Creato da fiumecheva il 06/05/2005

Fiumecheva

E continuo a camminare

 

Messaggi di Novembre 2005

Ho una figlia veramente simpatica :-)

Post n°129 pubblicato il 28 Novembre 2005 da fiumecheva
 
Tag: Diario

                                

Capita che, per vari impegni di entrambe e orari diversi, Rory ed io ci s'incroci appena in casa e, a volte, pure che non ci si veda. Ieri ero a casa del mio amore e giocavo con la piccola Laura quando mi è arrivato un messaggio di Rory: "Sono a cena fuori anche oggi. Faccio vita assai mondana. Non ti dimenticare di me però."
Al che le ho risposto:"Brava! (ero contenta che uscisse, non è vero che poi lo fa spesso, è solo ultimamente che riceve diversi inviti) Ci proverò a non dimenticarmi di te, meglio se mi lasci un tuo ricordino"
E così è da ieri a mezzogiorno che non la vedo, ma oggi quando sono tornata dal lavoro ho trovato questo bigliettino sul televisore in cucina:
"Ciao mami,
               ti ricordi di me? Sono questa qui (e una freccia indicava una sua foto appliccata al  biglietto)
Ci vediamo stasera
                           Ciao Ciao"
 

La cosa mi ha fatto tanto ridere e anche tanto piacere, la mia Rory è speciale, come si fa a non volerle bene  ?

 
 
 

11 

Post n°128 pubblicato il 26 Novembre 2005 da fiumecheva
 
Foto di fiumecheva

“…Dimentica dimentica
che il dispiacere scivola
la mia paura è vivere
uscire
amare
e ridere
e non volare adesso giù
perché accanto a me non ci sei più…”

                                  (Dimentica dimentica- U. Tozzi)

 Quasi due anni passati nella caverna, alla Donna dalla Lunga Treccia sembrava di aver sempre vissuto così, a volte doveva far uno sforzo per ricordare il suo passato e quando ci riusciva non le sembravano ricordi suoi, ma i racconti di un’altra persona.
L’Uomo Ombra l’aveva aiutata a sistemare tutte le sue cose sul carro, ora era pronta a lasciare la caverna, le rimaneva solo un’ultima cosa da fare. La Donna dalla Lunga Treccia prese in braccio la piccola Occhi di Cielo e per mano Bimbo che Sorride e si diresse al cumulo di pietre.
Mentre camminava la sua mente era attraversata da diversi pensieri.
La Donna dalla Lunga Treccia si sedette con i bimbi vicino al mucchio di pietre, l’Uomo Ombra rimase vicino alla caverna ad aspettarla, da lì la poteva veder benissimo e la sentiva parlare, ma non poteva capire ciò che stava dicendo.
 “Non sono più arrabbiata e neppure triste, voglio solo poter iniziare questa nuova vita. Ho bisogno di rimettere in ordine le cose, vedere come me la sbrigherò, ho bisogno di concentrarmi su quello che farò. Ancora non lo so che farò, ma la vita va avanti…”
Poi lei si alzò in piedi lasciando i bimbi a terra, l’Uomo Ombra la vide con un coltello in mano, il primo istinto fu correre verso di lei, ma si trattenne, col cuore in gola lui la vide prendere in mano la sua lunga treccia e tagliarla. In quel momento lui ebbe l’impressione di poter sentire quello che lei stava provando. La Donna, ormai, dai Capelli Corti posò la lunga treccia sul cumulo di pietre.
“Addio amore!” gli disse con gli occhi, guardando le pietre,
L’Uomo Ombra le andò incontro e l’aiutò coi bimbi e insieme si diressero verso il carro.
La Donna dai Capelli Corti sistemò i piccoli sul carro e s’affiancò all’Uomo ombra per aiutarlo a tirare, lui osservandola le disse
“Posso farcela da solo il carro è ben bilanciato”
Ma lei lo guardò dritto negli occhi e rispose
“E io posso fare la mia parte! Del resto è il mio carro e tu stai già facendo molto per noi.”
Il suo sguardo non ammetteva repliche e lui la lasciò fare.

Il viaggio durò diverse ore, attraversarono il bosco e poi ad un certo punto ecco tra gli alberi intravedersi delle capanne, più si avvicinavano al villaggio e più si allargava il loro orizzonte le capanne sembravano rimpicciolirsi e allontanarsi, ma l’emozione della Donna dai Capelli Corti cresceva sempre di più che senza darla troppo a vedere tirava il suo carro con determinazione. Arrivati alle soglie del villaggio lasciarono il carro e presero in braccio i piccoli, alcuni bambini andarono loro incontro correndo e salutando con gioia l’Uomo Ombra, per poi di nuovo scappare correndo all’interno del villaggio per avvertire, con gridolini e risate, il resto della popolazione. L’Uomo Ombra si diresse con passo deciso verso la capanna più grande, la Donna dai Capelli Corti lo seguì senza fare domande e lui si fermò a pochi metri dal suo obiettivo. Dalla grande capanna uscì una giovane donna che rimase sull’ingresso per aiutare una persona ad uscire, era una donna minuta, ma dall’aspetto autorevole, i suoi capelli erano bianchi come la neve e gli ricadevano morbidi fino alla vita, le spalle erano ricoperte da una pelliccia lunga fino a terra e che dava volume ad una figura che s’intuiva molto esile, il suo viso era uno di quei visi senza età, avrebbe potuto avere 60 anni come pure 100, difficile capire. La giovane donna prese il braccio della donna e l’accompagnò di fronte all’Uomo Ombra che s’inchinò di fronte a lei:
“Madre…”
Lei si avvicinò ancora pochi passi e prese il viso dell’Uomo Ombra fra le mani e iniziò ad accarezzarlo e solo allora la Donna dai Capelli Corti si accorse dello sguardo della donna che vagava nel vuoto.
La Madre chiese all’Uomo Ombra:
“Hai portato con te la donna e i suoi bambini?”
La Donna dai Capelli Corti si stupì di quella domanda, l’Uomo Ombra le rivolse una rapida occhiata e poi rispose alla Madre:
“Sì Madre. E’ qui accanto a me.”
La Madre si girò verso la sua giovane aiutante e le disse qualcosa sottovoce e questa a sua volta fece un gesto con la mano verso la donna dai Capelli Corti per indicarle che doveva avvicinarsi. Una volta di fronte alla Madre ebbe una strana sensazione, lei le passo le mani sul viso per poterlo a suo modo vedere, passandole la mano sulla testa la fece scorrere per tutta la lunghezza dei capelli e a questo punto lei sorrise, un sorriso enigmatico:
“Ricresceranno e quando accadrà sarai pronta per il tuo viaggio.”
 Dentro la Donna dai Capelli Corti iniziarono ad affollarsi tante domande, ma non riuscì ad esprimerne nessuna. Poi la Madre si rivolse di nuovo all’Uomo Ombra:
“Figlio mio, porta la donna e i suoi piccoli alla capanna che abbiamo preparato per loro.”
L’Uomo Ombra annui e baciò la mano della Madre poi prese in braccio Bimbo che Sorride e seguito dalla Donna dai Capelli Corti con in braccio Occhi di Cielo si diresse verso la capanna, la gente del villaggio si era radunata tutta attorno a loro ad e ora al loro passaggio la folla si apriva. La cosa intimorì molto la Donna dai Capelli Corti, quante facce vedeva al suo passaggio, quasi tutte erano sorridenti, sembravano dirle:
”Ti aspettavamo e finalmente sei arrivata!”
Tra tutti questi volti, però, uno in particolare la colpì, era una donna dal viso stanco e dallo sguardo spento, lei non esultava e nemmeno accennava ad un sorriso, in braccio aveva un bimbo di poco più piccolo di Bimbo che Sorride e di questo bimbo gli occhi attirarono la sua attenzione. Lei lo guardò con più attenzione e poi guardò Occhi di Cielo e …
Ecco, ora erano davanti alla capanna, il carro era già stato portato vicino, ormai il sole stava calando e l’Uomo Ombra l’aiutò a portare dentro il necessario per la notte e poi la salutò dirigendosi verso la sua capanna che non era molto distante. La Donna dai Capelli Corti nutrì e mise a dormire i bambini e poi finalmente si coricò pure lei sprofondando nel sonno.
E quella notte sognò.

 
 
 

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Post n°127 pubblicato il 24 Novembre 2005 da fiumecheva
 
Foto di fiumecheva

Un giorno, mentre la Donna dalla Lunga Treccia era come il solito seduta alla riva del fiume, vide, con la coda dell'occhio, un serpente strisciare vicino alla cesta con la bambina dentro, in lei si risvegliò qualcosa ed evitando di fare gesti bruschi prese una grossa pietra che trovò accanto a se, poi rapida la colpì...
E poi ancora...
e ancora...
Per tutte le volte che non era stata ascoltata...
e ancora...
Per tutte le volte che aveva desiderato...
e ancora...
Per le lacrime che aveva ingoiato e che ora non riusciva più a fermare...
e ancora...
Per la fame e il freddo che aveva sofferto...
e ancora...
Per il vuoto che le aveva lasciato...
e ancora..
"TI ODIO... TI ODIO... TI ODIO!!..."
L'Uomo Ombra la sentì gridare e rapidamente la raggiunse, con decisione le tolse la pietra dalla mano, ormai del serpente non era che rimasta una poltiglia, lei inginocchiata, ansimante alzò lo sguardo verso di lui:
"Ti prego aiutami!"
L'Uomo Ombra la guardò stupito
"Lo sto già facendo!"
Ma lei con gli occhi umidi
"Ti prego aiutami!"
L'Uomo Ombra questa volta ascoltò il suo cuore, aprì le braccia e lei vi si rifugiò, lui la tenne stretta a se e lei dal buio profondo, dove da un po' si trovava, vide una luce lontana, finalmente conosceva la direzione!
Ora poteva uscirne. 

 
 
 

VOGLIO L'ESTATE!!! UFFA!!

Post n°126 pubblicato il 23 Novembre 2005 da fiumecheva
 
Tag: Diario
Foto di fiumecheva

Fa freddo, il cielo è tutto nero, tira un vento che ti congela pefino le budella e stamattina ha pure minacciato di nevicare.
Non mi piace la neve  !!

 
 
 

9

Post n°125 pubblicato il 22 Novembre 2005 da fiumecheva
 
Foto di fiumecheva

Durante la notte, mentre l’Uomo Ombra dormiva, la Donna dalla Lunga Treccia si avvicinò a lui, in silenzio, senza far rumore e rimase per un po’ ad osservarlo alla luce del fuoco. Lui sembrava avere due facce, parte del suo viso era intatta, poi spostando leggermente lo sguardo… eccola…
La Donna dalla Lunga Treccia allungò la mano, poi pentita la ritirò posandosi le dita sulla bocca, poi si fece coraggio e di nuovo allungò la mano fino a sfiorare con le dita la cicatrice. La percorse in tutta la sua lunghezza, sfiorandola appena per non svegliare l’Uomo Ombra. La cicatrice in fondo, ora non le sembrava più così brutta.
L’Uomo Ombra senti le sue dita sfiorarlo, di nuovo il suo cuore mutò il ritmo. Ma rimase immobile continuando a fingere di dormire.

Passavano i giorni e la Donna dalla Lunga Treccia sembrava non riuscire a recuperare le forze.
Un giorno, in una delle solite brevissime conversazione, lei chiese all’Uomo Ombra da dove venisse.
“Vengo dal villaggio.”
La Donna dalla Lunga Treccia si stupì
“Quale villaggio?”
“Quello che si trova oltre il bosco, pensavo lo sapessi!”
Lei continuava a guardarlo con aria incredula e curiosa
“Non sono mai stata oltre il bosco.”
Questa volta si stupì l’Uomo Ombra
“Ma le stoffe che hai nel carro vengono dal mio villaggio!”
Lei abbassò lo sguardo e rimase in silenzio e lui mise a bollire sul fuoco alcune erbe che aveva raccolto, lo faceva spesso, l’Uomo Ombra raccoglieva erbe, radici e fiori che poi accuratamente puliva, divideva e mescolava tra loro secondo un rito ben preciso.
La Donna dalla Lunga Treccia si alzò e chiese
”Posso uscire dalla caverna?”
La sua voce era bassa, quasi un sussurro
”Se vuoi uscire puoi farlo, non è a me che devi chiedere il permesso.”
Ma lei invece di uscire si rannicchiò e rimase li a dondolarsi, il suo sguardo aveva perso completamente di lucentezza, sembrava lontana in un posto irraggiungibile. L’Uomo Ombra non capì, l’aiutò ad alzarsi e l’accompagnò al suo letto, le sue guance erano rigate di lacrime silenziose.
Nei giorni successivi lui l’aiutò in tutto, la lavò e pettinò e lei lo lasciò fare, se ne stava lì come una bambola, mangiava solo dopo molte insistenze e solo imboccata come un bimbo piccolo, la sola cosa che riusciva a fare era allattare la piccola e piangere. All’improvviso senza un motivo apparente i suoi occhi si riempivano di lacrime che scendevano silenziose sul viso eternamente triste.
L’Uomo Ombra ormai si allontanava pochissimo dalla caverna, a volte l’accompagnava fuori a respirare l’aria tiepida della primavera, lei si sedeva sulla riva del fiume e, mentre guardava l’acqua scorrere, ricominciava a piangere. Lui le metteva  di fianco il cesto con la bambina e si allontanava di poco con Bimbo che Sorride, a controllare le trappole e a raccogliere erbe e radici, senza mai perderla di vista...

 
 
 

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