I link proposti in fondo a questo post sono il risultato di una semplice e veloce ricerca che nasce da due domande anch’esse semplici, e che mi pongo da moltissimo tempo.
“Perché ci sono ancora nel mondo esseri umani che muoiono di fame, nonostante esistano da anni e anni istituzioni e associazioni e governi e chiese e persone che si occupano della risoluzione di questo problema?”
“Perché c’è ancora la guerra, nonostante ci siano istituzioni associazioni governi chiese persone che la condannino e lavorino per la pace da anni e anni?”
Queste domande mi si sono fatte più urgenti notando la velocità della distribuzione capillare dei computer dagli anni ’70 del Novecento in poi. Sono state impiegate immani risorse economiche, umane e di tempo affinché nel mondo avvenisse la rivoluzione digitale.
Evidentemente la diffusione dei computer è stata considerata fondamentale, improcrastinabile, importante, vitale, mentre far finire le guerre e la fame no.
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_computer#:~:text=Nel%201833%20Charles%20Babbage%20(1791,mai%20realizzato%20un%20prototipo%20completo.
“Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole” dice Dante , aggiungendo “e più non dimandare”. Non vorrei mancargli di rispetto proprio nel VII centenario della sua morte, ma il “dimandare” a chi può realizzare ciò che vuole, diventa invece maggiormente impellente nel maggior trascorrere del tempo e nell’evidenza che là dove si puote ciò che si vuole – cioè dalle parti dei ‘potenti’ della terra, ché non sempre si parla di Dio dalle nostre parti terrene – non sembra proprio interessare la risoluzione della fame e delle guerre nel mondo.
E anche se accettiamo – e come non potremmo 🙂 – la sostanziale differenza rilevata da Tommaso D’Aquino tra l’immediatezza e la libertà dell’azione divina -dovuta all’identificazione della Volontà e della Potenza in Dio -, e il Tempo necessario invece all’essere umano per realizzare i suoi progetti, direi che, comunque, come esseri umani ne abbiamo avuto di tempo per far finire queste vergognose piaghe nel mondo.
E, allora, perché no? Perché esistono ancora?
Perché non si vuole farle finire?
So che le domande poste in questo modo semplice semplice potrebbero suscitare ironici sorrisi, rimandi ad Alice nel Paese delle Meraviglie e via di questo passo canzonatorio sarcastico e irridente, come avessi scoperto adesso l’acqua calda.
Ma non ho scoperto adesso l’acqua calda.
E.
Trovo fondamentale porre le domande in modo semplice semplice, a mo’ di bambin*, a mo’ di marzian* appena sces* sulla terra e che delle strategie terrestri non sa nulla, a mo’ di quel suggerimento con cui il Matteo evangelico dice “il vostro parlare sia sì sì o no no”.
Ci si capisce meglio, è una cosa di cui sono convinta fin da quando, piccolissima, ascoltavo i discorsi delle donne che si riunivano in piazzetta, intente ai ‘lavori femminili’ e alle chiacchiere spropositate sul mondo intero, complicando anche una semplice espressione come ‘buongiorno’. Non che gli uomini fossero da meno, come poi ho avuto modo di scoprire, ma io all’epoca avevo l’opportunità di ascoltare solo le donne 🙂
Insomma, andando avanti per ‘sì sì o no no’, la storia si fa semplice. Intendo anche la Storia. Immagino i libri di storia scritti secondo questo criterio, immagino frantumarsi tutte le spiegazioni di “cause ed effetti”, ché poi sono sempre spiegazioni verticali, gerarchiche e autoriferite a chi ha la possibilità di scrivere la storia, cioè di porgere-scegliere i ‘fatti’. Difficilmente si trovano spiegazioni ‘orizzontali, inclusive, sistemiche’ dei ‘fatti’.
I ‘fatti’ narrati così come mi piacerebbe, perderebbero la loro assolutezza e si presenterebbero come punti di intersezione, incontri, punti di passaggio e la loro lettura così fatta permetterebbe un’apertura di significati che interpellerebbero in modo significativo le responsabilità degli attori e dei partecipanti agli eventi, molto di più di quanto non si faccia presentando l’evento in modo isolato. E riulterebbe molto più chiaramente che ‘attori e partecipanti’ degli eventi siamo tutti.
Ci pensarono già gli storici dell’École des Annales -nata alla fine degli anni Venti del Novecento -ad ampliare il campo di vedute, e questo tipo di storiografia ha aiutato ad allargare la visione e la lettura dei ‘fatti’, ma non è penetrato moltissimo tra i comuni mortali e si nota addirittura un ritorno a raccontare quell’ ‘événement’ da cui gli storici dell’École avevano voluto prendere le distanze per parlare invece di trame e intersezioni.
Ricordo in questo senso il mirabile intervento che Alex Zanotelli fece ad Assisi al Cortile di Francesco del 2019, che quell’anno aveva il titolo “In_contro. Comunità, popoli, nazioni”. Padre Zanotelli fu capace di tessere una trama interpretativa di intersezioni e incontri/scontri, rilevare punti di una rete molto diffusa di ‘fatti’ da mettere in connessione. Il suo intervento si trova facilmente in rete.
https://www.treccani.it/enciclopedia/annales_res-0492eef2-1d24-11de-bb24-0016357eee51/
https://it.wikipedia.org/wiki/Nouvelle_Histoire
Paragono da tempo la rapida diffusione del personal computer con l’ottuso torpido svogliato svolgersi del cammino che istituzioni associazioni chiese singoli esseri umani ecc. fanno per far finire le piaghe nel mondo.
Se immaginiamo un video con una mappa che comprenda i dati di fame e guerre e diffusione dei computer nel mondo e che diacronicamente si evolva e aggiorni, vedremmo bene la velocità con cui si è diffuso il computer nel mondo. Immaginiamolo questo video, su!
Non ce l’ho con l’informatizzazione, la digitalizzazione, i pc, i grossi computer, non è questo il senso del post.
Il senso è “cosa si vuole dove si può realizzare quello che si vuole?”.
E la risposta o le risposte sono inquietanti. Nemmeno tanto originali o nuove. Ed è proprio il loro essere obsolete e ripetute e identiche nel tempo che lascia stupefatti.
Ed è anche inutile cambiare narrazione storica, perché un bimbo che muore di fame o di guerra è un bimbo che muore di fame o di guerra, e solo e proprio questo dovrebbe essere detto. Prima ancora che ‘vittima di un sistema economico aberrante’, prima ancora di ‘effetto collaterale’, prima ancora di diventare ‘un caso, una classificazione, un effetto di’, è un essere umano che muore di fame o per una guerra.
Qui ci dovremmo fermare. E tremare. E correre ai ripari.
Ma poi, lo sappiamo bene dentro di noi, si tratterebbe di mettere in discussione qualcosina di questo nostro mondo senza apparente e fisica fame e senza apparente e fisica guerra, e allora … quei mondi dove si muore di fame e di guerra sono così lontani dal nostro ‘voglio e posso ciò che voglio’, apparente beninteso per noi comuni mortali, ma in sintonia con chi più di noi ‘vuole e può ciò che vuole’.
Eccoci, dunque, disegnati dentro mappe costruite da altri, felici di starci, pronti a commuoverci e partecipare a beneficenze collettive, a fare marce, incontri, a fare di tutto.
Pur di non fare nulla realmente e in pratica.
Fa sempre piacere stupirci per le ingiustizie nel mondo, per la follia dei potenti, per un disegno divino dalla cui comprensione siamo esclusi, per gli atti di un destino che ci sovrasta … sì, è un piacere assolverci.
Ma. E. Considerando che.
Nel nostro mondo abbiamo una certa capacità a concettualizzare dicotomizzando.
Abbiamo analogico e digitale.
Abbiamo guerra e pace.
Ma non abbiamo una parola che si opponga a fame se ne parlo come problema a livello planetario. Sul piano personale abbiamo fame e sazietà; ma … e … dobbiamo usare locuzioni, non abbiamo costruito una parola, una sola, ( e quindi un pensiero e un’azione correlati ad essa) per dire l’assenza di fame nel mondo.
E fame è prima di guerra e di computer.
E, ancor prima, è una vergogna che se ne possa ancora morire.
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.
Dov’è il nostro personale singolo dis-crepante “colà”?
https://www.esteri.it/mae/doc/calendariogiornata_alimentazione.pdf
http://augustoperexpo.blogspot.com/2015/01/organizzazioni-per-la-lotta-contro-la.html
https://www.papafrancesco.net/elenco-delle-principali-associazioni-volonariato-sociale-umanitario/
http://www.fao.org/3/i1065i/i1065i02.pdf
https://it.wfp.org/organizzazioni-non-governative
https://www.azionecontrolafame.it/chi-siamo/acf-international
https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_per_la_lotta_contro_la_fame_nel_mondo
https://www.actionaid.it/ambiti-intervento/disuguaglianze-globali
https://www.orizzontipolitici.it/la-fao-food-and-agriculture-organization/
https://www.cocopa.it/images/documenti/alimentare/Progetto_UE.pdf
https://www.onuitalia.it/sdg/pace-giustizia-e-istituzioni-forti/
https://www.skuola.net/diritto/onu-organizzazioni-internazionali-pace.html
http://www.arpalazio.net/sviluppo_sostenibile/pagina.php?id_sezione=1&idSottoSezione=2&idRecord=26
Non allego nessuna mappa.
Facciamola da noi.
Facciamola del nostro cuore.
Facciamola della nostra visione del mondo.
Facciamola del nostro “colà”.