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E il giorno dopo i ladri hanno visitato la casa del mio Miki, portandogli via l'unica cosa di valore che aveva, le catenine d'oro delle bimbe, un ricordo importante per lui come importanti erano il mio orologino delle prima comunione e gli anelli di fidanzamento che erano rimasti a me.....
Ieri ero depressa io, oggi lui....
E ma' è sempre all'ospedale. Non riesco più a dormire bene.
Da tre giorni Ma' a ricominciato l'ossigenoterabia e, nell'ora e mezza che lei sta dentro al "sottomarino", io esco e vado nel giardino dietro a centro.
C'è un enorme salice piangente lì,
dopo il pioppo è un'altro di quegli alberi che mi affascinano.
E' veramente enorme, chissà quanti anni ha?
E quindi, dicevo,
vado dietro il centro e mi siedo sotto questo grandissimo salice.
Mi da un grandissimo senso di protezione stare li. Il rumore della città è lontano.
Ieri ho pianto.
Stanchezza e senso d'impotenza.
Oggi mi sono appisolata per almeno un quarto d'ora.
Non tirava un filo di vento e i pioppi erano immobili come i miei pensieri....
Poi si ritorna in ospedale.
La nonnina della stanza di fronte continua a resistere, era stata data per spacciata, ma ora i medici vogliono ribattezzarla "Lazzaro".
"Alzati e cammina" è il motto che usano ultimamente.
Increduli i medici,
ma non il marito,
un bel uomo di 80anni portati splendidamente,
una settimana fa mi disse:
"Dicono che ci vorrebbe un miracolo.Io ai miracoli credo. I Santi esistono, se non fanno i miracoli che ci stanno a fare."
Beato lui che crede ai miracoli e spero che la sua fede sia veramente premiata.
E io?
Spero, ma nello stesso tempo non credo più.
Spero e non credo.
Troppe volte ho sentito le stesse parole:
"Sta andando bene, ma vediamo domani.... Proviamo un'altra cosa e poi vediamo...."
Domani e domani.....
E la mia triste impressione è che mia madre se ne sta andando una fetta dopo l'altra.
E un po' sono arrabbiata e.
a volte,
questo mi fa più male,
mi sento arrabbiata con lei....
E sento che ho bisogno di urlare e urlare con quanto fiato ho, ma il grido rimane lì,
bloccato in gola...
Domani, e poi domani, e poi domani...
Di giorno in giorno, striscia,
col suo piccolo passo, ogni domani
per raggiungere la sillaba postrema
del tempo in cui ci serve la memoria.
E tutti i nostri ieri
han rischiarato, i pazzi, quel sentiero
che conduce alla morte polverosa.
Spègniti dunque, ormai, corta candela!
La vita è solo un’ombra che cammina:
un povero istrione,
che si dimena, e va pavoneggiandosi
sulla scena del mondo, un’ora sola:
e poi, non s’ode più.
Favola raccontata da un’idiota,
tutta piena di strepito e furore,
che non vuol dir niente.
da "macbeth"
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