Vi parlo di me...

Post N° 45

Tornati a casa da Firenze, passiamo a prendere i nostri figli all'aeroporto, di ritorno da Venezia. Ci sono mancati tantissimo, ma abbiamo chiarito molte cose, almeno così mi è sembrato. Ricomincia la scuola. Si riprende la quotidianità della nostra vita, la nostra famiglia. Ottobre è il mese dei festeggiamenti: il compleanno di Vincenzo, il mio onomastico, il compleanno di grazia. A novembre festeggiamo il compleanno di Piero. Ci prepariamo per il Natale, i ragazzi mi aiutano a montare e ad allestire l'albero. Non è un Natale sereno, la notizia ci arriva tra capo è collo. Mio suocero, che accusava dolori alla schiena, fa delle analisi dalle quali risulta un carcinoma al fegato. La notizia è di quelle che nn lascia molte speranze. Gennaio e Febbraio passano tra visite e controlli. Grazia continua a chattare, glielo lascio fare, devo fidarmi di lei ma il tarlo della gelosia scava una voragine dentro di me. Controllo le sue telefonate, ma nn trovo traccia di chiamate verso un numero che conosco bene. Se telefona, allora lo fa con un'altra scheda. Le faccio un account su MSN e le compro pure la webcam.
A marzo il cral della mia azienda organizza un we in montagna per la festa del papà. Ci organizziamo per andare a sciare, insieme alla sorella di mia moglie e al fidanzato. Si parte. C'è una cosa che nn dimenticherò mai, una frase pronunciata da mio figlio Piero. Stavamo parlando di telefoni cellulari che, secondo noi, nn dovrebbero essere dati ai ragazzi (all'epoca nn c'era bisogno che i miei figli avessero un cellulare). Vincenzo ci informò che un suo amichetto ne aveva ben 2. Come mai? Perchè i suoi genitori erano separati e un cellulare era della mamma e l'altro era del padre. A sentire questo Pierino dice: " Non mi piace, vorrei che questo nn accadesse mai alla mia famiglia". Rimango di sasso, neanche fosse il presentimento di quello che sarebbe successo di li a poco. Guardo Grazia. Lei è impassibile, ma sa che la sto guardando, ma mi ignora, fa finta di niente. "Non preoccuparti Piero, questo nn accadrà mai alla nostra famiglia". Più che un'affermazione, era una preghiera quella che avevo formulato. Il primo giorno, rientrando in albergo, faccio un salto vedendo una macchia viola riflessa nello specchio. Cacchio eravamo noi che eravamo diventati fuxia dopo una giornata trascorsa sulla neve senza protezione per il viso. Corriamo ai ripari. Il secondo giorno va meglio. Grazia e la sorella sono spaparanzate sulle sedie a prendere il sole. I ragazzi seguono un corso per principianti. Io li seguo a piedi, poi decido di mettere anche io gli sci. Non so sciare, ma almeno ci provo. E' divertente. Quando i bambini dormono, facciamo l'amore in silenzio, per nn svegliarli. Ma sono talmente stanchi che nn li sveglierebbero manco le cannonate. Trascorriamo un bellissimo e felicissimo we. Torniamo a casa. La sera Grazia è su MSN che chiacchiera, io sono troppo stanco. Il giorno dopo mi metto a indagare al pc, trovo le conversazioni di Grazia con Nadir. Non faccio in tempo a leggere, rimando il tutto al giorno dopo. Quello che leggo è devastante. Si raccontano con dovizia di particolari dei loro convegni amorosi trascorsi negli alberghi di Napoli. Cerco di nn perdere il senno, faccio mente locale. Ma quando è successo? Fanno riferimento al giovedì scorso, quando Grazia era andata a Napoli a seguire un corso di aggiornamento. Cazzo proprio il giovedì prima della partenza per la montagna. Forse era proprio per questo che quando Pierino pronunciò quella frase, lei rimase impassibile, ma riesco a immaginare quello che le stava passando per la testa. Di incontri tra loro due ce n'erano stati anche altri. Il (caro) Nicola veniva su con l'aereo, lei lo andava a prendere all'aeroporto, trovavano un albergo...