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A volte da una sola scintilla scoppia un incendio (Lucrezio)

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Una camicia

Post n°255 pubblicato il 26 Luglio 2014 da Basta_una_scintilla
 

Micky sta stirando una camicia dando evidenti segni di insofferenza e scompenso, più psico che fisico. Si e' offerta lei ma ora, guardandola, Mao prova un moto di tenerezza frammista a timore: i suoi occhi, generalmente sorridenti, si sono incupiti e le riconosce quel cipiglio testardo di quando qualche cosa non va ma non intende dirlo neppure sotto tortura perché quella donna, quando ci si mette, e' più orgogliosa di una mula sarda.

"Lascia stare, dai, mi metto una maglietta".

Nessuna risposta, uno sbuffo, e non è il vapore del ferro da stiro.

"Che caldo!!!".

"Azz..." pensa lui e, dato che ormai la conosce abbastanza bene, fa la cosa più azzeccata e geniale possibile, si piazza in silenzio sul terrazzo e fa finta di dormire in attesa che passi il ciclone perché le nuvole di questa strana estate non sono nulla in confronto a quelle che percepisce al momento in casa.

Micky ha voluto essere gentile con Mao ma non si è resa conto che, se sono dodici anni che non si offre più di stirare una camicia ad un uomo, forse è perché il suo subconscio, che e' più furbo di lei, le ha lanciato un messaggio subliminale al quale, sino ad ora, ha posto attenzione. Al momento però è confusa ed indecisa se prendere atto che la prima vera caldana pre menopausa ha fatto capolino o che è in preda ad una potente paturnia da dejà vu: pochi attimi di riflessione e la seconda opzione appare la più credibile. 

"Uffa..che caldo!"...
(piccole nuvole grigie all'orizzonte) 

Ritorna con la mente ai tempi in cui era sposata ed alle ore passate a stirare quelle camicie...azzurre, bianche a righine azzurre, azzurrine a quadretti bianchi, bianche a righe blu, blu a righine bianche, bianche a quadretti azzurri...insomma, senza fare tutto l'elenco, un po' come i gamberi di Bubba in Forrest Gump, monotone, noiose e, soprattutto, troppe. Di colpo si ritrova in quella camera, un giorno di fine luglio del 2002. 

"Uffa...ma si muore di caldo!"...
(nuvoloni sempre più grigi all'orizzonte)

Sta stirando una camicia di lino bianca, quella che ha ora tra le mani: lui uscirà con le sue impiegate quella sera per festeggiare, come ogni anno, la chiusura delle dichiarazioni dei redditi e le ha detto che gli piacerebbe indossarla. Gli ha comperato un regalo per il suo compleanno, che cadrà i primi di agosto, un ciondolo a forma di coda di balena con un cordino in caucciù simile a quello che, le ha raccontato, portava da ragazzo e gli piacerebbe riavere. Il marito torna a casa, una doccia veloce, indossa un paio di pantaloni blu e la camicia di lino bianca. Sta per uscire; lei lo ferma, gli pone il regalo e, facendogli una carezza, gli dice "Così sarai più bello per le tue donne". 

"Uffa..che caldo"...
(nuvole nere, fulmini e saette all'orizzonte)

Gli occhi negli occhi, un bacio... Tra le impiegate c'è anche una stagista con cui lui ha una relazione; questa consapevolezza la colpirà come un pugno nello stomaco tra pochi giorni... L'inizio della fine.

"Uffa...ma tu non muori di caldo?"

Nessuna risposta. 

Micky spegne il ferro da stiro, respira a fondo ed osserva quell'uomo che fa finta di dormire. Fino a poco tempo fa avrebbero litigato perché le ferite che entrambi si portano dietro in bagagli difficili da abbandonare a sprazzi rispuntano come sadici demonietti; forse avrebbero discusso perché lui si sarebbe risentito per il suo malumore di cui non poteva cogliere il motivo o perché lei avrebbe fatto di tutto per sfogare su di lui il proprio disagio. Con pazienza, a piccoli passi, stanno imparando a tacere, ad attendere che le nuvole dell'altro svaniscano all'orizzonte, per non consentire al loro passato di interferire con il loro presente. Micky lo guarda e sente che sta tornando il sereno.

"Non dormi vero?"

"No".

"Lo sapevo, non russavi..."

"Che ne dici di insegnarmi a stirare le camicie?"

Si sorridono.

 
 
 
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