FOSCO

Perché tu mi dici "Poeta"...Io non sono un poeta, io amo la vita semplice delle cose...

 

Messaggi di Gennaio 2018

DA MOLTO TEMPO LA TERRA TI CONOSCE e QUANDO MORIRO' VOGLIO LE TUE MANI

Post n°354 pubblicato il 19 Gennaio 2018 da fosco6
Foto di fosco6

Si sta per concludere (ne manca solo una) questa piccola saga di poesie di Neruda, quelle meno note, con due componimenti per la verità un po' tristi, ma le poesie generalmente non sono quasi mai molto allegre, e del resto anche la malinconia fa parte dell'essere umano, per cui ci sono giorni che essa ci arriva addosso e volenti o nolenti dobbiamo condividere la sua compagnia, nella speranza che sia naturalmente breve se no diventa una brutta patologia.
Buona lettura e buon ascolto per chi lo vorrà.

 



DA MOLTO TEMPO LA TERRA TI CONOSCE

Da molto tempo la terra ti conosce:
sei compatta come il pane o come il legno,
sei corpo, grappolo di sicura sostanza,
hai peso d'acacia, di legume forato.
So che esisti non solo perché i tuoi occhi volano
e danno luce alle cose come finestra aperta,
ma perché di fango ti fecero e t'hanno cotta a Chillàn,
in un forno di mattoni stupefatto.
Gli esseri si spargono come aria o acqua o freddo
e son vaghi, si cancellano a contatto del tempo,
come se prima che morti fossero sminuzzati.
Tu cadrai con me come pietra nella tomba,
così per il nostro amore che non fu consumato
continuerà a vivere con noi la terra.
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QUANDO MORIRO' VOGLIO LE TUE MANI

Quando morirò voglio le tue mani sui miei occhi:
voglio la luce e il frumento delle tue mani amate,

passare una volta ancora su di me la loro freschezza,

sentire la soavità che cambiò il mio destino.
Voglio che tu viva mentre io, addormentato t'attendo,

voglio che le tue orecchie continuino a udire il vento,

che fiuti l'aroma del mare che amammo uniti

e che continui a calpestare l'arena che calpestammo.

Voglio che ciò che amo continui a esser vivo

e te amai e cantai sopra tutte le cose,

per questo continua a fiorire, fiorita,

perché raggiunga tutto ciò che il mio amore ti ordina,
perché la mia ombra passeggi per la tua chioma,

perché così conoscano la ragione del mio canto.

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PERCHE' TU POSSA ASCOLTARMI e NON TI TOCCHI LA NOTTE

Post n°353 pubblicato il 07 Gennaio 2018 da fosco6

Con l'Anno Nuovo altra accoppiata di poesie di Neruda, anche queste facenti parte del gruppo di dieci che ho deciso di pubblicare per farle conoscere soprattuttto a chi non le aveva già lette anche perché meno famose.
Quindi non mi resta che augurarvi buona lettura e a chi vorrà anche buon ascolto.




PERCHE’ TU POSSA ASCOLTARMI

Perché tu possa ascoltarmi
le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.

Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.

E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.

Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.

Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.

Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.

Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.

Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.

E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.

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NON TI TOCCHI LA NOTTE

Non ti tocchi la notte né l'aria né l'aurora,
solo la terra, la virtù dei grappoli,
le mele che crescono udendo l'acqua pura,
il fango e le resine del tuo paese fragrante.
Da Quinchamalì dove nacquero i tuoi occhi
fino ai piedi creati per me sulla Frontiera
sei la creta oscura che conosco:
nei tuoi fianchi tocco di nuovo tutto il frumento.
Forse tu non sapevi, araucana,
che quando prima di amarti mi dimenticai dei tuoi baci
il mio cuore restò ricordando la tua bocca
e andai come un ferito per le strade
finché compresi che avevo trovato,
amore, il mio territorio di baci e di vulcani.

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Un blog di: fosco6
Data di creazione: 30/04/2006
 

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