Creato da rteo1 il 25/10/2008
filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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Messaggi di Maggio 2015

COMPAGNI POLITICI IMBARAZZANTI

Post n°751 pubblicato il 14 Maggio 2015 da rteo1

COMPAGNI POLITICI IMBARAZZANTI

Il Presidente del Consiglio ha detto che molti nomi dei candidati nelle liste collegate a quella del candidato a presidente della Regione Campania “sono imbarazzanti”, e che “anche lui non li voterebbe”. Ha anche detto, poi, che “la lista del PD è composta di persone perbene”.

Non ho elementi per contraddire quanto detto dal “Capo del Governo” ma lo stesso vale per quanto detto da Saviano, che è sicuramente un cittadino al di sopra di ogni sospetto circa il suo impegno nella lotta contro la camorra e i “casalesi”, tenuto conto anche del rischio che egli stesso personalmente corre per l’impegno profuso che lo rende certamente un cittadino esemplare.

Una domanda, comunque, “sorge spontanea”: ma una persona perbene può farsi accompagnare da un sospettato di collusione con la camorra ?

In altri termini, se una persona è “perbene” non lo è anche perchè non si affianca a persone “Non perbene” ?

Un tempo si diceva «dimmi con chi vai e ti dirò chi sei». Non è più così ?

Lo slogan corrente del PD è  «mai più ultimi», ciò che conta è vincere.

Io che ho scritto un elogio sugli ultimi, e anche il Vangelo li valorizza dicendo che «gli ultimi saranno i primi», mi chiedo: ma quale modello di società si vuole realizzare ? Si può mettere insieme il vizio e la virtù ? E quale messaggio si dà ai giovani, che dovranno organizzare lo Stato del futuro ?

http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/1119270/La_riforma_del_bicameralismo

 
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La “monarchia” rappresentativa e parlamentare e la democrazia.

Post n°749 pubblicato il 08 Maggio 2015 da rteo1

b) La “monarchia” rappresentativa e parlamentare e la democrazia.

Dalla norma che precede (art.1 Cost.) si trae, altresì, che “la monarchia” è anche rappresentativa e parlamentare: «La democrazia svedese… si realizza per mezzo di un regime costituzionale rappresentativo e parlamentare… ».

E’ mezzo e non fine, così come gli altri poteri di governo dello Stato.

La disposizione riproduce in altri termini e trasferisce nell’attualità l’esperienza storica già parte del patrimonio di altri Stati, come ad es. quello dell’Inghilterra, che con la Corona (la Regina) fa coesistere il Parlamento, composto, a sua volta dalla Camera dei Comuni (la Camera politica per eccellenza che sceglie il premier e dà la fiducia al Governo) e dalla Camera dei Lords (costituita da appartenenti  ai ceti ecclesiastici e nobiliari) in perenne conflitto per la contesa della preminenza politica.

Anche in Italia, al tempo dello Statuto albertino, come già sopra detto, la monarchia costituzionale coesisteva con il Parlamento (composto dall’Assemblea e dal Senato), solo che in questo ordinamento il popolo non era il sovrano.

Il regime monarchico costituzionale e quello parlamentare, quindi, possono essere entrambi rappresentativi della sovranità popolare e concorrere nella realizzazione della democrazia, allorquando ciò è sancito dall’ordinamento giuridico.

Il problema, semmai, può sorgere nel tempo per effetto della dialettica tra i due regimi costituzionali e a causa della dinamica dell’esercizio dei rispettivi poteri, ma ciò non sarebbe comunque una peculiarità di tale ordinamento perché è connaturato ad ogni altro regime politico (basti osservare quanto sta oggi accadendo nella Repubblica italiana nella contesa per la distribuzione delle competenze tra i poteri del Presidente della Repubblica, il Governo e il Parlamento e anche rispetto alle autonomie territoriali e locali).

La “singolarità”, se così si può dire, che comunque caratterizza l’ordinamento svedese è l’obiettivo di realizzare la democrazia, ritenendo, evidentemente, che sia questa il fine, il “bene comune” o che assicuri “la vita buona”, tanto cara alla filosofia socratica, o “la felicità del popolo” perseguita da altre democrazie, e in tale prospettiva tutti gli organi (Re, Rikstag, Governo, Giurisdizione, ecc.) sono orientati e ad essa strumentali.

Non vi è dubbio, infatti, che l’espressione «La democrazia svedese… si realizza per mezzo di un regime costituzionale rappresentativo…» stia proprio a significare che gli organi costituzionali devono essere la “proiezione del popolo” (rappresentanza effettiva e non formale) e che il fine dello Stato costituzionale svedese è “la democrazia”, per cui tutti i poteri e organi sono strumentali (per mezzo), e non il fine, come a volte si rileva in alcuni ordinamenti del sud Europa (e soprattutto nella cultura di fondo o “retrocultura” di molti politici e governanti di Stati che hanno vissuto l’esperienza delle dittature del fascismo, nazismo, franchismo o che si ispirano ai regimi totalitari dell’est europeo o teocratici mediorientali).

E che tra tutti i poteri e gli organi quello parlamentare (RiKsdag) sia il supremo rappresentante del popolo lo si rileva dall’art. art.4 che così sancisce: «I1 Riksdag è il rappresentante più importante del popolo. Il Riksdag approva le leggi, decide sulle imposte dello Stato e determina il modo in cui devono essere utilizzati i fondi dello Stato stesso».

Il Parlamento (Rikstag), quindi, nella monarchia democratica è il più importante rappresentante del popolo, e in coerenza con questo principio, che è  stato proiettato nel regime costituzionale, la legge elettorale disciplina con un criterio proporzionale (corretto) la selezione dei deputati nelle liste presentate dai partiti nelle varie circoscrizioni, con la possibilità per gli elettori di esprimere una preferenza.

http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/1119270/La_riforma_del_bicameralismo

 
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LA COSTITUZIONE DEL REGNO DI SVEZIA

Post n°747 pubblicato il 06 Maggio 2015 da rteo1

L’ASSEMBLEA DEMOCRATICA  È MONOCAMERALE

  1. LA COSTITUZIONE DEL REGNO DI SVEZIA (pp. 64-71)

     

    La ragione per la quale si ritiene di richiamare ora la Costituzione del Regno di Svezia e non un’altra forma Repubblicana (esaminare, ad es., quella federale degli Stati Uniti d’America), come potrebbe apparire più coerente con le due precedenti, sta principalmente nel “dato temporale”, essendo alquanto recente quella svedese (entrata in vigore nel 1975, lontana dai “rombi” e dalle macerie della seconda guerra mondiale), e perché presenta delle particolarità in ordine alla coesistenza con la democrazia.

    La Svezia è, infatti, una monarchia costituzionale parlamentare, pur tuttavia, in ordine al problema del monocameralismo e del bicameralismo può offrire un contributo su cui poter riflettere, dal momento che il ruolo del Re si svolge in un contesto democratico (per cui, al di là della ereditarietà della corona, su cui la dottrina giuridica fonda la peculiarità del Regno, ben può essere assimilato, almeno per alcune funzioni, a quello del Presidente in una Repubblica democratica); inoltre il suo patrimonio politico-culturale, tipico dei Paesi nordici, la rende uno Stato moderno e avanzato rispetto al riconoscimento e alla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, trasparente, efficiente ed efficace nell’amministrazione pubblica e nella politica del welfare e del senso di comunità solidale. Questa realtà politico-istituzionale, pertanto, induce a chiedersi se sia lo Stato a caratterizzare un Popolo, o se sia questo, con il suo progresso mentale, civile e culturale, a rendere il primo un valido strumento pubblico (nel senso di organizzazione finalizzata al bene collettivo), oppure se sia necessario che entrambi, in un concorso corale, procedano verso un comune obiettivo (indicato, però, dalla volontà generale dei cittadini e non elaborato e imposto dalle istituzioni).

    Trattasi, perciò, di un modello politico-istituzionale su cui soffermare l’attenzione (a parte, ovviamente, la ereditarietà della carica regale, che negli Stati  dell’Europa del sud non è auspicabile a causa degli influssi “tribali” che condizionano l’esercizio delle pubbliche funzioni e le rappresentanze democratiche) per la organizzazione del governo nazionale e per i rapporti tra questo e le autonomie locali.

 
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