
patrizia_02 il 13/04/13 alle 21:22 via WEB
La vera magia è dentro di noi: l'amicizia, il rispetto la generosità questo ci fa essere speciali!.Buona serata e felice domenica.Un abbraccio con affetto....Pat
 
assia.k
assia.k il 14/04/13 alle 08:13 via WEB
Che sia un giorno splendido da vivere come un sogno, da sognare come la tua vita merita. (cliccami)...con affetto Kathia.
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 14/04/13 alle 09:21 via WEB
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 14/04/13 alle 12:03 via WEB
..b u o n g i o r n o ANTONELLO .......buona domenica un abbraccio di serenità per te Pace e Bene lucy
 
dolcesettembre.1
dolcesettembre.1 il 15/04/13 alle 11:00 via WEB
un caro saluto e un sereno inizio di settimana,baci. ^__^ Dolce
 
Sheylan
Sheylan il 15/04/13 alle 11:57 via WEB
ciao antonello sto ridendo stanotte abbiamo avuto una bella battaglia ma abbiamo vinto come sempre siamo dalla parte della ragione ti auguro un buon inizio settimana dolce amico mio ti abbraccio.
 
Lawke
Lawke il 15/04/13 alle 12:02 via WEB
buon inizio setimana antonello:)
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 15/04/13 alle 12:11 via WEB
Passo per un saluto veloce...ti auguro una giornata serena e con un pò di fresco...da me si muore di caldo e sinceramente non lo sopporto! un saluto!
 
das.silvia
das.silvia il 15/04/13 alle 13:12 via WEB
E anche aprile corre sul filo del tempo, donandoci emozioni sempre diverse da poter apprezzare…Buon inizio di settimana e un abbraccio, silvia
 
barbone777
barbone777 il 15/04/13 alle 13:30 via WEB
Sereno inizio settimana caro Anto... *_*
 
satanona
satanona il 15/04/13 alle 18:05 via WEB
Radioso inizio di settimana caro Antonello
 
oranginella
oranginella il 15/04/13 alle 22:44 via WEB
Un sorriso per te :) ciao e buona serata.
 
dolly.1
dolly.1 il 16/04/13 alle 00:20 via WEB
Siamo tutti esseri umani e, da questo punto di vista, siamo uguali. Noi tutti vogliamo la felicità e non vogliamo soffrire. Se consideriamo questo fatto, troveremo che non ci sono differenze tra persone di diversa fede, razza, colore, cultura. Tutti noi abbiamo questo comune senso di felicità. Un abbraccio e un sorriso.
 
assia.k
assia.k il 16/04/13 alle 07:45 via WEB
Ogni promessa è debito, ecco il mio buongiorno con un ottimo caffe'.. (cliccami)..scappo al lavoro..un abbraccio Kathia.
 
sagittaire
sagittaire il 16/04/13 alle 17:18 via WEB
Buonasera caro...un sorriso e buona settimana Pat
 
stelladolce46
stelladolce46 il 16/04/13 alle 20:48 via WEB
Tutto bene?ti auguro una bella serata e ti abbraccio!Olga
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 17/04/13 alle 09:20 via WEB
 
misteropagano
misteropagano il 17/04/13 alle 14:06 via WEB
tribuno docet, baci:)^®
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 17/04/13 alle 15:42 via WEB
Passo per un'altro piccolo salutino...un sorriso a te...stai sereno e tranquillo quando l'amicizia è vera niente e nessuno potrà toglierla...con stima...
 
xxx_bluebaby_xxx
xxx_bluebaby_xxx il 17/04/13 alle 21:26 via WEB
BUONA SERATA da Bb e da Mina
 
antoniettaalessi
antoniettaalessi il 18/04/13 alle 00:01 via WEB
Serena notte Antonello..una carezza..anto
 
assia.k
assia.k il 18/04/13 alle 16:51 via WEB
Un pensiero per augurarti (cliccami)...Kathia.
 
antoniettaalessi
antoniettaalessi il 18/04/13 alle 19:27 via WEB
Sii felice per ogni sorriso che ti verrà regalato,per ogni carezza che ti verrà fatta,per ogni sguardo che ti farà battere il cuore... Sii felice per me che TVB...anto
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 18/04/13 alle 21:43 via WEB
Ti auguro una…
clicca !!!
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 18/04/13 alle 23:42 via WEB
......serena serata antonello cm va???????? un abbraccio dal cuore cn affetto lucy
 
assia.k
assia.k il 20/04/13 alle 07:15 via WEB
Mi affaccio alla pioggia e al rumore del vento ma nonostante il brutto tempo cerchero' di vivere al meglio questa giornata, è l'augurio che rivolgo anche a te,baci casti mio principe...ahahaha (cliccami)...un abbraccio Kathia.
 
Lawke
Lawke il 20/04/13 alle 13:42 via WEB
buon week-end antonello.
 
assia.k
assia.k il 20/04/13 alle 20:47 via WEB
Lo so sono in largo anticipo, ma come si dice meglio adesso che mai.... (clicca)...Kathia.
 
patrizia_02
patrizia_02 il 20/04/13 alle 22:21 via WEB
Felice week-end Antonello ..un abbraccio..Pat
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 21/04/13 alle 08:16 via WEB
anche se oggi il sole si è nascosto spero sia per te una splendida domenica!!! smackkkkkkkkkkkkkkk
 
antoniettaalessi
antoniettaalessi il 21/04/13 alle 22:19 via WEB
Un sorriso per te..dal mio cuore..al tuo cuore..buona serata...anto
 
assia.k
assia.k il 22/04/13 alle 10:57 via WEB
Oggi prendimi cosi', un saluto di corsa, e scappo al lavoro.. (clicca)...Kathia.
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 22/04/13 alle 15:17 via WEB
...serena settimana antonello tutto bene??????...trascorri un sereno pomeriggio qui piove uff:((
un abbraccio dal cuore
lucy
 
barbone777
barbone777 il 23/04/13 alle 13:45 via WEB
Ciao Anto caro... *_*
 
assia.k
assia.k il 23/04/13 alle 16:25 via WEB
Buon pomeriggio, oggi con il sole e che ti protegga a tutte le ore.. (clicca)....un sorriso Kathia.
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 24/04/13 alle 13:22 via WEB
Passo velocemente per un saluto...per donarti un sorriso stra_speciale per te...forza e coraggio!tvb....
 
dolcesettembre.1
dolcesettembre.1 il 24/04/13 alle 14:32 via WEB
ciao Antonello,ti lascio il mio saluto per una sereno pomeriggio e buona festa della Liberazione,un bacio e un abbraccio. ^__^ Dolce
 
assia.k
assia.k il 24/04/13 alle 18:09 via WEB
Una sola preoccupazione, ci unisca: in questo momento così buio ed affannato del nostro Paese, bisogna resistere e sperare, operando con convinzione affinché un cambiamento serio avvenga....buon (clicca)...Kathia.
 
gryllo73
gryllo73 il 24/04/13 alle 18:44 via WEB
Libero community presenta il primo photo contest ufficiale: la tua città! partecipiamo numerosi ,clicca
 
faustina.spagnol
faustina.spagnol il 25/04/13 alle 09:19 via WEB
Ciao Antonello, un passaggio per augurarti un a buona giornata di festa. Pensavo di fare il ponte domani invece niente. Meglio così, in questo periodo di crisi, "dover" lavorare è positivo. Tina
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 25/04/13 alle 10:16 via WEB
Diventate partigiani di questa nuova resistenza,
la resistenza dei valori,
la resistenza degli ideali.
Non abbiate mai paura di pensare,
di denunciare,
e di agire da uomini liberi e consapevoli.
(Antonino Caponnetto)
Buon 25 aprile!!!
clicca !!!
 
antoniettaalessi
antoniettaalessi il 25/04/13 alle 13:17 via WEB
Per un mondo migliore, più giusto, più equo, più pulito e onesto. Buon 25 aprile...anto.. : ,klikka
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 25/04/13 alle 17:07 via WEB
Chissà cosa farai Antonello...chissà se sereno...chissà... io spero di si...buon pomeriggio amico mio...forza e non arrenderti mai!
 
princi2008
princi2008 il 26/04/13 alle 14:27 via WEB
Ciao caro, non è sempre così, a volte con amici sinceri si possono scambiare opinioni, pareri, ma sempre in concordanza e con reciproco rispetto verso l'altro.. Per il resto mi associo, prima di parlare bisognerebbe mettersi nei panni altrui e guardare anche se stessi, le apparenze troppo spesso ingannano... Lieto fine settimana anche a te un sorriso ciao Mery.
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 26/04/13 alle 18:35 via WEB
Un caro saluto Antonello...ti auguro un fine settimana sereno...qualche volta se puoi naturalmente fatti vivo!un abbraccio e un kiss...
 
assia.k
assia.k il 26/04/13 alle 18:54 via WEB
Per questo fine settimana (clicca)....con simpatia Kathia.
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 26/04/13 alle 22:14 via WEB
Buonissima serata e…
clicca !!!
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 27/04/13 alle 19:53 via WEB
un sereno fine settimana....un abbraccio ventoso...
 
antoniettaalessi
antoniettaalessi il 27/04/13 alle 23:29 via WEB
Ti auguro.. una domenica in cui tu possa volare libero come un gabbiano sul mare della tranquillità.. e della pace interiore...un abbraccio..anto
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 28/04/13 alle 01:49 via WEB
gioiosa domenica antonello tutto bene ??????????...serena notte un abbraccio colmo d'affetto ...lucy
 
assia.k
assia.k il 28/04/13 alle 08:10 via WEB
Ciao eccomi, come vedi sono lontana con gli occhi, ma non con il cuore, con affetto giunga a te la mia (clicca)...Kathia.
 
L.u.c.e
L.u.c.e il 28/04/13 alle 12:14 via WEB
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: akenaton611
Data di creazione: 13/12/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

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