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filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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Messaggi di Aprile 2016

I PARTIGIANI DEL VOTO

Post n°833 pubblicato il 18 Aprile 2016 da rteo1

I PARTIGIANI DEL VOTO

GRAZIE AI 18.000.000. DI ITALIANI CHE HANNO VOTATO.

SONO STATI COME I PARTIGIANI DELLA RESISTENZA.

GRAZIE A LORO IL DIRITTO DI VOTO E' SALVO.

GRAZIE A LORO ANCHE COLORO CHE HANNO DISERTATO LE URNE, COME I REPUBBLICHINI DI SALO', HANNO CONSERVATO IL SACROSANTO DIRITTO DI VOTARE ALLE PROSSIME ELEZIONI REFERENDARIE.

I GIORNALI DI STAMANE METTONO IN RISALTO CHE HA VINTO IL CAPO DEL GOVERNO.

A ME, CHE HO VOTATO, NON FA ALCUN EFFETTO. MI LASCIA INDIFFERENTE !

IO NON VOLEVO NE' VINCERE NE' PERDERE.

PER ME NON ERA UNA GUERRA CIVILE TRA ITALIANI MA SOLTANTO LA NECESSITA' ETICA DI DIFENDERE IL DIRITTO DI VOTO.

SI POTEVA VOTARE NO, SI, E ANCHE SCHEDA BIANCA.

IL NON VOTARE, DECISO DAL GOVERNO, NON MI HA SCONFITTO MA HA SCONFITTO LE ISTITUZIONI, CHE CREDONO DI POTER FARE A MENO DELLA RAPPRESENTANZA DATA LORO DAGLI ELETTORI.

E TUTTI QUELLI CHE HANNO PRESO ORDINI DAL CAPO DEL GOVERNO HANNO DIMOSTRATO CHE PORTANO SULLE SPALLE UN PESO INUTILE: LA TESTA !

 
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REFERENDUM: IL DIRITTO DI NON PERDERE IL DIRITTO

Post n°832 pubblicato il 15 Aprile 2016 da rteo1

 REFERENDUM: IL DIRITTO DI NON PERDERE IL DIRITTO

IN VERITA' STAMANE AVEVO UN ALTRO ARGOMENTO DA RENDERE PUBBLICO, UNA NUOVA RECENSIONE DI UN LIBRO DAL TITOLO "LA LIBERTA' DEL SERVO".

GLI EVENTI POLITICI DI QUESTI GIORNI, PERO', E LE INTERVISTE DI IERI RILASCIATE SIA DALL'EX CAPO DELLO STATO CHE DAL CAPO DEL GOVERNO PER SOSTENERE LE RAGIONI DI DISERTARE LE URNE CHE SARANNO APERTE PER IL REFERENDUM DOMENICA PROSSIMA, MI HANNO INDOTTO A CONSEGNARE AI LETTORI DEL BLOG QUESTE MIE SERENE RIFLESSIONI.

ANZITUTTO SI DIBATTE SULLA SEGUENTE QUESTIONE: L'ASTENSIONE DAL VOTO E' UN DIRITTO O UN DOVERE ?

NON ENTRO NELLA DIATRIBA PARTIGIANA, TANTO NON FAREI CAMBIARE LE POSIZIONI A NESSUNO (SOPRATTUTTO A COLORO CHE CONSIDERANO I CITTADINI DEI SUDDITI).

PONGO, COSI', LA QUESTIONE IN ALTRI TERMINI:

A) IL DIRITTO DI ESERCITARE IL VOTO E' STATO UNA CONQUISTA POLITICA DEI CITTADINI AVVENUTA ANCHE A SEGUITO DI LOTTE CRUENTI CONTRO I TITOLARI DEL POTERE DI GOVERNO OPPURE E' UN DIRITTO RICONOSCIUTO FIN DALLE ORIGINI DEGLI AGGREGATI UMANI ?

B) UN DIRITTO SI PUO' PERDERE OPPURE UNA VOLTA ACQUISITO LO SI CONSERVERA' PER SEMPRE ?

C) I GOVERNANTI "AMANO" I CITTADINI E PERSEGUONO IL BENE DI QUESTI OPPURE AMANO PRIMA DI TUTTO SE STESSI E I PROPRI INTERESSI ?

D) IL DIRITTO DI VOTO E' UN POTERE DEI GOVERNANTI OPPURE DEI CITTADINI ?

E) E SE E' DEI CITTADINI SI PUO' PENSARE CHE I GOVERNANTI ABBIANO INTERESSE A TOGLIERGLIELO O A DIFENDERLO ?

OGNUNO SI DIA LE RISPOSTE, E SE NON E' "COLLUSO" CON I GOVERNANTI, ESERCITI IL DIRITTO DI VOTO, SE NON ALTRO PER SOLIDARIETA' VERSO QUEI CITTADINI CHE VOGLIONO ONORARE LA MEMORIA DI TUTTI COLORO CHE HANNO VERSATO IL PROPRIO SANGUE PER LA CONQUISTA DEL DIRITTO DI VOTO PER DARE PARI DIGNITA' AI CITTADINI RISPETTO AL POTERE.

DOMENICA, PERCIO', TUTTI I CITTADINI DEGNI DI QUESTO STATUS VADANO A VOTARE, NON CURANDOSI DEI "SUDDITI" DEL GOVERNO E DELLE LOBBIES.

 
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OPINIONI, miscellanea - uno

Post n°831 pubblicato il 14 Aprile 2016 da rteo1

OPINIONI, miscellanea - uno

Con il suo contributo intellettuale e di esperienza vissuta Antonio Conese concorre a rianimare una società divenuta apatica, indifferente, che non alimenta più domande per non assumersi la responsabilità di dare delle risposte. Con il suo saggio, Opinioni, miscellanea - uno, l'Autore affronta una serie di problematiche spinose sulle quali tutti i  cittadini sono chiamati ad interrogarsi perché tutti sono responsabili del destino delle proprie istituzioni democratiche. Così i temi sviluppati nell'opera, come quelli  della "Libertà di stampa e libera informazione" e  la "Libera televisione in libero Stato", chiamano tutti ad essere vigili nei confronti   del potere pubblico,  visto che "tutti coloro che amano il potere, al di là dei proclami, cercano di impadronirsi dei mezzi di comunicazione e li invadono con la loro presenza". L'Autore, perciò, propone una sorta di "vaccino" per "immunizzarsi" rispetto alla "manipolazione" delle notizie che vengono diffuse dagli organi di informazione. Qualunque fonte d'informazione, così, dovrà essere "scandagliata" con le domande: chi sono i proprietari del giornale  o della rete televisiva ? il proprietario del giornale o della rete televisiva governa o governa o legifera, ovvero governa e legifera ? L'Autore, poi, si sofferma sulla mania dei partiti di occupare le reti RAI, a partire dal consociativismo DC-PSI-PCI, che legittimò la "spartizione" politica delle reti, e coglie inoltre la giusta relazione tra la "libera televisione in libero Stato". Ne deriva, da questo, una sorta di cartina di tornasole che consente agevolmente ai cittadini di poter comprendere quanto lo Stato (ordinamento e apparato) sia libero analizzando l'organizzazione della RAI e della direzione delle reti. Ma l'Autore (forse per le sue origini) non elude un altrettanto spinoso dilemma, ossia quello del "Federalismo e questione meridionale".  Egli, a quanto pare, è convinto  che la soluzione di un'Italia federale, che fu auspicata da Carlo Cattaneo, sia una ricchezza e non un problema, mentre attribuisce all'unità d'Italia l'arretratezza industriale del Sud, strumentalizzato dal Nord (purtroppo la Riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione (ora oggetto di revisione), che  aveva impresso all'Italia una svolta in chiave federale -mediante un semifederalismo regionale - ha soltanto aggravato il debito pubblico e le aule giudiziarie per la valanga di processi agli amministratori vocati al crimine).  Il saggio, poi, pone l'accento sulla necessità di "proteggere" la peculiarità italiana, rispetto alle tendenze centrifughe in atto che stanno "inglesizzando" il Paese e mette in evidenza che gli inglesi sanno ben apprezzare il valore degli italiani, quando questi lo dimostrino (e cita a proposito Mario Draghi). La cultura, quindi, e soprattutto il "metodo Montessori", sulla formazione del "bambino padre dell'uomo", costituisce per l'Autore l'unica soluzione possibile per poter vincere le sfide del nostro tempo. Anche il problema dell'ISIS e della migrazione biblica suscitano l'interesse dell'Autore, che individua una serie di "falle" nell'ordinamento europeo e nazionale. Ma l'Autore va oltre, e anticipa perfino il tema del giorno: il referendum "sulle trivelle" del 17 aprile, riflettendo su "Il governo dei petrolieri" e "il riscaldamento globale". In ultimo, poi, la Sua esperienza nel mondo scolastico, ma anche la sua sensibilità umana, lo portano a ricordare sia le giovani vittime del viaggio Erasmus, per proporre una partecipazione familiare nell'organizzazione dei viaggi scolastici, sia sul problema dei rituali religiosi nelle scuole (il presepe e la benedizione pasquale). In conclusione si può serenamente affermare che l'opera di Antonio Conese rafforza il pensiero dei lettori mediante il confronto delle idee. 

 
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DIRITTO DI ASILO E ACCOGLIENZA TRA DEVIANZA, INTEGRAZIONE E CONTROLLO SOCIALE

Post n°830 pubblicato il 10 Aprile 2016 da rteo1

DIRITTO DI ASILO E ACCOGLIENZA TRA DEVIANZA, INTEGRAZIONE E CONTROLLO SOCIALE

Ci sono degli accadimenti nella storia umana che stravolgono il cosiddetto "ordine costituito", sia nazionale che mondiale. Sono delle vere e proprie "rivoluzioni politiche, economiche e sociali", pur non avvenendo mediante l'uso delle armi. Tra di essi va sicuramente incluso il grande fenomeno dell'immigrazione che sta avvenendo in questi ultimi tempi sulle coste del Mediterraneo. Occorre subito dire che in questi casi è inutile far finta che il problema non esista, o pensare di annientarlo con soluzioni estreme, oppure girarsi da tutt'altra parte perché l'evento è così dirompente che sconquasserà comunque l'intero sistema politico e cambierà radicalmente il modo di vivere delle civiltà occidentali. La soluzione migliore, pertanto, che suggerisce la ragione contro l'atavica "paura" del diverso (nella Grecia classica lo straniero era detto xenos, o barbaros, mentre nella Roma antica era detto hostis, cioè ostile, ma il Vangelo, invece, ne prescrive l'accoglienza: Ero straniero, e mi avete accolto, disse Gesù), è quella di comprendere le cause cicliche degli accadimenti "naturali" (e quelli umani ne fanno parte) al fine di individuare i migliori rimedi possibili, anche nella prospettiva futura, allo stesso modo di come si interviene per curare le malattie adottando le giuste terapie. Va certamente in questa direzione il lavoro di Jessica Raimondi, dal titolo "Diritto di asilo e accoglienza tra devianza, integrazione e controllo sociale", perché consente ai cittadini che lo leggeranno di comprendere il grave fenomeno dell'immigrazione e dell'aumento esponenziale dei flussi per effetto del dissesto politico della Tunisia, Egitto, Siria e Libia, oltre che delle guerre civili in corso nell'Africa sud Sahariana. Si tratta di un'opera organica, che affronta il problema sia sotto l'aspetto normativo (citando le fonti giuridiche che nel tempo e fino ad oggi hanno regolamentato e disciplinato il fenomeno, sia a livello internazionale che italiano) che dell'organizzazione e funzionamento delle diverse strutture di prima e seconda fase dell'accoglienza (CDA, CARA, CAS, ecc.). Molti dati statistici arricchiscono il lavoro così come alcuni grafici e foto. Dalla lettura si percepisce l'interesse dell'Autrice per la materia e che ha vissuto e vive direttamente "sul campo" l'esperienza del fenomeno migratorio. Di particolare interesse, a causa dei recenti scandali, di cui si sta tuttora interessando la magistratura, risulta la descrizione del CARA di Roma, ove la Raimondi si è personalmente recata in visita. L'Autrice, però, dà anche testimonianza di  un modello di efficienza e di umanità che caratterizza l'accoglienza a Bologna con la rete hub. Conclude il lavoro con una sua profonda riflessione su cui tutti dovranno meditare:«Finchè esisteranno modi di pensare come quello che comunemente ricollega la criminalità all'immigrazione, senza apparenti basi concrete, fondato principalmente sulla paura dello straniero, non credo che possano crearsi le fondamenta per una società inclusiva e favorevole all'integrazione, e che possano essere tutelati realmente i diritti umani riconosciuti dall'Unione, a discapito di chi, senza sua colpa, è nato dalla parte del mare sbagliata».

 
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I RITI DELLA SETTIMANA SANTA NEL VALLO DI LAURO

Post n°829 pubblicato il 08 Aprile 2016 da rteo1

I RITI DELLA SETTIMANA SANTA NEL VALLO DI LAURO

L'Europa sta vivendo una fase politica convulsa, così come l'Italia, che da tempo non riesce a ritrovarsi unita nè sui principi nè sui valori, anche a causa della galassia dei partiti che agiscono come strumenti di mero potere anziché come organismi finalizzati al perseguimento dell'interesse generale. In questo quadro desolante si colloca anche il ruolo della religione cattolica, in parte ridimensionato dai continui scandali e dall'opera non sempre edificante della gerarchia ecclesiastica. Eppure bisogna urgentemente individuare una via di uscita, che consenta agli italiani di superare gli individualismi e sentirsi "sistema" dove sono banditi tutti i  privilegi e l'eguaglianza reale costituisca il collante della solidarietà umana. Credo che vada in questa direzione l'Opera del Prof. Pasquale Moschiano, dal titolo "I Riti della Settimana Santa nel Vallo di Lauro", che pur mettendo a fuoco le tradizioni religiose di una piccola Comunità locale, consente di comprendere quanto l'animo umano abbia bisogno di fede, di fratellanza, di vicinanza e condivisione col prossimo, al di là delle esigenze biologiche della sopravvivenza e dei fallaci modelli economici fondati sulla produzione e sul consumo. Confesso che nel recensire quest'Opera avverto sentimenti contrastanti: da una parte, mi gratifica l'onore di poter associare il mio modesto compito di lettore e recensore ad uno Storico di valore indiscusso, peraltro  da me personalmente conosciuto e stimato; dall'altra, il timore di poter fallire il compito nel non riuscire a rappresentare in modo completo la profondità di pensiero dell'Autore, il Suo essere poliedrico e versatile, che con non comune passione ha finora arricchito il patrimonio culturale della comunità del Vallo di Lauro. Mi giovano, comunque, e mi danno conforto, le efficaci parole del presentatore del saggio, l'avv. Pasquale Colucci, presidente della Pro Lauro, che con il Suo contributo ha già colmato ogni mia eventuale lacuna. Ciò doverosamente premesso, e passando, ora, al contenuto del testo va subito rilevato che nel paragrafo "Il dramma della Passione nell'Arte", con il Suo incipit, l'Autore manifesta una rara sensibilità e purezza d'animo quando scrive: «Un senso di tristezza che si riflette sui volti umani attoniti e pensosi pare avvertirsi nell'aria nei giorni della Settimana Santa. Una diffusa impressione di mistero induce spontaneamente il cristiano a considerare i patimenti di Cristo con intensi sentimenti, che, da secoli hanno conquistato l'anima popolare, in genere, e degli artisti in particolare». L'Autore passa in rassegna le varie fasi della "Settimana Santa" e mette in rilievo anche le diverse tradizioni dei campanili locali. Un idoneo contributo fotografico arricchisce il valore dell'opera, così come le notizie storiche e letterarie. L'Autore sintetizza, così, il culto della religione cristiana: "il crocifisso...simbolo nel quale si compendia la storia della salvezza umana attraverso la Passione del Salvatore, nonché simbolo di gloria conseguito col sacrificio, e di tanti altri valori etici, culturali, didattici per cui oggi domina sulle pareti delle aule giudiziarie, scolastiche e di pubblici uffici". È, per questo, incontestabile il valore culturale e civile dell'opera di Pasquale Moschiano la cui lettura renderà le coscienze più consapevoli e responsabili, per recuperare il bene comune col giusto equilibrio tra la fede e il folclore.

 
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