Creato da rteo1 il 25/10/2008
filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Febbraio 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

- PAESAGGI DELLANIMA
- Donne
- back to black
- Van&igrave;...
- filtr
- annavera
- magica
- mediterranea
- ~ Anima in volo ~
- A= Amicizia
- Per me
- La mia dimensione
- Anna
- ASCOLTA IL TUO CUORE
- arcobleno blu
- Lampi di follia 2
- vita di una donna
- KRISTALL
- Silenzio
- L antro di Morgana
- TRIKELIA e dintorni
- Al di la del mare
- Ginevra...
- CREATIVECHARME
- CHE MONDO DI CARTA!
- MARCO PICCOLO
- putpurr&igrave;
- principessabionda
- Mary
- A LADYBUGS LIFE
- La Ballerina Triste
- pensa e sogna
- Cenerentolasiribella
- la vita mia
- DIAMONDS
- LA SCIENZA
- le mie giornate
- VOLARE...ALTO
- Da Bruco a Farfalla
- misteriosa
- SWEET WOMAN
- Calamity Jane
- Ariannaeil Minotauro
- Il bianco e il nero
- BLOG PENNA CALAMAIO
- MINICAOS IN LIBERTA
- Volto in pensiero
- anima libera
- Mi viene il vomito
- GOCCE DI CRISTALLO!!
- EMOZIONANDOMI.......
- ..MaNo NeLLa MaNo..
- Sale del mondo
- interrogativi
- Urlo di Farfalla
- SONO LIBERA.........
- VOCE IN CAPITOLO
- sciolta e naturale
- tuttiscrittori
- sognami
- La vita &egrave; meraviglia
- 3menda
- ...r&eacute;veil en Italie
- chioscofelice
- dagherrotipi
- Suggestioni effimere
- ARIA FRESCA...
- LADY NOTTE
- Origami
- Red Rose
- Rever
- DURA LEX, SED LEX
- La Specola
- buonagiornata
- C&egrave; stato un prima
- Anima on line
- my blog femminile
- La farmacia depoca
- IL MIO MONDO BLOG
- ...STREGATA...
- ADORO ROMA
- Angolo Pensatoio
- tsunami di emozioni
- ECHI
- UTOPIAPOSSIBILE
- antropoetico
- A R T E
- Le note dellAnima !
- VOLANTINAGGIO
- sous le ciel de ...
- omerostd
- PROLAK
 
Citazioni nei Blog Amici: 30
 

Ultime visite al Blog

xzsaxzsarteo1ElettrikaPsikeaost55bisou_fatalmonellaccio19luigicavallaromisteropaganopostivamorino11acer.250cassetta2studiolegalerussiprefazione09
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Febbraio 2014

IL FALLIMENTO DELLO STATO

Post n°670 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da rteo1

IL FALLIMENTO DELLO STATO

Quando un debitore diventa insolvente, cioè quando non può pagare più i suoi debiti ?

Non vi è dubbio che tale situazione si verifica quando il valore del suo patrimonio mobiliare e immobiliare è inferiore all’entità del debito da pagare.

Ma lo Stato è soggetto alla stessa regola, cioè può diventare insolvente ?

Fino a poco tempo fa era del tutto impensabile che uno Stato potesse “fallire”, ossia che non fosse più in grado di onorare i suoi debiti, ma da quando è diventato di conoscenza comune che esiste anche il “debito sovrano”, cioè dello Stato, tutti i cittadini hanno ben compreso che anche questo rischio è possibile.

E allora, se ciò è possibile, occorre domandarsi come possa accadere che uno Stato diventi un debitore insolvente.

Lo Stato, come è noto, raccoglie le proprie entrate mediante i tributi (imposte, tasse e contributi) e per perseguire i fini pubblici spende tali entrate.

Nessun debito risulta possibile fintantoché vi è un pareggio tra le entrate e le spese (uscite).

Può, però, accadere che per particolari esigenze impreviste (ad es. calamità naturali, belliche, ecc.) si renda necessario chiedere un prestito, riconoscendo al creditore un interesse.

Mai, ovviamente, potrà accadere che il prestito sia chiesto per pagare stipendi esorbitanti (ad. es. un milione di euro all’anno ai funzionari pubblici), indennità cospicue (come quelle dei parlamentari e dei consiglieri regionali), vitalizi senza relativi contributi (come per la casta dei politici e nel passato anche dei sindacalisti), e ogni altra elargizione senza alcun controcorrispettivo, perché ciò non sarebbe sensato, anzi sarebbe da squilibrati, da minorati mentali, nel qual caso si dovrebbe chiedere conto a chi lo ha fatto (anche se nella funzione di capo del governo, di ministro, di presidente della regione, di sindaco, ecc.) e confiscargli il patrimonio privato, perché la sua prodigalità sarebbe una grave responsabilità.

Ma che cosa succede se, per sventura, tra i cittadini e i governanti ci sia stata “collusione” (una sorta di sodalizio malavitoso dove la regola è stata “ mangia tu che mangio anch’io”) e che purtroppo il danno è stato ormai fatto, nel senso che è stato accumulato  un debito ormai insopportabile per distribuire a destra e a manca risorse che non erano giustificate e che non si possedevano ?

Al di là di quello che sarà l’esito finale (che potrebbe anche portare al fallimento dello Stato) è fuori di dubbio che la prima cosa da fare è quella di abbattere tutti gli stipendi, indennità e vitalizi faraonici, ripristinando un giusto rapporto (di uno a cinque, al massimo) tra la paga giornaliera di un operaio e la retribuzione (o corrispettivo) da riconoscere a qualunque cittadino che svolga funzioni apicali nell’ambito della pubblica amministrazione e delle istituzioni pubbliche.

Occorre, poi, sviluppare l’economia, rimettendo al centro del sistema l’attività produttiva, la ricerca scientifica e tecnologica, collocando in posizione secondaria tutte le attività di servizio, tra cui quelle politiche elettive e istituzionali, che dovranno essere in giusta proporzione con le prime (non è possibile, infatti, avere tante assemblee, organismi e istituzioni con eccessivi componenti, caricando così  tanti cittadini improduttivi, e a volte superflui, sopra il nucleo produttivo).

I rimedi, che precedono, dovranno consentire di recuperare delle risorse da destinare alla estinzione del debito, e ciò dovrà includere anche la possibilità di rinegoziare gli interessi e allungare le scadenze delle rate dando garanzie ai creditori di serietà e di voler onorare i debiti.

Se, invece, ci si dovesse comportare diversamente l’esito finale sarà senz’altro scontato: il fallimento dello Stato, ossia dei cittadini.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

UN REFERENDUM CONFERMATIVO DELL’INDENNITA’ PARLAMENTARE

Post n°669 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da rteo1

UN REFERENDUM CONFERMATIVO DELL’INDENNITA’ PARLAMENTARE

L’indennità parlamentare quando può ritenersi congrua e chi lo deve stabilire ? L’art.69 della Carta costituzionale sancisce che “I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge”. E’ la legge, quindi, e cioè chi ha il potere legislativo, ossia il Parlamento a “stabilirne” l’importo. E’ del tutto evidente “il conflitto d’interessi”, e non vale addurre giustificazioni politiche, nel senso di sostenere che in tale modo si garantisce l’autonomia e l’’indipendenza del Parlamento dagli altri poteri dello Stato. Trattasi, in verità, di una discrezionalità che può facilmente sfociare nell’arbitrio, per cui, non essendoci alcun limite esterno, il Parlamento ben potrebbe serenamente fissare tale indennità anche a parecchi milioni di euro e questo sarebbe “legale” siccome previsto dalla legge. E’, quindi, del tutto evidente l’anomalia del sistema vigente, che perciò va corretta, perché è anch’essa causa del dissesto finanziario in atto (a cui vanno aggiunte, ora, anche le indennità dei consiglieri regionali approvate con proprie leggi). Tutti coloro che hanno un minimo di cultura di base sanno bene che originariamente, quando la democrazia era quella vera, ossia la forma diretta, cioè che tutti i cittadini liberi partecipavano alle deliberazioni della città, della Comunità, non era prevista alcuna indennità perché la partecipazione era un dovere civico. Solo in epoca successiva, quando si constatò che molti cittadini poco abbienti non potevano permettersi il lusso di perdere una giornata di lavoro (le assemblee a quel tempo deliberavano tutto in un giorno!) fu prevista una paga giornaliera pari alla paga percepita dagli artigiani, perché era la categoria meno stimata dalla cultura del tempo. Ne deriva da ciò che il sistema previsto oggi dalla Costituzione deve essere necessariamente cambiato e rimetterlo in linea con la tradizione democratica ma anche col buon senso. Le assemblee elettive e le cariche politiche costituiscono ora un fardello insopportabile per la collettività perché sono scollegate da qualunque rapporto “costi-benefici”, e non valgono a giustificare i costi la “produzione di leggi” perché di queste (di molte leggi) se ne farebbe volentieri a meno (Platone sosteneva che le leggi devono essere poche, ma essere osservate). Ogni comunità, se non vuole collassare, deve necessariamente porre al suo centro la produzione, che costituisce la sua unica e vera ricchezza, e in base all’entità di questa deve decidere come distribuirla. E deve essere direttamente la Comunità-produttiva a stabilirlo e nessun altro, perché in questo campo non vi può essere alcuna delega o esercizio del potere di rappresentanza. Come, infatti, non vi può essere nessuno che spenda i soldi di un privato cittadino, senza che egli lo decida, così non vi può essere nessuna istituzione pubblica che possa disporre liberamente delle risorse per riconoscersi qualsiasi indennità senza che vi sia un’autorizzazione esterna di chi deve farsene carico. Non vi è dubbio che a tutte le attività improduttive, tra cui le principali sono senz’altro quelle politiche, elettive, anche dette per concorde finzione sociale “rappresentative”, deve essere riconosciuto il minimo possibile di risorse, e gli stessi organismi devono necessariamente essere ridotti nel numero e nei componenti. In Italia, invece, forse per effetto del morbo della “mucca pazza”, si è verificato un cataclisma organizzativo, cosicché si è provveduto impunemente alla creazione continua e dissennata di organismi politici ad ogni livello e anche sullo stesso piano, i quali, però, essendo improduttivi hanno sottratto, e continuano ad assorbire, risorse utili e necessarie per consentire una vita dignitosa ai cittadini (in particolare quelli che producono cose reali, ovviamente, e non di puro servizio). E come se ciò non bastasse il proliferare di organismi politici è avvenuto anche in ambito Europeo e delle Nazioni Unite, che ha ulteriormente aggravato la situazione finanziaria pubblica. Occorre, per questo, cambiare urgentemente rotta,e tanto per cominciare bisogna apportare una modifica al succitato art.69 della Costituzione prescrivendo che l’indennità dei Parlamentari prevista dalla legge deve essere sottoposta a “Referendum confermativo” da parte della maggioranza dei cittadini. E’, questo “un primo piccolo passo, ma un grande passo per l’intera Umanità”.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'ESERCITO DA CHE PARTE DEVE STARE ?

Post n°668 pubblicato il 21 Febbraio 2014 da rteo1

L'ESERCITO DA CHE PARTE DEVE STARE ?

I FATTI DI KIEV (E PRIMA ANCORA QUELLI DELL'EGITTO, SEBBENE IL FOTOGRAMMA PIU' AVVINCENTE E COMMOVENTE RIMANE QUELLO DI PIAZZA TIENANMEN) PONGONO AI CITTADINI ANCORA LIBERI DELL'EUROPA UNA DOMANDA : DA CHE PARTE DEVE STARE L'ESERCITO QUANDO IL POPOLO, O UNA PARTE, SI SOLLEVA CONTRO CHI ESERCITA IL POTERE DI GOVERNO ?

INTERROGARSI E' UN BUON ESERCIZIO, E PRENDERE ATTO DI CIO' CHE IN GENERALE SI PENSA SUL PROBLEMA, PUO' ESSERE SENZ'ALTRO UTILE, SIA PER APPRENDERE DA CHI DIMOSTRI DI AVER BEN CHIARO IL SISTEMA POLITICO E L'APPARATO ESECUTIVO, SIA DA CHI MANIFESTI LA SUA PROFONDA IGNORANZA, SE NON ALTRO PER CAPIRE IN CHE CONTESTO SI VIVA, CON CHE CONCITTADINI SI HA LA SORTE (DI CERTO NON BUONA) DI CONVIVERE. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

COUNTDOWN

Post n°667 pubblicato il 20 Febbraio 2014 da rteo1

COUNTDOWN

Un messaggio su internet ha lanciato l’allarme sul pericolo per i cittadini della perdita di qualunque libertà a causa del “club Gutenberg” che sta operando per stabilire un nuovo ordine mondiale. Non si comprende, però, di quali libertà si tratti, dal momento che sono molti, ormai, gli Stati che le hanno quasi del tutto azzerate, soprattutto in ambito elettorale ed economico. Intanto in Italia la notizia del giorno è ferma sulle consultazioni di Renzi e sulla sua futura squadra di governo, che per linee generali sarà la fotocopia di quello precedente presieduto da Letta (che è già caduto nel dimenticatoio), di certo vi sarà corrispondenza per quanto concerne la maggioranza che lo dovrà sostenere (era, quindi, soltanto una questione di conducente del mezzo, a quanto pare, se si esclude l’ipotesi della “guerra fratricida”). Anche il conflitto diplomatico con l’India, la quale sta rivelando tutti i limiti di una cultura emancipata dal colonialismo inglese, sta sotto i riflettori e sta rendendo il caso dei due militari italiani un vero e proprio romanzo Kafkiano dove si  elaborano accuse fantasiose e farneticanti (reato di terrorismo contestato a chi agisce su mandato ONU e U.E. per la lotta alla pirateria!) e con irresponsabile disinvoltura si rinviano di settimana in settimana le udienze del processo che pende dinanzi ad una “Corte fantasma”. Ma c’è, poi, anche il grave problema della disoccupazione giovanile e della crisi economica che sta mettendo in ginocchio il sistema produttivo e molte aziende stanno chiudendo i battenti mentre i tagli dei costi della politica non solo non diminuiscono  ma aumentano perfino. E non va neppure dimenticata la favola della legge elettorale, che dopo una gravidanza sofferta ha dato alla luce il c.d.  “italicum”, che forse sarebbe meglio definire “Tombola” ,  che se dovesse essere approvata dal parlamento, così come è stata elaborata, farebbe rimpiangere quella dichiarata incostituzionale dalla Corte. E tutto questo, mentre il quadro politico è in forte fermento con scissioni e fibrillazioni, senza che qualcuno si renda conto che ormai nessuno rappresenta più nessuno, neppure se stesso. Il dramma, però, è che la gente cosiddetta “comune”, ossia tutti quei cittadini alle prese con i problemi quotidiani, non ha più un orizzonte, una speranza, e ogni giorno che passa si rende sempre di più conto che la realtà non è quella che si vive e si respira nelle stanze delle istituzioni; che tutti, ormai, stanno svolgendo il proprio ruolo nella finzione, come se il mondo fosse soltanto un videogiochi, oppure un teatro, come quello di Sanremo, da dove si diffondono melodie con tutti i mezzi di comunicazione, ma che purtroppo non hanno alcun potere terapeutico e forse fanno anche adirare i cittadini in difficoltà per i notevoli costi a carico del canone di abbonamento. La realtà, comunque, non la si può facilmente cancellare, e prima o poi essa s’impossessa del suo spazio, e così si è costretti ad aprire gli occhi di fronte agli innumerevoli cataclismi che con sempre maggiore frequenza si stanno abbattendo sui territori. Essi sono il segno evidente di una malattia terminale che ha colpito l’intero pianeta e che ormai nessuna terapia potrà più servire per la guarigione. Newton, che nel campo dei calcoli non era secondo a nessuno, nel decifrare dei messaggi profetici, pervenne alla conclusione che entro il 2060 il pianeta terra subirà degli sconvolgimenti radicali con gravi conseguenze sugli esseri viventi. Ognuno può ben ritenere che anche Newton, così come precedentemente i Maya, si sia lasciato prendere dalla fervida immaginazione; eppure i segnali di questi ultimi tempi lasciano pochi dubbi: inondazioni su larga scala, terremoti, eruzioni vulcaniche, mentre la temperatura terrestre sta ormai aumentando e i fenomeni atmosferici si stanno estremizzando. E l’andamento del clima si ripercuote anche su tutti gli esseri viventi che stanno cominciando a dare segni di squilibrio, che si riflettono anche sui regimi politici elaborati dalle menti limitate degli uomini. Si può perciò sostenere che è ormai partito il “countdown”, per cui la migliore soluzione è solo quella di trovare la risposta dentro di sé, ma bisogna avere il coraggio di cercarla.  

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963