Alessandro PetrucciVita |
IL CUORE DI CRISTIANO
30 Agosto 2008 – Ospedale Agostino Gemelli di Roma –
Reparto di oncologia pediatrica
Cristiano: "Mamma, questi parlano di linfoma, sarcoma, insomma ho un tumore?"
Mamma:"Si!"
Cristiano: "Ok, questa cosa va affrontata con il sorriso!"
Cristiano era questo e lo sarà per sempre. Un ragazzo di 12 anni che ha lottato contro un rabdomiosarcoma embrionale per 16 mesi, con dignità, onore ma soprattutto con il coraggio e la fierezza di una splendida tigre. Il 28 dicembre 2009 è volato in cielo ed il 28 gennaio 2010 è nata “Il Cuore di Cristiano” - Associazione per l’Oncologia Pediatrica per dar voce e corpo al sorriso ed al coraggio di una piccola grande tigre.
L’Associazione si prefigge lo scopo di aiutare e sostenere i bambini affetti da patologie oncologiche ed i loro genitori. La qualità della vita di questi bambini e delle loro famiglie è la nostra priorità, l’eroismo di Cristiano sarà la nostra forza.
Ci occupiamo di quelle “piccole opere” che possano strappare il sorriso ad un bambino e ci prefiggiamo la realizzazione di “grandi opere” capaci di alleviare il peso di un'esperienza così devastante, promuovendo costantemente la ricerca e la realizzazione di interventi atti ad ottenere miglioramenti nel campo dell’Oncologia pediatrica.
IO
Mi chiamo Alessandro, nato il 23 settembre 1969 alle ore 00.10, diplomato in ragioneria all'età di 20 anni dopo aver ripetuto il terzo e ripetuto il quinto senza essere ammesso agli esami di maturità, non ho fatto il militare, ho iniziato a lavorare nel 90 in un negozio di giocattoli fino al dicembre 92, il 4 gennaio 93 sono entrato nell'azienda dove attualmente lavoro purtroppo come precario, sono single, ho due gatti, una casa dove vivo, un mutuo che porta via gran parte dello stipendio, due genitori separati in casa, una sorella, pochi amici ma buoni, sono tifoso della A.S. Roma abbonato in Tevere laterale, seguo altri sport quali pallacanestro ( Lottomatica ), formula uno ( Ferrari ), moto ( Ducati e Valentino Rossi ), Rugby ( La Nazionale ), Atletica, un pò la vela, il ciclismo, pallavolo, ho Sky, mi piace la tv, i film d'azione, commedie, romantici, disney, telefilm polizieschi, doctor house, non ho piante in casa tranne un bonsai acquistato pochi giorni fa per beneficenza, mi piacciono le candele e ne sono sempre provvisto, cucino così così, mangio tutto tranne il fegato, la pasta al primo posto, mangio poca frutta, mangio pochi dolci, solo al tiramisù non dico mai no, sono sovrappeso di 8 chili, faccio poco movimento, ho i capelli brizzolati-corti, sono romantico-coccolone, dolce-passionale, amo i preliminari e il sesso, sono travolgente e amo essere travolto e sedotto, guidare ed essere guidato, soffro di solitudine perché vorrei una donna al mio fianco con la quale costruire una famiglia, non so stirare le camicie neanche il resto, lo fa la signora che viene a fare le pulizie a casa mia, so fare la lavatrice, pulire i piatti anche se di solito uso la lavastoviglie, non sono eccelso nei lavori di casa anche per la mia pigrizia, sono capoccione, culturalmente non preparato, leggo pochissimo pur avendo in casa vari libri, comunque intelligente, elastico di mente, ascoltatore, disponibile, introverso, infantile, amante del vino ma non degli alcolici...
IO
di larghe vedute sui temi relativi le coppie, politicamente schierato al centrosinistra, indirizzato da mio padre verso il centro ( ex DC ) o poi preso la mia strada più sinistra che centro, pur essendo contro la pena di morte non esiterei ad applicarla a coloro che privano coscientemente della vita un altro essere umano o abusano di esso ancor di più se si tratta di un bambino, non condivido le invasioni di campo della chiesa nella vita pubblica del nostro paese, non condivido coloro che dicono no al preservativo quando ci sono milioni di persone che muoiono per l'HIV nel mondo, che dicono no all'aborto legale quando grazie alla 194 gli aborti clandestini sono diminuiti drasticamente e cosa non meno importante sono diminuiti drasticamente i decessi, non condivido la nostra partecipazione con forze militari in Iraq, non condivido la presenza massiccia degli stati uniti d'america nel nostro paese, non mi piace la Russia di Putin, non credo all'11 settembre come è stato raccontato, non mi piace Bush figlio e padre, non credo alla giustizia quando ancora oggi il caso Moro, Piazza Fontana e potrei continuare sono ancora parzialmente o totalmente irrisolti, credo in Dio ma poco o niente in chi lo rappresenta, sono per l'indipendenza del Tibet e contro la repressione della Cina, vorrei che il nostro paese prendesse posizioni chiare a prescindere le possibili conseguenze nei rapporti con altri paesi, vorrei dei politici veri e non quelli descritti sul giornale di Feltri, la Pace è un diritto per i popoli e un dovere per i politici, la salute del nostro pianeta e la fame nel mondo devono essere priorità nelle agende di tutti gli stati, le guerre NO, il consumismo piace ma deve essere controllato e quindi gestito, bambino con cellulare a 4 anni è l'esempio di come questa società cresce i nostri figli, la violenza nelle famiglie è diventata normalità e non si fa nulla, non si interviene sul territorio, non si aiuta chi ne ha bisogno e tanto meno chi chiede aiuto, non vado in chiesa, prego prima di andare a dormire, etc etc...
IO
La mia pigrizia raggiunge livelli notevoli...entrando in casa si accede al salone...nel salone ci sono due punti luce...il primo all'entrata e il secondo al centro del salone...una sera rientrando dal lavoro trovai la lampadina del primo punto luce fulminata...ero stanco e ritenendo la cosa non urgente rinviai il mio intervento a data da destinarsi...dopo una settimana mi armai di coraggio e presa la scala mi innalzai verso la meta e iniziai a svitare la lampadina incriminata...quello che sarebbe accaduto avrebbe stravolto la mia vita per circa due mesi...appena cominciai a svitare la lampadina il lampadario cedette e me lo ritrovai tra le mani rischiando di cadere dalla scala...scampato il pericolo posai il lampadario in cameretta e ancora incredulo per l'accaduto iniziai a guardare quei fili inermi ma pieni di energia e a chiedermi cosa potevo fare...inizialmente, staccata la corrente, volevo almeno ricollegare i fili al portalampada quando mi resi conto che non era possibile in quanto si era rotto...a quel punto presi del nastro isolante per isolare i fili e rimandai la soluzione del problema a data da destinarsi...e così passarono due mesi prima che collegassi i fili ad un nuovo portalampada in modo da avere di nuovo luce all'entrata...
IO
sono un casinista, amo la compagnia, ridere con me è naturale, riesco a nascondere i miei problemi facendo vedere che sto bene con molta facilità, quando la situazione si complica mi isolo e questo non è, in alcuni casi, positivo, nel mio piccolo cerco di aiutare il prossimo, i bambini sono la cosa più importante, ho paura di rimanere solo, amo il nostro paese, le bellezze che lo rendono unico al mondo, amo Roma, non sopporto la violenza, ho paura della morte e sono fumatore, la mattina mi alzo con fatica forse perché la sera mi addormento tardi, di solito faccio colazione al bar con cappuccino e cornetto, mi piace il caffè, sono bilancia con influenza della vergine ascendente cancro, porto sempre i jeans, raramente la cravatta, occhi marroni, sono alto 1.74, combattivo, orsacchiotto e guerriero, ho amato tre donne nella mia vita, da 23 a 25 anni Giulia, da 30 a 32 silvia e da 35 a 38 Paola, ho tradito sia Giulia che Silvia, ho avuto esperienze sessuali, ho sei amici del cuore ( Luca, Nazareno, Marco, Stefano, Luigi e Fabio ) e quattro amiche del cuore ( Cecilia, Sacha, Dunia, Erika e Lorena ), dico quello che penso anche se sarà negativo per me, la verità su tutto anche se in passato ho mentito e di questo chiedo perdono, quando toccano le persone che amo mi trasformo in qualcosa che va oltre il concetto di paura, faccio le cose con calma, i miei soprannomi sono ciccione e er moviola, mi piaccio ma sono cosciente che posso essere molto di più, mi piace conoscere anche se la mia vita non è sufficientemente attiva, non sono razzista ma ritengo che bisogna gestire il flusso di entrata degli stranieri con maggiore efficacia, ho conosciuto persone speciali qui alle quali chiedo scusa per averle ferite…
AMICIDEIBAMBINI
POSSIAMO RIUSCIRCI
Dove termina l'arcobaleno deve esserci un luogo, fratello, dove si può cantare ogni genere di canzoni, e noi canteremo insieme, fratello, tu ed io, anche se tu sei bianco e io non lo sono. Sarà una canzone triste, fratello, perché non sappiamo come fa, ed è difficile imparare, ma possiamo riuscirci, fratello, tu ed io. Non esiste una canzone nera. Non esiste una canzone bianca. Esiste solo musica, fratello. Ed è musica quella che canteremo dove termina l'arcobaleno.
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http://www.sessoevolentieri.com/nopedo/
Vi lancio una sfida! Nel mondo dei blog siamo numerosi ,pero', possiamo riuscirci a far girare un messaggio a tutti ed è per una causa buonissima ANTIPEDOFILIA! Perche' episodi su tanti bambini siano solo un brutto ricordo per tutti. Daremo un segnale......CREDIAMOCI INSIEME!! Ricopiate sul vostro blog questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e,dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma.....come dire IO CI STO!!
Combattiamo insieme:
Goldrake, Actarus, Neruda74s, Antonio, missfiore, ladyviolet991, IL_RICORDO_DI_TE,
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STORIE...
Judeke viveva solo in un ospizio, ma era conosciuto in tutto il paese per il suo violino; aveva un modo tutto particolare di suonarlo, senza virtuosismi, ma traendone note di una tale dolcezza che incantava anche i semplici contadini che non avevano l'orecchio musicale. Tutti gli anni, il giorno della vigilia di Natale, Judeke faceva il giro delle chiese del paese, suonando davanti al Presepio, e a mezzanotte accompagnava la messa di Natale.Quel vecchietto magrolino, che sembrava aver raccolto tutte le sue energie a farsi crescere una barba bianca lunga fino a terra, era diventato per tutti parte integrante della festa di Natale, come personaggio del Presepio. I paesani riconoscevano da lontano il suo lungo pastrano nero che contrastava con la barba e il violino che teneva sempre sotto il braccio perché l'astuccio aveva perso la maniglia chissà quanto tempo prima. Soprattutto i bambini lo amavano e si tenevano pronti fin dal mattino davanti alla prima chiesa, aspettandolo con impazienza per accompagnarlo nel suo giro abituale. Judeke entrava in chiesa, si metteva davanti al Presepio, estraeva il violino e cominciava a suonare. I bambini lo accompagnavano cantando i canti tradizionali e lo ascoltavano rapiti. Passavano gli anni. I bambini diventavano grandi ed altri bambini li sostituivano per accompagnare Judeke di chiesa in chiesa la vigilia di Natale. Passavano gli anni e Judeke trascinava sempre più faticosamente le gambe, ma quando suonava era ancora Judeke di sempre, perché il tempo non aveva intaccato la sua musica. Giunse un anno in cui Judeke non si presentò all'appuntamento della vigilia di Natale. I bambini erano già schierati fin dalla mattina all'entrata della prima chiesa, dalla quale Judeke cominciava abitualmente il suo giro. Passarono le ore, passò la giornata e, Judeke non venne. Arrivò la sera e i bambini andarono pieni di apprensione alla messa di Natale. La messa iniziò e Judeke ancora non si vedeva. I bambini durante la cerimonia mormoravano "verrà certamente, é in ritardo ma verrà." E si voltavano ogni momento a guardare verso la porta. La messa finì, la gente si avviò all'uscita, e i bambini rimasero in gruppo seduti sui banchi della chiesa. Era tardi, il sagrestano voleva spegnere le luci, chiudere e andare a dormire, ma i bambini rifiutavano di muoversi. Ed ecco un accordo di violino vibrò nella penombra; Judeke era arrivato e suonò per i bambini nella chiesa ormai vuota. Quando l'accompagnarono all'uscita si accorsero che il suo passo era malfermo; la neve cadeva in grossi fiocchi bianchi ed il vecchio riuscì con molta fatica a raggiungere la sua stanzetta, mentre una bambina piccola piccola gli portava il violino e il cilindro. "Judeke guarisci!" dissero i bambini. Quello fu l'ultimo Natale di Judeke, ma i bambini lo ricordano come il più dolce.
AZZURRA e EDOARDO HANNO BISOGNO DI NOI
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CAMMINAI...
Camminai fino a non pensare più
Che a portarmi fino a qui eri stata tu
Nascosta nei miei sogni come ieri
Sola dentra di me, nei miei pensieri
E così é oggi, così era ieri
Sopra un treno ad una sola direzione
L’Impossibile la mia destinazione
Sopra un carro trascinato da un leone
Viaggio verso di te senza più ore
Un tempo nuovo che ho nel cuore
Prima o poi tu saprai la verità
Non é una, ma qualcosa che si muove
Da infinite possibilità d’errore
Nacque un giorno così tra noi l’amore
Apri la porta se lo sentirai bussare.
Dopo un po' impari
« ...non si toccano... | ...per te mon amour... » |
Il locale era semivuoto, tuttavia il sax della jazz band continuava a vibrare nella notte e a penetrare nel cuore dei pochi randagi seduti ai tavolini accanto ai loro whisky ed alle loro sigarette. Fra quello sparuto gruppo vi ero anch'io : capelli lunghi e nerissimi, barba incolta, occhiali, camicia beige di lino, jeans sdruciti e scarpe da tennis di tela, mi rendevano ancor più parte del locale, di cui, senza accorgermene, facevo da tappezzeria. Erano le tre del mattino, fuori, per strada, la notte passeggiava mano nella mano con la pioggia battente sotto una luna felliniana ; bevvi un sorso di vino rosso e chiusi gli occhi per un istante lasciando che la musica si impadronisse del mio corpo e della mia anima. Finché, una voce di donna mi destò… ed al mio risveglio la vidi. Era a circa dieci metri da me, sul palco, con il microfono fra le dita e la sua morbida pelle nera che si confondeva tra le luci basse e soffuse di quel locale nel "Village" newyorkese. Stava intonando un pezzo di Billie Holiday quando, improvvisamente, i nostri sguardi s'incontrarono. Come per magia i randagi attorno a noi sgattaiolarono via miagolando e venni catturato dall'immenso dei suoi occhi e dalla profondità del suo sguardo che mi condussero, insieme alla sua calda voce, nel suo camerino colmo di fumo ed alcool. Bussai garbatamente alla porta e prima di poter finir di dire :"permesso", lei mi aveva già fatto accomodare sul piccolo divano di fronte allo specchio e offerto un drink…"non sei di queste parti, tu, giusto?" disse lei con voce leggermente rauca. "no, sono italiano. Sono qui a New York perché devo scrivere un pezzo per una rivista e…" . "…calmati piccolo non correre, ci conosciamo solo da un minuto e pretendi già di raccontarmi tutta la tua vita. Non sei un tipo molto "cool" mi sembra. Comunque io mi chiamo Melanie, Mel per gli amici…" . "Beh, allora ciao Mel…" . "Senti piccolo se per sapere il tuo nome ti devo mandare un fax è meglio chiudere qui la conversazione e bye bye." . "Già, scusa, mi chiamo Dennis, sia per gli amici che per i nemici. E' da molto che fai jazz, voglio dire, in questo posto?" . "Piccolo il jazz non si fa, il jazz si ha. Il jazz è un dono divino che ti porti dentro fin dalla nascita aspettando il momento buono per farlo uscire. Il jazz è uno stile di vita, una vita fatta di sacrifici e di dolori, di applausi e di fischi, di rose di spine, di meravigliose storie d'amore e di scopate in piedi in un vicolo del bronx…questo è jazz…" . "…Scusa se mi intrometto, ma che ne diresti di uscire da qui e continuare la conversazione magari davanti ad una bella birra?" . "Bravo piccolo, finalmente hai detto una cosa intelligente, finisco di cambiarmi e poi usciamo". Uscii dal camerino e mi accesi una Winston, la pioggia era cessata e con essa i miagolii dei randagi che popolavano il "Village", erano le sei di mattina e forse, piuttosto che di una birra avevo bisogno di un bel caffè nero bollente e di una ciambella calda. "Eccomi sono pronta!" . "Dio, sei bellissima…ehm, vieni Mel ho la macchina qui fuori, una vecchia Dodge del '72 sai questo tipo di macchine sono…" . "Ehi piccolo rilassati, stiamo solo uscendo per bere una birra, comunque grazie per il bellissima era da troppo tempo che non ricevevo un complimento, di questo tipo, da un uomo". Scendemmo le scale, Mel salutò gli amici della Session ed il padrone del locale, un vecchio ciccione alcoolizzato con i capelli brizzolati ed un lungo sigaro in bocca, poi ci dirigemmo verso la macchina mentre il sole spuntava lentamente fra i grattacieli della Grande Mela. Aprii lo sportello e la feci accomodare, lei mi guardò per un attimo accennando una specie di sorriso che, in fondo, mi fece piacere. Richiusi lo sportello dalla sua parte ed entrai anch'io in macchina. Accesi il motore e partii, anche se non sapevo per dove, visto che era la prima volta che mi trovavo a New York. "Conosco un posticino tranquillo proprio a due isolati da qui, ecco gira a destra adesso…" , intervenne Mel con tempismo quasi incredibile. Seguii le sue indicazioni ed arrivammo al "Cafè de Flaubert", il dialogo durante il tragitto non fu molto brillante lo riconosco : lei che mi dava le indicazioni ed io che annuivo senza dire una parola quasi ipnotizzato dal fascino che emanava quella donna misteriosa. Entrammo e ci sedemmo ad un tavolino accanto al Juke Box, poi ordinammo due birre, il caffè non mi andava più e le ciambelle le avevano finite. "Allora piccolo, per quale giornale scrivi in Italia?" . "Scrivo per una rivista culturale fondata da me e da altri amici ex compagni di università, si chiama "Arte Mese", ma non penso che tu ne abbia mai sentito parlare, abbiamo una tiratura limitata in Italia, figuriamoci se è conosciuto negli States." . "Infatti piccolo non ho neppure la più pallida idea di che cosa si tratti…" . "Beh, ad essere sincero lo sospettavo, comunque il motivo per cui sono a New York è che devo incontrare Allen Ginsberg per un'intervista." . "Cazzo! Ginsberg hai detto! Il grande scrittore Beat, porca vacca amico, adesso sì che ci capiamo!", esclamò Mel entusiasta. "Sai Dennis ti avevo sottovalutato, all'inizio quando ti vidi non ho potuto fare a meno di guardarti perché sei davvero niente male e poi ho sempre avuto un debole per gli pseudo-intellettuali, quindi ti ho lasciato entrare nel mio camerino molto volentieri. Ma poi parlando non mi sei sembrato abbastanza "cool" e così non vedevo l'ora di mandarti al diavolo con una scusa qualsiasi…" . "Grazie per la tua sincerità, tolgo subito il disturbo…cameriere!" . "No, aspetta, non andartene. Forse sono stata un po' dura con te ma io sono fatta così, non mi fido degli uomini, ho preso troppe scottature durante il corso della mia vita, ti prego rimani…ti prego…". La tigre selvaggia si era trasformata in una docile gattina proprio come avevo previsto, pagai il conto e la invitai a salire in albergo da me, lei annuì, molto probabilmente perché era rimasta incuriosita da Ginsberg e ne voleva certo sapere di più. Dopo circa mezz'ora, quindi verso le nove del mattino, arrivammo davanti al portone dell'hotel, parcheggiammo la macchina ed entrammo. Ero stanco morto ed i miei indumenti puzzavano di fumo da fare schifo, lei invece era splendente ed il suo corpo sinuoso ondeggiava nella hall dell'albergo come un odalisca araba di fronte al sultano. Un'ultima sigaretta per le scale, io odio le ascensori, ed eccoci in camera mia. "Vado un attimo in bagno, intanto se vuoi ho una bottiglia di vino bianco in fresco e un po' di frutta, almeno credo, sono da te tra cinque minuti" le dissi. Mel girovagò per la stanza scuriosando da tutte le parti poi aprì il frigo e prese la bottiglia e due bicchieri. Quando uscii dal bagno in vestaglia e con la braba sempre più lunga, misi un cd di Chet Baker nelle stereo e mi avvicinai a lei..."Sai Mel, non avevo mai incontrato una donna come te prima…" . "Che fantasia Dennis, adesso non mi dirai che è stato il destino a farci incontrare, risparmia queste stronzate con me piccolo. Se sono qui nella tua stanza adesso è perché anch'io ho voglia di fare l'amore con te, quindi beviamoci quest'ultimo bicchiere di vino e facciamola finita". Presi il bicchiere e mi sedetti vicino a lei, emanava uno strano profumo, un profumo che racchiudeva in sé tutto il sapore di quella folle notte, nata per caso. Le accarezzai i capelli come fa una bambina al suo pelouche preferito ed incominciai ed incominciai a baciarla delicatamente sul collo, lei lasciò cadere il bicchiere dalla mano ed il suono del vetro che si frantumava ai nostri piedi la fece sobbalzare per un secondo. Volevo dirle mille parole, volevo farla sentire per la prima volta importante, ma non una parola, non una frase uscirono dalla mia bocca in quell'istante. Solo baci, carezze, gemiti di piacere…il suo vestito blu scivolò lentamente sul tappeto seguito dalla mia vestaglia, la presi fra le braccia e la condussi sul letto dove, cullati dalle note di "I should care", ci spogliammo di tutto e ci abbandonammo all'estasi dei sensi. Mel era tornata ad essere la tigre di prima e le sue unghie entravano nella mia pelle come artigli, mentre la sua lingua leccava le mie ferite, la domai, mi domò…passavano le ore ma i nostri corpi erano insaziabili ed i nostri cuori troppo bisognosi di amore. Alla fine distrutto mi arresi e mi addormentai, quella sera avevo appuntamento con Ginsberg in un locale di Manhattan e non potevo permettermi di mancare, ne sarebbe andato della mia carriera di giornalista e poi trepidavo di gioia all'idea di conoscerlo. Mi sveglia verso le sette di sera, avevo solo un'ora per prepararmi ed ero in condizioni pietose. Ma al mio risveglio non la vidi, Mel non era più nel mio letto. La cercai per tutto l'appartamento, ma non riuscii a trovarla. Se n'era andata e con lei il suo profumo di donna. Strisciai verso il bagno e con mio grande stupore lessi il messaggio che Mel mi aveva scritto , probabilmente qualche ora prima, con il rossetto sullo specchio. "Tutto è stato bello ieri notte e Mel ti ringrazia per questo ma io sono come il Jazz…non sei tu che lo cerchi ma è lui che ti trova…Kisses Mel.". Mi feci una doccia e la barba, poi spensi lo stereo e mi vestii, scesi le scale e presi la mia Dodge per dirigermi all'appuntamento con Ginsberg, d'altra parte ero già in ritardo, ed io odio arrivare in ritardo.
di http://www.pedro.it/webs/spazioautori/autori/Sa62_FULIGNATI.htm
http://www.youtube.com/watch?v=YZY2U4aOh4k&feature=PlayList&p=20A07BD80A06BA81&index=0&playnext=1
tuo
GRAZIE DIANA.FINI
Insieme contro la sclerosi
http://www.unminutoallaricerca.it/
http://www.aisla.it/
http://www.sclerosi.org/
http://www.sclerosituberosa.it/
http://www.sclerosimultipla.gabama.com/
http://www.acesm.org/
http://www.fondazioneserono.org/
http://www.sclerosionline.net/
http://www.lism.it/
http://www.msif.org/it/
http://www.associazioni.prato.it/aism/
http://www.lucacoscioni.it/
Un brano dal libro di welby...
Ci vorrebbero silenziosi, ci vorrebbero costringere in un ruolo che non ci appartiene, ma noi ci faremo sentire, parleremo con le impersonali voci sintetiche offerteci dalla tecnologia, chiederemo, chiederemo, chiederemo… fino a quando, se non l’assordante silenzio di Dio, cesserà almeno l’ingiustificabile silenzio dell’Uomo.
Com’è difficile vivere e morire in un Paese dove il Governo fa i miracoli e la Conferenza episcopale «fa» le leggi.
PER NON DIMENTICARE...
Sul filo spinato
Tu certo non scorderai: non sai di sofferenze senza nome non sai d’atroci prigioni ove il respiro tra i dentiè brama di vita e la fede dei popoli speranza.Tu non sai che oltre il filo spinato ove ora ti posi era un mondo perdutoove giacevano sepolti nella memoria gli affetti più cari o il nulla.Tu certo non scorderai la ferocia lucida dei popoliche impazziscono a volte e sicuri di giuste ragionison mostri senza nome: tu non sai, timido uccellodi noi dispersi per il mondo e quanto bieco sia spesso l’uomo. Io so: per non dimenticare.
Blog amici
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BUCHENWALD
C'è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica Schulze Monaco c'è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buchenwald più in là c'è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane a Buchenwald servivano a far coperte per i soldati non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas c'è un paio di scarpette rosse di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald erano di un bimbo di tre anni forse di tre anni e mezzo chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come piangono i bambini anche i suoi piedini li possiamo immaginare scarpa numero ventiquattro per l'eternità perché i piedini dei bambini morti non crescono c'è un paio di scarpette rosse a Buchenwald quasi nuove perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole...di Joyce Lussu
Vivi la vita
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.
Madre Teresa
Dhuische 18 Agosto 1998
Non so come rivolgermi a te.Non so se vuoi essere mia amica. So molto poco di te, ma ti sento già vicina.
Mi chiamo Marvet. Sono palestinese. Sono una ragazza intelligente, carina,volenterosa. Non odio nessuno,ma il mio desiderio più grande è quello di vivere libera nel mio paese,come te. A parte la mia famiglia,nessuno sa che ti scrivo. Se le mie compagne lo venissero a sapere, sicuramente non mi rivolgerebbero più la parola, perché ho un’amica ebrea. Ma non lo sapranno mai perché la scuola è chiusa.
SPERANZA
L’umiltà di una lacrima che scorre su un viso
e la forza immensa di un sorriso,
di una carezza, tante piccole gocce
che creeranno il mare della pace. Athina Mansutti
Dal Libro di poesie: Rino
Per le Mamme Tristi
Mamma non piangere se non cammino
sarò sempre a te vicino
mamma non piangere se non parlo
il mio sorrìso ti racconta il mio cuore
mamma non piangere se i miei occhi sono obliqui
ti guardano con amore
mamma non piangere se mi considerano diverso nel mondo non siamo tutti uguali
questi versi mi sono stati dedicati
da signoradellestelle
vorrei..dopo averti incontrato...
che tu mi entrassi nella testa..
per non smettere piu' di pensarti
respirando il tuo profumo
e vivendo del tuo piacere..
vorrei ..essere mare
per poter rapire il tuo sguardo
e permettere alla tua mente
di cavalcare l’onda dei tuoi sogni più belli..
vorrei regalarti un amore caldo e bruciante
come il sole, forte e deciso come il vento,
immenso e profondo come il mare, unico come la luna
grazie di cuore
PREMI RICEVUTI
Ringrazio trilly_77
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Ringrazio Amandoti4
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PACE
SOS ITALIA ONLUS
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Ringrazio vivianemell
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