LA VOCE DI KAYFA

Mastella: e se sulla fiction il ministro avesse ragione?

In più di un'occasione lo abbiamo criticato, spesso rasentando lo sberleffo, per alcune sue proposte di legge e per diverse discutibili dichiarazioni o azioni, ma ora è il momento di fare i complimenti al Ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella per aver aspramente criticato, su segnalazione di terzi, (lui personalmente pare non ne abbia vista nemmeno una puntata), la programmazione su Canale 5 della fiction su il capomafia Totò Riina IL CAPO DEI CAPO, definendola diseducativa, proponendone la sospensione.  L’intervento del Ministro, non nuovo a incursioni nel campo televisivo visto che già era intervenuto per rinviare la fiction Rai LA VITA RUBATA sulla figura di Graziella Campagna uccisa dopo aver identificato un boss latitante, spiegando di aver «fatto da postino rispetto ad una richiesta che veniva dal presidente della Corte d’Appello di Messina. L’ho girato al direttore generale della Rai, al presidente della commissione di Vigilanza e il direttore generale ha preso le sue buone misure», stigmatizza una volta di più quanto importante sia nel nostro paese instaurare una discussione seria sul tema dell’ etica dei media cui partecipino tutte le forze politiche e sociali perché nella nostra società attraverso i media, in particolare la televisione, volontariamente o involontariamente, si creano modelli di vita per i nostri figli, spesso in contrasto con quelli sani che noi genitori ci sforziamo di proporre loro.

Premesso che il film su Riina non l’ho visto perché non m’interessa la storia di un uomo come lui, in queste settimane in cui le puntate si sono susseguite, ascoltando i commenti di quanti hanno seguito la fiction mi ha sorpreso l’unanimità di giudizio da parte di un pubblico promiscuo: come si fa a trasmettere un film che esalta la figura di un boss della mafia? Che esempio si dà ai ragazzi?

Non dimentichiamoci di quanto è avvenuto nei mesi scorsi quando ragazzini, in gruppo o da soli, commettevano reati riprendendoli col cellulare per poi mostrare orgogliosi agli amici quanto avevano fatto, a volte mettendo il filmato in rete. A proposito a lungo si è dibattuto per capire il perché di ciò e la risposta era sempre la stessa: i modelli di vita che la società propone ai ragazzi sono pessimi. A seguire critiche a trasmissioni quali i reality show come IL GRANDE FRATELLO  che mostrano come si possa diventare famosi essendo volgari e ignoranti. Se a questo iniziamo ad aggiungerci una sequela di film su personaggi totalmente negativi definendoli “capo dei capi”, la frittata è fatta.

C’è un bellissimo film degli anni quaranta, di cui mi sfugge il nome, dove Spencer Tracy interpreta un prete che bada a un gruppo di ragazzini di strada che elevano ad eroe un boss del quartiere. Rendendosi conto di quanto i ragazzi mitizzino il criminale, in più di un occasione il prete si reca da lui chiedendogli di parlare ai fanciulli per convincerli a non seguire il suo esempio. Il boss, che gode di questa situazione, si rifiuta sempre. Ma quando viene arrestato, in tribunale, vedendo che tra i banchi del pubblico vi è anche il prete e i bimbi, una volta ascoltata la sentenza che lo condanna a lunghi anni di carcere, mentre i poliziotti lo scortano fuori dall’aula, passando d’avanti ai ragazzini e al prete inizia a piagnucolare e a dibattersi come una femminuccia deludendo le attese dei suoi fan’s, scoraggiandoli in quel modo dal seguirne le orme.
Presumo che Riina e altri boss non lo farebbero mai!

P.s.:
"Marco Ahmetovic il rom che, ubriaco, uccise con il suo furgone quattro ragazzi, è ai domiciliari ma scrive e fa il testimonial: su e-Bay, si vendono oggetti ispirati a lui. Riceve richieste di serate nei locali per non meno di 3 mila euro a notte. Mastella vuole sapere perché e manda gli ispettori."
Che altro aggiungere?...