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To Make a Dragon
Draghi di legno e Draghi di metallo. To Make a Dragon. Thyrus l’inaugurazione sul Lungonera il 15 giugno. Marco Martalar scultore autore del Drago di Vaia invitato all’inaugurazione.

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È ormai diffuso che il 2024 sia colorato dalle virtù del drago, l’unico animale mitologico onorato nel calendario cinese tanto quanto nell’antica astronomia cinese, con la costellazione del Drago, e nella filatelia con i  “Grandi draghi”, i primi francobolli emessi nel 1878 dalla Cina.

Da Frammenti d’Oriente,  la cosa che più sorprende addentrandoci nell’arte del “computo del destino” dell’antica Cina imperiale è che i Draghi con i loro cicli segnavano il termine di un’epoca di mutamento radicale, con i numeri perfetti dei gradi del cerchio. Un’epoca scandita da 60 cicli maggiori di Draghi di sessant’anni ognuno, e composto dai cicli minori di dodici anni per ogni elemento: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua (con l’ansia tutta cinese di non contraddire le forze naturali). Questo spiega perché sia l’anno del Drago di legno piuttosto che di fuoco, il prossimo tra dodici anni, mentre quello di metallo, figlio della Terra e madre dell’Acqua, il più risoluto dei draghi, il segno della creazione e dell’innovazione, tornerà solo nel 2060. 

Nel calendario ternano, intanto, quello in acciaio forgiato al laser.  Un drago di metallo. Il Thyrus. Sta per essere finalmente svelato. Farà la sua apparizione ufficiale a giugno sul Lungonera. To Make a Dragon

To Make a Dragon. 

Il grande progetto del nuovo drago d’acciaio di Terni è giunto alla sua forma finale, se ne  celebrerà la realizzazione e la grande realtà che ha generato con mostre, convegni e spettacoli sul Lungonera.

Due giornate di studio, il 14 e 15 giugno 2024, nella sala dell’Orologio del Caos (Centro opificio Siri) saranno dedicate alla figura del drago simbolo della città, nella sua effige innovativa, originale, e al rapporto di felice coesistenza fra la città e le acque, e la scultura contemporanea; fra storia, leggenda, antropologia e storia dell’arte, l’uso dell’acciaio nel panorama artistico contemporaneo, il drago nel fantasy e nel cinema. La comunicazione culturale e pop, e il giornalismo con il reportage Around The Nera.

Un insieme di linguaggi a partire da quello giornalistico per qualificare l’Umbria e Terni quale occasione di un approfondimento dell’informazione culturale con il corso di formazione per giornalisti di ODG Umbria, inserito nella seconda giornata,  in collaborazione con Associazione Thyrus: «Il format culturale. I metodi, le indagini, gli approcci e le necessità dell’informazione culturale».

Si segnalano, tra gli appuntamenti, l’inaugurazione dellomonima mostra To Make a Dragon legata alla fase progettuale del drago d’acciaio nel foyer del CAOS, le attività artistiche e reading letterari dell’Associazione Thyrus, la sfilata delle società sportive caratterizzate dal logo del Drago di Terni. Volerà infine la formazione Thyrus Flying Team dell’Aero Club di Terni, cui seguirà il cerimoniale dell’inaugurazione del Thyrus alla presenza dell’autorità.

E per quello trentino, sull’Alpe cimbra tornerà presto anche il nuovo Drago di legno di Martalar. 

Entrambi i “Draghi” amano e rappresentano un territorio e la comunità. Quello di  Martalar è il frutto di un grande amore dell’artista trentino per i boschi della sua terra traumatizzati da un uragano nel 2018. Il Drago di Terni, ideato dallo scultore Marco Diamanti, è un attrattore di energie in città, un uroboro che chiude il cerchio di un simbolo di rinascita. Il desiderio di riscoprire un simbolo identitario e partecipativo, con tutte le sue sfumature di significato.

Marco Martalar, sei ufficialmente invitato, ci sarai a Terni con le storie del drago cimbro?

«Non è semplice dire si. Questa è la stagione in cui inizio a salire in montagna».

IL DRAGO di VAIA

To Make a Dragon drago di Vaia

La scultura interamente in legno di Marco Martalar raffigura un drago alato, con le sue dimensioni, tra le più grandi opere di Land Art conosciute, prodotto con materiale ligneo recuperato tra rami, ceppaie, e sterpaglie, sulle ripide pendici dei boschi colpiti dalla tempesta Vaia. 

«Se ne era saputo qualcosa dai social, non c’era stata una vera e propria inaugurazione» racconta Marco Martalar «ma da quel momento oltre centomila persone, almeno due, tremila ogni week end, hanno percorso i sentieri di montagna del piccolo paese di Lavarone per ammirare il Drago».

Cosa è accaduto alla montagna con l’uragano Vaia, perché è nato il Drago di Vaia? 

«Una tempesta si è abbattuta a 1500 metri sulle montagne, con forti venti da nord est fino a 200 km orari. In poche ore, in un’unica, enorme, striscia di terra, almeno 20 milioni di alberi sono crollati uno sull’altro. Dopo lo sgomento, sull’area di demanio pubblico sono intervenuti  boscaioli dalla Finlandia, da tutta Europa, era impossibile ripulire il bosco con le proprie forze. Ci sono voluti tre anni almeno per portare via tutto il legname. Quando sono salito a camminare sulla montagna con il mio cane nei boschi, ho capito il danno, alberi e radici sotto sopra, non riuscivo ad avanzare, il cane saltava libero. Ho realizzato che la soluzione ai cambiamenti climatici è l’adattamento. Dobbiamo iniziare a prendere sul serio l’ipotesi che i danni siano irreversibili. Il Drago è l’idea di sanare psicologicamente quella ferita inferta non solo alla natura. Ci siamo dovuti interrogare sulla rottura di un ecosistema, in un limbo di terra dove non accade mai nulla, prendere coraggio».

La raccolta del legno per la scultura ricorda le usanze della gente di montagna di tenere puliti i sentieri dalle pietre, come hanno accolto il Drago? 

«È stato un clamore, ha avuto più successo del “Leone” realizzato con la stessa tecnica di raccolta di legni dal sottobosco, scolpiti in suggestive figure animali e mitologiche, con l’idea di avviare un Parco artistico di Land Art. L’impatto con la popolazione è stato positivo. Qui siamo abituati al flusso turistico, il paese offre servizi per la stagione invernale sciistica. Il percorso che porta alle sculture è di circa mezz’ora, ed è un sentiero facile ma lo smisurato passaggio di visitatori è stato imprevisto come l’uragano e ha messo in crisi il piccolo paese, disturbato i contadini e gli anziani.

Il Drago, poi, nel 2023 è stato incendiato, come hanno confermato le perizie scientifiche, senza che sia stato possibile risalire all’autore del dolo ma è in ricostruzione, con il sostegno del crowdfunding e un picco di donazioni, sarà installato con ogni accortezza nei prossimi mesi».

Un bosco fragile. L’uragano non è stato il solo danno…

«Con le decomposizioni delle piante a terra coesistono parassiti come il bostrico che intacca gli alberi sani limitrofi in modo esponenziale. Il parassita si è diffuso e gli abeti rossi, che rappresentano il 99% del bosco della montagna, hanno subito un’ulteriore decimazione. C’è da precisare che l’abete rosso è un impianto di monocoltura che risale al passato. La crescente commercializzazione e l’indotto del legno di un albero che cresce dritto e veloce, ha reso il bosco fragile. Ne ho parlato anche con Daniele Zovi e a Geo & Geo. La buona notizia è che la natura si sta stabilizzando, il sottobosco si sta ripopolando di uccelli e cervi. Quanto al green, non sappiamo fare passi indietro per rigenerare il pianeta. Per esempio, con i cambiamenti climatici nevica sempre meno e si pensa solo alla neve artificiale. Non ci vogliamo adattare e ripetiamo errori».

Inaugurerai a breve il nuovo Drago di legno…

«Si, al momento ho realizzato un Uovo di Drago, utilizzando le porzioni annerite della scultura del Drago recuperate dall’incendio, per un messaggio simbolico. Al nuovo drago sto lavorando e con la messa a punto sarà prossimo a tornare sulla cima, con attività e giornate dedicate anche ai bambini, Vaia for Kids.

Strettamente connessi al ritorno del Drago sono l’uscita di un fumetto fantasy e una pubblicazione per bambini, volta a sostenere il progetto Lavarone Greenland ».

To Make a Dragon

Un collegamento con la sala convegni Thyrus sarà possibile?  «In montagna scompaio, e anche i collegamenti saranno difficili…»

Grazie per il racconto e le tue riflessioni, ma tu Marco Martalar che Drago saresti?

«Sicuramente un drago di legno».

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Draghi di legno e Draghi di metallo. To Make a Dragonultima modifica: 2024-05-15T08:28:48+02:00da Dizzly