Il voto era atteso con grande interesse perché determina conseguenze per tutti gli utenti di Internet in Europa e non solo.
Qualcuno non lo credeva possibile ma c’è mancato poco. Ad una possibile accensione vulcanica di pirateria di link, video, e immagini e le contrarietà ufficiali ad alcuni articoli, il Parlamento Europeo ha respinto la nuova direttiva sul copyright con 318 voti sfavorevoli contro 278 favorevoli.
Innumerevoli le campagne : circa 70 esperti e padri della rete Vint Cerf e Tim Berners-Lee (i “padri” della rete), hanno scritto una lettera aperta al presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani; il Max Planck Institute, in Germania, e una massiccia petizione su Change.org ha superato in poco tempo le 850mila firme; l’iniziativa #SaveYourInternet ha messo insieme un sito dove ha raccolto tutte le critiche e le obiezioni all’articolo 13: Contenuti come una parodia o un meme, basati su prodotti protetti da copyright, potrebbero diventare illegali e potrebbe essere impedito il loro caricamento online e la condivisione sulle varie piattaforme.
La Ue si è dimostrata in qualche modo imprerata ad affrontare la rete, colossi come Google si sarebbero ritirati, wikipedia oscurata, e chissà quale altro danno a quella che pur essendo spesso una rete di di ridondanze (e abusi) di materiali resta uno strumento che misura il polso delle utenze fatto di condivisioni dai canali preferiti e critiche delle notizie, fucina di idee.
Ci hanno dato i cookie, si sono pressi i nostri dati, le nostre preferenze e i gusti e ora ci vorrebbero paganti, oltre il costo della connessione.
Piuttosto tempo e contenuti di utenza potrebbe originare un reddito, il reddito di cittadinanza digitale.
dizzly
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