DA MASONE A BUSALLA

Se scrivendo un contributo per la ricorrenza del 25 Aprile, a Busalla, capitasse per caso a qualcuno di citare in un patriottico testo la via Giuseppe Mazzini, politico della “Giovine Italia”, nessuno potrebbe considerare tale circostanza come una curiosa originalità, essendo l’ottocentesco personaggio  largamente conosciuto. Stravagante invece è stato probabilmente considerato dal permanente locale Comitato per la  Celebrazione del 25 Aprile una evocazione di Enrico Macciò nella quale l’autore si sofferma incidentalmente , per modeste ragioni di parentela, su una via di Sarissola da molti anni dedicata a Giacinto Macciò.

“Il contabile di Enrico Macciò”, questo il titolo del breve scritto, comparsso su <vallescrivia blog> alla vigilia del 25 aprile stesso, oggetto anche di diretta divulgazione ad un discreto numero di appassionati lettori, aveva oltre che il significato commemorativo della partecipazione attiva alla Resistenza e del conseguente tragico sacrificio della vita di Enrico Macciò, quello di aprire uno spiraglio sulle origini di alcuni rami di famiglie Macciò di Busalla, tra i quali quello per altro già noto di Enrico Macciò stesso.

Ci si rese conto che per confermare l’esistenza di rapporti di parentela già abbastanza sicuri, secondo una tranquilla tradizione orale, occorreva fare qualche istruttiva trasferta a Masone, dove, tra l’altro, se uno non fa di cognome Ottonello, è Macciò! C’era per altro verso la consapevolezza di avviare una ricerca abbastanza semplice,  in Comune della Valle Stura e al Museo Civico del Ferro -Andrea Tubino di Masone, ma i cui risultati potevano apparire  non del tutto assimilabili con quelli ottenuti, sotto lo stesso profilo, nell’elogiato libro <Il padrone sovversivo> Sagep 2014.

In realtà qualche giustificata preoccupazione si sentiva di dover avere circa la lettura del documento che il Comune a Busalla avrebbero potuto fare i custodi della Storia e della Cultura Paesana, assieme ad altri entusiasti come loro della Festa della Liberazione, a fronte, per altro, di semplici constatazioni, di discendenze di dati anagrafici che tendevano, non tanto ad esaltare una Famiglia, come si è tentato miserabilmente di ridurre il contributo, quanto di affermare delle verità sulle origini di Enrico Macciò, sul ricordo lasciato dal padre Benedetto e dallo zio Giacinto, sia a Busalla che a Masone come benefattori, dopo essere stati loro umili manovali della lavorazione dei chiodi, insieme al capostipite, il famoso cespite del Codice che ne tiene molti uniti, Giovanni Battista Macciò. Sensibili alla sofferenze altrui dunque per la loro vicinanza umanitaria ai poveri e agli infermi, tanto da non potersi escludere che Enrico stesso abbia vissuto questa inclinazione famigliare verso la classe dei meno abbienti come un bisogno di cambiare la società ingiusta della quale lui stesso faceva parte.

Poche scoperte nel <Il contabile di Enrico Macciò > che integrano bene quello che di molto organico è stato già scritto del concittadino morto a Mauthausen per essersi opposto attivamente al Regime Fascista. Poche affermazioni sicure dal Comune di Masone che forse per la prima volta viene chiamato a dare un suo modesto contributo per meglio conoscere le radici di Enrico Macciò.

CB

DA MASONE A BUSALLAultima modifica: 2018-06-06T09:37:56+02:00da balbicarmelo