Sgosh!Se qualcosa può andar male lo farà. |
LE MIGLIORI PAROLE CHIAVE DEL MESE - MAGGIO
TRA LE CALDE CHIAPPE DI MIA NONNA
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Nickname: ausdauer
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Messaggi di Maggio 2007
Stamattina ho aperto gli occhi alle 7. Poi alle 8. Poi ho rotolato sul materasso fino alle 9 e mezza, infine, raccogliendo forze inesistenti, mi sono trascinata in cucina emettendo rantoli d'inedia in cerca di nutrimento. Programma del giorno (partorito mentre sgranocchiavo cereali): - lavarmi i capelli - asciugarmi i capelli al sole - pulire il bagno - pranzare - raggiungere la biblioteca (e forse studiare) - andare a lavoro Mentre cercavo affannosamente di recuperare le gocce di vaniglia tra i cereali mi sono ricordata che avrei voluto scrivere qualcosa sul blog. Sì, ma che cosa? "Non mi sono capitate sfighe rilevanti ultimamente!" ho pensato e una sensazione di presagio e nefastezza imminente si è impadronita del mio ultimo sorso di latte, rendendolo amaro. Ed è stato così che ho notato la bustina sul cellulare: 1 Mitteilung empfangen. (io ho il telefono impostato sul tedesco, ma forse questo sarebbe stato meglio non rivelarlo) Leggo: un sms dalla Mede. Uhm... "Hai tutta la mia solidarietà, signorina blog del giorno" Se questa non è una auto-iattura... (Oltre tutto, il sole con cui avrei dovuto far asciugare la mia folta chioma è scomparso... come minimo la biblioteca sarà chiusa e sul lavoro avrò quindicimila problemi... perché come si suol dire, l'ottimismo è il profumo della vita) |
L'altra notte, verso le 2,15 mi è arrivato un sms in cui un'amica mi chiedeva: "ma tu come fai quando sei triste?". Io ancora mi stupisco che: a) la gente mi chieda consigli b) la gente mi chieda consigli, conoscendomi c) la gente mi chieda consigli, conoscendomi, alle due di notte. Ma a parte questi piccoli dettagli, su cui è bene soprassedere, ho trovato il quesito decisamente stimolante. E numerose attività mi sono venute alla mente ravanando tra le mie numerose strategie di coping. Ecco le più significative. Soluzione n. 1: mangiare. Scommetto che nessuno l'avrebbe mai detto. Contrariamente alle abitudini popolari, però, io non ritengo la Nutella il rimedio supremo contro la malinconia. Personalmente preferisco le usanze romagnole: una bella piadina con dentro formaggio, prosciutto, verdure, marmellata, vicini di casa, bambini, animali domestici, insomma... piadina iperfarcita da divorare a suon di morsi famelici tra un grugnito e l'altro. Non che poi io mi formalizzi più di tanto: se la depressione è invalidante e tutto ciò che posso permettermi è la sedimentazione sul divano, mi accontento di quello che trovo in giro: l'importante, dal mio punto di vista, è sbranare il tutto sbrindellandone le parti con efferatezza. Soluzione n. 2: andare a passeggiare in un parco in una giornata di sole. Là dove il verde fa meraviglia del mondo, le farfalle colorano l'aria e il cinguettio degli uccelli rallegra i bambini, a volte si può trovare una Aus vagolante e afflitta, che cerca di immortalare la felicità altrui con la sua Olympus for dummies, e di trarrne giovamento contemplando poi il risultato con qualche ritocchino qui e là. (Ho anche provato a lasciarmi marcire in un angolo con le foglie d'autunno, ma devo ammettere che non mi ha dato la stessa soddisfazione, per cui non mi sento di consigliarlo a nessuno) Soluzione n. 3: rileggere il libro più bello mai letto. Per quel che mi riguarda, "Pomodori verdi fritti (al caffé di Whistle Stop)", "Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs" e "In piedi sull'arcobaleno" compaiono periodicamente sul mio comodino sotto forma di Lexotan, Valium o Xanax, regalandomi una quiete e una pace interiore altrimenti irraggiungibile. Soluzione n. 4: rileggere il libro più triste mai letto. Quando sul mio comodino ritorna "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" (che, ormai, so a memoria), significa proprio che sono alla frutta e leggere di disgrazie altrui, per quanto meschino possa sembrare, mi dona sempre una certa fiducia nel futuro. In fondo a me non sta andando poi così male, penso. Soluzione n. 5: struggersi bavosamente raccattando i ricordi più strazianti, le canzoni più dolorose da ascoltare, le pagine proprie o altrui scritte di getto che lacerano un po' l'animo scosso dagli eventi. Lo so, sembra un metodo un po' estremo, eppure con me funziona a meraviglia. Dopo ore di pianti e copioso muco sparso, fili di bava e fazzoletti in avanzato stato di decomposizione, mi guardo allo specchio, inorridisco del mio stato e penso "Oggesùggiuseppemmaria! Chi mi ha rubato la faccia???". E esco dallo stato di trance per divorarmi una piadina ristoratrice. (e il cerchio si chiude. sempre lì) |
Post n°343 pubblicato il 15 Maggio 2007 da ausdauer
Devo farmene una ragione. L'età avanza e con essa i segni del tempo trascorso si fanno sempre più manifesti. Nello specifico, non ci vedo più una cippalippa. Il problema è che non riesco ad abituarmi a portare gli occhiali quando sono in giro. Non che io voglia fare la figa, anzi. C'è chi sostiene che mi donino (non so se per l'aria finta intelligente o perché mi coprono in parte la faccia, ma meglio non indagare). I problemi sono comunque ben altri. Quando non mi accorgo di un vetrina, non basta la figura da imbecille della sonora craniata, ma si sente pure lo "stock" dell'occhiale che ci si spiaccica contro. Non è certo una cosa facile da accettare (anche perché sono cose che mi capitano spesso). Senza contare che, per quanto affettuosa io possa non sembrare, alle persone a cui tengo molto non risparmio certo dimostrazioni d'affetto. Il più delle volte, mentre cerco di spalmarmi sulla loro faccia per un sonoro bacino, non prendo bene la misura e rischio di aprire loro il viso, cavare un occhio o strappare una narice. Sono piccole cose che mi fanno "casualmente" dimenticare gli occhiali in macchina ogni santa volta. Ultimamente però le cose si stanno facendo sempre più difficili da gestire. Un giorno passeggiavo al parco con una mia amica e in lontananza mi è parso di scorgere qualcosa che si muoveva tra l'erba. "Cara, hai visto? Ci sono due animali strani che fanno come una specie di danza..." "Mioddio Aus, è un uomo che fa gli addominali..." "Ups..." Inoltre mi sono accorta che evito accuratamente le stradine isolate, anche durante il giorno quando la luce del sole acceca e risplende sulle auto parcheggiate. E' vero, da qualunque angolo potrebbe saltare fuori un maniaco qualunque armato di coltello o di arnesi di altro genere, ma io sono salita ben due volte in macchina con il Comadante, quindi non sono certo una persona prudente. No no, io ho la fobia del Pittbull. Qualunque essere in movimento, animato e non, grazie alla mia miopia (e alla mia invidiabile fantasia) si trasforma in un gigantesco cane bavoso e famelico, pronto a sbranarmi e a cibarsi delle mie (abbondanti) carni. In compagnia mi ritrovo a segnalare il mio panico gridando "Cane cane caneeeeeeeee!" e a sentirmi rispondere "Aus, è un bambino...". Certo, lo sapevo, stavo solo scherzando. Quando sono sola e comincio a cercare un tombino dentro cui sotterrarmi la situazione diventa più seria, specie se quello che mi viene incontro in realtà è solo una mia proiezione immaginaria creata da foglie in movimento. Tsé, a me i test proiettivi fanno un baffo. Le scuse che mi trovo ad addurre sono sempre più imbarazzanti e sconclusionate. Ho un occhio appannato dal vento, c'è troppo sole, mi è finito un elefante in un occhio... Niente. La verità è che non ci vedo più e devo decidermi a usare questi benedetti occhiali, o finirò per prendere a colpi di scopa un Bruder qualunque scambiandolo per un ladro e assassino in cerca di oro e di Aus da squartare. |
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