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Fiber Art

L’esigenza di scandagliare attraverso il concreto le tendenze dell’Arte del nostro tempo, mediante la forma espressiva della Fiber Art.

“Noi siamo le trame, noi siamo l’ordito” scandiscono i bambini. Fanno da liccio con i loro fili azzurri e blu sollevati a ritmo di spoletta per un gioco di intreccio durante le attività ludiche di “Famiglie ed Arte” a Fiber Art, Biennale spoletina ideata e realizzata da OAT Officina d’Arte e Tessuti giunta alla terza edizione, e in corso presso il noto Complesso monumentale di San Nicolò di Spoleto fino al 20 dicembre.

La manifestazione che si avvale del patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Spoleto, del Comune di Terni e del CAOS, nonché di un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, presenta una ricca panoramica di artisti consolidati, noti nell’ambito della Fiber Art e numerosi giovani delle Accademie di belle Arti nazionali, con opere e allestimenti di arte morbida, allegorie del filo e sperimentazioni tessili. L’appuntamento prevede diverse iniziative dislocate tra le due città umbre di Spoleto e Terni, e significative altre connessioni.

Fiber Art3 offre al visitatore diverse sezioni tra esposizioni collettive, personali e bipersonali; incontri e conferenze, un “invito al curatore”, un focus speciale dedicato alla regione Sardegna e l’arte di Maria Lai, laboratori per bambini e concerti musicali. In mostra anche una selezione di opere dei maestri della sesta edizione della Biennale del Libro d’artista realizzata con il partner storico DARS di Udine dedicata in particolare ai giovani delle Accademie e Licei artistici, e Maestri e Maestre Feltrai/e di Masnago.

La fiber art si dedica alla ricerca e alla sperimentazione artistica tramite la fibra vegetale o di altra natura – filati di lana, cascame di tessuti, fili, reti di plastica, di metallo, carta e cordame – intesa sia come componente essenziale di una struttura che di molteplici relazioni, nelle dinamiche del vissuto, del sociale e anche allestitive, tanto che la rassegna nata a Spoleto si intreccia e diffonde  a Terni negli spazi di CAOS – Centro Arti Opificio Siri,  dove la manifestazione si protrarrà sino al 28 gennaio 2024.

Altri giovani “tessitori”, le classi quarte e quinte del Liceo Artistico Orneore Metelli, sperimentano attorno alla performance “Legarsi alla montagna” di Maria Lai del 1981 realizzata nel nuorese ad Ulassai, proprio quella pratica collettiva, corale, di opera condivisa messa in atto al tempo dall’artista sarda di cui ricorre quest’anno il decennale della scomparsa che la biennale intende omaggiare. Una intera comunità che si lega, di casa in casa, con un nastro passante alla montagna “in un desiderio di superamento di conflitti e isolamento delle persone fra di loro e delle persone con la natura” – scrive Silvia Giani architetto e fiber artist, ideatrice e proponente del tributo voluto in seno alla Biennale, una sorta di gemellaggio delle montagne umbre e sarde, titolato Trame cucite, e come esperienza immersiva degli studenti sul tema nel, progetto configurato con il coordinamento della professoressa Maria Laura Moroni docente di storia dell’arte presso il Liceo Metelli.

L’installazione di pannelli realizzata ed esposta nella  BCT  annessa al museo archeologico Claudia Giontella presso il CAOS di Terni, racconta storie intimamente reali dei giovani coinvolti (sembrano ex voti se pensiamo all’elemento natura spesso e purtroppo temibile), ed arriva a rappresentare una sorta di infrastruttura immateriale del recupero di tessuti, non più utili ancora utili. Scarti di abiti, tracce di umanità, che col riuso ricuciono dalla spoliazione degli abiti quella separazione dai corpi che non arriva mai fino in fondo, lasciando identità in memoria.

In tal senso, Fiber Art ospita anche “Spillifera” la bellissima personale di Laura Patacchia, curata da Pasquale Fameli e visitabile presso lo stesso Museo archeologico di Terni, fusa con gli straordinari reperti in dotazione alle sale. Spillifera appare come  il rituale di una segnatura soggettiva realizzata con innumerevoli spilli da cucito su tessuti ordinari ma più spesso antichi; come per due tessuti, lo spillo che va a segnare il rincontro, a far combaciare gli appunti. Testimonianze d’artista, sul complesso storico collettivo che nel suggestivo percorso delle sale dell’archeologico paiono proseguire le età del bronzo, e del ferro (e della Cultura di Terni) all’acciaio radiante, in una esposizione del contemporaneo che al fianco dell’antico invita alla conoscenza e alla relazione, con il macro dell’infinito e l’infinitesimale più piccolo punto. Significativa l’installazione dell’evocativa “Pupa” nella Sala Tre: bambole legate, strette in contorsionismo da filo elastico, poggiate al di sopra della teca contenente la “deposizione” di due piccoli scheletri rinvenuti nelle necropoli arcaiche e mai identificati nel genere, come di due giovani, vogliamo immaginare, fratello e sorella scomparsi precocemente. L’allestimento Pupa pare narrarne  il gioco mancato.

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Spilliamo l’appunto, perché nel vasto repertorio della biennale la presenza di opere è estesa a più campi di studio e ad artisti/e che vi confluiscono con poetiche evocative non ascrivibili esclusivamente alla fiber ma vi confluiscono nella ricerca concettuale e dell’arte contemporanea che non opera separazioni schematiche di tecniche. Ne sono prova gli stessi video digitali di Laura Patacchia “Prenderò tutto su di me” e “Altro che farfalle nello stomaco”, o le artiste romane, e la selezione di Libri d’Artisti di DARS (Donne, Arte, Ricerca, Sperimentazione) di cui si fa menzione dello splendido  Totem di Romana Spuri ABA di Roma.

Dunque come frutto di una manualità ripetuta apparentemente ordinaria, con la sperimentazione del segno, del colore e dei diversi materiali la fiber art diviene una sorta di pratica meditativa dell’arte, gesto e  disciplina dell’immaginario, certamente non solo femminile, o della tessitura ma zona di pratica applicazione del tempo artistico con tavolozze materiche, tinture organiche ed effetti pittorici e volumetrici con gli oggetti, i ricami pazienti, le plastiche sfettucciate, le terre e ancora i legni, il pellame, i calchi di gesso. E anche una sensibilità all’ambiente che ci circonda, bonificando esuberi di consumi l’artista Enrica Borghi in Ri-Generazioni, nella sala project room del Caos e sempre a cura del direttore artistico e scientifico Pasquale Fameli dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, segnala il riuso espressivo e simbolico di plastica e cotone con una “Stola” di 12 metri di fettuccia di cotone e arazzi e corpi plastici a cui fanno da controcanto le indagini cromatografiche del suolo su carta e altre tessiture e intrecci tinti con piante, funghi e licheni locali di Cristina Mariani.

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 Là dove la mostra è nata, per la panoramica Fiber art, la collettiva al San Nicolò presenta gli artisti in più spazi esterni ed interni del Complesso. Per citarne alcuni: Silvia Giani con due manti in tessuto “MI AMMANTO DI LUCE – MI VESTO DI TENEBRA” a simbolizzare una città ideale con architetture fantastiche, cucite free motion, danno il benvenuto. Silvia Beccaria con un’originale opera in carta di fumetto, quella al telaio di Teodolinda Caorlin, l’installazione di Ilaria Margutti, opere di Gianluca Murasecchi vice-presidente OAT e docente ABA Roma, Loretta Cappanera, Manuela Toselli. Nietta Condemi De Felice, tra le altre, per il focus Sardegna.  Luo Chengyue dell’ABA Bologna insieme nei lavori di 15 Accademie nazionali. E Anna Onesti e Debora Mondovì presentate da la storica dell’Arte Maria Grazia Massafra, già responsabile del Museo della Casina delle Civette di Roma per la sezione intitolata “Invito al curatore”, novità inserita nella biennale. “Quest’anno – spiega Massafra – per la prima volta nella Biennale si è aperto uno spazio per artiste che non adottano esclusivamente la Fiber Art come medium espressivo: Debora Mondovì, che presenta sculture aeree e fluttuanti in fettuccia di cotone lavorata a uncinetto su anima in metallo, nasce come ceramista e scultrice; Anna Onesti, con arazzi e aquiloni, realizzati con tecniche tintorie tradizionali su carta giapponese in fibra vegetale, da sempre lavora avendo come supporto la carta di tradizione orientale.”

Il catalogo che riassume le sezioni e gli artisti di Fiber Art3 è in corso di stampa e conterrà gli interventi critici dei vari curatori e dei professori delle Accademie intervenuti sulle tendenze dell’Arte del nostro tempo, mediante la forma espressiva della Fiber Art.

SNF

8 novembre 2023 – 20 dicembre 2023 Complesso Monumentale di S. Nicolò – Via Gregorio Elladio 10 Spoleto
18 novembre 2023 – 28 gennaio 2024 Caos – Centro Arti Opificio Siri – Via Franco Molé 25 Terni
Ideazione e Coordinamento Maria Giuseppina Caldarola, Pierfrancesco Caprio
Organizzazione Associazione Culturale Officina d’Arte e Tessuti
Info: Associazione Officina d’Arte e Tessuti
officinadartetessuti21@gmail.com – tel. 3333763011
http://www.officinadartetessuti.com
Il concerto di chiusura
domenica 17 dicembre ore 11.00  (gradita la prenotazione)
Sala Pegasus, Piazza Bovio – Spoleto
“Clarinetti all’opera”
Musiche di: Felix B. Mendelssohn, N. Ortolano, G. Cork Maul, O. Ben Amots, M. Porro, B. Alvarado, O.J. Garcia, C. Peronelli, B. Kovacs
Musicisti: Trio Namaste con Diletta Bellucci, Natalia Benedetti, Guido Arbonelli

 

Spillate l’appunto| FIBER ART 3 Spoleto e Terniultima modifica: 2023-12-03T19:02:14+01:00da Dizzly