Vita normale

...follia e normalità a volte si mescolano!

Creato da Scrittrice82 il 08/04/2014

 

       

 

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C'è UN UNICO ERRORE INNATO,

ED è QUELLO DI CREDERE

CHE NOI ESISTIAMO

PER ESSERE FELICI


A. Schopenhauer

 

    

 

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...SENTI RACCONTATI QUELLO CHE VUOI

DOVEVA ESSERE UN VIAGGIO 

è DIVENTATO UN VIZIO

DI PURE CHE TU FAI QUELLO CHE VUOI

MA è DIVENTATO UN FINE

ED ERA SOLO UN INIZIO...

 

CHI è ANDATO 

è ANDATO,

E SPERO A FANCULO...

CIò CHE è STATO,

è STATO,

IL PASSATO LO RIMPIANGE

CHI NON HA FUTURO!!!

 

NON POSSO DIRTI CHE SARà SEMPLICE,

MA POSSO DIRTI CHE SARà MERAVIGLIOSO!

L'AMORE NON è UNA FAVOLA,

NON SEGUE ALCUNA REGOLA,

VA DRITTA AL CUORE 

TOGLIENDOTI IL RESPIRO,

MA DONANDOTI LA VITA!!!

 

...BABY

SO CHE NON TI PIACI,

E STAVI CHIUSA NELLA CAMERA.

PERò ADESSO PIACI AGLI ALTRI

E ORA DEVONO PAGARTELA!


SO CHE TI ODI QUANDO PIANGI,

DOPO TUTTI QUESTI ANNI,

QUESTI DRAMMI,

QUESTI GRAMMI, QUESTI DANNI.

CHE COS'HO IO DA INSEGNARTI?

CONTRO L'AMORE

SIAMO VACCINATI...

 

 

 

....Continua

Post n°22 pubblicato il 07 Luglio 2014 da Scrittrice82

Mi ritrovai nuovamente a chattare con degli sconosciuti, delusa di me stessa per non essere riuscita a crearmi una storia decente in 30 anni di vita. Non mi sentivo amata ne apprezzata da nessuno, se non quando ero a letto, il vuoto che queste avventure mi lasciavano era incolmabile.
Potevo mentire agli altri ma non a me stessa: la solitudine mi spaventava, e ancora di più il pensiero che era arrivata ad un'età che tutte le mie amiche si erano sistemate sentimentalmente mentre io ancora vagavo in cerca di non so cosa.... iniziavo a pensare che ero io che avevo qualcosa che non andava, per portare i ragazzi a scappare dopo il secondo appuntamento... Tutti a complimentarsi con me per come spompinavo ma nessuno che cercava di capire com'ero veramente, e forse nemmeno io facevo niente per meritarmelo.... Ero ad un punto in cui avevo chiuso fuori i sentimenti dalla mia vita,volevo proteggermi, difendermi dalla sofferenza che fin ora avevo subito e che non volevo più affrontare.

 

Poi un giorno andai ero su una chat delle tante, che ti metteva in contatto con utenti della tua zona...

 
 
 

Il rovescio della medaglia

Post n°21 pubblicato il 29 Maggio 2014 da Scrittrice82

Continuammo a sentirci per telefono, e ogni tanto ci vedevamo. Si faceva la nostra serata, ci si divertiva e anche se alla fine finivamo a letto insieme erano più le volte che ci ritrovavamo nudi a parlare di noi, che quello che scopavamo. Mi sembrava strana questa cosa, a volte mi divertiva, a volte era irritante ma almeno ascoltava quello che avevo da dire e per quelle poche ore che ero assieme a lui ero spensierata.
Il brutto è quando tornavo a casa e mi ritrovavo sola: sapevo che con lui avevo un buon rapporto ma era comunque superficiale, quindi non potevo contare a pieno su di lui e non cambiava poi molto... la mia "metà della mela"  non era lui, e io era di quella che avevo bisogno.
Oggi c'era, domani avrebbe potuto non esserci, e ormai ero troppo stanca di illudermi, di aspettare che un giorno o l'altro si fosse accorto che avrebbe potuto interessarmi sotto alcuni punti di vista diversi dall'amicizia.
Ma se da una parte l'essere amici e il parlare era piacevole, dall'altra il sentirsi dire che lui voleva solo divertirsi e non era pronto ad una storia seria, mi faceva sentire usata. La sincerità e la spontaneità dovrebbe non oltrepassare alcuni limiti: lo trovavo parecchio sconveniente che un ragazzo mi mostrava le sue conquiste nelle chat line, soprattutto il ragazzo che occasionalmente mi portava a letto. Capii che non era il tipo con cui perdere troppo tempo, evitando illusioni e dispiaceri.

 
 
 

Affetto...

Post n°20 pubblicato il 26 Maggio 2014 da Scrittrice82

Nemmeno le sere successive accadde quello che avevo pianificato... e meno male. Credo che se avessero accettato, se avremmo raggiunto il nostro obbiettivo, avrei varcato il punto del non ritorno. Mi continuavo a chiedere come sarebbe stato ma al contempo come mi sarei sentita dopo: sarebbe veramente stato così divertente, oppure sarebbe stata la conferma che ero solo una puttanella da scopare quando avevano voglia? Ero io a rovinarmi con le mie stesse mani, io che in un modo o nell'altro mi mostravo per come gli altri mi volevano vedere... io e nessun altro. Inutile dare la colpa a loro, scaricare sugli altri la responsabilità delle mie azioni.Qualche giorno dopo uno di loro mi scrisse un sms: "non so se avrei veramente fatto una cosa simile a te... essere noi due è un discorso, ma con altri... nemmeno da ubriaco avrei permesso di buttarti via così, non credo tu sia veramente in questo modo!"Apprezzai molto questa confessione. Come possibile fidanzato proprio non ci azzeccava, ma credo fosse una persona onesta e un buon amico, e per lui nutro ancora un affetto sincero.

 
 
 

Un amico

Post n°19 pubblicato il 17 Maggio 2014 da Scrittrice82

Quante situazioni simili, e quante ancora, ne vivevo... cambiava l'uomo, ma ogni volta la storia di ripeteva. Beccavo uno in chat, alcune volte ero io a contattare lui, altre volte loro me, ci chattavo un po, dai messaggi normali passavo a quelli piccanti, e poi foto, video e sesso on line, fino al fatidico giorno dell'incontro. Io partivo entusiasta con la speranza che fosse la volta buona di incontrare un amico, un ragazzo, o un compagno... loro invece erano più realistici, capivano la mia innata innocenza, la mia voglia estrema di compagnia che mi portava ad accontentarli sotto ogni punto di vista e partivano con un unico obbiettivo: "sta sera si tromba!"
Ogni uscita aveva la stessa trama, ogni notte rivivevo la stessa scena, come in un rewind di un film, e non mi entrava in testa di smetterla con questa vita. 

Poi un giorno mi arrivò un messaggio:un numero sconosciuto. Un ragazzo che aveva avuto il mio numero da un amico in comune. Mi spiegò come aveva fatto ad avere il numero e mi chiese un appuntamento.... una pizza niente di che...
"NIENTE DI CHE"'?!... Pff! Figuriamoci! Un ragazzo che accetta un appuntamento al buio vuole solo una cosa...
Completino in pelle, calze a rete, stivali alti e rossetto rosso fuoco...
Andammo al ristorante, poi a bere. Parlammo molto, nulla di più. Tornai a casa e mi chiesi perchè non ci aveva nemmeno provato... forse lo avevo deluso, forse si aspettava chissà che. La sera dopo uscimmo in quattro. Io, una mia amica, lui e il suo socio. Lui inizio a parlare con l'altra ragazza e io puntai il tipo. Nemmeno lui ci provò... a dire il vero all'inizio mi stette un po' antipatico. Ci beccammo altre volte ma senza alcun interesse fino a che una sera mi ritrovai a letto con l'amico.... A dire il vero di quella sera ricordo solo l'arrivo al bar e io che dicevo che il mio gelato preferito era il calippo, e poi è come se mi sono risvegliata da un lungo sonno. Ho solo degli strani frammenti di ricordi ma molto radi e sfuocati. Mi sono ripresa alle tre del mattino, sdraiata nuda nel letto della sua taverna perchè è suonato il telefono: era la mia amica che mi chiedeva se andava tutto bene... 

Non capisco perchè non ricordo nulla... non mi ero ne imbenzinata ne fatta... avevo bevuto una pepsi cola, quindi ero pulita... 

E' stato divertente però, e con lui mi sono trovata abbastanza bene visto che poi ci siamo rivisti. 
E' durato circa due mesi, non posso definirlo un rapporto ma solo un'amicizia approfondita. Ci tenevo a lui, e ne ero gelosa quando mi raccontava delle altre, ma era troppo presto per considerarci una coppia e lui non voleva impegnarsi. 

Venne il suo compleanno e mi invitò. Li ci rimasi un po' male quando al suo amico mi presentò come "quella che scopa ogni tanto!"... Non era molto galante da dire. Ne soffrii parecchio nello scoprire che anche per lui non ero ne più ne meno che un giocattolo. Volli dimostrare a me stessa che non mi importava, che di lui, come di altri, non avevo bisogno, che loro erano per me quello che io ero per loro e gli chiesi di farlo a tre: io, lui e un suo amico... Accettò e anche il suo socio.... Perfetto. Il terzo mi andava più che bene, avevo molta confidenza, era un caro amico ormai e se avessi avuto problemi mi avrebbero aiutato. Per certe cose la miglior cosa è la fiducia. "Sei veramente sicura", mi chiesero "... a certe cose non si può rimediare, una volta fatto non torni indietro!" "Si!" risposi sicura.

Quella notte non successe nulla,mi riportarono a casa e mi diedero solo un'affettuosa buona notte.

 
 
 

Delusione

Post n°18 pubblicato il 13 Maggio 2014 da Scrittrice82

Ci fu invece uno tra i miei primi appuntamenti al buio che durò un po' di più. All'incirca sei, sette, mesi. Era arrivato perfino a chiedermi di andare a vivere insieme: io conobbi la sua famiglia e lui la mia.... ma c'era qualcosa di oscuro in lui. Poi venni a conoscenza del suo passato di sofferenze: peccato che invece che confidarsi con me lo venni a sapere pervia indiretta, quando lo raccontò alla commessa del supermercato... Inutile dire che di me non si fidava! So quant'è dura la depressione, e non sempre si riesce a guarire da essa, la maggior parte dei casi l'unico modo per dar pace al tarlo della tristezza che ti affligge è il suicidio. E' il demone dell'angoscia, ma elevato all'ennesima potenza, che non ti fa trovare via d'uscita da un tunnel talmente oscuro da farti mancare il respiro. Ti guardi attorno e vedi solo morte e dolore, e arrivi ad essere talmente saturo di questa situazione che pensi sia la soluzione migliore. 
Gli stetti accanto silenziosamente, confidando nel buon cuore che ognuno di noi racchiude nell'animo più profondo. Sopportai i suoi insulti,i suoi repentini cambi d'umore e la sua totale apatia. Niente di quello che facevo andava bene, e ogni volta che si rivolgeva a me era per ricordarmi quanto fossi scema o imbranata o stupida. Iniziavo a credere che ciò che diceva fosse vero, mi stava di nuovo calando l'autostima e stavo per essere trascinata nel suo vortice di tristezza.
Se i primi tempi era abbastanza decente un appuntamento con lui, più andavo avanti e più peggiorava, fino ad arrivare a ritrovarci in un parcheggio e vedere lui che si calava i pantaloni mentre mi diceva "succhialo puttana!"
Provavo disgusto e vomito, soprattutto notando che non c'era ne amore ne passione... ne coinvolgimento! Era tutto ridotto al puro istinto animale... Non ero ne la sua amante ne la sua ragazza e nemmeno la sua amica visto che non facevamo niente assieme: ero solo la sua svuota coglioni.

Una sera fui esausta: alle 21 ci trovammo sotto casa mia,alle 22 fui di nuovo sotto casa dopo l'ennesima discussione. "Vuoi stare solo? Addio!", non volli mai più incontrarlo...era ora di pensare a me stessa!

 
 
 

Spregiudicata

Post n°17 pubblicato il 13 Maggio 2014 da Scrittrice82

La lezione non mi era servita... non avevo capito, o per meglio dire non volevo capire, che la gente incontrata li voleva solo quello... Una sera arrivai fino a milano da sola per incontrare un tipo. Mi portò nella zona industriale del suo paese e lo facemmo in auto... due, tre ore circa, e poi mi rispedì a casa. Che incosciente che ero, avrebbe pure potuto capitarmi qualcosa... eppure non me ne rendevo conto. Per me, in quel periodo era puro divertimento: era qualcosa da raccontare alle amiche la mattina dopo, senza nemmeno preoccuparmi di come avrebbero potuto considerarmi. Sicuramente una puttana mancata... Io mi sentivo solo un po' spregiudicata e mi faceva stare bene. Quello che non riuscivo a mettermi in testa è che il giorno dopo tutti quei ragazzi nemmeno si ricordavano il mio nome, io ero solo una valvola per svuotare i propri testicoli. Io ero per loro come loro erano per me: una tacca da aggiungere nel libro nero delle conquiste sbagliate.... Però questo ragazzo a dire il vero un po' mi piaceva: aveva un non so che, che mi attirava. Peccato che la sua vita era ben distante da me e dai nostri incontri: non conoscevo i suoi amici, non uscivo con lui... nessuno a parte lui e la mia auto sapevano che io esistevo... Mi ha scritto e riscritto, ogni tanto si fa ancora vivo: e le due cose che mi chiede sono sempre le stesse: foto, o video, hard e un incontro di solo sesso....



 
 
 

Avventure....

Post n°16 pubblicato il 12 Maggio 2014 da Scrittrice82

Conobbi parecchi ragazzi: quattro foto maliziose e un nick name piccante aiutarono a crescere ulteriormente le richieste di amicizie. Il trucco era sempre scoprire/coprire... l'essere misteriose e al contempo disponibili, concedersi per poi sfuggire al momento opportuno, attirava i ragazzi molto più che donarsi totalmente al primo messaggio. 

Arrivai al punto di accettare un appuntamento sessuale a tre... Io e due ragazzi. Con le donne mi attraeva, ma non mi sentivo ancora pronta... Conobbi questo ragazzo di Roma che me lo propose e dopo alcune titubanze accettai con la condizione che prima volli conoscere da sola il terzo. Ci uscii una sera: la sera stessa che poi mi portò a casa sua e andammo a letto assieme. Passò un periodo di tempo che ci frequentammo, anche se l'interesse alla fine era solo quello. Ogni tanto si faceva trovare nel parcheggio dove lavoravo, ci appartavamo, gli facevo del sesso orale e dopo mezz'ora,tre quarti d'ora mi salutava e se ne andava... Non si facevano questi gran discorsi, a lui servivo solo per quello e io mi ero buttata via a tal punto da farmelo andar bene. Non potevo nemmeno dire che mi piaceva come ragazzo. Non so perchè lo frequentavo. Forse mi riempiva un po' quel buco nero che avevo nel cuore o forse anch'io cercavo in ogni persona tutti i difetti possibili e immaginabili per auto-convincermi a non legarmi a nessuno... non so!

Un giorno mi diede appuntamento e mi disse se volevo stare con lui nel pomeriggio: dissi di si!Pensai ad un appuntamento vero e proprio e invece la tappa fu in un motel squallido con entrata sulla superstrada... nemmeno di buon gusto! Lo facemmo una, due tre volte... poi mi fotografò e mi fece dei video mentre lo facevamo.... mi assicuro che li teneva per lui,ma non ci ho mai creduto....

Non lo facemmo mai a tre, ci litigai prima: scomparve per un periodo di tempo e quando tornò mi raccontò di un suo piccante incontro in chat con una rossa e chiese di raccontargli i miei. Lo trovai fuori luogo e molto maleducato. Lo mandai a fanculo e non lo sentii più. Beh, meglio così!!!!

 
 
 

Sesso e libertà...

Post n°15 pubblicato il 12 Maggio 2014 da Scrittrice82

Mi rinchiusi per la maggior parte in casa, come volessi separarmi dal resto del mondo... mi sentivo debole e insicura e avevo bisogno di dimenticare ciò che in questi anni avevo passato. Nessun bel ricordo che conservo nella mia mente non è associato a qualche perdita o evento particolarmente deprimente che poi ho dovuto subirmi...
Nelle chat invece ero diversa. On line vieni a creare un alter ego che sei tu a scegliere e la gente ti vede come vuoi essere vista.


Ho imparato alcune cose per quanto riguarda le persone che si celano dietro una chat room:
  1. non esistono ne principi ne principesse, tutti cercano una sola e solo quella...
  2. ci sono due generi di persone: i belli e gli sfigati... i primi ti vogliono solo scopare, i   secondi non si sono ancora resi conto del punto menzionato sopra e cercano l'anima gemella.
  3. mai fidarsi delle persone che si celano in rete, soprattutto se troppo complimentosi e onesti... sono solo falsi
Ovviamente tutte cose scontate ma sempre da tener presente... 

Presto mi coinvolsi a tal punto da diventare quasi dipendente e non riuscire più a scambiare la vita reale con quella della chat. Non era più un gioco com'era iniziato, ne ero stata risucchiata. Avevo iniziato come un modo per comunicare, promettendomi di
mantenere sempre un certo distacco, ma la situazione era cambiata: sceglievo i miei contatti come un predatore la sua preda, secondo canoni di bellezza puramente estetici che avrebbero suscitato solo erotismo: dalla chat al telefono privato, da quello agli incontri reali... 

Era letteralmente adrenalinico il primo incontro: avveniva sempre di sera,  alcune volte era accompagnato da una finta uscita a cena o in un bar, giusto per rendere la cosa meno scontata, quasi volessimo mentire a noi stessi e non ammettere che invece la sola cosa per cui volevamo era chiavare... L'incontro era curioso e nel contempo imbarazzante: non si sapeva con chi sia aveva a che fare quindi era difficile andare sul sicuro: non sapevo mai come comportarmi e sedavo una buona impressione. Nello stesso tempo era divertente il pensiero di non sapere cosa mi sarebbe capitato ad uscire con un perfetto estraneo... da sola per giunta. Man mano che avvenivano queste serate acquisivo maggior sicurezza di me,maggior esperienza e dimestichezza e anche le serate erano più divertenti. Arrivavo, scendevo dall'auto e salivo sulla sua...tutto il resto lo lasciavo a lui: agli uomini piace gestire la situazione...
Avevo addirittura due cellulari, uno solo per quelle persone conosciute in chat, con una sorta di profilo che creavo per non confondermi.

ne frequentai all'incirca una decina, alcune furono avventure di una serata, alcune duravano mesi, e nacque un'amicizia fittizia... ma in entrambi i casi erano tutti basati sulla pura ricerca del piacere sessuale.





 
 
 

Solo piacere personale...

Post n°14 pubblicato il 10 Maggio 2014 da Scrittrice82

A casa ero per la maggior parte sola... non perché i miei genitori non c'erano ma perché sapevo che se avessi raccontato loro come mi sentivo,ne avessero sofferto... e poi non credo che avessero realmente capito. In più erano già nervosi per mia sorella, per i cambiamenti avvenuti... come poter dar loro altre preoccupazioni. La domenica loro se ne andavano per conto proprio, sicuri che il sorriso stampato sulle mie labbra era sincero, e io rimanevo a casa da sola. Io invece piangevo e mi sentivo sempre più sola...

iniziai a frequentare le chat room convinta di trovare amicizia e conforto da chi, come me, usavano la piattaforma online in quanto persone sole: e invece trovai l'abisso...

Conobbi molti uomini ma mai nessuno interessato a parlare, del resto non puoi frequentare le chat e pretendere di trovare dietro un pc un "padre confessore" di turno... Forse non lo volevo neppure io!!! Non volevo più legami, non volevo più fidarmi di nessuno, volevo solo cercare adrenalina e divertimento. Avevo solo un disperato bisogno di trovare, anche solo per un giorno, attimi di spensieratezza. Non volevo che più nessuno mi diceva cosa fare,quando farlo e come farlo... non volevo falsi tra i piedi che un attimo prima mi rassicuravano con frasi tipo "ti voglio bene, starò sempre al tuo fianco!" e un attimo dopo si ritrovava tra le braccia di un'altra e soprattutto volevo fare cose che avrebbero procurato piacere personale!!!


 
 
 

Ennesima delusione....

Post n°13 pubblicato il 08 Maggio 2014 da Scrittrice82

La vita trascorreva, non ero felice, ma cercavo di arrangiarmi come potevo per trarre da quel che mi circondava quel poco di serenità per farmi vivere tranquilla... Avevo abbandonato le moto fuoristrada perché persa la compagnia di sempre non mi entusiasmava parteciparvi e ricordare episodi che già sapevo, per certo, che non avrei mai più rivissuto. In quel periodo i miei genitori frequentavano un'associazione che organizzava feste e sagre il cui ricavato andava in beneficenza, e per non stare a casa da sola iniziai ad andarci pure io... Assieme ad altri tre o quattro ragazzi istituimmo il "gruppo giovani" per svecchiare l'ambiente, ma molto presto qualcuno si rivelò per quello che era, ossia lavoravano con lo scopo di raggiungere i propri interessi. Eravamo circa una decina, ma loro erano tutti accoppiati, l'unica single ero io e di certo in un ambiente simile non potevo trovare l'uomo della mia vita,specie se le feste le improntavano su famiglie, bambini e vecchietti. Tutto sommato era un modo per uscire e lo accettai di buon grado. Mi sentivo parte di un gruppo, mi sentivo coinvolta e importante e mi impegnai anima e corpo anche se il mio cuore era solo. Il gruppo ebbe successo a tal punto che si allargo ed entrarono nuovi elementi. Una di questi fu una ragazza che aveva vissuto per tre anni fuori dall'Italia e che cercava un "porto" per approdare quando non sapeva come impegnare le giornate. Come la conobbi mi stette subito simpatica... era così particolare, fuori dal comune: ne ero attratta. Il problema è che io ne ero attratta solo come amica, credo che lei capì che io ne avevo un interesse diverso perché una sera ci provò... Ovviamente rifiutai, lo trovavo del tutto fuori luogo e il nostro rapporto cambiò. Ogni ragazzo che dicevo che mi piaceva, ci provava e gli tesseva una ragnatela talmente infida da catturarlo nel suo malefico tranello che avrebbe usato per ferirmi. 

Neppure lei potevo considerare un'amica e mi allontanai in silenzio, come avevo imparato a fare da anni.... 

Ennesima delusione.... ennesimo tradimento....

Volevo solo un'amica, una confidente,una compagna... era tanto difficile averne una? Tanto difficile trovare qualcuno da poter fidarmi? Era forse chiedere tanto???

 
 
 

...E poi persi anche lei!

Post n°12 pubblicato il 26 Aprile 2014 da Scrittrice82

Nel frattempo mia sorella,maggiore di me di qualche anno si era fidanzata con un nostro amico... Ero felice per lei,tutti lo sarebbero stati nel vedere che la propria sorella avrebbe trovato l'anima gemella... peccato che non era propriamente la classica anima gemella... Uscivamo già nella stessa compagnia e sapevo da tempo che a lei piaceva,quando lui tentò di portarmi a letto... Non avrei mai potuto fare una cosa simile a un mio famigliare, anche se lui non l'avesse scelta mai. Lo rifiutai e credo che lui se la prese amale, non tanto perché gli piacevo,ma perché ho sempre avuto la fama di essere quella più facile e sbarazzina tra le due e un mio rifiuto lo colpì nell'orgoglio. Mi vedeva come una preda semplice da raggiungere quindi avendogli detto di no era come dirgli "non vengo con te perché mi fai schifo!"... Ma del resto lei era mia sorella: come avrei mai potuto portarmi aletto il ragazzo che piaceva a mia sorella?
A quanto pare l'onestà non viene sempre ripagata con l'onestà...
Andammo in montagna un fine settimana noi tre, a dire il vero doveva esserci anche un altro tipo, ma ha dato buca. Alla sera dovevamo uscire, 
tutti e tre assieme, a divertirci,invece alle nove, 
se non prima, mi parcheggiarono in camera e andarono a farsi i fatti loro. Alla mattina per loro era tutto tranquillo,come non fosse accaduto nulla... Mi chiesero perché ero incazzata e dissi loro le mie motivazioni:lui rispose che se avessi voluto uscire avrei anche potuto farlo da sola, non era necessario che venivano anche loro, lei mi guardò,annuì e sorrise... Non solo non prese le mie difese, ne mi chiese scusa, non prese nemmeno posizione e ancora adesso è convinta di essersi comportata bene.

Con lui ancora tutt'ora non parlo e lei per la maggior parte delle volte deve nascondersi se vuole parlare con me.

Ora convive con lui,ma quando era ancora qui a casa,e uscivamo assieme (come del resto abbiamo sempre fatto)doveva usare come copertura i miei genitori per non dire a lui che stava con me. Non ha mai avuto il coraggio di dirgli che ero sua sorella e che era giusto che mantenevamo il rapporto di amicizia che c'è sempre stato... a preferito rinnegarmi e via via far scemare questa unione... NON AVEVO PIù NEMMENO LEI!!!!


 
 
 

Un piccolo angelo....

Post n°11 pubblicato il 26 Aprile 2014 da Scrittrice82

L'unico essere vivente con cui riuscivo ad essere dolce era un coniglio.... o meglio una coniglietta... Un testa di leone nero e bianco alla quale dedicavo tutta la giornata. 
Ho sempre adorato gli animali, perché con loro non esistono ne compromessi,ne accomodamenti... o ti vogliono bene o non te ne vogliono.Con loro non esistono sentimenti, è solo imprinting, e con lei c'è stato. 


Era una piccola coniglietta di quattro chili affettuosa, sensibile e iperprotettiva. Generalmente si pensa che un coniglio non abbia una spiccata intelligenza, e nemmeno questo gran attaccamento all'essere umano. Non è assolutamente vero... Sono animali con una certa, come dir,personalità propria e sanno benissimo ottenere quello che vogliono e come ottenerlo...
Dopo le delusioni ricevute dai rapporti con gli esseri umani, mi chiusi a guscio in me stessa e preferii rimanermene a casa ad accudire il mio animaletto da compagnia che uscire e rimettermi nuovamente in gioco. Avevo addirittura abbandonato legare di moto, perché nemmeno quelle ormai avevano più senso... 
In quel periodo avevano più vita sociale i miei genitori che io: una volta che la casa era vuota stavo da sola,in un angolo ad accarezzarla mentre piangevo... Un giorno si arrampicò su di me, le sue zampine sulle mie spalle e mi leccò le lacrime che accarezzavano il mio viso... Non capii mai il vero significato di quel gesto, se era un istinto materiale o una reazione affettiva, ma in quei piccoli occhi ebano vidi gli occhi di un angelo sceso in terra per darmi conforto... 

Venne il periodo delle vacanze e in albergo non l'accettarono... la portai in una pensione per animali. Ero sicura che li l'avrebbero curata e accudita a dovere e per una settimana sarei stata tranquilla. 
Quando tornai a riprenderla, il veterinario mi fece accomodare in sala d'attesa e poi mi fece entrare in ambulatorio: furono gli ultimi minuti che riuscii a vederla viva... era li, sdraiata sul lettino con gli occhi chiusi:sembrava dormisse se non fosse stato per il pelo rasato fino a metà corpo. Mia sorella scoppiò in lacrime, io riuscii solo a ripetere: "svegliati, sono tornata!"... ma non si svegliò mai più... FU L'ENNESIMO ABBANDONO!!!!
I tre giorni successivi non parlai, ero sempre convinta di trovarla in casa ad aspettarmi, piangevo in silenzio e di nascosto per non farmi vedere da nessuno... Per due settimane non parlai, non risposi a telefonate e messaggi, ero in uno stato di totale apatia... 

In un anno ero stata lasciata dal mio "ragazzo", e avevo subito due lutti importanti... ogni punto di riferimento, ogni affetto, stavano sfumando lasciando il posto all'oblio. Ciò che mi rimaneva era una domanda senza risposta: perché a me?

 
 
 

Malattia e morte....

Post n°10 pubblicato il 25 Aprile 2014 da Scrittrice82

Quel periodo era proprio negativo in tutto... 


Appena risanata, così per dire, dalla botta a brutto muso della malattia di mia madre, che grazie al cielo l'ha tirata fuori nei migliori dei modi, non subii solo l'allontanamento di una persona importante nella vita amorosa,ma mi trovai a fare i conti anche con la morte di una persona cara: mia nonna. 

Fino quando la malattia ti capita di persona, ti spaventa,ma non tene rendi davvero conto... è quando vedi tua mamma lottare con le unghie contro il cancro, sentire tuo padre piangere di nascosto per non farci preoccupare e darci forza, e vedere tua nonna semi cosciente in un letto di ospedale e tu non poter far nulla per aiutarla, che ti lacera...

Era il primo giorno dell'anno di cinque anni fa quando esalò l'ultimo respiro, e io, reduce dai festeggiamenti dell'ultimo dell'anno ero troppo stanca per andarla a trovare... Dissi ai miei genitori che sarei andata nel pomeriggio, così ci andarono solo loro. Appena entrarono in stanza la sentirono spegnersi... Come se li stesse aspettando per salutarli... e io non c'ero... non ero li... ero troppo stanca,troppo svogliata per dirle per l'ultima volta:"ti voglio bene".... 
Non sono nemmeno potuta andare al suo funerale perchè quel giorno avevo 39 di febbre, e la cosa più brutta è che non sono nemmeno riuscita a versare nemmeno una lacrima... il mio cuore era diventato troppo duro e chiuso per espletare ciò che realmente sentivo....

 
 
 

Cuore infranto...

Post n°9 pubblicato il 25 Aprile 2014 da Scrittrice82
 

Se è vero che gli ostacoli della vita rinforzano il carattere, il mio deve essere una roccia.... 




Passò un anno da quello spiacevole evento che ovviamente non raccontai a nessuno, nemmeno ai miei famigliari. Preferii tenerlo per me,piano piano somatizzare e cercare di dimenticare più dettagli possibili. Avevo paura che qualcuno,in qualche modo, potesse giudicarmi, darmi della stupida solo perché mi ero fatta fregare...e poi, che dire, quel che è stato è stato e non si cambia, parlarne sarebbe solo servito a rimuginare i dispiaceri. 

Continuai a frequentare l'ambiente delle moto, tanti amici, ma l'amore niente... fino al giorno in cui grazie ad un amico in comune un ragazzo ebbe il mio numero... Iniziammo a sentirci, a parlare, a messaggiare: era splendido, gentile, e mi riempiva di attenzioni. 
Io però ai tempi avevo il terrore di legarmi ad una persona, avevo paura di essere nuovamente fregata. Lui conviveva, voleva un'avventura.... faceva al caso mio... Questa volta ero io a rivestire la parte della stronza e mi usciva benissimo.... 

Il problema è fare i conti col cuore... I sentimenti non li puoi comandare, da cosa nasce cosa e mi ritrovai ad innamorarmi di lui.... Passammo cinque anni insieme, e per cinque anni vissi in una situazione di estrema follia.Accettavo i suoi rifiuti quando c'era lei, mentivo ai miei genitori per coprirlo, evitavo i luoghi che frequentava lui, ci nascondevamo da tutto.... Come ho fatto a ridurmi così per cinque anni proprio non lo so.... Amore? No, masochismo estremo!!! Una donna non dovrebbe mai scendere a certi compromessi, ora l'ho capito! 

Crebbi, e imparai a mie spese la lezione: iniziai ad aprire gli occhi e notare che non tutto era così meraviglioso,soprattutto lui: la tipa con cui conviveva era qualche anno che l'aveva lasciato e la sua era solo una scusante per essere libero.Le parole, i bei discorsi,i regali,erano lo zuccherino che mi dava per tenermi buona, in caso avesse voglia. E io non ero la sola che ero caduta nella sua trappola: altre quattro ragazze avevano per sola testa per lui, e tutte quattro erano solo oggetti del suo perverso desiderio... Eravamo solo buone per essere portate a letto quando lui voleva. 
La cosa assurda è che non fui capace di mandarlo al diavolo subito,ma volli parlargli. Chiesi spiegazioni e gli offrii la possibilità di trovare una soluzione. 

Stupida! Stupida! Stupida!

Non riconobbe il suo errore, per lui non era un errore, e quando le sue amichette scoprirono della tresca che aveva con me, lui si giustificò dicendo che ero solo una storiella durata qualche mese... Il ricordo di cinque anni di frequentazione si ruppe come cristallo. 





Iniziai a pensare che il grande sentimento chiamato amore non esiste e non esisterà mai, che il legame tra due persone sia basato solo sulla sopportazione col puro scopo di avere qualcuno di fisso per soddisfare i propri bisogni terreni...

 
 
 

La prima volta....

Post n°8 pubblicato il 25 Aprile 2014 da Scrittrice82
 

In quel periodo non fu il solo ragazzo che frequentai... 

Eravamo una bella compagnia e di occasioni ne ebbi tante. Non voglio assolutamente vantarmi con questa frase, anche se letta in questo modo può sembrare, ma la mia vita era piuttosto cambiata e sentirmi accettata dalle persone mi faceva sentire realizzata.

Iniziai ad uscire con un ragazzo di undici anni più grande di me: quello che prima vedevo impossibile, ora lo era... ciò che prima era assurdo solo a pensarci, adesso non era solo avvicinabile, ma completamente vivibile e essere l'oggetto del desiderio di un uomo,per di più molto più grande di me... beh!era assolutamente adrenalinico!!!!

POVERA STUPIDA!!!!

Non mi rendevo conto a cosa stavo andando incontro...
Credevo nella bontà d'animo, nella nobiltà di spirito e soprattutto credevo nell'esistenza dell'amore.... Quell'uomo mi piaceva, mi faceva sorridere e mi faceva star bene, ma all'epoca non conoscevo la crudeltà e la meschinità degli uomini: capaci di portarti in paradiso per poi farti cadere nell'inferno dell'anima!!! Fu l'ennesima lezione di vita che velò i miei occhi d'innocenza di malizia e inganno... Non solo le donne sono streghe ammaliatrici, ci sono uomini che lo sanno fare e anche meglio di noi femmine. Riuscì a portarmi a letto: era lamia prima volta e come ogni ragazza ero giovane inesperta e impaurita di non riuscire ad essere all'altezza della situazione. Lui non mi aiutò di sicuro... Sorrise dicendo che per lui era una cosa strana farlo con una ragazza vergine e io mi sentii ridicola e imbranata. Non fui però capace di mandarlo a quel paese e andarmene, incassai in silenzio e mi feci fare tutto quello che voleva. Non ho un bel ricordo di quell'esperienza, al contrario, vorrei dimenticarla ma non riesco.... tutto era centrato su quello che avrebbe soddisfatto le sue voglie,senza preoccuparsi se a me piaceva oppure no... 
Pensai: "forse è così che dev'essere!!!!"...
Se solo potessi parlare ora al mio io dell'epoca mi suggerirei di tenere quest'esperienza unica con una persona di cui sarei veramente sicura che mi ama e di spedire a fanculo tutti gli altri, affinché il ricordo che poi rimane fosse speciale e meravigliosa... 
Invece non fu così!!!!
 
Non mi ero ancora rivestita quando mi voltò le spalle ed esclamò: "non ti montare la testa ora, sono venuto con te perché le puttane si pagano!"

Fu un fulmine a ciel sereno!!!! Povera stupida che non sei altro,pensai, come poteva veramente desiderarti? Ero li, nella cabina di un bilico, rammontata nel mio corpo esile ad ascoltare quelle parole senza piangere ne ridere, ne espressione di alcun tipo.... ero sola,nello sconforto e nell'apatia più totale cercando un perché di questi continui affronti morali.




 
 
 

Un angelo in terra...

Post n°7 pubblicato il 23 Aprile 2014 da Scrittrice82
 

Nel periodo delle scuole superiori strinsi amicizia in particolar modo con una ragazza che poi scoprii che era la figlia di un vecchio amico di mio padre e che da piccole, intorno ai 3/4 anni, giocavamo assieme. I nostri padri erano iscritti ad una società di moto e iniziammo anche noi a frequentare l'ambiente... Lei mirava più ai ragazzi, io alle amicizie e alle moto. Ai tempi ero un vero maschiaccio e tra un bicilindrico a Ve gli occhi azzurri di un tipo sarei sicuramente rimasta attratta al bicilindrico. Ho sempre adorato le moto: il mio mito è Sonny Burger e la mia vita ideale è quella del Biker... Quella si che è pura libertà....
In quel momento però era meglio non galoppare troppo con la fantasia: mi dovevo accontentare delle gare domenicali di fuoristrada e dei piloti che frequentavano l'ambiente. Non erano bikers ma erano pazzi scatenati e riuscii ad integrarmi benissimo. Ero a mio agio con loro e nonostante ero una delle poche femmine che frequentava il posto non mi facevano di certo sentire in difficoltà. Quando stavo in loro compagnia potevo essere me stessa e ritrovavo il sorriso: loro capivano me e io loro, senza giudicare ne criticare. I più grandi si prendevano cura dei più piccoli e si stava tutti insieme come in una grande famiglia.
Ricordo con piacere che avevo una specie di "guardia del corpo": sorrido sempre quando penso a lui perché provo un senso di tenerezza... Avevo 16 anni e lui 26, e mi guarda con gli occhi di un fratello maggiore... tutti mi avevano messo in guardia da lui ma più lo guardavo e più riconoscevo la bontà e la dolcezza nei suoi occhi... Continuai per lungo tempo a frequentare l'ambiente ma arrivò un giorno che non vidi più... di lui si erano perse le tracce... ci rimasi male, perché mi divertivo, ma a dire il vero non diedi molta importanza perché immaginarmi un uomo di dieci anni più grande di me sotto un punto di vista diverso da quello di un semplice amico era da escludere... 
Passarono gli anni, e tutto cambiò: o meglio io cambiai... Non ero più il maschiaccio di quando avevo 16 anni, ora ne avevo 20 e anche il mio corpo, i miei movimenti e il mio carattere era diversa: stessa indole selvaggia ma con un tocco di femminilità in più. Ritrovai quel ragazzo, ma questa volta i nostri occhi videro qualcosa di diverso... Noi ci guardammo sotto una luce diversa e in qualche modo ci amammo... Il suo sorriso, la sua spavalderia,la sua voglia di vivere... Quella ribellione che aveva in se ma che riusciva a conformare con le leggi del buon vivere... Credo che sia stato l'uomo con cui non ho mai fatto nulla dal punto di vista fisico, ma che ho amato di più in assoluto... Ho le lacrime agli occhi solo a pensarci: mi manca troppo!!! Ricordo ancora la notizia!erano gli inizi di ottobre e stavo andando a cuneo quando me l'hanno comunicato: morto in un incidente in moto due settimane prima... Non ho potuto nemmeno dirgli addio, non sono riuscita a dirgli quanto le volevo bene, quanto lo ammiravo e rispettavo e cos'è stato per me...  Come vorrei rivederlo almeno per una volta, potergli parlare, poter sentire il profumo della sua pelle,il suono della sua voce. Non vorrei mai obbligarlo ad amarmi, ma sarebbe la prima volta che io ammetterei ad un ragazzo di provare qualcosa.
Ancora oggi mi chiedo perchè lui, perchè hanno voluto toglierci un angelo da questo schifo di mondo, e perchè proprio a me...

 

 
 
 

Gli anni alle superiori...

Post n°6 pubblicato il 23 Aprile 2014 da Scrittrice82
 

E poi vennero gli anni delle scuole superiori...
Mi si era presentata l'occasione non solo di continuare gli studi, ma di cambiare totalmente me stessa... Andavo a scuola a 20km dal paesello in cui vivevo, dove nessuno mi conosceva e dove nessuno poteva criticarmi. Questo mi dava forza. L'idea che mi si era presentata l'occasione di voltare pagina dando un senso alla mia via mi rassicurava. L'insicurezza a poco a poco svaniva nel vedere che ero ben accetta non dalle "fighette della classe" come tutte le ragazzine puntavano, ma dalle sbandate, le ribelli, le disagiate... Con loro mi ci trovavo, perchè sapevo che non criticavano le mie stranezze, anzi... Capii che se la gente mi considerava pazza forse era meglio non prendersela, ma approfittare della cosa e comportarmi come tale: solo chi avrebbe meritato davvero sarebbe riuscito a sopportare la mia irrequietudine, e ciò mi avrebbe fatto capire quali erano le vere persone da tenere in considerazione.

Era il periodo dei piercing al naso e delle orecchie bucate... non un orecchino ma innumerevoli, e io andavo in terza superiore. Dissi a mia mamma che non tornavo da scuola perchè dovevo fare i corsi di latino e finii in giro per la città al cazzeggio totale dopo che mi ero bucata il naso. Incredibile quanto le piccole cose, da adolescente possono soddisfare il bisogno di ribellione e indipendenza che a quell'età ogni ragazzo sente.
Quello a cui non pensi è la conseguenza delle azioni che fai... Tornata a casa i miei si incazzarono, ma poi gli passò... 

Ricordo gli anni delle superiori come i più spensierati: manifestazioni in piazza, autogestioni a scuola e la convinzione di avere in mano la vita!


            
 

 
 
 

...Salute e malattia

Post n°5 pubblicato il 23 Aprile 2014 da Scrittrice82
 

La salute di certo non mi era favorevole, avevo avuto problemi da piccola che mi hanno portato come conseguenza l'epilessia... Mi sarei dovuta difendere anche da quello!!! Non bastava la solitudine e la ristrettezza economica in cui ero costretta a vivere, ora dovevo fare i conti anche con questo. 

A dire il vero gli anni più pesanti, sotto questo punto di vista, sono stati dai 14 ai 18, circa... Prima ricevevo solo insulti gratuiti da persone stupide. I miei compagni di classe mi prendevano in giro anche per quello: mi dicevano che ero pazza, che il mio posto era in un manicomio... ai tempi ne soffrivo, ma ora capisco che erano bambini come me e non capivano. 

Come dicevo invece, il periodo più duro è stata l'adolescenza... I tempi d'oro delle rimpatriate in motorino, le prime sbornie, le serate in discoteca... io tutto questo non l'ho vissuto. Gli epilettici sono fotosensibili, hanno bisogno di un certo numero di ore di sonno per evitare ulteriori crisi, e l'alcool è incompatibile con le pastiglie... Così uscivo poco  e quando ero nei pub andavo a coca cola: niente fumo, niente ore piccole, niente alcool... a quell'età i problemi si percepiscono sotto punti di vista diversi e i ragazzi sono perfidi. Risultavo la sfigata di turno,come al solito,e venivo lasciata in disparte.Mentre i miei coscritti giravano in bande per il paese coi loro motorini nuovi, io li guardavo dalla finestra invidiando la loro fortuna...

Nonostante tutto stringevo i denti e sorridevo alla vita ma era solo un sorriso di facciata: dentro di me ero arrabbiatissima con me stessa e con i miei genitori che mi vietavano tutto quello che i genitori degli altri permettevano loro. Solo ora capisco che non deve essere facile vedere un figlio che ti muore fra le braccia e che se hai la fortuna di riaverlo in vita cerchi il più possibile di tenertelo stretto per non lasciarlo scappare nuovamente. 

Li capisco e li ringrazio, ma nello stesso tempo avrei voluto che mi lasciassero quella libertà in più che mi aiutava a capire veramente la vita.

 
 
 

Mondi paralleli...

Post n°4 pubblicato il 15 Aprile 2014 da Scrittrice82
 

Passavo le giornate da sola, le poche amiche che avevo non le sentivo veramente uguali a me, anzi... sotto sotto quello che facevo lo trovavo piuttosto noioso, ma mi ripetevo: "meglio che niente, meglio che sola!"... mi ero creata alla fine un universo parallelo dove potermi sfogarmi e liberare quella voglia di libertà che non riuscivo a liberare nella mia vita reale. La cosa che mi riusciva meglio? LA SCRITTURA!!!!!

Scrivere mi veniva spontaneo, naturale! Un foglio e una penna erano la chiave d'accesso a quel mondo che difendevo con le unghie e con i denti, per poter proteggere la vera me stessa così che nessuno poteva farmi del male, schernirmi, inveirmi contro! Nel mio "mondo" ero io il capo, io facevo la parte della PRIMA DONNA, io occupavo quel ruolo che gli altri occupavano nel mondo reale e che avrei voluto almeno in parte assaporare anch'io.

 
 
 

...Sempre peggio!

Post n°3 pubblicato il 12 Aprile 2014 da Scrittrice82
 

Alle medie non fu diverso, anzi: posso assicurare che furono tre anni d'inferno... la maggior parte dei miei compagni mi odiava e io odiavo loro. Non avevo amici e nonostante la mia voglia di farmene non riuscivo ad entrare in sintonia con loro. Invidiavo e al contempo detestavo quelle ragazze che, al contrario di me, risultavano delle vincenti. Sempre sulla cresta dell'onda, sempre in prima fila. Brave, belle, venerate e ben volute da tutti. Avrei voluto almeno una parte di quella celebrità che avevano loro, almeno per una volta, per sentimi speciale, apprezzata ma soprattutto per sentirmi accettata... Invece era tutto il contrario, più lo desideravo, più questa speranza sfumava nell'ennesima delusione della vita. I ragazzini a quell'età sono cattivi, perfidi, spietati. Quando sei ragazzino non esiste il bene e il male ma solo l'istinto di sopravvivenza: il più forte è quello che sopravvive e diventa il capobranco, e la mia fragilità interiore era troppo elevata per poter lottare. Non sapevo ancora quanto l'essere respinti e pugnalati, può in qualche modo diventare un incentivo per forgiare l'arma che ti aiuterà a lottare nella vita: IL CARATTERE. A quell'età ti senti respinto e pensi solo ad una cosa: "VORREI NON ESSERE MAI NATA!!!!!!!"

 
 
 
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