UNESCO? UNO VALE L’ALTRO!

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Vabbè, ditelo che andrà a finire tutto a tarallucci e vino così ci mettiamo l’anima in pace e non ne parliamo più! Ormai i colpi di scena si susseguono a ritmi vertiginosi, tra il serio e il faceto, tra una gag e una smentita, tra frizzi, lazzi e scazzi, non abbiamo più pace: la nostra attenzione puntualmente e fatalmente viene catturata dal balconaro e dal cialtronaro. Con tutta la buona volontà, non possiamo continuare a subire passivamente le mosse astute e studiate a tavolino: intraprendono grosse iniziative, salgono sui loro “predellini” e lanciano progetti e imprese come se fossero pronte a partire immediatamente. Ora c’è l’attacco a Macron e preparato in grande stile, serve solo per distogliere le masse dalle scelte importanti che purtroppo vanno a rilento. Uno punta Marcon e l’altro, per esempio, punta i terroristi rifugiati all’estero pronti per essere catturati e riportati in Italia. Problemi di cui francamente, con  tutti i kakki che abbiamo per la testa, non sono priorità e che potrebbero essere trascurati. Trattasi della classica e nota “distrazione di massa” suggerita dai rispettivi “spin doctor” dei due, che provvedono come ogni giorno a fornire il passatempo giusto per impiegare la giornata. Perché? Perché aspettano solo le Europee, devono campare con il governo in piedi fino alle elezioni europee. Dei problemi dell’Italia, non frega un cazzo e chi aspetta si ritroverà con un pugno di mosche. L’ultima poi, è la scelta folle e impossibile di nominare Lino Banfi ad ambasciatore italiano presso l’UNESCO. Non ho niente contro il mio conterraneo Lino Banfi, persona seria e attore molto bravo: ha dimostrato nel tempo, di poter affrontare parti comiche e ruoli anche seri. Per cui, chapeau per Lino, ma scusatemi quali credenziali può vantare per occupare un posto in seno all’Unesco? Lui stesso imbarazzato, ammette davanti alla platea, di non essere acculturato per siffatto incarico, tuttavia ritiene di potersela cavare regalando sorrisi a volontà. Ci credo, ma servirebbe ben altro al nostro paese di santi, navigatori e poeti: credibilità che vada oltre gli spaghetti, i mandolini, la pizza e i film pecorecci che hanno fatto anche la storia di questo paese. Erano film di culto? Certo, io li ho visti tutti e mi sono sempre divertito, ma se portiamo Banfi all’Unesco, allora dobbiamo e possiamo trovare lavoro a Gigi e Andrea, Alvaro Vitali, Gianfranco D’Angelo, Pippo Franco e tanti altri attori che sono alla stregua del Banfi. Tutti bravi e tutti meritevoli ma niente di più. Se così  non fosse scordiamoci Tognazzi, Gassman, Manfredi, Proietti ecc.ecc. Qua si continua a giocare: sarà anche vero il cambiamento, ma nessuno aveva mai pensato a questo genere di scelte: sarebbe questa la democrazia dal basso? Alla camera e al senato gente che viene dalla rete e li abbiamo visti al lavoro, e infine scelte “ad capocchiam” (senza offesa per nessuno), l’importante è che facciano scalpore per distrarci dalle combutte e dalle scelleratezze che stanno compiendo contro questo paese. Severo io? Forse sì, ma non sopporterei di scoprire di aver avuto ragione. Preferisco essere preso a pernacchie se le cose andranno sempre meglio smentendomi su tutta la linea.  

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AVANTI UN ALTRO….CHI E’ IL PROSSIMO?

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Credo che abbia pensato a tutto l’incauto signor Michael Farrell per donare alla sua signora Kellie, una serata da ricordare come il giorno del loro matrimonio. Infatti, per il loro anniversario, il nostro sfortunato amico ha pensato di fare un grande sforzo economico per festeggiare nel miglior modo possibile, una serata indimenticabile. Ha tenuto conto di tutto ciò a cui sarebbe andato incontro poiché aveva scelto un locale celebre in tutto il mondo, quel “Olivia’s La Cala” a pochi chilometri da Marbella in Spagna. Ohibò…e che avrà mai di tanto speciale e particolare? Ci sono tantissimi locali al mondo dove si magia bene e si vive un contesto appropriato per una location (?) di classe. Eh no Carle’, ti sbagli poiché il tanto decantato ha un suo “dress code” da rispettare assolutamente e severamente. E’ per questa ragione che Mr. Farrell, sapendo le regole istituzionali del posto, ha pensato a tutto e si è attenuto al rispetto delle norme: ha addirittura prenotato sei mesi prima proprio per evitare sorprese. Partiamo da quel termine anglofono che fa mucchio selvaggio con tutti quegli etimi entrati di prepotenza nel nostro lessico corrente: “Ekkevordì”?  “Dress code” è un insieme di regole da rispettare circa l’abbigliamento, per poter accedere e/o presentarsi in un posto di alto livello sociale. Ecco, il nostro mister (e dagli con i termini esterofili) ha avuto l’obbligo di trasmettere alla direzione dell’ “Olivia’s” via mail (ancora?), le foto del suo abbigliamento e di quello della moglie perché la sua costosa prenotazione fosse accettata. Lui lo sapeva, si era ben informato circa la mise (sic) da rispettare: perciò aveva fatto sacrifici per condurre la Kellie in quel locale di lusso. Aveva speso tanto per l’abito della signora e per il suo, non aveva badato a spese ed era certo che non vi sarebbero stati problemi: ha mandato le foto e ha aspettato la conferma definitiva. Una attesa che valeva la pena, non stava nella pelle Mike e che occasione unica aveva creato per festeggiare l’anniversario di matrimonio. Finalmente giunge la comunicazione e….grande delusione. La direzione non riteneva le sue scarpe appropriate per la serata! Comeeeeee? Le scarpe non andavano bene? Pagate 340 (solo?) e non erano all’altezza? Il tapino mortificato e mestamente ha tentato una mediazione, una commovente sceneggiata per non rimanere fuori e rinunciare al sogno. “Le sue scarpe, per quanto riguarda il nostro “dress code” (insisti?) sono considerate scarpe da ginnastica!” Inferto il colpo mortale per il locale era chiuso il discorso, tuttavia vista la cortese insistenza di Farrell, alla fine ha ceduto eccezionalmente accettando quelle calzature e ha confermato la prenotazione. A quel punto è stata la moglie a pregare il marito perché rinunciasse alla cena lì dove si sarebbe sentita a disagio visto il cerimoniale. Fine della storia. Brava Kellie, ottima decisione nonostante la prodiga accettazione della direzione: magari al dirigente gli sarà scesa anche l’ernia per lo sforzo disumano! E poi andiamo su, andarci per cosa? Per raccontare a tutti che ci eravate stati per una unica e irripetibile serata? Ma no, c’è tanto altro da raccontare, le belle storie si possono raccontare anche senza averle vissute: la fantasia aiuta molto quando ci si vuole bene! A proposito: io ho un paio di scarpe da 360.000 euro. Le ho comparate al TAKE OFF (visto? non ce ne libereremo mai) e se andassi da “Olivia’s”, mi caccerebbero a pedate nel sedere. Invece i calcioni glieli darei io, confermando che con il rapporto tipico del mio Take Off, i 360 euro pagati con il “diviso sei”, le ho avute per 60 euro! Ma andate affa’cucolo “senores de la polla”. La traduzione andate a cercarla…

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SE QUESTO E’ IL CAMBIAMENTO…

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Credo si stia esagerando ora: stiamo seguendo nuove procedure, nuovi iter, nuovo modo di fare politica e ancor di più, un nuovissimo modo di esibirsi su Facebook in diretta. Matteo Salvini forse non riesce a lavorare, a fare il suo mestiere momentaneo, fuori dal contesto della rete. Il 95% del suo lavoro è svolto sul web e sui social, se proprio non può, allora si manifesta dal vivo e ci pensano gli altri a postarlo sul social preferito. Ormai dopo oltre cento giorni di questo governo e dei suoi illustri componenti, credo non ci sia altro da scoprire: una serie di novità nuove di zecca, dichiarazioni di grandi esponenti del governo in T-Shirt o camicia, oppure bermuda. Tutto e il contrario di tutto, da mane a sera, detto e ripetuto più volte sempre in forme diversa. Ma così, dove è la credibilità di questi signori? Ci stanno mostrando un vero e proprio cambiamento ma non riguarda la politica e le leggi, non ancora per lo meno; riguarda i modi, i tempi e le circostanze. In oltre cento giorni abbiamo visto cose nuove più di quanto ne abbiamo viste in 60 anni di repubblica. L’ultima è portentosa: ha ricevuto un ulteriore avviso di garanzia al Ministero e lui che fa? Apre in diretta su Facebook la busta per raccogliere ancora una volta i suoi accoliti intorno a se. Il tribunale di Palermo gli contesta il reato di sequestro di persona aggravato (inerente la prova di forza della “Diciotti”) che andrebbe ancora a peggiorare la sua posizione e lui legge il documento commentando opportunamente e a modo suo, il contenuto: “Temo che qualcuno voglia fermarmi…”, “Interrogatemi, domani vengo a piedi a Palermo…”. Non solo è sfregiante, forte della sua posizione al governo, ma la cosa che irrita di più è la frase ormai ricorrente: “Gli italiani sono con me…”. Cosa significa? Che cosa ci azzeccano gli italiani che sono dalla sua parte, con la Magistratura e le sue inchieste? Poiché c’è il suo massiccio serbatoio di voti, dove e a cosa mira Matteo? Gli italiani che hanno votato per lui cosa potranno fare? Andranno a prelevare i giudici inquirenti per punirli? Daranno loro da bere olio di ricino? Temo molto questo continuo fare riferimenti agli italiani che sono con lui. Presumo ve ne siano molti di più che non siano dalla sua parte. Quindi, che potrebbe accadere? Facciamo barricate? Ci meniamo tra di noi? Concludo: avverto tutti coloro che in futuro riceveranno avvisi di garanzia, di procedere come ha fatto Salvini: Facebook in diretta per raccogliere intorno a se tanta gente, tante testimonianze tali da spaventare chi osasse mettere in discussione la sua persona: un ladro, un capo mafia, un capobastone, ecc.ecc. Chessò, un qualsiasi delinquente a questo punto, può avvantaggiarsi dei social e cercare nuove formule per sottrarsi o eludere qualsiasi atto ingiuntivo di natura penale o civile. Beh, se sarà questa la moda, perché no? Ormai siamo in pieno cambiamento. 

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ESTATE BOLLENTE CARBURANTI……PURE

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Domanda delle cento pistole: “C’è tra voi qualcuno che ricordi un’estate italiana degli ultimi 30 anni, in cui non si sia verificato un aumento prezzi dei carburanti?”. Coraggio, facciamo a chi ha la memoria buona! No? Non ricordate affatto un calda estate in cui il prezzo sia rimasto invariato e uguale ai mesi precedenti? E ci credo, i prezzi possono anche essere stabili, ma state tranqulli perché puntualmente, appena si arroventano le giornate, si fissano le uscite e si decidono le vacanze, subito i nostri petrolieri, aumentano i prezzi che guarda caso, coincidono con le giornate più movimentate. Quindi da luglio ad agosto, v’è un leggero, striciante, ritocchino ai prezzi, quasi a non accorgersene, fino all’exploit di fine luglio e agosto, quando sulle nostre strade si muovono milioni di macchine. Questa estate non ci fanno mancare il solito rincaro: si stima un aumento di 540 milioni di euro legata ai rifornimenti di carburante. Una mazzata come fossero “noccioline”, una cifra da paura e se il gasolio sarà più caro del 12,4% rispetto al 2017, la benzina aumenterà del 9%. La Codacons, come sempre evidenzia e protesta, assolve al suo compito, ma non serve come non è mai servito a niente, protestare. Gli aumenti incideranno su un pieno di gasolio per 8,3 euro  e di 6,75 per la benzina. E pensare che giorni fa, i nostri Cric e Croc, assicuravano che avrebbero cominciato ad eliminare accise pesanti dai costi. Infatti sono proprio queste che fanno volare i prezzi alle stelle. Vabbè, chi si è già mosso avrà notato, chi lo farà nei prossimi giorni avrà il dispiacere di rilevare come il portafoglio si alleggerirà più del solito. Solita canzone, soliti cantanti e soliti…ascoltatori. Noi, gli ascoltatori appunto, speriamo che accada (sono anni ormai che ogni governo accenna alla soppressione delle accise),  ma mai successo che le accise siano state “uccise” da qualcuno. Al contrario sono loro che “uccidono” noi, ma no da ora……da mo’ ave!!!!!!

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NUOVA LEGGE SULLO STUPRO IN SVEZIA

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Quando c’è volontà politica e piena consapevolezza dell’argomento di cui si discute, c’è sempre la possibilità di trovare norme e regole per affrontare problemi gravi come lo stupro. Innanzi tutto e solo per far chiarezza, fissiamo un punto fondamentale. Molte iniziative, dopo le tante accuse sollevate dappertutto contro persone note del mondo del cinema, dello spettacolo e della cultura, sono nate e partite a testa bassa per battere questa sorta di violenza contro donne colte in momenti delicati e particolari della loro carriera. Tra i tanti movimenti nati immediatamente dopo le prime denunce, poi moltiplicatesi con nuove segnalazioni, il “#metoo” è il più attivo, il più coriaceo e il più concreto: oggi presente in tantissime nazioni, si batte ovunque per leggi più giuste e mirate contro lo stupro. Dopo qualche anno di battaglie molto dure, in Svezia raccoglie oggi, il primo confortante risultato: passa la nuova legge sullo stupro, in sintesi, passa la regola basilare: “Il sesso, se non è condiviso e volontario, è fuori legge”.  Un momento memorabile visto che sostituisce la vecchia legge che lasciava ampi spiragli compiacenti alla violenza, giocando sulle parole, sui termini e sugli atti. “Se una persona vuole impegnarsi in attività sessuali con qualcuno che rimane inattivo o dà segnali ambigui, dovrà scoprire se l’altra persona è disponibile. Ovvero, la passività della vittima non sarà più considerata un segno di partecipazione volontaria al rapporto sessuale”. La sottile differenza che connotava la vecchia legge, è data dalla distinzione tra sesso violento e stupro, due reati diversi e quindi perseguibili con pene diverse. Oggi è necessario che vi sia comunque un consenso, verbale e fisico, per non incorrere nelle nuove pene senza girare attorno al problema. La nuova legge è perfezionabile, ma sono contente le femministe che si sono battute con decisione: è un punto di partenza per una nuova rivoluzione culturale  e si allinea alle leggi già in vigore in paesi dell’Europa dove si procede più o meno allo stesso modo. Alcuni sono invece scettici poiché sarebbe difficile stabilire se e come sia avvenuto il consenso durante la violenza subita. Tuttavia, il passo c’è ed è significativo, si spera anche nella determinazione di chi non denuncia gli atti e gli assalti: segnalare, denunciare e fornire dettagli, aiuta ad inchiodare i colpevoli alle loro responsabilità. C’è molto da fare in questo campo, troppe vittime e troppi balordi se la cavano con poco o niente. Quantomeno si spera in tal modo di evitare domande assurde da parte dei giudici fuori da ogni realtà: “Ma lei indossava jeans ben stretti, difficili da togliere?”, oppure: “Ma lei le gambe le teneva ben chiuse e strette?”. Con persone di questo tipo, il lavoro da fare sarà ancora più duro e difficile. Ecco perché non bisogna mollare, ora più che mai!

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RAGAZZI ANZIANI AL LAVORO

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Devo spezzare una lancia e costruire una volvo per questi due pensionati giapponesi di Sendai. Abbiamo problemi in Italia che restano aperti come il lavoro giovanile: ragazzi pronti ad entrare nel mondo del lavoro e aziende italiane che cercano disperatamente mano d’opera, tecnici, operai specializzati e non trovano immediatezza nel riscontro. Perché non si incontrano? Perché non vi sono sbocchi positivi tra chi propone e chi cerca lavoro? I più maligni sostengono che i giovano siano troppo esigenti nella ricerca, sono sempre meno quelli disposti ai sacrifici e non accettano occupazioni che limiterebbero svaghi e cazzeggio. Mentre altri sostengono che le aziende propongono contratti insostenibili con orari e turnazioni che li sfiancherebbero e quindi inaccettabili! Sono portato a credere che chi abbia veramente voglia di lavorare, di impegnarsi, di togliersi dalla dipendenza di mamma e papà, debba essere disponibile e lavorare comunque e nel frattempo, guardarsi sempre intorno: aspettare oziando che il lavoro piova dal cielo, non porta ad alcun risultato. I due giapponesi simpaticissimi che vedete su, hanno avventurosamente capito che starsene con le mani in mano non aiuta nessuno, men che mai chi abbia voglia di fare. Pertanto Bon e Pon, nomi assunti per l’occasione, si sono inventati un modo per lavorare: con alle spalle 37 anni di matrimonio, una vita felice, serena  e voglia di realizzarsi. Fanno i modelli, su Instagram hanno un seguito sbalorditivo che conta su centinaia di migliaia di persone. L’abbigliamento che indossano ha la sua logica: oltre questi esempi, potrete scoprire facilmente quale sia il punto d’unione: il tessuto, il colore e la pezzatura di ciò che indossano. Mi fanno tenerezza, sono carini e con il codazzo dei fedeli che seguono le loro performance, ora passeranno a gestire una loro attività sartoriale creativa, conservando le stesse caratteristiche che ha reso celebre la coppia nel mondo. Raggiungibili attraverso i social, sono molto ricercati nonostante le…tovaglie che spesso condividano e indossino!

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VOGLIA DI ARIA PURA…A PAGAMENTO

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“Scusi, che lavoro fa lei?”. “Vendo aria…”, “Aria???? Aria fritta vorrà dire, cioè, non fa un kakkio?”. Potrei continuare ma mi fermo perché come spesso dico, il lavoro di questi tempi, uno se lo deve inventare! Mi ricordo molti anni fa, a Napoli vendevano l’aria partenopea con i suoi odori classici e unici: i turisti impazzivano per quei contenitori che anche lontano dalla città, in altri paesi, fornissero quell’aria particolare che solo a Napoli si poteva respirare. Bene, oggi hanno ideato  la bomboletta spray piena di aria pura al 100%, garantita con tanto di certificato DOC. E come è possibile? In Canada hanno commercializzato su Ebay (per scherzo), questa bomboletta contenente aria “rubata” in luoghi molto selezionati e situati in alta montagna, presso laghi su altitudini piuttosto elevate dove l’aria è purissima, e hanno provato a venderle. Un successo inaspettato: ora in Cina questo prodotto è molto venduto e con la sua mascherina in dotazione, serve a fornire boccate d’aria pura a chi vive in situazioni drammatiche: città invase dallo  smog perverso, polveri sottili che non danno tregua, insomma, un benessere a portata di mano che serva a chi veramente ne abbia bisogno. Una bomboletta contiene 4,5 litri di prodotto puro, garantito e con denominazione d’origine controllata. A sole 19,99 dollari, boccate d’aria pura. Sapete quanta gente muore ogni anno in quei posti altamente pericolosi per le cappe create dai veleni degli scarichi e delle industrie? Non ve lo dico, non voglio spaventarvi e vi invito a…cambiare aria se avete problemi!

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VOTATE ANTONIO LA TRIPPA

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Sembra un gioco, un concorso a premi, un modo come un altro per passare il tempo e contemporaneamente, trovare la buona occasione per infilarsi in qualche buco tra i i tanti spazi che sono disponibili. Queste sono le nostre elezioni 2018. In verità, sono così da decenni e una volta accertata la grande disponibilità che si crea nel vasto agone politico, infilarsi a tutti costi è cosa buona e giusta. Nelle prossime ore magari ancora qualche novità, ma già ci sono molte proposte curiose e alternative. Alcune le vedete in alto ma per esempio, ci sono loghi che puntano molto sul nome: MTNPC un partito che sarebbe per esteso “Movimento Tecnico Nazionale Pace…e la lettera C non si sa per cosa stia”, poi c’è Il “PVU- Partito Valore Umano”, ancora “Cristiani per la crescita felice” (quindi ci sta una crescita infelice?) e mi fermo qui perché mi sono già annoiato. Una sfilza incredibile che la dice lunga sulle effettive motivazioni di questi gruppi che speranze non ne hanno. Possono raggiungere cifre al di sotto dello zero virgola e poi…niente, restano al palo e finisce lì salvo un posticino, ma uno solo, per arricchire il promotore. Vi ho riportato tutto questo per illustrarvi cosa significhi fare politica in Italia e se tanti scendono in campo con le sigle più assurde e inutili, in fondo non hanno torto, non inseguono chimere impossibili, seguono i cattivi esempi di coloro che già ci stanno, che siedono già nelle nostre due aule del parlamento e come ampiamente dimostrato nel lungo tempo, non concludono molto per i cittadini, ma molto per loro. Pertanto traete anche da questi segnali di cosa ci dovremo occupare, chi dovremo temere e da chi difenderci. Non dimentichiamo infine, l’esempio più eclatante della storia: Totò affacciato alla finestra di casa sua che faceva campagna elettorale (con un megafono) nel suo cortile per convincere i suoi condomini: “Vota Antonio La Trippa”. E’ un classico del cinema italiano e alla stessa stregua, ce ne sono tanti oggi in campo.

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IL PIU’ GRANDE FURTO DELLA STORIA

Post n°2721 pubblicato il 20 Gennaio 2018 da monellaccio19

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Che il problema fosse noto è fuori di dubbio, ma che  l’allarme o il grido di rabbia, parta dal consiglio dell’ONU direi che è significativo. Anuradha Seth, consigliera per le donne in seno alla assemblea delle Nazioni Unite, si è soffermata sullo studio presentato lo scorso ottobre. I dati sono impietosi e la verità incontrovertibile è che tutte le nazioni del pianeta presentano la stessa faccia della medaglia: le donne in media guadagnano il 23% in meno di quanto guadagni un uomo. Le ragioni sono tante e come denuncia la Seth, su queste si dovrà lavorare per la tanto sospirata parità tra i due sessi. “Le cause del divario salariale sono tante: la sottovalutazione del lavoro delle donne, la non retribuzione del lavoro in casa, la minore partecipazione femminile al mondo del lavoro, la discriminazione”. C’è ne è abbastanza per sparigliare una volta per sempre le carte in tavola e provvedere. La discriminazione per esempio, è palese, è lampante e a prescindere dalle cause più o meno oggettive, resta un muro invalicabile nella storia. Per ovvie ragioni quindi, molte donne vengono destinate o dirottate verso settori meno retribuiti e quindi i calcoli finali, portano ad una conclusione chiara che viene tratta proprio dall’ONU: “Per ogni dollaro guadagnato da un uomo, una donna prende 77 centesimi”.  In Costa Rica la differenza è valutata intorno al 5% circa, ma vi sono paesi come il Lussemburgo, dove il 36% pesa come un macigno. L’Italia è intorno al 5,5% e non è male come dato, mentre il Regno Unito viaggia sul 17% circa. Pertanto, non è un problema di società avanzate, progredite ed evolute: se pensiamo al Lussemburgo che è con noi in Europa e all’Inghilterra che fino a ieri era parte della Comunità Europea, quelle cifre sono da paura. Non so cosa accadrà domani, so che è il momento di avviare un processo riformativo giusto e normale in una società moderna, dove il lavoro femminile dovrebbe essere fuori da ogni schema razziale e discriminante. Coraggio, vediamo come siamo bravi dimostrando che i tempi della donna un passo indietro, sia tipico di una società antica e superata da molto tempo e che sia solo un ricordo per tutti e non solo per i maschilisti duri e incapaci di accettare la donna al loro fianco anche nel lavoro.

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ALMENO VOI: GIU’ LE MANI DALLA FAMIGLIA

Post n°2720 pubblicato il 20 Gennaio 2018 da monellaccio19

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Per dirla tutta e per essere corretti nelle puntualizzazioni, il centrodestra ha messo nero su bianco e gli accordi sono stati suggellati con l’impegno di non venire meno. Berlusconi avrà sofferto molto per questa “formalità” che avrebbe evitato volentieri: lui generalmente non scende a patti e con i due principali soci, Salvini e Meloni, avrà fatto una sceneggiata pronto a tradire, oppure, i due soci sono già nell’ordine d’idea che tutto andrà a finir male dopo le elezioni. Mah, sento che le cose non andranno come vogliono farci credere e questo è il momento delle sparate più grosse. Mancano poco più di 40 giorni all’elezioni e di uscite eclatanti, surreali e improponibili ne leggeremo a bizzeffe: tutti, nessun escluso, provvederà a tirare i colpi bassi studiati dai loro collaboratori assunti con questo scopo preciso: creare frasi ad effetto, promesse “ad capocchiam” e via; la gente non aspetta altro, ovvero i 18 milioni di indecisi non vedono l’ora di poter scegliere proprio su queste menate insopportabili. Berlusconi, con l’ultima ha superato se stesso: per la serie “ad personam” ha dichiarato che proporrà la riforma della giustizia puntando essenzialmente su un punto molto fondamentale: in un processo, se un imputato viene assolto alla prima fase, non dovrà più ricorrere in appello. Una sola partita: se si vince la prima manche, finisce lì. E se si fosse riconosciuti colpevoli, che si fa? Si passa o no all’appello? Manco a Zelig ho riso tanto! Salvini oltre ad insistere con i suoi cavalli di battaglia, arruola la Bongiorno, avvocato di grido, persona che vince quasi sempre nelle aule di tribunale e capace di fare salti della quaglia che nessun altro saprebbe fare. La Meloni, di questo circo mediatico condotto dal gatto e la volpe, fa la parte della fatina dal pelo turchino: ha le sue brave uscite “romanesche” ma non troppo, un po’ coatta un po’ chic, cerca di stare sul podio anche lei senza doversi fare troppo da parte, insomma, lei ha un suo ruolo e deve cercare di rispettare le consegne. Oltre a toccare i temi che ha più a cuore, spesso e volentieri indica la famiglia come valore delle nostra società: la famiglia come cuore pulsante che apre le porte della società in cui saremo proiettati e per la quale dovremo sempre batterci per avere una nazione migliore. Valori e amor patrio sono alla base di una buona politica fondata sulla costituzione, sul lavoro e sulla famiglia. Ecco, osservare tutti e tre i soci fondatori di questa strana e ambigua alleanza, induce a fare delle considerazioni: a che tipo famiglia intendono riferirsi i tre mosc(h)ettieri? Tradizionale? Cioè la famiglia di cui spesso parlano anche Salvini e Berlusconi? Ovvero, quella che più di ogni altra istituzione, affonda le radici nella morale, nell’educazione, nel rispetto e nella virtù? Loro, i tre signori, non sono un buon esempio visto che la Meloni ha un compagno e una figlia, Salvini ha figli (quanti non lo so), una ex moglie e una compagna, Berlusconi poi, è l’esempio migliore per una famiglia tradizionale: due matrimoni, una compagna, cinque figli e tanta, ma tanta…carne al fuoco in tutti questi ultimi anni della sua vita, cioè da quando ha compiuto i sedici anni.  Per il resto sapete tutto e quindi se dovrete valutare una opzione di voto, ebbene che sappiate con chi si abbia a che fare. E per par condicio, non racconto le avventure degli altri leader in campo del PD e del M5S: non stanno poi meglio degli altri con le sparate e le menate. Almeno la famiglia tradizionale lasciatela in pace, non interessa più a nessuno, però per quei quattro gatti che ancora ci credono, resta sempre un valore e la plusvalenza è che quei valori vengono tramandati ai figli che a loro volta…. Perciò abbracciatevi le vostre famiglie allargate e confuse, e mollate le promesse che non potrete mantenere. Risparmiateci pifferi e sirene.

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ATTACCO NUCLEARE: VIA DAL… PORNO

Post n°2719 pubblicato il 19 Gennaio 2018 da monellaccio19

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Il 13 gennaio scorso, come da notizia pubblicata ovunque, alle Hawaii scattò l’allarme per un attacco nucleare: sui cellulari di tutti gli isolani, l’avviso fu perentorio e si invitava la gente a trovare immediatamente un rifugio sicuro. L’allerta durò quasi 50 minuti, furono momenti drammatici e si pensò al pazzoide “Kim Cicciobomba” autore di un attacco vero e proprio. Poi si comprese che si trattava di un falso allarme e tutto rientrò nella normalità. Ebbene, un termometro preciso e attendibile in queste tragiche e paurose situazioni, è il sito “Pornhube” che misura con dati certi i flussi e le visite sul proprio portale. In quei 50 muniti circa, i visitatori sono calati di un notevole 80% confrontando le medie solite di una giornata tipo, creando così un vuoto per il noto sito. Solo verso la fine dell’emergenza, si nota una ripresa delle visite che raggiungono il picco normale quando tutto rientra e tutti tornano alle proprie occupazioni. Non è un dato vitale, anche in altre pericolose situazioni, “Pornhube” mostrò i grafici che testimoniavano come la gente reagisse agli improvvisi e drammatici eventi per cui si richiedesse l’emergenza. Mettiamoci per un momento al posto degli hawaiani e capiremo che quando si avverte il pericolo di morte, la testa spazza via tutto e si concentra non solo per cercare una via di fuga e un posto sicuro per evitare la tragedia, ma nel contempo, comincia a macinare pensieri che vanno dall’ultimo desiderio da realizzare, alla famiglia, al lavoro e alle persone più vicine. Insomma, tutti in una valle di lacrime per chiedere perdono e per concentrarsi sulla possibile morte che possa cogliere i meno fortunati. E poi? E poi niente, scampato il pericolo, tutte le preghiere, tutti i bei pensieri, la famiglia, i figli e le persone care, tutti a ramengo: chi aveva lasciato il sito porno ci è tornato speditamente come dimostra ampiamente il grafico. AhAhAhAhAh!!!!! Come volevasi dimostrare: l’uomo è sempre quello che manda tutto a puttane per poi…ritornarci!!!

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SIAMO…REALI

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Ma qualcuno di voi l’ha mai visto ridere o sorridere il principino George? Ormai siamo ai primi giorni di scuola, ma in tutti questi anni non ha mai sorriso, nemmeno per sbaglio! ‘Sto ragazzino è strano: o il suo aio lo educa a ben altri atteggiamenti più strettamente regali, oppure il suo DNA lo inibisce al punto tale che il sorriso nel suo sistema nervoso, non esiste. Eppure il piccolo è ormai una vittima regolarmente inserita sui social: grazie alla sua incazzatura e al suo grugno storico, lo punzecchiano o lo martorizzano con battute che ormai fanno la storia del futuro re d’Inghilterra. Lui presta il fianco e le vignette e le battute, magari anche cattivelle, sono all’ordine del giorno. Ma dico io, papà e mamma, non possono aiutarti conducendoti ad una visione di una società aperte e composta di tanti ceti? Vabbè tu sei di sangue reale, ma proprio per questo, che ti costa sorridere? La vita già ti sorride e ti sorriderà sempre, quindi caro George abbandonati, fatti aiutare e non preoccuparti, non ti mangerà nessuno! L’altro giorno il papà l’ha accompagnato a scuola: primo giorno e sembrava andasse al patibolo come qualche suo antico avo, appariva stanco e disgustato, quasi pensasse: “Ma che ci vado a fare a scuola?…”. Coraggio George, speriamo che la convivenza con altri ragazzini sia d’aiuto al tuo carattere, al tuo stato d’animo e alla tua regalità: smetti quel viso e quell’atteggiamento di disprezzo verso gli altri, lascia perdere la supponenza reale, sii più aperto e più socialmente vicino a chi e umano come te, coraggio puoi farcela! 

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nuovo show tv: Grande fratello MDF

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L’undici settembre partirà su Canale 5 il nuovo “Grande Fratello Vip”: la solita solfa, la solita menata e il solito polpettone che tutti conoscete e che molti amano. Leggo che tra i partecipanti, ci sarà anche la Simona Izzo moglie di Ricky Tognazzi. La Simona fa parte di una storica famiglia di doppiatori, il suo papà Renato Izzo fu un artista completo, ma tra le sue attività, quella del doppiatore e direttore di doppiaggio, resta la più importante. La sua voce era inconfondibile e la riconoscevo in tutti i film che da ragazzo seguivo. Tre figlie ha avuto Renato e tutte sono oggi attrici, ma soprattutto doppiatrici. Simona si è allargata e andando oltre, è attrice, regista, sceneggiatrice e con il marito Ricky, condivide tutte le esperienze di lavoro nel campo cinematografico. Perché ve ne parlo? Perché mi ha colpito la sua confessione: “Partecipo al GF/Vip perché con il compenso voglio pagare gli studi ai miei nipoti”. La nonna quindi si prefigge uno scopo piuttosto encomiabile: tre nipoti sono tanti e per farli studiare si presume che la cifra del contratto sia bella corposa. Quindi, non solo lavorano lei e Ricky, hanno possibilità perché sono insieme da 25 anni e di soldini ne sono passati nelle casse di famiglia. Quindi Vip sì, ma ai soldi non si dice mai di no! Va bene così, poi aiutare i nipoti è una impresa gloriosa. Orbene, vorrei suggerire alla direzione del programma del “Grande Fratello Vip” una alternativa interessante visto che mancano le buone idee. Allestite un bel “Grande Fratello MDF”, fareste molto più successo e non mancherebbero le adesione e i contratti per i partecipanti li potreste chiudere con cifre più abbordabili. Come dite? Cosa significa MDF? Semplice, se quelli sono vip, gli MDF sarebbero “Grande Fratello Morti di Fame”. Sapeste quanta gente parteciperebbe, quanta gente che non possa mangiare, mandare a scuola i figli, senza lavoro, ecc.ecc. Se la Izzo ha bisogno di partecipare al GF/Vip per aiutare i nipoti, figuriamoci i morti di fame come stanno messi!!!

 

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