Creato da rteo1 il 25/10/2008
filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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UN MONDO NUOVO SENZA FINANZA

Post n°690 pubblicato il 24 Maggio 2014 da rteo1

UN MONDO NUOVO SENZA FINANZA

Ci può essere un “mondo nuovo” senza finanza per tutti gli esseri umani, che sia diverso da quello attuale, ma anche da quello passato ? La risposta è netta: si ! Basta volerlo, e seppure lo impedisca una parte dei cittadini, sarebbe sufficiente che la maggioranza di questi lo vogliano. E’, questo, il principio della democrazia, che dovrà trovare prevalenza, almeno nella fase iniziale, per poter, poi,  andare oltre, per cercare e affermare una formula di organizzazione governativa della società che sia condivisa da tutti e non imposta dall’alto;  e questo non è utopico, come si potrebbe pensare, se si riuscirà a far comprendere, mediante un’educazione culturale da attivare nelle famiglie e scuole fin dalla tenera età, che il modello da realizzare tutela tutti, in assoluto; che non esclude né lascia indietro nessuno, neppure  coloro che lo meriterebbero come sanzione sociale, quando cadono in disgrazia (prima o poi capita a tutti), perché si sono curati solo dei propri interessi disinteressandosi degli altri. Ma come dovrebbe essere questo “mondo nuovo” senza finanza ? Anzitutto il denaro non dovrebbe più essere venerato come un idolo o un oggetto sacro, ma utilizzato soltanto come merce di scambio con un altro bene reale; la sua quantità in commercio dovrebbe coincidere esattamente con il controvalore dei beni reali esistenti sul mercato, per impedirne l’accumulo (che dovrebbe essere perfino punito), cosicché tutto il denaro dovrebbe essere sempre circolante e tutti dovrebbero avvertire la necessità di “liberarsene” come quando si possiede un bene sgradito o nocivo per la salute (fisica, mentale e morale). Bisognerebbe, poi, e a maggior ragione, bandire il “danaro virtuale”, che non abbia, cioè, natura reale (deve, perciò, essere sempre un metallo: oro, argento, bronzo, alluminio, ecc.), per cui non dovrà più esserci un’economia finanziaria ma soltanto un’economia reale, perché è questa l’unica vera espressione della natura, di cui l’uomo è parte non essenziale. Senza che esista un bene reale, quindi, prodotto della natura o frutto della elaborazione dell’uomo da poter scambiare, il denaro non dovrebbe avere più alcuna altra funzione, se non quella di essere scambiato per il suo valore “materiale” (cioè come metallo, perciò a peso, e non per il suo controvalore legale, convenzionale). La finanza, quindi, non dovrebbe più esistere, non avere alcun ruolo sociale, perché il denaro non produrrebbe più denaro (per cui niente interessi sul capitale, e quindi niente più rendite parassitarie), e soltanto l’economia reale avrebbe senso in una società organizzata dove tutti devono produrre qualcosa (anche servizi) in favore degli altri consociati. Per quanto concerne, invece, i beni economici, che dovrebbero sempre avere una utilità sociale e rispettare l’ambiente e il territorio, si dovrebbe affermare il principio universale (salvo prova contraria, ma si dubita che qualcuno o uno Stato possa esibire un atto di vendita sottoscritto direttamente da Dio) che essi “sono stati  messi da Dio gratuitamente a disposizione di tutti” (e, quindi, non solo del genere umano). Ne consegue che ogni uomo deve poter avere la possibilità (anche detta, se si preferisce, diritto) di godere di una parte dei beni naturali esistenti che sia idonea e sufficiente a garantire una vita decorosa e dignitosa. Per quanto concerne, poi, il governo delle comunità, queste dovrebbero autogovernarsi, senza demandare a nessuno il ruolo di governante perché questo ruolo dovrebbe appartenere a tutti (e, al tempo stesso, a nessuno, per evitare le deviazioni dei facili cesarismi). L’esercizio del governo, poi, dovrebbe avvenire in un contesto di trasparenza dove il controllo delle scelte politiche è costante da parte di tutti i cittadini, e ognuno dirige se stesso, si coordina con gli altri ed è da questi, a sua volta, diretto secondo, un principio di perfetta eguaglianza sostanziale, dove tutti servono tutti in una comunità che si fonda sul bene di tutti e non più sui privilegi di pochi. E’ utopia ? No, è soltanto una possibile società del futuro senza finanza che i cittadini, se ci crederanno e lo vorranno, potranno realizzare.

 
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