L’ETERNA GIOVINEZZA DEL CERVELLO – LO YOGA ED I BENEFICI ANTI INVECCHIAMENTO.

Ricordo che le motivazioni che mi spinsero a provare a praticare lo yoga furono essenzialmente due: la prima era la mia schiena che, dopo anni di inattività e lavoro alla scrivania, grazie a posture completamente sbagliate, mi faceva passare i guai. A 45 anni mi ritrovavo la schiena di un’ottantenne. Alzarmi la mattina era un disastro. Per non parlare poi di come arrivavo alla sera.

La seconda motivazione fu l’insegnante che avevo scelto. Maya abita vicino a casa mia e l’avevo sempre ammirata perché era ed è una bellissima donna ed in perfetta forma. Dimostrava a malapena 60 anni ed era invece sulla soglia dei 70! Mi dissi che se lo yoga dava questi effetti volevo fare yoga anche io! Perché non era solo brillante a livello fisico ma, soprattutto, a livello mentale e di spirito, come lo è tutt’oggi.

Tutta la profondità dello yoga l’ho scoperta dopo ed anche di questo non finirò mai di dirle grazie per avermi fatto conoscere lo yoga, per avermelo fatto amare e per avermelo donato.

VECCHIAIA

Tornando a noi vi chiederete ma come è possibile che lo yoga aiuti a rallentare il processo di invecchiamento? Sono ormai noti i benefici dello yoga sia a livello fisico sia sul piano energetico, emozionale e tra i vari effetti a medio-lungo termine vi è un rallentamento del processo di invecchiamento. A ciò si aggiunge il mantenimento di un buon livello di attenzione. Vediamo perché.

 

Human brain, computer illustration,

Lo yoga ed il cervello.

Ricercatori brasiliani hanno constatato come la pratica regolare dello yoga produca effetti positivi a livello cerebrale. Lo studio ha analizzato il maggiore spessore della corteccia celebrale in donne che avevano più di 60 anni e che praticavano yoga da oltre un decennio. Le analisi si sono basate sui dati emersi dalla risonanza magnetica funzionale effettuata sul queste yogi. Le donne che invece non praticavano yoga a mostravano uno spessore meno evidente.

In questa ricerca  la dott,sa E. Kozasa, neurologa, ha evidenziato che la pratica costante di asana, pranayama e meditazione aiuta a “educare” il cervello inteso come muscolo. Anche le visualizzazioni delle posture yoga permettono di stimolare le funzioni cerebrali. Tutto ciò aiuta il nostro encefalo a mantenersi attivo. In questo modo, il processo di invecchiamento cerebrale viene rallentato. Ne risulta che i livelli di attenzione e della memoria subiscono minori deterioramenti.

La pratica dello yoga svolge quindi un’azione benefica sulle facoltà mnemoniche. Questo è possibile perché asana e meditazione portano la mente a focalizzarsi sul momento presente, il qui e ora, e questo favorisce i livelli di attenzione. permettendoci di “addestrare” la mente e “plasmare” il muscolo del cervello, rendendolo attivo e contribuendo così a rallentare i processi di invecchiamento delle cellule e a mantenere buoni i livelli della memoria.

Negli ultimi anni sono comparsi numerosi studi sullo yoga e sul suo utilizzo come “terapia complementare” da abbinare ad altri trattamenti per una serie di patologie, dal mal di schiena alla depressione, dai disturbi d’ansia all’artrite e sul cervello. La maggior parte di questi studi è basata sul confronto tra la struttura cerebrale di soggetti praticanti di yoga esperti con quella di non praticanti o poco esperti, per rilevare l’esistenza di differenze trasversali tra i due gruppi. La pratica di questa disciplina sembra essere collegata a un aumento del volume della materia grigia nell’ippocampo (un’area del cervello che ha un ruolo molto importante nel gestire la memoria), all’aumento del volume di alcune zone della corteccia prefrontale (che svolge un ruolo fondamentale nei processi cognitivi), e una maggiore connettività tra le aree cerebrali che compongono il default mode network (DMN), una rete di circuiti neurali in diverse regioni corticali e sottocorticali generalmente attivata durante le ore di riposo e di attività passive. Si è inoltre riscontrato ed è in fase di altre ricerche che i praticanti esperti di yoga mostrano una sopportazione al dolore maggiore rispetto a chi non pratica yoga e la tolleranza al dolore è associata all’aumento della materia grigia nella regione della corteccia insulare.

Provare per credere !  Namastè

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