Mese: luglio 2023
Tesoro del campo
30 LUGLIO 2023
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 1Re 3,5.7-12
Salmo: Dal Sal 118 (119)
Seconda lettura: Rm 8,28-30
Vangelo: Mt 13,44-52
Le parabole del Vangelo di oggi, non mettono in risalto le cose preziose quali il tesoro o la perla, bensi l’azione di scoprire, trovare. Come se Gesù dicesse: il regno dei cieli è simile a quando un uomo scopre un tesoro e pieno di gioia vende tutto quello che possiede per poterlo avere. Così, l’uomo non è chiamato a lasciare tutto per il Regno dei cieli, ma lascia tutto in vista dalla gioia di una scoperta che gli colma il cuore.
Il cuore cerca il suo tesoro. Il tesoro non è solo una ricchezza, ma la scoperta di una potenza d’amore che conquista e trascina, potenza che viene dall’amore misericordioso di Dio che, prevalendo su tutto, rende libero il cuore con la gioia che dona. Una gioia che fa attraversare tribolazioni e prove pur di non perdere mai l’amore, pur di far arrivare a tutti l’amore. È per questo che l’immagine del tesoro rende bene la natura del Regno annunciato da Gesù.
“Signore,
aiutami a trovare Te
come tesoro nel campo del mio cuore.
Fammi capace di lasciare tutto lo spazio,
affinché Tu resti in me.
Sostienimi quando nella fatica: cercare, lasciare e trovare,
mi sembra così difficile.
Fammi scoprire il tesoro che mi hai preparato,
quel pezzo di cielo che non ha prezzo: il Tuo amore,
poiché è già mio, preparato da Te da sempre”.
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Marta una vita da risorta
SABATO 29 LUGLIO 2023
SANTI MARTA, MARIA E LAZZARO – MEMORIA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 1 Gv 4,7-16
Salmo: Dal Sal 33 (34)
Vangelo: Gv 11,19-27 Oppure: Lc 10,38-42
Oggi celebriamo la memoria di Santa Marta. Una donna che possiamo definire molto energica, con l’ardore – osiamo dire – di “sgridare” il Signore, perché se Lui fosse stato presente suo fratello non sarebbe morto. Una donna dalla fede grande perché, subito aggiunge, che se Lui chiede al Padre, questo gli concederà la grazia di riavere il fratello in vita.
Marta fa nelle mani del Signore la sua grande professione di fede, afferma di credere che Lui è il Cristo, Lui è la risurrezione e la vita. Lazzaro non è ancora risorto, invece Maria per la sua Fede vive già da Risorta.
La risurrezione è credere in Cristo Signore, Figlio di Dio che viene nel mondo ad aprire i nostri sepolcri, a comunicarci la sua vita, ad eliminare per sempre la morte, perché ci dona una vita nell’amore e l’amore è eterno perché è Dio stesso.
La morte non ha più potere, in quanto ciò che è amato viene strappato alla morte. L’amore fa vivere e risorgere. il vero nemico della morte non è la vita, ma l’amore: “forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti” (Cantico 8,6).
Da Santa Marta donna di grande fede e di tenace amore, prendiamo l’esempio per credere nel Signore della vita e vivere così da risorti.
“Signore,
fai della mia vita,
una vita da risorto.
Ti affido il mio cuore,
affinché in esso entri la Tua forza
ed io possa vivere di quella luce,
che proviene dalla Tua luce
dopo quei tre giorni di buio.
Fammi capace di poterti dire:
“credo in Te” anche quando la vita sembra morta,
poiché Tu mi tirerai via da quel sepolcro
e quel giorno capirò,
che Tu sei vivo per me.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Terra buona
28 LUGLIO 2023
VENERDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
Prima lettura: Es 20,1-17
Salmo: Dal Sal 18 (19)
Vangelo: Mt 13,18-23
All’inizio della quaresima compiamo il rito delle ceneri per ricordarci che come è scritto nel libro della Genesi (3.19) dalla terra siamo stati tratti: “polvere tu sei e in polvere tornerai!»
L’uomo è terra buona creata da Dio, l’unico fatto a sua immagine e somiglianza, che può dialogare con Lui, che può quindi accogliere in se la sua Parola e farla germogliare.
Questa terra buona è la condizione per far crescere i germogli, per dare la vita. La terra è madre, perciò genera. Accogliendo la parola di Dio gli diamo vita, lo facciamo crescere in noi.
La terra non produce tutta allo stesso modo, il frutto è diverso per ciascuno, ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta, qui ogni misura va bene perché sono tutte abbondanti, oltre una misura logica che la terra può produrre.
La parola di Dio moltiplica sempre, nonostante i sassi e i rovi presenti nella nostra vita, cosi quando essa in noi scompare, perché si scontra con le nostre ovvietà, con le nostre durezze, con le nostre preoccupazioni, il Signore da buon contadino, si prenderà cura della nostra terra, per darci un amore così grande, che vincerà ogni preoccupazione e ci renderà terra più buona, più fertile, terra madre dai buoni frutti, perchè tutto viene da Lui.
Parlò loro con parabole
27 LUGLIO 2023
GIOVEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
Prima lettura: Es 19,1-2.9-11.16-20b
Salmo: Dn 3,52-56
Vangelo: Mt 13,10-17
Un antico proverbio recita: “Non c’è miglior cieco di quello che non vuole vedere”. Chiaramente questo non si riferisce ad una cecità fisica, ma al fatto di non voler vedere qualcosa che sta accadendo, per non entrare in dispute, testimonianze o per proprio tornaconto.
Nel vangelo di oggi Gesù parla alla folla con parabole:”perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.” Questi uomini non sono ancora pronti ad accogliere la Parola di Dio, il suo dono, e Lui aspetta pazientemente, come abbiamo meditato nei giorni scorsi, e continua a seminare.
Verrà il tempo in cui l’uomo si metterà alla ricerca di Dio, allora scoprirà di essere sempre stato amato, atteso; imparerà a guardare, ad ascoltare, ad accogliere ciò che gli è dato. Più ricevi, più cresce il desiderio e la capacità di ricevere; più desideri, più ricevi e cosi Dio continua a donarsi.
A chi invece non ha questa disponibilità d’animo, non gli verrà dato nulla, in quanto se non vuol ricevere, anche se gli viene dato, non riceve.
Dio dona, non si impone, aspetta i tempi di ciascuno e aspetta ancora, fino al giorno in cui potrà dire per ogni suo figlio: Beato perché i tuoi occhi ora vedono e i tuoi orecchi ora ascoltano e il tuo cuore comprende il mio amore.
Cadere
MERCOLEDÌ 26 LUGLIO 2023
SANTI GIOACCHINO E ANNA, GENITORI DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Es 16,1-5.9-15
Salmo: Dal Sal 77 (78)
Vangelo: Mt 13,1-9
Cadere. Il seminatore non ha timore dove far cadere il seme, è questo è molto bello, perché ci testimonia una possibilità per il terreno che siamo noi.
Avrebbe potuto piantare solo li dove c’era il terreno migliore, ed invece sceglie di dare l’occasione anche a quello pieno di rovi, per far crescere il suo seme.
Non dobbiamo mai smettere di credere in Dio, mai, poiché le occasioni che a volte chiediamo alle persone, in verità sono dono di Dio. Egli è davvero il Dio delle possibilità ed essa si manifesta in molti modi: persone, eventi, dobbiamo solo aver fiducia.
Anche il Signore ha fiducia di noi, il seminare su qualsiasi terreno non è frutto di un seminatore imbranato, è il dono di un Padre che da a tutti i suoi figli, la possibilità che la sua parola cresca e si moltiplichi, che diventi una pianta forte e rigogliosa.
Perciò tu che piangi per il timore di non essere un terreno adatto, non temere quello che sei, poiché Dio ha posato lo sguardo su di te.
“Signore,
a quel povero terreno che è il mio cuore,
hai dato un’occasione,
aiutami a coltivarla.
Fa che non perda le tue parole,
ma le custodisca nel profondo,
così da farle in me sempre più forti.
Mi abbandono a Te,
al Tuo amore,
perché è del Tuo amore che ho bisogno,
affinché ogni mia lacrima non sia vana,
ma irrighi quel seme gettato dalla bontà del Tuo cuore”.
(Shekinaheart eremo del cuore)
Servire
MARTEDÌ 25 LUGLIO 2023
SAN GIACOMO, APOSTOLO – FESTA
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: 2Cor 4,7-15
Salmo: Sal 125 (126)
Vangelo: Mt 20,20-28
Il Vangelo ci insegna cos`è la grandezza, spesso associata al potere; ebbene qui è grande chi si mette a servire.
Gesù si pone come esempio, per vivere il servizio, con la stessa intenzione che ha avuto Lui: ovvero per dare la vita.
Come possiamo nel nostro quotidiano dare la vita?
Quando facciamo morire le nostre pretese, quando ci mettiamo nei panni dell’altro e cerchiamo di comprenderlo dal suo punto di vista, quando in verità di cuore, ci mettiamo davanti al Signore per chiedergli cosa è meglio.
Non c’è momento più bello che la sera, prima di coricarci e chiederci dinanzi a Lui quanto oggi ci siamo messi a servizio, qui affidargli tutto di noi, ogni nostro insuccesso, o ricerca del potere, Egli piano, piano, farà del nostro cuore un luogo di amore, dove allora si che saremo grandi, perché cresciuti in un amore che precede, sopporta e dona vita attorno a noi e in noi.
‘Signore,
aiutami ad amare come ami Tu,
di quest’amore ha bisogno il mio cuore e tutto il mondo!
Insegnami a fare della mia vita
un servizio che Ti ricordi,
che conduca altri cuori a Te.
Fa che tutto ciò che ho ricevuto, possa essere una strada
per chi nella fatica
non riesce a proseguire il viaggio.
Procediamo insieme
ancorati a Te,
passo dopo passo.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Risalire dalla profondità
24 LUGLIO 2023
LUNEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Es 14,5-18
Salmo: Es 15,1-6
Vangelo: Mt 12,38-42
Nel Vangelo di oggi leggiamo che Gesù che stette tre giorni nel cuore della terra. Non è un caso forse la parola “cuore”, nel centro, nella profondità, ecco da lì, il Signore è Risorto e con Lui tutta l’umanità.
Dobbiamo proprio credere, che quanto più noi entriamo nella profondità di noi stessi, quanto più risorgiamo con Lui. Non dobbiamo avere paura, anzi il rischio è passare una vita come quella degli ebrei nella prima lettura, che rimpiangono di non essere più schiavi degli egiziani. No, noi siamo chiamati a risorgere, a vivere una vita da salvati, attraverso il mare delle fatiche e delle paure.
Ogni nostra condizione è attraversata da Dio; Egli sta nel nostro cuore per non andare più via e far risplendere il suo desidero e la sua promessa: ti ho amato di amore eterno e per questo ti rimango fedele.
Chiediamo al Signore l’aiuto di fidarci di Lui, di scendere nel nostro abisso per far risalire il dolore inespresso, le lacrime cadute e tutto ciò che abbiamo dentro, così che risorti con Lui saremo vivi, perché in ogni buio in cui entra la luce non è più come prima, è una nuova storia, un nuovo inizio. Sia così per noi e per tutti.
“Signore,
aiutami a risalire con Te
dalla profondità della mia terra.
Dammi la forza per credere in Te,
nel Tuo amore,
dove nel profondo del mio abisso,
la fragilità e la paura
ti hanno incontrato.
Fa che risorga con Te,
e continui la mia storia
passo dopo passo, assieme a Te”
(Shekinaheart Eremo del cuore)
Seme e lievito
DOMENICA 23 LUGLIO 2023
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: Sap 12,13.16-19
Salmo: Dal Sal 85 (86)
Seconda lettura: Mt 13,24-43
Vangelo: Mt 13,24-43
Il Vangelo di oggi ci narra tre parabole sul regno dei cieli.
Nella prima parabola ci lascia sempre stupiti come il Signore consenta che il grano e la zizzania crescano assieme fino alla mietitura. È importante per noi cogliere il motivo di questa volontà Divina di lasciar coesistere bene e male. La Sapienza contadina che il Signore ci porta come esempio ci spiega che faremmo peggio a togliere subito la zizzania, perché perderemo anche il buon grano. La Sapienza Divina ci insegna la pazienza del padrone verso tutti. Quanti esercitano la pazienza rivelano la forza di Dio; la potenza dell”amore paziente non rinuncia ad essere tale quando l’uomo lo disattende, anzi scopre dimensioni di umanità.
Nelle altre due parabole il regno di Dio viene presentato con una realtà minuscola e come da qui emergano cose straordinare. Il granello di senape non è considerato tanto per la sua piccolezza, quanto per la sua potenza.
Il lievito non mostra l’evidenza del regno bensì l’agire, l’essere e il fare, che portano all’unità dell’unica sostanza.
Facciamo nostre le parole di una colletta della liturgia di oggi e preghiamo:
“Ci sostengano sempre, o Padre,
la forza e la pazienza del tuo amore,
perché la tua parola, seme e lievito del regno,
fruttifichi in noi
e ravvivi la speranza
di veder crescere l’umanità nuova.”
Maria Maddalena