Dove vai

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 07 MAGGIO 2023

V DOMENICA DI PASQUA – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 6,1-7

Salmo: Sal 32 (33)

Seconda lettura: 1Pt 2,4-9

Vangelo: Gv 14,1-12

Nel Vangelo di oggi Gesù dice che va a prepararci un posto, perché dove sarà lui saremo anche noi. Gesù parla di un “dove”, ma i discepoli non comprendono.

Ecco che Tommaso, l’uomo ardente e con i piedi per terra, domanda: ma se non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?

Quel “dove” di cui parla Gesù non è soltanto un luogo, ma una via, comprende una direzione, un movimento di riportare tutto al Padre.

Gesù conduce, guida i suoi discepoli perché, in lui, diano la loro vita ai fratelli, perché tutti conoscano l’amore di Dio.

In quelle tre parole che Gesù dice a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, si racchiude tutta la storia di salvezza, il sogno più grandioso di amore, di libertà, di bellezza e di comunione con Dio, che ogni essere umano possa mai desiderare.

Il “dove” di Dio è sempre nel suo amore e per amore. Così la fede dei discepoli in Cristo Gesù è sempre ritrovarsi in Lui per essere inviati, perché il mondo conosca che amiamo il Padre e facciamo quello che il Padre ha comandato, cioè di amare tutti.

“Signore,

fai del mio cuore la Tua dimora,

affinché io possa trovare il mio posto in Te.

Sii il mio aiuto,

il luogo dove stanco possa trovare rifugio

e dove possa gioire sempre.

Ti affido la mia vita,

in ogni turbamento, in ogni momento.

Ho fede in te,

non perché desideri cose straordinarie,

ma perché so che Tu sei con me e questo è già abbastanza”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Un cammino di verità

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30 MARZO 2023

GIOVEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 17,3-9

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Gv 8,51-59

“Chi credi di essere?”. È la domanda impertinente che i Giudei pongono a Gesù. Egli, infatti, sta turbando il loro modo di credere in Dio, troppo legato ad un’osservanza di pratiche devote e statiche, ignorando che la Parola di Dio è viva e garantisce la vita di chi l’ascolta. Solo l’adesione a ciò che è vivo può dare la vita, altrimenti si resta legati ad una legge morta.

Una persona può essere viva, e vivere da morta. Gesù parla di una morte che non è quella temporale, ma i Giudei non capiscono, perché il loro cuore non è aperto ad accogliere una parola viva, per loro tutti muoiono, Abramo è morto.

Paradossalmente quella domanda può essere l’inizio di un cammino di verità che non porterà alla morte, bensì alla vita. Forse quei Giudei sapevano che Gesù aveva ragione, ma non volevano dargliela.

In quella domanda si incontrano il disegno umano con quello divino. Gesù si mostra come il figlio che prende la gloria dal Padre. Dio non è il datore della legge che immaginavano, ma è suo Padre e Padre nostro. Padre e Figlio hanno le stesse caratteristiche: donare amore. Sulla Croce, Gesù rivelerà tutto l’amore del Padre per noi.

Decidere di stare con Gesù è una scelta coraggiosa, impegnare la nostra vita per Lui, è compiere un salto fondamentale di fede, perché lo riteniamo degno di essere ascoltato e creduto. Chi sei o Signore, se non il Dio della mia vita?

“Signore,

cos’è la verità se non il Tuo volto?

Oggi mi chiami a questo:

a compiere in cammino verso di Te.

Sostieni i miei passi per avere la forza di cambiare,

per gettare dietro alle spalle tutto ciò che vi è d’inciampo.

E Tu, stammi accanto

passo dopo passo,

affinché guardandoti possa

sentire la Tua forza, e andare avanti.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“la verità vi farà liberi”

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29 MARZO 2023

MERCOLEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dn 3,14–20.46.50.91–92.95

Salmo: Dn 3,52–56

Vangelo: Gv 8,31-42

Forse pensiano troppo poco al potere delle parole. Nella parola c’è la possibilità di dare vita, fiducia, chiarificare, di creare relazione, comunicazione, ma anche di gettare nel caos, nello smarrimento seminando sfiducia, di distruggere la comunione e minare la relazione.

Rimanere nella parola di Gesù, ci fa diventare suoi discepoli alla scuola della verità che libera, di quella verità che è Lui stesso. La verità di Gesù ci fa liberi.

Il segreto della libertà, è in quel pezzetto di Dio che è in noi. Dio che parla, crea l’uomo come libertà dialogante con Lui, ma non lo costringe a mettersi in dialogo, lo lascia libero. La libertà diventa allora per l’uomo, un cammino di continua ricerca e scoperta di essere già stato liberato da Gesù Cristo che è via e verità.

Quando l’uomo tenta di darsi la libertà da solo, fallisce miseramente, perché la libertà è propria solo di un cuore che è stato liberato da un amore più grande, altrimenti si rimane schiavi delle cose e presi dalla paura dei giudizi altrui. Cosi non si è liberi, si vive solo un’illusione di libertà.

“La verità vi farà liberi”, perché è l’amore che libera, ci insegna ad essere noi stessi, veri, autentici, a sentirci amati e ad amare gli altri stabilendo un corretto rapporto con Dio, coi fratelli e con le cose, dove tutto è posto a servizio della vita.

Restiamo nella parola di Gesù e chiediamogli di custodire il nostro cuore, perché la verità del suo amore che libera, ci insegni a fare verità dentro di noi, per vivere da veri figli liberati e liberanti.

“Signore,

libera il mio cuore da tutto ciò che non sei Tu.

Donami la forza di ricominciare, di essere vero

per vivere con Te come un figlio,

così che guardandomi dentro

ritrovi uno spiraglio di Luce,

un principio di libertà

nato non da me,

ma dall’amore che tu, o Dio mi hai promesso,

e che mi ha visitato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

A partire dal cuore

a partire dal cuore

 

07 MARZO 2023

MARTEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 1,10.16-20

Salmo: Sal 49 (50)

Vangelo: Mt 23,1-12

Gesù parlando alla folla e ai suoi discepoli, insegna loro che le azioni che compiono, devono sempre partire dal cuore. Egli infatti, rimprovera l’ipocrisia di chi vuole apparire giusto a tutti i costi, e la vanità di quanti compiono opere, solo per farsi vedere dagli altri.

Gesù ci insegna la rettitudine del cuore  e poiché ci conosce profondamente, sa anche quali siano i nostri punti deboli, le nostre fatiche; non ci condanna ma ci indica la via:  Lui stesso che si fa servo. Questo servire significa vivere a partire da me, ma non solo per me, in funzione degli altri.

Non siamo su questa terra per essere persone perfette, che non sbagliano mai, ma per vivere relazioni cariche di umanità e di amore, per lavorare ad un mondo migliore, per riconoscerci figli di un solo Padre, Dio, che ci ama e ci dona il suo Spirito, perché diventi la nostra guida, il nostro maestro interiore, il principio della nostra libertà.

Seguire la Verità interiore, significa innanzitutto sforzarci di capirla e poi impegnarci a seguirla, fidandoci e affidandoci a Dio che a cura della nostra vita: qui è la nostra grandezza, qui il nostro cuore impara a vivere di Dio, per Dio,  per tutti.

“Signore, insegnami la semplicità dei gesti

che non sono appariscenti

e vanno diritti al cuore,

a cui nessuno pensa.

Fa che il mio agire ti sia gradito e

che possa esprimere con la mia vita il Tuo amore.

Dammi un cuore retto che ti sia fedele.

Ad ogni caduta,

rialzami e indicami la via.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Dal di dentro

dal di dentro

08 FEBBRAIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA V SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 2,4b-9.15-17

Salmo: Sal 103 (104)

Vangelo: Mc 7,14-23

Continua il discorso sull’impurità. Il Signore rassicura a non temere per ciò che viene dal di fuori, poiché esso non “contamina” il cuore, quanto piuttosto, tutto quello che vi è dentro. È infatti dal cuore dell’uomo, che si possono trovare tutta una serie di mali elencati nel testo.

I discepoli non comprendono, eppure l’informazione è semplice. Cosa blocca tale comprensione? La risposta è nel versetto al Vangelo: “La tua parola, Signore, è verità: consacraci nella verità”. (Cf. Gv 17,17b.a)

La verità. Avere il coraggio di dire cosa abita in noi non è semplice, spesso è più facile dire ciò che non va di un altro, piuttosto che parlare di noi. Fare la verità non vuol dire mettersi in cattiva luce, ma prendersi in mano e guardarsi dentro. Quello che non capiscono i discepoli è che: rendersi conto, dare un nome alle nostre azioni, al perché di alcuni gesti, è far uscire qualcosa che è molto meglio non ci sia, ovvero tutto ciò che non è bene e nuoce a se stessi e agli altri.

La nostra umanità trova con Gesù uno spazio per crescere, affinché sempre più liberi dai pesi, possa far emergere da sé quello che di buono c’è e seppur nascosto abita in noi, poiché ogni uomo non è mai solo male, è anche bene, a volte però, un bene che purtroppo non ha mai visto la luce.

Affidiamo questo percorso a Gesù, è solo l’Amore il luogo dove possiamo ripartire e liberi, amare anche noi altrettanto attraverso gesti di perdono e di bontà ad immagine di Colui che ha fatto di noi, della nostra storia, un luogo di pura Misericordia.

“Signore, illumina il mio cuore,

fa che sia libero,

capace di comprendere dove sta andando

ed abbia il coraggio di cambiare strada se necessario.

Aiutami a camminare,

non solo per me stesso,

ma anche per chi è accanto a me,

affinché guardandomi,

riconoscano che ti ho conosciuto

ed il Tuo amore mi ha risanato”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

La chiave della conoscenza nella verità

la chiave della conoscenza nella verità

 

13 OTTOBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ef 1,1-10

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Lc 11,47-54

 

Le parole di Gesù non sono piaciute agli scribi e farisei al punto da trattarlo in modo ostile. Perché mai? Perché ha detto la verità.

La differenza tra loro e Lui, sta proprio nella verità. Non dobbiamo mai temerla, anche se a volte è scomoda o ci ferisce, essa è la chiave per la conversione. Gesù infatti, rimprovera i dottori della legge che hanno portato via la chiave della conoscenza.

Qual’era questa chiave? Egli stesso! Essi con le loro ostilità e chiusure, hanno dato a Dio un volto che non era il suo. Il Signore fa della conoscenza il luogo non per condannare, ma per rivelare la Sua presenza, nonostante le fragilità umane.

Non c’è nessuno smarrito, affranto, ferito, che non abbia un posto nel cuore di Dio ed proprio dal comprendere un legame così profondo che troviamo lo slancio per affrontare la verità.

Ci sono persone che nel dire la verità di qualcuno, demoliscono, Dio invece sceglie la via dell’incarnazione, si affida ai tratti del viso di un bimbo, così che ciascuno di noi possa ritrovarsi e scoprire quanto è grande e fedele il Suo amore.

Possa Dio ogni giorno donarci la forza per ripartire da un nuovo punto di partenza: l’amore di Dio che è verità!

“Signore,

infondi al mio cuore la pace,

nonostante la fatica.

Spesso veniamo a conoscere la verità, urtandola,

Tu oggi mi insegni a farne una strada

per scoprire il Tuo amore

e viverlo.

Aiutami a credere che il Tuo amore

non mi verrà mai a mancare

e nello sforzo della conoscenza di noi stessi,

ogni cuore possa volgere a Te e

continuare a sperare”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Giovanni voce della verità

 

Giovanni voce della verità

 

LUNEDÌ 29 AGOSTO 2022

MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 1,17-19

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Mc 6,17-29

 

Il ritornello al Salmo della liturgia di oggi recita: “La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza”, nell’ascoltarle viene da pensare a Giovanni Battista, il cui Vangelo racconta il suo martirio.

Giovanni durante la sua vita preannunciò la venuta di Gesù, era la voce che nei deserti dei cuori più disperati, preparava la via al Signore e seppur prigionero, leggiamo nel brano che persino Erode lo ascoltava volentieri.

Uomo di fede, sperava nella venuta di Gesù per il suo popolo, aveva compreso che Dio ascoltava le sofferenze di ciascuno e non gli avrebbe lasciati soli; anche in carcere, nel vuoto e nel nulla di una prigione non ha mai smesso di dire la verità e fu quella la sua più grande libertà che nessuno poteva togliergli.

La voce di Giovanni che grida: “preparate la via al Signore”, risuona ancora oggi, affinché ogni nostro grido o supplica trovi in Dio il coraggio. Sebbene le voci siano tante, Dio sa distinguerne i suoni, nessuno di noi sarà mai dimenticato dal Suo cuore.

Giovanni ci ha insegnato a sperare in un Dio sceso in terra, ha annunciato fino alla fine la verità che il Signore stesso ha posto sulla Sua bocca, perché preparassimo il cuore alla Sua Parola fattasi carne e venuta ad abitare in mezzo a noi.

“Signore,

dinanzi al mio cuore a volte privo di speranza,

mi sei accanto per non che io tema.

Aiutami a credere persino quando attorno a me

percepisco il vuoto,

come una prigione diventa il mio cuore

se Tu non ci sei.

Sostienimi, perché sei Tu la mia speranza

in un mondo dove a volte si perde il senso,

ma nulla è perduto

perché è qui che sei nato,

in questo mondo, nel mio mondo,

per essere segno, per donare un senso ad ogni cuore, ad ogni vita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Che sia una trave o una pagliuzza

 

che sia una trave o una pagliuzza

 

 

20 GIUGNO 2022

LUNEDÌ DELLA XII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2Re 17,5-8.13-15a.18

Salmo: Sal 59 (60)

Vangelo: Mt 7,1-5

 

Gesù nel Vangelo della liturgia odierna, ci invita a non giudicare. Un messaggio che nasconde una verità: tutti possiamo sbagliare, forse a volte non ce ne accorgiamo, oppure soprassediamo sui nostri errori, ma giudichiamo gli altri. Egli ci suggerisce di non farlo, perché che sia una trave o una pagliuzza, fa male. 

Il Signore desidera aiutarci a dare nome alle travi, che offuscano la nostra vista e non ci permettono di vedere nitidamente.

Una di queste travi comuni tanto quanto il peccato, è non credere che nonostante i nostri errori, Dio ci perdonerà e amerà come prima del nostro sbaglio. Gesù è venuto per donarci la libertà che queste travi non ci permettono di avere, ci dona il Suo coraggio e la Sua forza, per farci scoprire che l’amore di Dio è la chiave di tutto! 

Ammettere di aver sbagliato è un nuovo inizio, perché in fondo Egli sa già tutto, siamo noi che dobbiamo aver il coraggio di guardarci in profondità e scoprire quanto amore Dio ha per noi.

Partendo da questo amore possiamo togliere le travi dai nostri occhi, e aiutare chi accanto a noi, ha una pagliuzza che da solo non riesce ad eliminare o non sa neppure di avere. 

A volte la trave è quel giudizio che incatena se stesso e gli altri, senza una via d’uscita. La pagliuzza è l’inciampo continuo di chi non riesce a rialzarsi.

Gesù è qui sia per chi ha la trave e chi ha la pagliuzza, perché per tutti è preparata dall’eternità una via di giustizia e libertà.

L’Amore di Dio toglie la trave, affinché il nostro occhio possa vedere chi incontriamo come fratelli e poi la loro pagliuzza, solo così quell’amore ricevuto sarà donato e ridonato ed ogni giudizio rimesso nelle mani di Dio, darà frutti di bontà e Misericordia.

 

 

 

Via, Verità e Vita

 

Via, Verità e Vita

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1 Cor 15,1-8a

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Gv 14,6-14

 

“Io sono la via la verità e la vita”. Non è certo la prima volta che sentiamo queste parole di Gesù, ma oggi meditando il Vangelo, si depositano nel cuore.

Gesù è la via per scoprire il volto del Padre. È la verità di una promessa d’amore fatta dal Padre nel Figlio Suo. È la vita perché la Sua storia si intreccia con la nostra e da lì scaturisce la vita per noi.

Tutto quello che cerchiamo e desideriamo ha il suo compimento in Gesù; siamo creati per partecipare alla via, verità e vita, perché come il Padre è legato al Figlio, noi lo siamo con Lui.

A Gesù non manca questa certezza, ed è proprio essa che lo sostiene anche nelle ore più buie, ed è la medesima certezza che desidera trasmettere affinché non ci sentiamo soli, per non abbatterci, per credere persino in quelle situazioni dov’è difficile alzare lo sguardo.

La richiesta “mostraci il Padre”, é comprensibile perché abbiamo bisogno di un Volto a cui affidarci, e Gesù risponde: “Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Dio manda Suo Figlio affinché fosse presenza concreta nella nostra vita, non poi in futuro, ma fin da ora, in tutto il nostro cercare, inciampare, ritentare, Dio è con noi e non ci abbandona mai.

Ogni giorno è un tempo buono, per comprendere la grandezza di Dio attraverso Gesù, via, verità e vita, così da renderci il Volto del Padre tanto familiare, da scoprirci parte di quest’unità. Noi siamo nell’abbraccio tra il Padre e il Figlio!

 

 

Una libertà data da un amore più grande

 

Una libertà data da un amore più grande

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Dn 3,14–20.46.50.91–92.95

Salmo: Dn 3,52–56

Vangelo: Gv 8,31-42

 

Le parole di Gesù nel Vangelo di oggi, ci danno consolazione: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Liberi da tutte quelle paure che abitano nel nostro cuore, da quei sentimenti negativi che a volte nascono da dispiaceri, incomprensioni, liberi da quelle idee che non ci fanno camminare.

Solo il pensiero di essere liberi ci fa respirare, è come una ventata di aria fresca in una giornata molto calda, dove rimane solo l’arsura. Liberi è avere sete di Dio.

La promessa di Gesù, riempie di coraggio, forza, desiderio di farsi custodire dalla Parola, di prenderLa in mano e leggersi dentro di Essa, così da liberarsi da tutto ciò che ci ostacola e poter finalmente respirare.

Il Signore ci desidera liberi, nella vita fatiche ne abbiamo tante, e Lui lo sa, ma se ascoltiamo quest’invito, possiamo fare della Sua Parola un punto di forza. Egli non ci toglie la fatica, ma ci dà un’appiglio su cui contare e cosa c’è di più stabile della Parola? Essa si fa carne, è un Volto che non solo ci è accanto, ma è dentro di noi, per dirci tutto l’amore e il desiderio di bene che il Padre ha verso tutti.

Siamo creati liberi, di una libertà che ovviamente non è agire in base al sentire del momento, ma è scegliere secondo una Parola, che percorre le strade della storia e arriva sino a noi.

La Parola diventa il metro di misura, e se nel nostro cammino ci siamo un po’ persi, non importa, possiamo tornare a quel principio che non è un daccapo, ma è un nuovo inizio.

L’idea di Dio per noi è un nuovo inizio, affinché camminando lungo i passi della verità, possiamo incontrare Colui che ci renderà liberi, di una libertà data da un amore più grande del nostro peccato e dalla certezza della Sua presenza.