Due cose da non fare [per ironizzare]

Noi uomini spesso ci illudiamo di molte cose. Una su tutte? Quella di conoscere le donne. Bene, non c’è cosa più sbagliata. Forse, e dico forse, qualcuno è riuscito a capire qualcosa. Per prima cosa non ci sono regole precise con le donne. Le donne sicuramente vanno comprese, vanno amate. Amate per quello che sono e non per quello che vogliono (o tentano) di apparire. Per la semplicità con cui ci sorprendono. E’ vero, spesso sono complicate ma nel loro caos c’è un ordine ben preciso. Le donne vanno rispettate per i ruoli che ricoprono: madri, mogli, mamme.

Le donne vanno protette perché sono linfa vitale per noi uomini che spesso ci nascondiamo dietro una facciata solida e crolliamo, se non ci sono loro a sostenerci. Vanno difese, perché non c’è cosa più bella che proteggere quello che di più bello c’è al mondo. Le donne bisogna farle ridere e sorridere. Oh sì, questo è fondamentale. Nonostante tutto quello appena detto,  c’è ancora una cosa che noi uomini ancora non riusciamo a capire. Anzi due: mai fuggire da una donna e, cosa importantissima, mai farle “incazzare”.

Perché, come nel peggior incubo, non avremo scampo. ;))

Le scene di questo video sono state girate da attori professionisti a scopo ironico e non rispecchiano la realtà (per fortuna nostra!). Non cercarte di emulare le scene e soprattutto non fatelo a casa (con il vostro uomo)!”  :)))

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Le sue labbra, per esempio

E’ col passare del tempo che riscopriamo il valore delle cose. Lasciando intorno solo il bello delle persone. Facendo spazio dentro, per accogliere quello che ci fa stare bene. Mettendo via quello che è inutile. Tutto quello che è “in più”. Rinunciando alle nostre gabbie di metallo: belle, lucenti, spaziose. Buttando via le parole inutili, i consigli inutili, i falsi ideali. Scansando ormai questa società priva di valori. Lasciando solo poche cose, quelle importanti: la pioggia, un ritmo su cui ballare, un sorriso, una canzone.

Due occhi.

E quel brivido che avverti quando baci le sue labbra.

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Diamanti preziosi

Alcune emozioni sono difficili da esternare. Allora trovi un modo per tirarle fuori, per portarle su. Magari scrivendole. Anche se scrivere le proprie emozioni, trasformarle in lettere, mette sempre un po’ a disagio.  Perché quando scrivi l’anima tende ad aprirsi. Poi ti rendi conto che è l’unico modo che hai per materializzare quello che ti passa dentro. Quello che desideri in un preciso momento della tua vita. E’ l’unico modo per ammettere che desideri [sempre e ancora] quel sorriso, per esempio.

Quello visto la prima volta, che ha riempito di luce quello che luce non era, che in un attimo ha rimesso a posto tutto, quel sorriso più bello di una sorpresa. Con le lettere poi, puoi esaltare quello sguardo. Due occhi belli e insostenibili. Così profondi da affogarci dentro, da perderti e non sapere più dove sei. Cerchi, con quelle lettere, di imprimere tutto quello che il cuore trattiene e non dimentica ma che la memoria si lascia spesso sfuggire. Ogni dettaglio, anche il più piccolo.

Come tanti diamanti preziosi.

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Come libri aperti

Sono le persone come te quelle che fanno più paura. Perchè sono come libri aperti, sono lì: con le loro pagine, con i loro inchiostri, i loro caratteri, le orecchie ad alcuni angoli della carta e le macchie ingiallite dal tempo. Sono lì e tu non hai scusanti, sei inerme. Come se ti dicessero “vieni a scoprirci”. Non c’è nulla che tolgano agli occhi e all’anima. Ed è per questo che hai paura.

Perché sono lì, tutto è lì.

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La metà di niente

Ti è mai capitato di sentire la mancanza di qualcuno? Sembra strano ma spesso, senza accorgercene, si creano delle distanze che ci allontanano da chi vogliamo bene, da chi è nella nostra vita. Per superficialità, per egoismo, per orgoglio, a volte anche senza un reale motivo. Mancanza che avverti in ogni situazione, in ogni attimo della tua “normalità”. Per strada, mentre cammini, dopo un forte temporale. Quando gli altri parlano e ti accorgi che tutto perde sapore. Da quello che mangi, da quello che ti dicono, a quello che tu dici, a quello che ascolti e che, in fondo, non t’importa nulla di sapere. Distanze che non si possono calcolare con un contachilometri e che si potrebbero facilmente colmare.

Facendo un semplice passo.

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