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tema: della messa e di come potrebbe venir detta

Post n°1182 pubblicato il 14 Settembre 2007 da magdalene57
 

faccio parte di quella folta schiera di ragazzi ed ex-ragazzi che sono andati negli scout.
anni e anni di partecipazione e di messe. non so dire quante, so che sono molte. ai campi estivi ed invernali, ai miei tempi, una al giorno. forse oggi le cose son cambiate.
ma allora era un momento di partecipazione. ci mettevamo in cerchio attorno all'altrare costruito da noi, faceva parte delle prove per il brevetto di costruttore, sceglievamo i canti, le parole da dire, le letture, e partecipavamo.
era il modo, giusto, per introdurci, prendendosi per mano, ad una liturgia difficile da capire. a volte vissuta come noiosa. ma pur sempre un momento importante nella giornata di un buon cristiano.
quello che ci colpiva era l'idea di farne parte. parte attiva e cosciente. ascoltavamo le parole, ci insegnavano a seguire passo per passo ogni movimento dell'officiante, perchè aveva un suo significato. e dovevamo capirlo. non era solo una messa in scena. uno spettacolo.
se c'è qualcosa che mi ha allontanato dalla chiesa non è stata di certo la celebrazione della messa.
oggi leggo che si dà la possibilità di un ritorno alla messa in latino. e passi per i nostalgici che ci sono sempre stati e sempre ci saranno. ma chi la capisce??
e poi c'è questa idea dell'officiante con le spalle rivolte ai fedeli. non l'approvo. per niente.
mi sa di distacco, di qualcosa che non deve esserci. di una trovata che nei secoli è servita a frapporre tra i fedeli e la chiesa una barriera. tutto il contrario di quel che diceva cristo. che tra i fedeli ci stava in mezzo, al centro.
lo so, per alcuni non cambia nulla, per altri men che meno. ma per quelli che ogni giorno faticosamente cercano dio in ogni atto, in ogni segno, questo è un segno al contrario.
e m'è venuta in mente l'iconografia di quella che per me è la rappresentazione della messa: l'ultima cena.
bene, anche a cercarla non ne ho trovata una dove cristo dia le spalle ai suoi discepoli.


(gruamonte, ultima cena)


(giotto, ultima cena)


(ghirlandaio, ultima cena)


(tiziano, ultima cena)

(leonardo, ultima cena)


p.s.: sul latino vorrei dire una cosa. per secoli è stato il linguaggio della chiesa nei suoi atti pubblici, così come lo è stato del potere temporale (vedi atti notarili). le donazioni, i testamenti, i contratti, perfino i processi civili e criminali venivano redatti in un latino, via via sempre più maccheronico, ma che evidenziava uno scollamento tra chi il potere lo esercitava e chi lo subiva.
e se il bisogno di una lingua unica e ufficiale era necessario in un epoca in cui la lingua italiana era agli albori, diventava e diventa anacronistico quando la lingua parlata è un altra.
che oggi lo si riproponga, come eventuale scelta, come opzione, io lo trovo discutibile. lecito, perchè ognuno può parlare o scrivere come vuole, ma discutibile. e lo vivo come una chiusura.
nel momento in cui uno sceglie di eprimersi in una lingua che solo pochi conoscono. e meno ancora capiscono, va da se che o vuole farsi capire da pochi, o non gli interessano i più.

a meno che il messaggio non sia: non ho bisogno di voi...

 
 
 
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EPISTOLARI AMOROSI

Si parlava con alcuni amici di aprire un blog  di lettere d'amore dall'altisonante nome:

EPISTOLARI AMOROSI

Non ho ben chiaro se intendessero lettere  nuove, o lettere scritte in passato, anche da altri. 
Forse, basta che siano lettere d'amore, nell'accezzione più ampia del termine, penso.

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 Ma, dopo tutto sono un uomo. E tutte
le considerazioni filosofiche
non bastano a impedirmi di
desiderarti, ogni giorno, ogni momento,
con la testa piena dello spietato gemito
del tempo, del tempo che non potrò
mai vivere con te.
Ti amo, di un amore profondo e totale.
E così sarà sempre.

(R.J.W)



DESIDERIO

VORREI PIEGARTI
AL MIO TANGO GIAGUARO
MIA SILFIDE AZZURRA
DELL'ORSA STELLATA,
E AL BRIVIDO CRESPO
DEI TUOI FIANCHI SGOMENTI
ALITARVI D'AGOSTO
IL RANTOLO CUPO
PRIMA CHE TU RITORNI GIUNCO
O IL VENTO CHE LO PIEGA
VORREI COLMARTI
L'INFINITO DEGLI OCCHI
COLL'AMARO DEL SALE
DEL MIO TEMPO PERDUTO,
GRAFFIARTI IL VISO
DI ROSSO VERMIGLIO
SCOPRIRTI IL SENO
AL BACIO INFUOCATO
PRIMA CHE TU RITORNI VENTO
O IL GIUNCO CHE SI PIEGA



Io sono certa che nulla più soffocherà
la mia rima,
il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni
nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare
una esequie al passato.


Alda Merini, da "La Terra Santa"

 

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L'ANATEMA DEL DAMA, DAMINA E
DAMIGIANA

'Per ora mando neve e tempesta
ma una salvezza soltanto vi resta:
organizzate un altro ritrovo
e il Cavaliero invitate di nuovo.
Voglio vederli pur'io stucchi e specchi,
basta carretti di robivecchi!
Se non farete per ciò buon ufficio
scaglio su voi orribile maleficio:
che non possiate mai più godere
del dolce strufolo o della pastiera!
Stretta la foglia, verrà ancor l'estate:
facit'ampressa, e organizzate!

 

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You are The Lovers

Motive, power, and action, arising from Inspiration and Impulse.

The Lovers represents intuition and inspiration. Very often a choice needs to be made.

Originally, this card was called just LOVE. And that's actually more apt than "Lovers." Love follows in this sequence of growth and maturity. And, coming after the Emperor, who is about control, it is a radical change in perspective. LOVE is a force that makes you choose and decide for reasons you often can't understand; it makes you surrender control to a higher power. And that is what this card is all about. Finding something or someone who is so much a part of yourself, so perfectly attuned to you and you to them, that you cannot, dare not resist. This card indicates that the you have or will come across a person, career, challenge or thing that you will fall in love with. You will know instinctively that you must have this, even if it means diverging from your chosen path. No matter the difficulties, without it you will never be complete.

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