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Non progrediamo dall’errore alla verità, ma dalla verità alla verità. Ecco perché dobbiamo renderci conto che nessuno può essere incolpato per quello che fa, perché, in quel momento, sta facendo il meglio che può. Impariamo solo dall’esperienza. (Svami Vivekananda)

Il rifiuto assurdo della verità è naturale nell’uomo. L’uomo non vuole essere, ma apparire. Non vuole vedere ciò che è, cerca solo di prendersi per il personaggio che gli altri vedono in lui. (Svami Prajnanapada) 

 


 

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GIOVEDI 9 AGOSTO (dal diario vacanze 2007)

Fabio

 

Giovedi 9 agosto, H.08.34

 

Bonjour a tous, je suis Fabio e se… (parlom an italiano ah là, che l’é méi!!18) sono molto contento di ripresentarmi tra le righe di questo diario… lo faccio per continuare a raccontarvi la giornata trascorsa ieri, descritta dal Compagno Cristian, se non sbaglio si era incagliato a Etretat, giusto?? Ebbene… non so quali aggettivi lui abbia utilizzato per descrivere quello che abbiamo potuto ammirare, ma secondo me l’unico da usare, anche se aggettivo non è, rimane SILENZIO!!! Di fronte allo spettacolo delle falesie sulla Manica non c’è proprio nulla da dire a parte il fatto di poter sognare ad occhi aperti. La zona è quella in cui Lupin III, il ladro gentiluomo, sfrecciava forte per le strade che costeggiano il canale sfuggendo così, dopo un colpo riuscito, dalle grinfie del temibile Zenigata. Non so se riesco a rendervi l’idea, comunque penso di no!

Verso le 21.00 poi siamo ripartiti verso Honfleur ma dopo pochi minuti, l’attraversamento di un mega cinghialotto ci ha fatto di nuovo fermare per poterlo ammirare. Ci siamo così fermati in parte alla strada nel tentativo di riuscire a catturarlo se non fisicamente (impossibile per stazza e rapidità) quantomeno attraverso la fotografia del Gio… ma stavolta, la destrezza e l’agilità del quadrupede, hanno vinto decisamente a confronto di quelle del mio fratellone permettendogli così, dopo un verso animalesco, di dileguarsi tra la mandria di bovini al pascolo, sfuggendo alla simbolica cattura!!

E il sole calava sul mare… formando immagini di un tramonto sublime…

Abbiamo così invertito la rotta per poterlo veder scendere sulla Manica… dopo aver sbagliato strada e correndo sui pedali, siamo arrivati sul posto per poterlo rimirare ma anche stavolta l’agilità del sole ci ha colti di sorpresa… quando siamo arrivati sul luogo panoramico abbiamo fatto in tempo solo a vederlo andare a nanna dietro la linea dell’orizzonte! Ci siamo persi qualcosa di magico…!!!!!!

Un po’ delusi verso le 22.00 siamo partiti verso il villaggio di Honfleur, facendo una decina di chilometri attraversando la campagna circostante… potendo così vedere una piccola volpe apprestata a cacciare in parte alla strada che spaventandosi alla nostra vista in quattro balzi se n’è andata, seminandoci… visto anche un rapace notturno, se c’era Belo sicuramente lo ribattezzava “Falchetto”, credo uno tra civetta e gufo.

Dopo un viaggio di mezz’ora eccoci a Honfleur… la notte calava e la tranquillità nel borgo era in piena attività. Mangiato pane e salame innaffiati da un ottimo Bonarda d’oltre Po, in parte alla strada… non pagato il parcheggio e chiamato Belo a casa per sentire come andava la… tutto bene lui, decisamente meglio noi!!!! Finito i soldi sul cellulare…

Viva la Normandia, viva la Francia e viva i Compañeros… Hasta la Victoria Siempre! Francia o Muerte!!!

Fabio

 

Cristian

 

Dopo aver fatto un brindisi in onore di mio zio Faustì, morto in questi giorni, e aver pulito la sporcizia creatasi dopo la nostra cena sul marciapiede, abbiamo fatto un piccolo giretto per le viuzze del grazioso paesello di Honfleur. Siamo andati verso il porto, il luogo più suggestivo e affascinante del paesino dove abbiamo incontrato un signore olandese e abbiamo chiacchierato per circa 30 minuti parlando in tre diverse lingue, italiano-inglese-francese; è stata una conversazione piacevole… anche lui come noi sta facendo il Tour de France!! Il problema è che lui ha due mesi di tempo mentre noi soltanto un paio di settimane!!! Ci ha consigliato diversi posti da visitare dove lui è stato già in precedenza con il suo battello… comunque si è rivelato un tipo molto simpatico, la chiacchierata decisamente piacevole, bella serata!!! Verso l’una siamo partiti verso il piccolo paesino fantasma di Beuvron-en-Auge (la mappa lo segnala ma nessuno sa dov’è?!!!). Dopo esserci avvicinati un po’ al paese abbiamo trovato un posto dove accamparci per passare la notte (un piccolo parcheggio riservato a un ristorante al riparo di due o tre alberelli…)

Gio e Fab hanno dormito all’esterno sotto il riparo di un piccolo casottino costruito mediante la fiancata del Doblò con telo, corde e picchetti… mentre Clare ha preferito mettersi in macchina… sono le tre quando i Compañeros si addormentano!!!

Ore 07.30 il telefonino di Clare suona… è la sveglia!!!!

Dopo un’abbondante colazione a base di fette biscottate, marmellata, baguette, the, brioche e caffè (manco fossimo in un Hotel a cinque stelle) siamo partiti alla volta di Beuvron-en-Auge.

 

Fabio

 

A Honfleur, sul molo, abbiamo chiacchierato con un tipo olandese, l’Olandese Volante capitano di un vascello stavolta non fantasma ormeggiato alla luce riflessa del porto romantico di questo splendido borgo.

 

Giordano

 

Dopo una bellissima strada di campagna eccoci arrivati al paesino fantasma. Un paese in cui la serenità regna sovrana, le mucche libere al pascolo (a pochi passi dalla piazza), il centro con la piazzetta è un gioiello con le tipiche case normanne. Fatto il pieno di acqua per i servizi igienici. Anche qui, come del resto in tutta questa zona, il paese è letteralmente invaso da fiori. Veramente un posto magico!! Adesso però è giunta l’ora di ripartire verso la zona in ricordo del D-Day. La prima tappa sarà Bayeux, la “porta di accesso”. Visita alla cittadina tra le sue vie e anche alla sua magnifica cattedrale. Attraversando una di questa vie abbiamo sentito strani suoni umani, somiglianti vagamente alla nostra parlata, ai nostri dialetti… infatti abbiamo trovato un gruppo misto di bresciani e bergamaschi, di Villongo, Sarnec (Sarnico) e altri paesi della zona. Un signore di questi, sulla sessantina, visto che stavamo facendo la nostra colazione a base di baguette ci ha fatto la battuta: “Chesti che i mangia al pà come i conech”19. Li salutiamo e andiamo alla ricerca di un Internet.Point per il Comapgno Clare, il bloggista che deve oltretutto ricaricare la telecamera per poter video-documentare quello che verrà di qui in seguito.

Trovato il posto, grazie a un paio di consigli chiesti all’Ufficio di Turismo del paese, lasciamo Clare ai suoi tran-tran e ci dirigiamo a piedi (io e Fabio) verso il Museo della Memoria dello Sbarco in Normandia. Abbiamo visto le armi usate dai soldati inglesi, tedeschi e americani in questa violenta guerra. Carri armati, mine anticarro e antiuomo, maschere anti-gas, mitragliatrici, mezzi pesanti… Ma le cose che più di tutti mi hanno fatto rabbrividire sono state le fotografie originali dell’epoca. Impressionante vedere intere città rase al suolo, toccanti le foto in cui si vedono bambini sorridenti in fianco alla propria mamma seduti su un muretto a cucire mentre a pochi passi ci si ammazza. Molto bella anche la foto dall’alto dalla quale è possibile vedere tutte le buche causate dai bombardamenti militari e anziani intenti a discutere con giovani militari alleati. Questo museo rende davvero quello che hanno provato e vissuto la gente coinvolta in tempo di guerra. Verso le 13.45 poi terminata la visita al museo siamo andati (sempre noi due) a visitare il cimitero brittannico a pochi passi da li, con le sue 4.000 lapidi di marmo bianco. Tornati alla macchina ripartenza verso Arromanches anch’essa stata zona di violenti scontri tra Alleati e i tedeschi. Qui in mare è possibile tutt’ora vedere immensi blocchi di cemento armato costruiti a riparo del porto artificiale dagli uomini del genio militare alleato. È qui che abbiamo preso la sabbia da portare a Belo in ricordo di questo evento.

Verso le 17.00 siamo ripartiti per il cimitero americano di Colleville-sur-Mer dove è stata girato l’inizio e la fine del film “Salvate il Soldato Ryan”. Questo posto tra tutti quelli visti finora, riguardanti sempre lo sbarco in Normandia, è stato senza dubbio il più toccante. Appena varcati il cancello del cimitero l’atmosfera cambia e il clima diventa surreale. Sulla destra lungo la stradina si può vedere la in fondo la spiaggia di Omaha Beach, il punto più celebre fra tutti quelli dove gli alleati sono sbarcati. Pensare che adesso la gente è giù per fare il bagno mentre, non una vita fa, ma solamente un sessantatre anni or sono, è stato versato in quelle dannate acque troppo sangue innocente per la colpa di pochi. C’é gente che non è neppure riuscita a toccare con i piedi la sabbia della spiaggia in vita. E pensare che da dove ci troviamo noi ora le truppe tedesche sputavano fuoco sui militari alleati nel tentativo di respingere gli attacchi. Ma è ora di entrare nel cimitero ed il colpo d’occhio è semplicemente IMPRESSIONANTE!! Quasi 10.000 croci in marmo bianco allineate alla perfezione riempiono un immenso prato verde. ONORE A TUTTI QUESTI SOLDATI CHE HANNO DATO LA VITA PER LA LIBERTÉ!!!

La prossima tappa sarà Pointe-du-Hoc, cioè una scogliera dove soldati alleati hanno tentato la scalata con scale da pompiere sotto una pioggia di proiettili nemici (punto presente nel film “Il giorno più lungo”). Nel punto dove è stata scalata la roccia è stata eretto un monumento in memoria di questo ennesimo tragico evento. Il terreno intorno è ancora oggi pieno di buche, sono i crateri provocati dalle bombe lanciate in quel maledetto quarantaquattro. La visita è stata veloce perché il nostro vero obbiettivo della serata era il tramonto nella baia di Mont-Saint-Michel. Nell’itinerario era in previsione anche il cimitero militare tedesco di La Cambe, con circa 21.000 croci nere, ma il tempo remava contro ed era già abbastanza tardi. Dopo circa 120 Km percorsi comincia a scorgersi la sagoma inconfondibile del monte. Parcheggiato la macchina nella baia e sorpresa: non si paga!! Apparecchiato la “tavola” e la tovaglia era rappresentata dai due materassini. La cena è stata a base di cavoletti di Bruxelles, carotole20 e pisellini, tutta roba inscatolata. Non erano un granché ma visto il prezzo stracciato e soprattutto la fame da leoni è andati giù anche questa roba. Due belle birrette in attesa del tramonto che quasi ci sorprende di nuovo… eh si perché il sole quando decide di andare a dormire lo fa di tutta fretta!! Mega corsa verso il posto più panoramico per effettuare le riprese… da li il tramonto è stato spettacolare, fatto foto (speriamo belle) e filmato per tutto il tempo. Fabio per uno scatto (foto) suggerito da Clare quasi mi si accoppa (scivolone sulla sabbia umida). Partiti poi per l’esplorazione del borgo tra le sue strette e illuminate vie, non molti turisti… si respirava l’aria magica di questo luogo. Peccato che l’abbazia fosse chiusa, anche se abbiamo provato a bussare al portone… In una chiesetta poco più in basso abbiamo visto due monaci intenti a pregare mentre i turisti facevano senza vergogna le classiche foto ricordo.

Tornati alla macchina cominciamo i preparativi per passare la notte in baia… sistemiamo il telo legato con corde e picchetti in modo che funga da tetto sulle nostre teste. Con un po’ di fatica abbiamo raggiunto il risultato sperato ossia una specie di tettoia… un paio di tubetti e poi via sotto la cupola stellata splendida mai vista così bella fin’ora. L’assenza totale di luci, visto che anche le ultime ad illuminare il monte-isola si sono spente a mezzanotte, ci ha permesso di vedere molte stelle cadenti, ovviamente le hanno viste solo Clare e Fabio. Clare ha deciso di dormire sotto il cielo stellato, mentre io e il Fab visto la fatica occorsa per montare la casa e il vento che soffiava forte, abbiamo optato per la sistemazione al “coperto”.

NOTTE MAGICA!!!!!!!!!!! Clare però fuori è durato solo fino alle H.05.00 per via del freddo e ha finito di dormire in macchina.


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