Creato da sparus_rm il 14/08/2005
La mia personale giungla cambogiana
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"They who can give up essential liberty to obtain a little temporary safety, deserve neither liberty nor safety. "
Benjamin Franklin, 1755
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Par condicio, me ce ficco
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Me, myself and I
Cosa ci faccio qui? Chi c’è dietro Kurtz? Cos’ha a che fare il protagonista di Apocalypse now con questo blog? Cerchiamo di essere chiari, su questo punto. Il mio blog per me è soprattutto una finestra attraverso la quale cerco di comunicare i miei vissuti soggettivi, un’occasione per scambiare qualcosa di me con altre persone. E di mostrare aspetti che nella vita di tutti i giorni tendono a rimanere nascoste, nell’ombra dei ruoli che la vita impone a ciascuno. E’ una narrazione forse un po’ troppo intimista, che forse può aver scoraggiato qualcuno. Può aver dato l’impressione di essere un po’ “selfish” ed autocelebrativo, che sia un modo per cercare conferme, approvazione, complimenti facili. Che sia l’espressione di un ego troppo ingombrante per potersi aprire davvero agli altri. Impressioni in cui faccio fatica a ritrovarmi, che però cerco di capire. Il periodo che sto vivendo non è tra i più facili, credo si sia capito, ma sto cercando anche attraverso questo blog di sfuggire alla tentazione dell’autoisolamento, di continuare a rimuginare sulle mie sfighe e sui miei problemi. Non potendo né volendo insistere su fatti, circostanze e nomi, e non avendo nessuna voglia di dover dare conto a nessuno di ciò che scrivo qui sopra, fosse anche perché qualcuno potrebbe risentirsi ritrovandosi nelle mie righe (per la privacy e tutto il resto) non posso far altro che parlare di me e dei miei vissuti. Me li sono tenuti dentro per tanto, troppo tempo, rischiando di farmi consumare dall’interno. Portando in giro di me soltanto qualche sorriso di circostanza, qualche buongiorno e buonasera. E questo è il senso del titolo di questo blog, il nesso con il colonnello Kurtz, che sentendosi tradito nei propri ideali si rifugia nella giungla a combattere una guerra priva di senso. Con lui ho in comune un’altra cosa, forse. La scarsa importanza data ai giudizi degli altri, di quelli che pretenderebbero di poter avere una posizione su una guerra guardandola da Na Drang. Ma c’è un altro personaggio, anch’esso rubato ad un film che mi rappresenta bene, oltre Kurtz. Un altro colonnello, lo Slade magnificamente interpretato da Al Pacino in “Scent of a Woman”, uno dei pochissimi remake forse superiori all’originale, quel “Profumo di Donna” di Dino Risi con un eccezionale Vittorio Gassman che giganteggia fin troppo in un cast non sempre alla sua altezza. Beh, il film è davvero grandioso, ma la scena del tango è a suo modo una delle scene più intense e commoventi che abbia mai visto. E’ l’epitome di un uomo che ama la vita come null’altro, e a cui la vita stessa ha tolto tutto, lasciandogli solo un involucro vuoto fatto di formale rispetto e di mostrine che nemmeno lui può vedere. Un’esistenza che gli va stretta, troppo stretta e che finisce per odiare. E della quale non ama molto parlare, peraltro. Ma in questo tango, in quella struggente musica c’è tutta la sua disperata ricerca di senso. E c’è un uomo che se ne fotte delle convenzioni, a cui non interessa granché la pietà degli altri, ma che più di chiunque altro, cercando di assaporarne fino all’ultimo l’inebriante aroma. C’è molto di me, in quella sequenza. Moltissimo, forse.
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