Riflessi nel vento

Post N° 4

Oggi mi sono scoperta a godere di un momento piacevolissimo... me ne compiacevo a mia insaputa, è buffo, e quando mi sono accorta di me che mi beavo, ho sorriso di questo strano spiarmi...
il fatto è che, vivendo in campagna, c'è un meraviglioso ambiente in cui sei immersa, ma non è poi così pacifico come di solito si pensa...
eh si perchè, i trattori che arano, i cani che abbaiano, le macchine che passano (perchè ci sono anche qui!), la bambina dei vicini che crede sordi i genitori creano un bel po' di suoni d'ambiente, ma che devi fare, dopo un po' ci fai l'abitudine...
eh già, perchè anche in casa tua non si scherza: la famiglia parla, eccome se parla, urla, ride, piange, ascolta radio, tv, il telefono squilla, l'aspirapolvere romba, il citofono suona...
e io sono lì ad interagire con tutte queste fonti creatrici di suoni, e anch'io collaboro egregiamente all'orchestra casalinga quotidiana...
Anche questo riesce ad essere metabolizzato dal nostro cervello, siamo dediti all'adattamento, così anche tutto questo diventa rumore di fondo finchè, una mattina, mentre studi in sala, stranamente concentrata, ti ritrovi l'attenzione distolta da una quiete... che urla...
nessuno in casa, radio e tv spente, citofono e telefono taciturni, cani... dormienti? e la figlia dei vicini... Dio, grazie di aver creato la scuola!
Ti ritrovi in questo ambiente pieno di silenzio, sembra riempire gli angoli della stanza, prendi coscienza della tua presenza come unico potenziale elemento di disturbo di tutta la situazione, e senti che se solo emettessi un suono, profaneresti una cosa perfetta, sacra...
un silenzio perfetto.
Sospesa in questa sensazione, devo dire, mi sono crogiolata parecchio, ti senti in un non-tempo... finchè non telefona mamma per dirti di mettere su l'acqua per la pasta.
E' come una "culata" per terra, rientri nella tua dimensione, ma, in fin dei conti, devi pur mangiare!