LA VOCE DI KAYFA

Rai-Mediaset che inciucione!

Confesso che la notizia apparsa ieri su La Repubblica de “L’alleanza segreta tra Rai e Mediaset”, con la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche che la proverebbero, non mi ha suscitato né sdegno né timore per una presunta crisi della democrazia nel paese perché, dopo l’inchiesta su i furbetti del quartierino , in cui fu coinvolto l’ex marito di Anna Falchi Stefano Richucci, dai verbali d’interrogatorio dell’imprenditore romano ex odontotecnico (ancora nessuno mi ha spiegato come possa un odontotecnico assurgere, nel giro di pochi anni, a imprenditore immobiliare), risultava palese un agire comune sottobanco tra i leader della maggioranza dell’epoca (centrodestra) e quelli dell’opposizione (centrosinistra) per spartirsi la “torta” senza scontentare nessuno. Da quelle deposizioni risultò chiaro come i nostri “amati” politici pubblicamente recitassero di farsi la guerra affinché uno schieramento si affermasse sull’altro, ma in realtà dietro le quinte si davano la mano, facendo affari in comune in barba a tutti quegli italiani che si illudevano, e continuano ad illudersi, che in Italia davvero esistono due poli contrapposti che si scannano tra di loro per il bene della nazione!

Per quanto riguarda l’assetto televisivo nazionale, l’accusa che da più fronti politicamente lontani dal centrodestra si fa al centrosinistra è quella di non aver emanato a suo tempo una legge sul conflitto d’interessi, né di adoperarsi a emanarla ora che è nuovamente al governo. Perché? si chiedono in tanti. Il silenzio in cui si trincerano i leader del centrosinistra quando gli si pone la questione, (durante i funerali di Enzo Biagi, lo stesso Prodi zittì allorché Sandro Ruotolo, l’inviato di Anno Zero, gli chiese spiegazioni a riguardo) mi sa tanto di silenzio/assenso: a parole tutti condannano la situazione conflittuale in cui si trova Berlusconi ma nei fatti nessuno si azzarda a fare la prima mossa per trovare una soluzione a un’anomalia tutta italiana. Perché?

Quello che presumo per La Repubblica dovesse rappresentare uno scoop, a mio avviso è solo un “semplice scopino” per sollevare un polverone, forse perché si vuole distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica da questioni ben più gravi come il crescente potere delle banche nel paese, con evidenti ripercussioni negative sulla vita di tanti cittadini, soprattutto di coloro che ebbero l’infausta tentazione di fare un mutuo a tasso variabile e che oggi, per via dei crescenti tassi d’interessi, faticano a onorarlo. O su i presunti legami tra politica-massoneria-criminalità organizzata che hanno portato al siluramento da parte del guardasigilli Mastella del giudice De Magistris perché stava conducendo un’inchiesta attienente al "tema" dove risultano indagati lo stesso Mastella e Prodi, o dei legami tra politica e finanza, in cui sarebbero implicati Fassino e D'Alema, e che tanti grattacapi hanno creato e stanno creando al gip Clementina Forleo titolare dell'inchiesta. E, soprattutto, appare come una vera e propria zappata sui piedi datasi dal centrosinistra in quanto, se davvero fosse che Berlusconi avesse lottizzato la Rai,  mettendo persone fidate nei punti nevralgici dell’azienda per garantirsi un palinsesto in sintonia con quello di Mediaset in modo da esaltare o comunque non ledere la propria immagine pubblica, tacitamente ciò significherebbe che i leader del centrosinistra non valgono niente o ben poco visto che non sono stati in grado di fronteggiare adeguatamente una situazione che, stando alle dichiarazioni riportate sui giornali, era evidente a tutti o quasi! E inoltre tutto questo non dimostra l'inefficacia della commissione di vigilanza Rai, o si deve pensare che la vigilanza vigila solo su quello su cui le si "chiede" di vigilare, chiudendo un occhio, anzi entrambi su questioni ben più spinose? Oppure, cosa ancor più grave, dobbiamo credere che, pur a conoscenza di quanto stesse accadendo alla Rai, i signori del centrosinistra non se ne preoccupavano più di tanto perché, in fondo, il tutto rientrava in quella "normale" logica di spartizione che accomuna i rappresentanti dei due poli allorché si ritrovano nell’intimità dei salotti, lontani da occhi e orecchie indiscreti?

È di ieri la notizia che il 30 novembre Veltroni incontrerà Berlusconi per discutere su un’eventuale riforma della legge elettorale e di altre riforme da farsi con urgenza per IL BENE DEL PAESE! Ma non fu proprio Berlusconi, qualche giorno prima della “rivoluzione” di Piazza San Babila dove dichiarò conclusa l’esperienza della CDL, annunziando l’avvento di un nuovo partito (visto l’approssimarsi del Natale, mai annunciazione, pardon, annuncio fu più azzeccato!), ad affermare che con Veltroni non avrebbe mai dialogato?

Meditiamo, gente, meditiamo!