Asthanga Namaskara

Buongiorno  namasté.
Oggi vediamo un asana che apporta molti benefici ed è usata anche nel saluto al sole per passare da chaturanga Dandasana a bhujangasana:
Asthanga Namaskara
chaturanga
Ashtanga namaskara ovvero saluto con gli otto arti : “asht” che significa “8”, “anga” che significa “arto”, “namaskar” che significa “inchino, saluto”. Essa infatti tiene in equilibrio il corpo su 8 punti di appoggio.
Nell’Ashtanga Namaskara poggiano a terra a sorreggere il peso del corpo otto arti: le punte dei piedi, le ginocchia, il petto, il mento e le mani. Lo sguardo è rivolto all’orizzonte di fronte. I piedi sono uniti tra loro e le punte poggiano a terra. Anche le ginocchia sono unite tra loro e poggiano entrambe a terra. Le dita delle mani sono ben aperte e poggiano a terra di fianco al torace.
I Benefici sono molti con questo asana, tra i quali:
Apertura delle spalle e della zona superiore toracica.
Stimolazione della tiroide.
Allungamento dei muscoli anteriori del collo e della gola. Stimolazione di fegato, stomaco e reni. L’anteroversione del bacino aiuta le problematiche di emorroidi.
Buona pratica

 

SUCIRANDHRASANA – LA POSIZIONE DELLA CRUNA DELL’AGO!

Buongiorno! Namastè
Oggi vediamo una posizione semplice ma di grande efficaia:
SUCIRANDHRASANA – LA POSIZIONE DELLA CRUNA DELL’AGO!
suci
Dal sanscrito “suci” significa ago e “randhra” occhiello, pertanto si può tradurre il nome di questa asana appunto come la posizione della cruna dell’ago. Si tratta di una posa molto semplice ed abbordabile da chiunque che mira ad aprire con dolcezza il proprio bacino e a lavorare delicatamente sui flessori dell’anca.
Come si esegue:
Stesi supini piegare entrambe le ginocchia lasciando i piedi a terra. Piegare il ginocchio destro e incrociare la caviglia sulla coscia sinistra, tenere il piede destro flesso. Sollevare la gamba sinistra verso il petto e con le mani abbracciare la parte posteriore del ginocchio. La testa ed il busto devono rimanere distesi a terra. Si è raggiunta la posizione Mantenerla almeno 5 lunghi respiri.

 

LE SPALLE E LO YOGA

La spalla o articolazione scapolo-omerale, unisce l’arto superiore al tronco.

Schermata-2019-04-23-alle-01.16.57

L’articolazione della spalla, infatti, è l’elemento di raccordo tra la testa dell’omero e la cavità della scapola.

Grazie all’anatomia delle sue superfici articolari, l’articolazione della spalla è dotata di estrema mobilità.
L’articolazione della spalla comprende varie componenti strutturali, tra cui:

  • Le due superfici articolari, una appartenente all’omero e una alla scapola;
  • La capsula articolare, la quale è stretto contatto con il periostio delle ossa coinvolte nell’articolazione;
  • La cartilagine articolare, che ricopre le superfici articolari;
  • Legamenti e borse sinoviali.

Superfici articolari, capsula articolare e cartilagine articolare sono componenti caratteristiche di tutte le cosiddette articolazioni sinoviali (o diartrosi).

L’articolazione della spalla conta 5 borse sinoviali. Le borse sinoviali sono sacche ripiene di liquido sinoviale, dotate di proprietà ammortizzanti, che, in virtù di un loro posizionamento strategico, impediscono la frizione di alcuni elementi articolari con ciò che li circonda.

L’articolazione della spalla comprende 6 legamenti e 5 muscoli,
fondamentali nel garantire la stabilità dell’articolazione in questione (non a caso sono conosciuti anche con il nome di muscoli stabilizzatori della spalla) nonché la caratteristica mobilità, e sono: il muscolo bicipite brachiale e 4 muscoli della cuffia dei rotatori, ossia il muscolo sottoscapolare, il muscolo sovraspinato, il muscolo piccolo rotondo e muscolo sottospinato.

Quali sono i Movimenti dell’Articolazione della Spalla? Elevazione, abbassamento, retroposizione e anteposizione. I suoi movimenti permettono tutti i movimenti delle braccia.

spalla-braccio

Le patologie e gli infortuni che possono interessare l’articolazione della spalla sono numerosi; tra questi meritano sicuramente una citazione: la periartrite della spalla, la lussazione della spalla e le lesioni a carico della cuffia dei rotatori.

DELFINO

  Asana per aprire le spalle

Quando pratichiamo l’apertura delle spalle con lo Yoga ci rendiamo conto  che questa azione è legata a sua volta all’ apertura del torace.

L’area del torace e delle spalle è strettamente legata alla nostra vita emotiva.
Aprire l’area del torace e delle spalle significa dare spazio al cuore, al respiro, al fluire della vita e a tutte le funzioni dell’Anahata Chakra, il chakra del cuore.

È buona pratica, prima di iniziare una lezione di yoga che, dopo il focus iniziale, in cui ci riconnettiamo con noi stessi e pacifichiamo pensieri e respiro, per riportarci al qui ed ora, fare un riscaldamento della rachide cervicale, delle spallle e della colonna vertebrale.

Nello yoga una delle raccomandazioni costanti è di abbassare le spalle, sempre ed aprirle portandole indietro.

Alcune asana che lavorano sulle spalle sono: Ardha Sirsasana, Garudasana, Dhanurasana, Bhujangasana, Gomukhasana, Salhabasana ecc. In generale tutte le posizioni in cui ruotiamo il busto aprendo di conseguenza le spalle, tutte le posizioni in cui portiamo le mani dietro la schiena, molte posizioni in cui si inarca la schiena.

È quindi fondamentale che ci prendiamo costante cura delle nostre spalle, tenendole in allenamento, ma non solo: non dimentichiamoci di averle, portiamo durante la nostra giornata attenzione su di loro, se ci accorgiamo che le portiamo sempre in alto, vicino alle orecchie,  abbassiamole e se le portiamo sempre in avanti riapriamole, portandole indietro. Ne beneficeranno non solo le spalle ma il collo e la schiena.

Namastè

.

 

LE GINOCCHIA E LO YOGA

Yoga e ginocchia

AAA 1

Perché lo yoga fa bene alle ginocchia

Lo yoga fa bene alle ginocchia perché lavora, con l’esecuzione degli asana, per  rinforzare, allungare ed elasticizzare tutti i muscoli che contribuiscono al corretto funzionamento del ginocchio, ovvero  i quadricipiti, lo psoas e i muscoli posteriori della coscia. Inoltre, soprattutto con alcuni stili di yoga, riesce a lavorare anche sui tessuti freddi: ossa, tendini ecc…,, aumenta la circolazione del sangue ed un maggior apporto di sangue a tutto il corpo, aiuta la lubrificazione delle articolazioni, e in ultimo, ma non per ultimo, lo yoga, attraverso la pratica, ci insegna ad adottare e rispettare la postura corretta del corpo, e col tempo ci aiuta a correggere i nostri difetti posturali, che possono gravare anche pesantemente anche sulle nostre ginocchia.

Infine, con lo yoga si sviluppa la propriocezione, cioè l’ascolto del corpo, e quindi si impara ad ascoltarlo ed a capire quando è il caso di evitare di fare determinati movimenti o quando ci manda segnali di malessere.

I muscoli e le ginocchia

Un breve “ripasso” dei principali muscoli che interessano il ginocchio:

  • Lo psoas è il muscolo flessore dell’anca, che collega il femore, con la zona lombare della schiena ed è uno dei muscoli più importanti per la mobilità, pensiamo che ogni volta che ci sediamo, accavalliamo le gambe, solleviamo una gamba noi stiamo usando lo psoas. Purtroppo la vita sedentaria che la maggior parte delle persone oggi conduce porta ad un irrigidimento di questo muscolo, con la conseguenza che la mancanza di elasticità può causare tensione nella parte bassa della schiena, causando dolore lombare e tensione alle ginocchia.

muscolo-ileopsoas

  • I muscoli quadricipiti servono da sostegno all’articolazione del ginocchio e, quando questi muscoli mancano di elasticità, tendono a portare la rotula verso l’alto, creando così attrito all’interno dell’articolazione.

L’irrigidimento di questi muscoli oltre che ad un disequilibrio tra loro (ad esempio quando il muscolo quadricipite è più sviluppato verso l’esterno rispetto alla parte interna del medesimo muscolo) determina un  movimento scorretto della rotula causando attrito, consumo della cartilagine e dolore.

Al contrario invece, quando tutti i legamenti e muscoli sono forti, la rotula rimane nel suo asse, scivola senza sforzo e la cartilagine non viene consumata.

il ginocchio

 

Consigli per proteggere le ginocchia nell’esecuzione delle pratiche yoga

  • Durante le posizioni, di piegamenti in avanti da seduti, di piegamenti in piedi occorre evitare di iper-estendere il ginocchio all’indietro. Quando si avverte tensione nell’articolazione, specialmente nella parte posteriore e interna, stiamo lavorando male e gravando sul ginocchio. Per evitarlo, è utile piegare leggermente le ginocchia.

 

  • Durante la pratica, specialmente in caso di dolore alle ginocchia, controlla il tuo allineamento, perché allineare correttamente i piedi è la chiave per costruire forza in modo equilibrato in entrambe i lati del ginocchio ed evitare che la cartilagine venga consumata. Nello specifico :
  1. Nelle posizioni che prevedono di piegare il ginocchio a 90°, come il Virabhadrasana, Anjaneyasana ecc.. bisogna controllare che il ginocchio sia in linea con la caviglia;
  2. Nelle posizioni in piedi, come ad esempio Tadasana, questi devono essere paralleli e non aperti verso l’esterno e che il peso del corpo sia distribuito uniformemente su tutte e due i piedi.

 

  • I muscoli delle cosce, sono molto importanti per la salute delle ginocchia, poiché permettono di sostenere l’articolazione e di farla lavorare nel modo corretto, permettendo alla rotula di muoversi liberamente nella sua sede.

É importante quindi fare degli esercizi adeguati per rinforzare il muscolo vasto mediale, che si trova appena sopra il ginocchio, nella parte interna.

 

  • Lo yoga è l’ascolto del nostro corpo e l’accettazione dei nostri limiti rispettandoli. Non stiamo facendo una gara né con gli altri né con noi stessi, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno. Pertanto se non siamo in grado di fare le posizioni difficili, occorre evitare assolutamente di spingerci oltre i nostri limiti per fare il super eroe perché l’unico possibile risultato è farci dei danni e non apportarci dei benefici. Alcune volte è sufficiente modificare l’asana, adattandolo al nostro corpo, altre volte, invece, si tratta di comprendere che quella posizione proprio non fa per noi e quindi è meglio evitare di farla.
  • Non dimentichiamo mai l’importanza del riscaldamento anche delle nostre articolazioni, con qualche esercizio semplice si evita di far andare in sforzo un’articolazione provocando dolore o altro. Nel caso delle ginocchia è bene ricordare di riscaldare anche le anche e i piedi, soprattutto in posizioni a terra dove tutta la gamba viene coinvolta.
  • Laddove ci rimane difficile arrivare ad una determinata posizione lo yoga ci viene incontro con l’ausilio dei supporti: blocchetti, cuscini, cinghie, che ci permettono di raggiungere in agio il nostro obiettivo.

Lo Yoga giusto

Quando si soffre di dolore alle ginocchia, artrosi, occorre considerare bene quale stile di yoga praticare.

Pratiche come ashtanga yoga e vinyasa yoga hanno un ritmo molto intenso ed a volte questo potrebbe non essere favorevole per certe articolazioni se sofferenti.  Lo Iyengar yoga, che focalizza molto l’attenzione sull’allineamento corretto delle posizioni può essere, se eseguito da maestri preparati, un buon stile per ginocchia “doloranti”, così come Hatha, Yin, Restorative che hanno ritmi meno intensi.

ALCUNI COSIGLI EXTRA YOGA

DALL’AYURVEDA:  Le giunture o articolazioni, tutte, hanno bisogno di essere ben lubrificate per funzionare al meglio.

L’ayurveda prevede che si pratichi tutti i giorni, possibilmente la sera, un massaggio su tutto il corpo con olio caldo essendo un vero e proprio nutrimento per il corpo, seguito subito da una doccia calda, perché se l’olio si raffredda riassorbe tutte le sostanze nutritive immesse attraverso la pelle. Un olio consigliato è l’olio di sesamo

Anche l’assunzione di curcuma è altamente cosigliata. Sono ormai note le sue potenti qualità antinfiammatorie.

Lo stesso potere ha lo zenzero.

DALLA MEDICINA:

L’assunzione di condroitina e glucosamina, che sono componenti della cartilagine delle articolazioni, ne favoriscono la ricrescita.

La vitamina D (che è l’unica che non assumiamo regolarmente se non con l’esposizione al sole) e il calcio sappiamo che sono fondamentali per il benessere delle nostre ossa.

DALLA NATURA:

Il sole. Perché il sole, preso con le dovute protezioni, fa miracoli per il nostro sistema scheletrico e, non solo.

SOLE

namastè

Vajrasana

Nello yoga devi lottare con te stesso per andare oltre.

(Osho)

145699257_247190527032608_3200001028502905320_o

In sanscrito vajra significa sia “fulmine” che “diamante” per cui questa asana viene tradotta sia come “la posizione del fulmine” che come “la posizione del diamante”.

Vajrasana attiva tre chakra: il chakra radice, Manipura il terzo chakra, Anahata il chakra del cuore e Ajna il sesto chakra, il nostro terzo occhio.

Questa posizione attiva e pulisce una delle nadi minori, ma non per questo meno importati, la vajra nadi. Questo canale energetico trasporta gli impulsi nervosi dal sistema genito-urinario al cervello. Per questa ragione, secondo la tradizione, questa posizione rende la mente acuta e chiara come un diamante e potente come un fulmine.

I Benefici sono molteplici:

fortifica le articolazioni dei piedi, delle caviglie e delle ginocchia

tonifica i muscoli delle cosce e dei polpacci

lavora sugli organi addominali perché grazie alla posizione delle gambe, il flusso sanguigno nella zona addominale aumenta, incrementando le capacità digestive;

è utile per problemi a livello lombari o di infezioni nella zona sacrale.

è una delle posizioni meditative ed aiuta il praticante ad entrare in uno stato di rilassamento, immobilità del corpo e tranquillità della mente

non è una posizione di facile esecuzione, perché se soprattutto si hanno problemi alle ginocchia o non si è molto pratici, queste possono risultare doloranti ed in tensione.

Per questo ci si può aiutare con dei supporti per abituare gradatamente il corpo all’asana. Non dimentichiamo mai che l’ascolto del nostro corpo è fondamentale e che tutte le posizioni devono essere stabili e nell’agio.

Namasté