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I LEGITTIMI EREDI DI NERONE

Post n°696 pubblicato il 27 Giugno 2014 da rteo1

I LEGITTIMI EREDI DI NERONE

Lo so che è una vecchia polemica, che ogni tanto ritorna, soprattutto quando si prova un po' d'amarezza per essere stati esclusi dalle qualificazioni ai mondiali di calcio.

Personalmente, però, credo di essere al di sopra di ogni sospetto: ho sempre sostenuto che il calcio, l'arte, in genere, e i sollazzi vari, vengono dopo le cose "serie della vita", ossia quelle di poter mettere il piatto a tavola e di avere un lavoro dignitoso da cui trarre un reddito che consenta di vivere senza vendere la propria libertà.

Nella Grecia classica le predette attività non erano considerate granchè, anche se al vincitore dell'Olimpiade si riconoscevano molteplici privilegi.

Nei tempi moderni, invece, come presi da una follia collettiva, si riconoscono a persone che "lavorano con i piedi" trattamenti economici stratosferi, che pure un folle avrebbe qualche esitazione a pagare.

Eppure la stragrande maggioranza dei cittadini che frequentano gli stadi, o che guardano il calcio alla TV mediante abbonamenti costosi, sembra che non se ne rendano conto. E neppure vogliono sentir parlare del giro di affari che ci sta intorno e delle gestioni poco chiare anche delle tifoserie.

Se un popolo si misura in base ai suoi costumi sociali la fotografia della nostra epoca è eloquente: siamo dei legittimi eredi di Nerone!

lLa riflessione che precede è scatutirta dalla lettura del sito  http://www.funweek.it/people/sgarbi-contro-gli-stipendi-doro-dei-calciatori.php che riportava il seguente titolo: <<Sgarbi contro gli stipendi d'oro dei calciatori: Così pieni d’oro non gli importa niente di vincere o di perdere. Perché dare un milione e mezzo a Prandelli? (...) Non so quanto prenda Balotelli però… o vince o v***>>.

 
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Commenti al Post:
gabrielliluca
gabrielliluca il 29/06/14 alle 13:15 via WEB
io ho sempre ritenuto il tutto un vero schifo, e fondamentalmente dire che siamo eredi legittimi di Nerone è il quadro migliore per intendere la bassezza di intenti e comprensione di cui siamo diventati in grado di vestirci. Milioni di euro a individui svelti di piede, milioni di mediocri che in virtù dello sport del cuore dimentica qualunque altra priorità, stessi mediocri che però il giorno dopo, al bar, si lamenta dei miliardi che guadagnano i propri idoli definendoli con avverbi feroci e poco lusinghieri. L'equivalente che sparare al proprio custode e pregare l'aguzzino. Come seppellirci da soli in una fossa dove amare ed odiare un sistema che ci corrode mentre sembra farci il solletico. E nessuno sembra rendersene conto, e seppure glielo spieghi ti prendono per scemo. Sai allora che c'è? preferisco una camicia di forza che la televisione ad inebetirmi! Ciao Rteo.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 30/06/14 alle 11:37 via WEB
La camicia di forza andrebbe messa ai governanti, non a te e a quelli come te (tra cui includo anche me). Il nostro è un sistema malato, ma la malattia viene da lontano e non è stata mai adeguatamente curata. Il potere è un male in sè quando è separato dalla giustizia sociale, dall'equità, dall'eguaglianza. La legalità come fine del potere è il cancro del sistema, perchè la legalità dei filosofi greci era anche etica, morale, vincoli cui si sono sottratti gli odierni governanti. Il calcio è la migliore espressione della decadenza di un popolo, quando viene esaltato e irrazionalmente remunerato di fronte a problemi generali di perdita dei posti di lavoro e di aziende che chiudono.
(Rispondi)
 
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 02/07/14 alle 09:12 via WEB
Ritengo però che il 90% abbondante della colpa debba ricadere su di noi, sul uomo-pecora, che seppur avvilito, disoccupato, schiavo e prono, mai si dimentica di sintonizzarsi sul canale calcio, o anche, magari, farsi prestare i soldi per rinnovare l'abbonamento a sky. Ritengo sempre, anche in questo caso, che l'unica speranza (e gioia per il sottoscritto) sia vedere arrivare Cristo, scortato da Raffaele, Michele e Gabriele, armati fino ai denti che danno fondo ad una violenza legittimissima! Io starò seduto in terrazza a guardare, ti tengo un posto caldo e una birra fresca?
(Rispondi)
 
 
 
rteo1
rteo1 il 02/07/14 alle 12:39 via WEB
Ti ringrazio per l'invito. Ma possiamo stare a guardare ? Il Cristo che ritorna meriterebbe tutta la nostra attenzione e la piena disponibilità. Mi ricorda il dialogo (mologo) tra il Cardinale inquisitore e Colui che era tornato, nel famoso romanzo di Dostoevsckij "i Fratelli Karamazov". Io, però, non gli direi che la colpa è sua, nè lo inviterei ad andarsene e a lasciare fare a coloro che si sono assunti il ruolo di completare e migliorare la sua opera. Gli chiederei, invece, perchè siamo stati fatti così ?
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 02/07/14 alle 19:31 via WEB
giusto, te l'appoggio. allora sediamoci ad aspettare la venuta. Non credo che nel frattempo potremmo fare nulla di più. Magari giusto continuare a parlare a chi non sa ascoltare, sapendo si che non sa ascoltare, ma giusto per il gusto, forse, di poter dire un domani "te l'avevo detto!!!" ahAHahAH! scherzi a parte: al lavoro, c'è un mondo da educare!
(Rispondi)
 
 
 
rteo1
rteo1 il 04/07/14 alle 13:18 via WEB
Non è importante seminare un campo di grano, ma mettere un seme nel terreno, dopo averlo arato e preparato per la semina. Le imprese "grandi" non esistono. La terra osservata dal cosmo non la vedi. siamo tutti dei quanti.
(Rispondi)
malware_jinx
malware_jinx il 07/07/14 alle 11:41 via WEB
Lasciami dire che sono pienamente d’accordo con te. Non è piaggeria. E’ una questione di vedute che collimano. Io non sono interessato al calcio, ma diciamo che, in un campionato del mondo, la squadra nazionale la seguirei volentieri. …Se solo fossi convinto di vedere professionisti e campioni, non dilttanti allo sbaraglio o ragazzotti immaturi con qualche talento sporadico. Purtroppo, questo è, da sempre, un oppio somministrato al popolino, allo scopo di distoglierlo dalle sciagure in atto o incombenti nel paese. La gente non se ne rende conto (o preferisce metter la testa nella sabbia) e continua a riempire i bar di chiacchiere. Ciao, jx
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 10/07/14 alle 10:26 via WEB
Mi fa piacere prendere atto che non sono il solo a pensare che primum vivere deinde philosophari. Il calcio, così come tutti gli sports, sono necessari per la vita degli uomini ma non possono porsi in vetta alle priorità, quando ci sono persone che vivono una vita di stenti (si dice anche da cani, con tuto il rispetto). Mi rifiuto di sentire che ci sono giovani che guadagnano cifre da capogiro perchè in grado di metter in rete in pallone, e che sono invidiati da tantissimi altri giovani perchè hanno tantissime veline poronte a cadere tra le loro braccia. A dirla tutta, ora mi rifiuto anche di accettare di pagare un sistema politico che sta virando verso l'autoritarismo, allontanandosi dalla società, che sperpera risorse pubbliche come se fossero proprie, private.
(Rispondi)
 
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 10/07/14 alle 18:27 via WEB
stamattina ripensavo a quando i calciatori hanno minacciato di SCIOPERARE!!! scioperareeeeee, ma ci rendiamo conto o no? il calcio è diventato necessario come un bene primario se i calciatori possono permettersi di dire "io sciopero", è diventato indispensabile come il pane. Forse se fanno sciopero i panettieri non ci fa neanche caso nessuno, Ma se minacciano sciopero i calciatori scoppia il caos. Mi pare veramente una questione di demenza dilagante.
(Rispondi)
 
 
 
rteo1
rteo1 il 11/07/14 alle 10:45 via WEB
Hai pienamente ragione. Credo che una causa sia da ricercare nel "morbo della mucca pazza"; un'altra è certamente genetica; infine, c'è quella culturale: i Greci avevano le olimpiadi, i romani le arene, ma per entrambi i popoli, che hanno formato la cultura dell'occidente "neolatino", i ricchi avevano l'onere di offrire le feste al popolo, che così doveva meglio sopportare le angherie del potere. Lo sport, quindi, è "l'oppio dei popoli" (parafrasando K. Marx).
(Rispondi)
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