Vedere, ascoltare e comprendere

 

vedere, ascoltare e comprendere

 

21 LUGLIO 2022

GIOVEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 2,1-3.7-8.12-13

Salmo: Sal 35 (36)

Vangelo: Mt 13,10-17

 

Il Vangelo della liturgia odierna, ci presenta un cammino attraverso le parabole che Gesù racconta, per rendere attuale e concreta la Sua Parola.

Siamo di fronte ad una Parola di Dio pellegrina che viaggia verso di noi, attraverso le dinamiche della nostra quotidianità e si inserisce all’interno di essa, per donarci una scia da seguire. Quel popolo nelle tenebre, con Gesù ha visto e riconosciuto una luce capace di rendere giorno la notte, e le stelle sono diventate come segnali luminosi di una strada percorsa nei secoli, da pellegrini alla ricerca di Dio.

Oggi siamo noi a compiere gli stessi passi, tra discese, salite, buio e luce, quello che conta e che rimane fermo nello scorrere del tempo, è la Sua presenza in noi.

In quei momenti di fatica dove non riusciamo a vedere, ascoltare e comprendere, non tutto è perduto; proprio lì, dove pare non esserci una via, il Signore ci viene incontro donandoci uno strumento: le parabole, per entrare all’interno del Suo messaggio e farne dimora.

Beati noi, quando vedremo e ascolteremo, tutto ci sembrerà un po’ più chiaro, o comunque avremo imparato che la strada verso Lui, è dinanzi ai nostri occhi e la stiamo già percorrendo.

“Signore,

le tue parole oggi

consolano il mio cuore,

perché anche per me c’è una speranza.

Quando tutto mi sembra buio, vuoto e arido,

arriva la tua parola a riempirmi la vita.

Fa che sappia fermarmi ad ascoltarla,

così da poter guarire il mio cuore,

per vedere, ascoltare e comprendere fino in fondo,

giorno dopo giorno,

quelle parole di speranza e umanità

preparate per me, per tutti”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Tipi di terreno

 

tipi di terreno

 

20 LUGLIO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 1,1.4-10

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Mt 13,1-9

 

Il Vangelo di oggi, ci presenta Gesù che esce a seminare e nel farlo, incontra tanti tipi di terreni, tra di essi l’unico che realmente porta frutto è il terreno buono.

Ora, perché il Signore semina su terreni che di per sé, si sa, non porterebbero frutto?

Perché per arrivare al terreno buono, la strada è attraversata da tutti questi tipi di terreni, che rappresentano le fasi della nostra vita. Noi siamo quella strada, quel terreno sassoso, secco, pieno di rovi, dove il Signore non hai smesso mai di seminare e da quel terreno apparentemente inutile, si è costruito il percorso per quello fertile.

Egli ha scelto di non dedicarsi solo al terreno buono poiché avrebbe escluso tanti, ma ha insegnato la via a cui tendere, affinché sorretti dalla Sua fede, potessimo portare frutto secondo le nostre possibilità.

Non importa che terreno siamo ora, quello che conta è credere in un terreno potenziale, futuro, che Lui spera per tutti e soprattutto, occorre avere la pazienza del contadino, i cui giorni sono scanditi dall’attesa e dalla cura di un frutto che verrà. Noi questo frutto lo abbiamo già tra le mani, perché abbiamo incontrato un seminatore che ci ha creduto fino in fondo!

“Signore,

sono un terreno che ha voglia di crescere,

spesso rimango come bloccato

e mi è difficile guardare avanti.

Aiutami a credere in Te,

in quei semi che doni al mio cammino.

Oggi ho un frutto tra le mani

segno del tuo amore e della tua bontà

Riconosco nella tua Parola la forza per la mia vita,

che non voglio più lasciare

e tu sostienimi affinché il mio terreno possa accoglierti,

custodirti e donarti ogni giorno, a chi come me

cerca la via per incontrarti”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Fratello, sorella, e madre

 

fratello,sorella e madre

 

19 LUGLIO 2022

MARTEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Mi 7,14-15.18-20

Salmo: Sal 84 (85)

Vangelo: Mt 12,46-50

 

Fare la volontà del padre, non si significa eseguire alla lettera qualcosa che pensiamo sia nel progetto di Dio, ma è molto di più.

È un atto consequenziale all’invito di Gesù, di afferrare la Sua mano tesa quando afferma: “chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”. 

Una mano tesa non solo per guarire, ma per istituire legami profondi come la parentela, perché siamo familiari con Lui ed è possibile capirlo solo mettendosi in quell’atteggiamento di ascolto dei discepoli e di fiducia, persino dell’impossibile, come Maria.

Compiere la Sua volontà, diventa dunque vivere il quotidiano con la fiducia e l’ascolto, sorretti dalla consapevolezza di un legame così profondo che niente potrà mai sciogliere.

Fratello, sorella e madre, sono figure significative e dinanzi a Lui nonostante la fragilità o le fatiche, ciascuno di noi è importante; quella mano non si slegherà mai dalla nostra e la Sua voce ci condurrà giorno dopo giorno.

“Signore,

aiutami ad afferrare la tua mano,

che tu oggi tendi

per guarirmi dalla paura di esserti lontano.

Rendi attento il mio orecchio alla tua Parola,

affinché creda

che la Tua volontà è anzitutto comprendere

il legame che ho con Te.

Fa che ogni mio gesto sia sorretto dalla tua mano

ed io ritrovi in me quel desiderio

di fiducia e ascolto,

che il tempo a volte ha consumato,

ma che tu oggi mi poni davanti

come un sentiero da percorrere

per andare incontro a Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Nel cuore della terra

 

nel cuore della terra

 

18 LUGLIO 2022

LUNEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Mi 6,1-4.6-8

Salmo: Sal 49 (50)

Vangelo: Mt 12,38-42

 

“Così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra”.

Nel cuore della terra, in quell’attesa pulsante piena di speranza, troviamo il luogo dove possiamo lasciarci stupire dalla grandezza di Dio. Un’attesa preceduta dall’incertezza, dall’instabilità, il cui compimento sarà la Risurrezione. Dinanzi alle fatiche quotidiane, alle sofferenze, Gesù è quel segno presente, come un seme che sorge dalla terra, seguendone i naturali ritmi.

A volte siamo alla ricerca di un senso, un aiuto per continuare a camminare, l’invito di oggi è fidarsi dei segni, di quei semi sparsi lungo la via, che il Signore ci pone.

Proprio in quelle occasioni dove ci sentiamo soli, Egli ci è accanto ed è più di un segno, è la costanza di quel segno che spesso non si vede, eppure è lì presente, come il cuore della terra dove è possibile trovare la linfa, il calore, la vita.

Dobbiamo però farci segno per altri, perché come Giona è stato anticipazione di Gesù, così noi sorretti da Cristo, dobbiamo dare coraggio e speranza a chi ancora vive in quell’attesa piena di timore, per portare pace, ed annunciare quello che verrà: Egli risorgerà e noi con Lui.

“Signore,

aiutami a vivere il mio quotidiano

nella certezza della Tua presenza.

Spesso mi trovo a chiedere un segno,

che sia di aiuto alla mia umana fatica.

Perdonami, perché a volte ho bisogno di un senso.

Quando ho paura, sostienimi con il tuo coraggio,

alla mia fragilità, venga in soccorso la Tua misericordia.

Fa che ogni giorno sappia guardare a Te

come un segno,

per trovare la forza in ogni circostanza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

L’equilibrio della vita

 

Panorami

 

17 LUGLIO 2022

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Gn 18,1-10a

Salmo: Sal 14 (15)

Seconda lettura: Col 1,24-28

Vangelo: Lc 10,38-42

Lungo il corso della nostra esistenza ci scopriamo un po’ Marta e un po’ Maria, in realtà sono parti di noi ed è giusto vivano insieme e sempre insieme accolgano il Signore: è l’equilibrio della vita.

Agli affanni del tempo presente c’è bisogno di fermarsi ad ascoltare la Sua Parola, perché se posiamo il cuore in Lui, quell’agire non sarà più indaffarato, ma troverà la pace profonda di un cuore che ha trovato la stabilità in Dio.

Chiediamo al Signore, che queste “due sorelle” che abitano in noi, trovino il giusto spazio. Come il mare in superficie può essere agitato, in profondità nasconde una calma che neanche le correnti possono cambiare, è questa la nostra parte migliore: riconoscere che il Signore dinanzi alle difficoltà non ci sarà mai tolto e sarà la nostra forza.

Egli guida il nostro cammino e ci dona la pace, entra nella nostra casa, il cuore, per liberarlo da quelle correnti di paura e lasciarci la forza ed il coraggio in ogni circostanza, perché a Lui importa di noi.

“Signore

oggi ti accolgo in me,

tra le mie paure e gli affanni:

ti prego, trova uno spazio.

La casa che ti offro è il mio cuore,

ha sofferto

ma è pieno di speranza,

ha paura

ma desidera credere in te.

Rendi attento il mio orecchio alla tua Parola,

aiutami a viverla

che non mi sfiori soltanto, ma entri in me,

perché ho bisogno del Tuo coraggio”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Nel suo nome spereranno le nazioni

 

Nel suo nome spereranno le nazioni

 

16 LUGLIO 2022

SABATO DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Mi 2,1-5

Salmo: Sal 9 (10)

Vangelo: Mt 12,14-21

 

 

“Nel suo nome spereranno le nazioni”

In qualsiasi luogo possiamo essere, qualunque cammino abbiamo fatto, oggi le parole del profeta Isaia giungono sino a noi, per ricordarci che siamo il popolo della speranza.

L’inizio della nostra vita, come di ogni giorno, è preceduto da un desiderio profondo di Dio di farsi incontrare e lungo il corso della nostra storia, da cercatori ci rendiamo conto di essere dei trovati da Dio.

Sperare a volte non è facile, dipende dalle situazioni o da cosa si sta vivendo, ma qui, leggendo attentamente le parole di Isaia, si tratta di sperare nel Suo nome. Il nome ci dice chi è quella persona, ci permette di identificarla, pertanto sperare in Gesù, è riconoscerlo per ciò che è: il Salvatore della nostra storia!

Egli è Colui che fa dell’amore un luogo di rifugio, in cui poter posare il cuore e sanare le ferite; la Sua giustizia si basa sulla Misericordia e fa del perdono per ciascuno, la strada di casa.

L’invito di oggi è fidarsi, credere in Gesù, affidarsi a Lui perché ci porta tra le braccia del Padre, non un giorno futuro ma già adesso, affinché arriviamo a comprenderci come suoi figli amati, in cui anche su di noi Dio ha posto il suo compiacimento.

 

“Signore,

io spero in te,

perché tu sei l’amato che Dio ha scelto.

Di fronte alla sofferenza e alla fatica,

solo l’amore può fare la differenza

e tu mi hai amato con tutto te stesso.

Come tu mi porti nel cuore,

anch’io voglio condurti nel mio,

perché sperare vuol dire anche

spalancare il cuore oltre il buio,

oltre la fragilità

e credere in Te, nel tuo nome

per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Fragilità e misericordia si sono incontrate

 

Fragilità e misericordia si sono incontrati%0A

 

 

15 LUGLIO 2022

VENERDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 38,1-6.21-22.7-8

Salmo: Is 38,10-12.16

Vangelo: Mt 12,1-8

 

I discepoli hanno fame come l’umanità affamata, con i suoi bisogni e ci siamo anche noi, con le nostre fragilità e paure ed il Signore ci è accanto.

C’è un’unità di fondo che unisce Dio e l’uomo, che a volte si manifesta persino nella mancanza, e ci troviamo in ricerca, perché l’unica cosa necessaria sia cibarsi di Lui, poiché come i discepoli non sappiamo stare senza pane.

Gesù è il pane della vita, l’invito è mettersi dinanzi a Dio così come siamo, affinché ogni nostro errore, fragilità o mancanza sia abbracciata, dalla Sua Misericordia.

Come il grano è un elemento del pane, così la Misericordia è un tratto del volto di Dio. I discepoli si trovano a cibarsi di un perdono capace di saziare quella fame profonda, e da esso uscirne rinnovati.

Quel sabato non sarà un giorno come un altro, ma ne verrà celebrato il ricordo, sarà letto come un racconto in cui Gesù difenderà i suoi, ma nella memoria del cuore, ciascuno sentirà risuonare in sé il sapore del pane, luogo dove fragilità e Misericordia si sono incontrate.

“Signore,

affido alle Tue mani la mia vita.

Essa è fatta di fatiche e sbagli

di cui a volte vorrei cancellarne il ricordo.

Di una cosa sono certo:

Tu non smetterai mai di credere in me.

Guardando al mio cammino,

comprendo quanto la mia fragilità

possa essere un luogo d’incontro con te.

Oggi voglio guardarmi come mi guardi Tu

e fidarmi della Tua speranza.

Se cado mi rialzerò, se inciampo Tu ci sarai

e quando non ti sentirò

tornerò a cercarti,

perché sei Tu il primo ad avermi ritrovato”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Dolce e leggero

 

Dolce e leggero

 

14 LUGLIO 2022

GIOVEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Is 26,7-9.12.16-19

Salmo: Sal 101 (102)

Vangelo: Mt 11,28-30

 

Quando ci sentiamo stanchi e oppressi non dobbiamo disperare, ma credere in Colui che non ci abbandonerà.

Questo Vangelo non dice che la stanchezza o l’oppressione finiranno, ma afferma l’esistenza di un luogo dove trovare ristoro e dal giogo sollievo: nel cuore di Dio.

Dinanzi a tali situazioni c’è un’implicita naturale tendenza all’eliminazione; qui, invece, la speranza si fonda sul saperle portare.

La forza viene da Dio, Egli è l’unico capace di far diventare dolce il giogo del Figlio, e rendere un peso leggero. Tali realtà opposte, hanno un medesimo fine: andare a Lui, affinché nella fatica o nel dolore, si possa sperimentare la Sua presenza.

La Sua provvidenza avrà sempre il segno della dolcezza e del ristoro, perché essi rappresentano i tratti del volto di Dio. Egli è un Padre, che dinanzi alle sofferenze dei suoi figli le prende su di sé, il dolore diventa condiviso e da quell’amore cresce in noi coraggio e forza.

“Signore,

oggi vengo a te,

affinché possa trovare ristoro.

Ti prego

solleva il mio cuore.

Affido a te tutto ciò che sai:

speranze e preoccupazioni,

gioie e dolori.

Non voglio perdere la speranza e

desidero sia tu a guidarmi.

Consolami,

così che non pensi alla fatica,

ma alla dolcezza della Tua presenza,

alla forza del Tuo cuore

che soffre quando soffro

e non smette mai di riversare coraggio,

speranza e amore”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Un ringraziamento colmo di speranza

 

un ringraziamento colmo di speranza

 

13 LUGLIO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Is 10,5-7.13-16

Salmo: Sal 93 (94)

Vangelo: Mt 11,25-27

 

Gesù nel Vangelo di oggi, ci invita ad unirci assieme a tutti coloro che in cielo e terra, lodano il Signore. Un ringraziamento colmo di speranza sale a Dio per i suoi benefici, per averci creato e costituito parte di Lui.

Lodare allora, diventa riconoscere chi abbiamo di fronte: un Padre. Per riconoscerLo non dobbiamo essere dei dotti o dei sapienti, ma semplicemente figli. La piccolezza è l’unità di misura in cui si rivela, perché è nella piccolezza che è possibile vedere la grandezza.

Un Dio si fa bambino, la fragilità umana è il luogo dove nascerà il Salvatore, affinché ogni nostro passo sia sostenuto dalla mano forte di Dio.

“Quanta grandezza o Dio!

Una moltitudine di persone cantano e lodano il tuo nome,

preparano la strada a chi dopo di loro verrà.

I tuoi figli ricostituiti dal Tuo amore,

trovano il loro spazio

tra le braccia di una Madre, Maria,

che tiene in braccio Suo figlio

e dal cuore nasce la speranza.

Ti rendo lode o Dio

per la mia piccolezza,

segno che nascerai in me

ed il cielo e la terra

saranno la tua dimora per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Artisti dello sguardo

 

artisti dello sguardo

 

12 LUGLIO 2022

MARTEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA  (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,1-9

Salmo: Sal 47 (48)

Vangelo: Mt 11,20-24

 

Le parole che possono meglio aiutarci a comprendere il Vangelo della liturgia odierna, le possiamo trovare nel versetto alleluiatico: “oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore”. (Cf. Sal 94 (95), 8ab)

Gesù rimprovera con toni forti le città, che ancora non si sono accorte delle meraviglie da Lui compiute. Dietro a quel “guai a te”, c’è l’affetto e il desiderio di un Padre, che vuole tutto il bene possibile per i suoi figli. Spesso anche noi induriamo il cuore come una corazza, rimaniamo bloccati, perché abituati a non vedere miglioramenti attorno a noi e quasi arresi, non ci aspettiamo più nulla. Oggi il Signore viene a scuotere le nostre vite, a chiederci di non mollare e aprire il cuore, affinché almeno un raggio della Sua luce venga ad illuminarci.

Egli parla di meraviglie, e la meraviglia di Dio siamo noi. Pur con tutti i nostri errori e difetti, è talmente grande il suo amore da riuscire a vedere il nostro potenziale e l’opera compiuta.

Diventiamo anche noi artisti dello sguardo, capaci di vedere in qualcosa di grezzo una scultura meravigliosa, affinché la nostra corazza non sia più un blocco, ma abbia delle aperture da cui filtra la luce.

“Signore,

ho una corazza

che il tempo ha indurito

tanto da essere la mia compagna di viaggio.

Essa non ti è di ostacolo

e oggi la Tua parola

mi viene incontro a dirmi

che il tuo amore è più forte.

Donami lo sguardo della meraviglia,

affinché non passi giorno

in cui io, non mi accorga di te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)