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Napoli, benvenuti all'inferno!
Post n°794 pubblicato il 31 Ottobre 2009 da kayfakayfa
Ieri due grandi scrittori, Roberto Saviano e Claudio Magris, rispettivamente dalle colonne di Repubblica e del Corriere della Sera hanno commentato le scioccanti immagini del video dell’omicidio di camorra avvenuto l’altro ieri a Napoli nel Rione Sanità in pieno giorno. In particolari i due scrittori si sono soffermati sull’apparente indifferenza della gente, ripresa dal filmato, subito dopo il delitto; specialmente su quella donna che smuove e scavalca il cadavere come fosse un sacchetto della spazzatura inopinatamente posto sul suo cammino per controllare se sia effettivamente morto. Saviano entra nei dettagli del filmato, notando come questo delitto sia un’anomalia in quanto il killer agisce a viso scoperto e la vittima non lo nota affatto mentre entra nel bar, da cui uscirà subito dopo per ucciderlo, segno che l’assassino era un totale sconosciuto, probabilmente uno che veniva da lontano mandato da chi non si sa. Attribuendo alla paura quella che agli occhi dell’opinione pubblica mondiale appare come l’indifferenza di un popolo ormai abituato a convivere con la camorra. Concludendo che quelle immagini testimoniano che nella sua terra la vita di un uomo vale niente. Magris si tiene sul vago. Paragona alle tante guerre sparse nel mondo e all’attentato alle torri gemelle il delitto della Sanità, auspicando che la Chiesa compia un atto di coraggio e condanni pubblicamente dal pulpito le organizzazioni criminali e loro affiliati, annoverando tra questi anche chi sa ma tace per paura, sperando che così facendo si smuovano le oscienze di un popolo abituato a convivere con la morte.
Personalmente ritengo la decisione dell’autorità di polizia di divulgare sui media in versione integrale il video, nella speranza che qualcuno identifichi l’assassino, l’ennesima sconfitta dello Stato. La decisione infatti implica che alle autorità giudiziarie il killer è del tutto ignoto, così come lo era alla vittima. Pertanto ciò induce a pensare che o egli sia un cane sciolto in azione per chissà quale recondito motivo personale – questioni di cuore? -; oppure un nuovo affiliato a chissà quale clan in lotta contro la vittima, mandato allo scoperto perché del tutto ignoto. In entrambi i casi la sconfitta dello Stato è rappresentata dalla divulgazione del video evidente attestazione che gli inquirenti non hanno altri elementi su cui lavorare, malgrado l’inequivocabilità delle immagini, se non affidarsi alla speranza che qualcuna decida di rompere il muro di omertà che cinge la società. Gli avvenimenti giudiziari e politici di queste ultime settimane da cui risulterebbero indizi che attesterebbero quanto forte sia la collusione della politica con la criminalità organizzata – vicenda Mastella/UDEUR/casalesi che ha portato al rinvio a giudizio e all’interdizione dal suolo campano di lady Mastella, presidente del consiglio regionale della Campania; il caso Cosentino relativo alla scelta dei candidati del PDL per le regionali in Campania nel 2010; vicenda Spatuzza/Dell’Utri/Berlusconi, dove il pentito di mafia Gaspare Spatuzza indica l’attuale Presidente del Consiglio e il senatore del PDL referenti politici della mafia per trattare con lo Stato all’epoca in cui furono uccisi i giudici Falcone e Borsellino e le loro scorte, cui seguì la cosiddetta fase delle stragi mafiose; rappresentanti delle forze dell’ordine che filmerebbero un politico mentre si intrattiene intimamente con un trans per poi ricattarlo. Considerando tutti questi episodi che lascerebbero intendere che tra mafia e alcuni organismi dello stato vi sarebbe uno stretto rapporto di collaborazione, o quanto meno che alcuni organi dello stato agirebbero in maniera simile alla mafia, è evidente che nell’attimo in cui un killer agisce tra la folla la gente anziché intervenire fugga o finga indifferenza, non curandosi del cadavere, perché non vedere è l’unica carta di credito per sopravvivere serenamente in questo fottuto mondo. Sull’indifferenza dei napoletani si è già tanto disquisito quando lo scorso giugno durante un agguato di camorra alla Pignasecca, per errore fu ucciso un musicista rom. Anche allora il filmato delle telecamere a circuito chiuso della ferrovia cumana mostrarono la gente fuggire mentre la moglie del povero zingaro chiedeva inutilmente aiuto. E anche allora si parlò d’indifferenza dei napoletani davanti alla violenza, o è preferibile dire?, potere criminale. Eppure tante sono le denunce da tutta Italia di episodi di violenza cui la gente ha assistito senza mai intervenire, da Palermo a Bolzano! Eppure si accusano di indifferenza solo i napoletani. Signori quella che tanti di voi chiamano indifferenza è paura figlia della sfiducia che la gente nutre sempre di più nella politica e nelle istituzioni. Se nelle istituzioni c’è chi trova inutile la scorta a Saviano, reputandola uno spreco di denaro pubblico, e vorrebbe levargliela -malgrado sia noto a tutti che i casalesi hanno condannato a morte lo scrittore per aver scritto su di loro senza peli sulla lingua - mi spiegate con che criterio un cittadino onesto, che fatica a tirare la carretta per portare avanti la famiglia, non dovrebbe mostrarsi indifferente al cospetto della morte violenta quando è solo affrontandola con apparente indifferenza che si può esorcizzare il timore che essa incute negli animi di chi è consapevole di vivere all’inferno? |
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