Mese: luglio 2024
Spiegazioni
MARTEDÌ 30 LUGLIO 2024
SAN PIETRO CRISOLOGO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA FACOLTATIVA
I discepoli si ritrovano in casa con Gesù e gli chiedono spiegazioni circa la parabola che aveva raccontato loro. Questo vale anche per noi oggi, quando vogliamo capire l’insegnamento di Gesù per la nostra vita, il senso del nostro essere in Lui e del vivere una vita buona in questo mondo.
Accostiamoci a Gesù come all’amico più caro, il nostro confidente, Lui che sa tutto del nostro cuore, anche quello che vorremmo nascondere a noi stessi, perché è quel male che ci fa stare male. Solo Gesù è il Maestro che insegna, noi dobbiamo fermarci ad ascoltarlo e metterci in discussione con i fratelli, perché nel confronto troviamo la verifica di quanto abbiamo compreso. Qui non si tratta però di selezionare idee, quanto piuttosto di condividere i doni stessi che la Parola fa; questa Parola di Dio seminata qui e ora, in questo mondo dove convivono realtà buone e meno buone, bene e male, speranza e sofferenza.
Lasciamo sia Lui a parlare, a spiegare nel nostro mondo, che è nella Sua presenza la nostra forza, il nostro conforto e rifugio.
“Signore,
spiegami la tua Parola,
affinché in essa trovi fiducia.
Spiegami quanto è grande il tuo cuore,
parlami di Te,
e di tutto quello che il Padre ti ha donato.
Perché in quel germoglio
c’è la mia storia
che con Te è diventata
una storia d’amore.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
SANTI MARTA, MARIA E LAZZARO – MEMORIA
LUNEDÌ 29 LUGLIO 2024
SANTI MARTA, MARIA E LAZZARO – MEMORIA
Oggi facciamo memoria di Santa Marta. Il Vangelo ce la presenta come la donna di casa sollecita e indaffarata, per accogliere degnamente Gesù, quale gradito ospite. Ma Marta è anche una donna dalla fede forte, che implicitamente domanda il miracolo per suo fratello Lazzaro, con una semplice e stupenda professione di fede nell’ onnipotenza del Salvatore, nella risurrezione dei morti e nella divinità di Cristo.
Marta, è una donna semplice, forte, schietta, ha compreso il segreto del regno dei cieli. Non c’è nulla di appariscente, tutto si svolge nel quotidiano, avvolto da un amore che guarda alle piccole cose.
Lo stile di Dio è di scegliere ciò che è piccolo, e in quella piccolezza far emergere la grandezza incommensurabile, che è lo stesso amore di Dio.
Dio scegliendo le piccole cose ci vuole guarire dalle nostre ambizioni di grandezza, di essere perfetti, per imparare ad accettare i nostri limiti come quelli degli altri.
Il regno di Dio, non ha grandi manifestazioni, si identifica con gli ultimi, questo è il suo mistero; mistero di ogni vita, anche la più piccola, mistero della mia vita, della mia esistenza: la mia grandezza sta nell’essere figlio di Dio, piccoli semi, lievito di vita.
Signore,
credo in Te,
nel tuo nome,
ad ogni tua azione.
Tu sei la mia fiducia
è per questo che anche la mia fede è al sicuro.
Aiutami a non perdere il mio cuore
in ciò che divide e spezza,
così che possa sempre riconoscerti anche per me come il Dio della vita.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
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Pane
28 LUGLIO 2024
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Gesù che sfama le folle moltiplicando pani e pesci è un gesto messianico, tutto allude alla celebrazione eucaristia, dove il miracolo è simbolo. Il racconto non ha il sapore di un semplice ricordo, ma la potenza di un “memoriale” che si rinnova e partecipa il dono della grazia che racchiude, grazia che arriva fino a noi oggi, ora. Se il vangelo qui annota che: ” Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei”, noi viviamo in una nuova Pasqua, un nuovo pane: il corpo stesso di Cristo, divenuto cibo per la fame esistenziale del mondo intero. Lui è il vero Pane disceso dal cielo che nutre e dà la vita, che ristora e dà riposo, che sà colmare i desideri di senso di ogni persona umana.
La misura del Signore è quella di colmare e addirittura avanzare, ma nulla va perduto; in ogni pezzo di pane c’è qualcosa che non può perire, perché lì c’è tutto l’amore del Padre, c’è il nostro diventare comunione con i fratelli, e questa è già vita eterna.
Nella comunione si compie il grande miracolo, dove ciascuno può uscire dal proprio egoismo e dalla paura che la “vita” non ci basti mai.
Chiediamo al Signore che il suo pane colmi le distanze del nostro cuore, che ci separano da Lui e dai fratelli, cosi che la nostra vita si realizzi veramente come dono di comunione.
“Signore,
donami sempre il tuo pane,
per sfamare la mia fame più profonda.
Abbi cura di me,
senti anche ciò
che non riesco ad esprimere.
Sono qui e mi fido di Te,
del tuo amore,
di quel pane che tra le mie mani è accolto.
“Amen” Gesù,
ti ricevo come un abbraccio
che da sempre mi aspettava
e che io cercavo.
Dacci sempre il tuo pane,
donaci sempre il tuo amore. Amen!
“(Shekinaheart eremo del cuore)
Grano e zizzania
27 LUGLIO 2024
SABATO DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Stupore e sconcerto ci può prendere, quando sentiamo che il seminatore lascia crescere insieme buon grano e zizzania e dice ai servi di non estirparla, perché si rischierebbe di togliere anche il buon grano, essendo queste due piante molto simili. Ci sarà poi un tempo in cui le piante verranno separate.
Ora è più utile lasciare tutto cosi com’è, non bisogna agire d’impulso si farebbe più danno. Questo è il tempo della pazienza; Dio è paziente, longanime, egli porta e sopporta il nostro peccato e aspetta fiducioso, attende il tempo dell’uomo, perché non vuole perdere nessuno dei suoi figli, spera che ognuno torni con tutto il cuore all’amore del Padre.
Tutti siamo consapevoli che la zizzania è presente un po’ ovunque e anche nel nostro cuore, ma non dobbiamo fermarci a guardarla, consideriamo piuttosto quel buon grano che cresce e diventa alimento d’amore, pane di vita e di misericordia. Ed è nel mio male che Dio mi usa misericordia, che mi fa quel dono gratuito di cui non può farne a meno, perché Lui e la misericordia, essenza di amore e di grazia, il luogo più profondo della rivelazione di Dio.
“Signore,
dona pace al mio cuore,
aiutami a crescere bene.
Aiutami a riconoscere la zizzania
nel campo del mio cuore
e abbine cura Tu.
Fa che sappia vivere
nel tempo dell’attesa
come un tempo di semina,
per portare frutti di grazia e misericordia
in ogni luogo accanto Te.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Ascoltare
VENERDÌ 26 LUGLIO 2024
SANTI GIOACCHINO E ANNA, GENITORI DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA
“Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore”. Cosi inizia la parabola di oggi. Ascoltare e comprendere sono i movimenti per lasciare che quel seme della Parola, che Dio ha seminato in noi in abbondanza, possa generare vita.
Se ci guardiamo dentro, conosciamo il nostro terreno: pietre erbacce, rovi, assieme a terra buona; eppure il Signore semina proprio nel mio campo. La Parola di Dio lavora dentro la mia storia; è solo nell’ascolto che ne diventiamo familiari, dobbiamo lasciarla penetrare nel cuore, nei nostri pensieri, cosi che anche quando la nostra debolezza ci fa temere di non farcela, o non vediamo quei miglioramenti che speravamo, oppure le cose ci sembrano troppo difficili da affrontare, non dobbiamo lasciarci scoraggiare.
Scrive Clemente Rebora, parlando della sua conversione: “E la Parola zittì chiacchiere mie!”. Un’espressione molto chiara, che ci indica quanto dobbiamo lasciar tacere pensieri e parole, che nel nostro cuore soffocano la vera Parola. La Parola di Dio in quanto tale, genera vita di Dio, genera in noi quella piccola luce che è la fede, la quale ci sostiene nelle difficoltà, genera l’amore perché solo esso dà vita, genera speranza perché il nostro terreno ha una grande possibilità di far germogliare vita in abbondanza. Siamo contadini non della nostra parola, ma di quella di Dio, e ogni frutto è opera sua al di là dei nostri errori.
Accogliamo ogni giorno questa Parola, meditiamola, custodiamola, prendiamoci cura del nostro terreno, cosi che ogni germoglio sarà un dono di Dio innatteso.
“Signore,
Parola viva, fa che non sia Tu a parlare invano,
ma trovi in me un terreno buono.
Ti ascolto:
cos’hai da dirmi?
Leggo il tempo della tua presenza
come pagine da sfogliare senza fine,
ed io non voglio perdermi più nulla,
ma semplicemente
trovarti nel mio cuore
e sentire la tua voce dirmi:
ti amo, figlio mio,
per risponderti:
Padre, anch’io.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Servire
GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2024
SAN GIACOMO, APOSTOLO – FESTA
La ricerca del primo posto non è un evento così raro, anzi, possiamo affermare che è un desiderio ben presente che penetra e avvolge l’animo di molti, se non di tutti.
Gesù da buon pedagogo, ascolta, interroga e spiega qual’è il vero significato del potere del regno di Dio.
“Voi non sapete quello che chiedete”, afferma Gesù. Nessuno aveva ancora compreso qual’era la maniera di regnare di Gesù e cosa sarebbe successo in futuro, tanto che anche gli altri dieci apostoli si sdegnarono perché, accomunati dalla stessa competizione per raggiugere i primi posti.
La fame di potere rende dominatori e non servitori. Il Figlio dell’uomo è venuto per servire. Stare a destra e a sinistra di Gesù, significa percorrere le strade della vita con Lui e come Lui, accogliendo, ascoltando, testimoniando, sollevando i cuori affranti, vivere l’amore che ama per primo, senza fare calcoli.
Dio si fa servo dell’uomo, voce dei poveri, piccolo con i piccoli, si inginocchia davanti agli uomini per lavare loro i piedi; la sua grandezza consiste nel servire tutta la nostra umanità, debole, ferita, peccatrice. Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, ma nelle sue mani per sollevarci alla sua guancia (cfr Os 11,4), perché Lui è il primo nell’amore.
“Signore,
aiutami a non scegliere i primi posti,
ma fa che desideri
che Tu sia il primo per me.
Il primo a cui andare a chiedere perdono,
il primo a cui dire la mia angoscia,
il primo in cui posare il mio cuore,
così che se al mondo
mi sentirò ultimo,
saprò che in Te sono un figlio amato,
a cui Tu hai offerto la vita
perché la mia ti incontrasse”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Seminatore
24 LUGLIO 2024
MERCOLEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Ogni contadino seleziona la sua semente, semina e pianta con fiducia nella forza del seme e nella generosità della natura, confida in una stagione favorevole che dia un buon raccolto. Ma il seminatore di questa parabola sembra essere uno strano seminatore che “spreca” seme, getta ovunque il suo germe di vita.
Dio non tiene nulla per sé, ci ha dato tutto e ha dato tutto se stesso, in ogni vita c’è un germe di Dio. Egli è un seminatore che non guarda le stagioni, semina sempre solcando tutti i terreni, continua a lasciar cadere delle sue mani semi di ogni tipo, a volte minuscoli, quasi impercettibili, germi di vita che non si sa dove e come germoglieranno.
Dio è paziente, aspetta che quel campo che siamo noi, accolga nel suo terreno, nel suo cuore il germe della salvezza. In ogni cuore è presente almeno una zolla di terra buona,
in cui poter produrre frutto, e il Padre non perde mai la speranza che ogni figlio possa far germogliare e crescere buoni frutti, secondo la possibilità di ciascuno.
Nel Regno di Dio non ci sono condizioni di “spreco”, ma solo di dono; e quando l’amore di Dio riversato su tutti gli uomini senza distinzione, ci sembra uno spreco, ricordiamoci che anche noi siamo amati cosi come siamo, per puro dono.
Affidiamo al Signore il terreno del nostro cuore e proviamo a far crescere il seme che Lui ci dà, facciamogli spazio, cosi che anche la nostra poca terra fiorirà. Non escono forse fiori anche dalle crepe?
“Signore,
cresca in me la tua forza
ed il tuo amore.
Cresca in me quella speranza
che mi guarisce,
perché è dono tuo.
Dammi il tuo cuore
per posare il mio.
Cura la mia terra arida,
così che quel fiore appena nato
veda in Te ciò che da sempre desidero: una possibilità.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Rabbunì