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Nemina e la strega bargola

Post n°542 pubblicato il 15 Giugno 2016 da fataeli_2010
 

 

Nemina e

la strega Bargola

(prima parte)

 

Tanto, tanto tempo fa…

..vi era un paese nasco fra le montagne bagnato dalle acque di un bellissimo lago.

La fata Nevina sapeva che una perfida strega voleva colpire quella meravigliosa cittadina, cacciando il re per prendere il suo posto e diventare così la regina.

Un giorno, Nevina giunse del paese di Cerbiattola.

Arrivata davanti al suntuoso castello, agitò la sua bacchetta magica ed esclamò:

“Babababù, biribibò, accanto al re adesso io rimarrò”.

E si ritrovò subito in uno dei meravigliosi appartamenti della reggia.

Sapeva che era l’unico modo per stare accanto al re, così avrebbe protetto lui e il suo regno dagli attacchi di Bargola.

Bargola era una strega molto cattiva ma anche molto sciocca.

Indossava un lungo abito nero, delle orribili scarpe a punta e aveva un nasone grosso, così grosso che riempiva tutto il suo viso rugoso.

I suoi occhi erano coperti in gran parte da un cappellaccio di paglia. Camminava sempre curva, non lasciando mai la sua amata scopa che usava nei suoi viaggi volanti.

Era arrivata Cerbiattola con l’intento di costruire il paese delle streghe più perfide del mondo. Cerbiattola, infatti, essendo nascosta dalle montagne, era il posto ideale. Così, insieme ad un uccellaccio che aveva parola, prese dimora nella foresta in un vecchio castello abbandonato da chissà quanto tempo.

Nemina, nell’appartamento del re, passava le giornate a leggere, ma si divertiva anche a giocare o chiacchierare con i figli delle principesse che abitavano a palazzo.

Fra i tanti giovinetti che amavano stare con lei vi erano Alemagno e Fiammetta.

Un giorno, mentre passeggiava nel giardino del castello. Nemina aprì il suo  animo ai suoi due amici:

“Ragazzi, il vostro paese è in grave pericolo. Mi aiutereste a sconfiggere una orrenda strega che vuole fare di Cerbiattola il suo perfido regno rubandolo al vostro amato re?”.

Alemagno, stupito dalla strana richiesta, con molta disinvoltura le rispose:

“Nemina… ma ti sei ammattita? Qui non ci sono streghe! Sono tanti anni ormai che non credo più nelle favole! Ah! Ah! Ah!” e si mise a ridere, prendendola in giro.

Nemina, guardandolo dolcemente disse:

“Io sono una fata e sono qui per difendersi da Bargola, se vuoi crederci o no! Bargola ha preso dimora da qualche parte nel vostro meraviglioso paese e vuole fare pedire al mondo di possedere l’amore, la felicità e la serenità”.

I due ragazzi, con la paura visibile nel loro occhioni neri, le chiesero:

“Perché non racconti tutto al re? Ti può aiutare a sconfiggerla con il suo esercito reale”.

Nemina, accarezzandoli entrambi teneramente, rispose:

“Alemagno… ti ricordo che le streghe usano la magia e per il re non è facile combatterla. Sono venuta sulla terra per questo, è mio compito difendere la pace del vostro reame . nessuno deve sapere che io sono giunta qui dal  regno dell’Amore e nessuno deve sapere che io sono una fata, perché se arrivasse alle orecchie della strega, potrebbe scoppiare guerra tra fate e streghe che il mondo abbia mai visto”.

Alemagro e Fiammetta annuirono promisero di aiutarla in tutti i modi.

Decisero allora di cercare la dimora della megera.

Ogni giorno si addentravano nella folta foresta seguendo i sentieri diversi.

Un pomeriggio, fiammetta mentre era intenta a seguire le sue ricerche, non si accorse di essersi allontanata dal gruppo.

La strega stava passando di lì per il suo solito giro di perlustrazione e la vide.

Subito la acchiappò tra le braccia e la povera bambina si mise a strillare a dimenarsi con tutte le sue forze fino a quando arrivarono al tetro castello.

Era nascosto difeso da belve feroci.

Nel frattempo, Alemagro e Nemina, avendo sentito Fiammetta strillare, si addentrarono nella foresta piano piano per non farsi scoprire seguendo le tracce lasciate dalla giovienetta.

“L’ha rapita…Alemagro! Dobbiamo liberarla prima che sia troppo tardi” disse Nemina molto preoccupata.

“ Guarda un po’, Nemy. Per poco non ci andavo sbattere!”

Nemina si avvicinò ad Alemagro e non credette ai suoi occhi: un vecchio castello tutto arrugginito nascosto da tante erbacce incolte faceva d’ingresso alla vecchia dimora della megera.

Con un salto si arrampicò sul muro e Alemagro la seguì.

Dobbiamo entrare…”

“Hai visto che belve? Nemina, non sono uccellini”

“Lo so.. ma dobbiamo liberare Fiammetta!” rispose la fatina.

Con una magia, trasformò se stessa e Alemagro in piccoli topini, che senza farsi notare da nessuno raggiunsero l’interno oscuro del castello. Fiammetta era lì,

prigioniera in una grande gabbia al posto dell’uccellaccio che piangeva e si dimenava cercando di aprire quella scatola di ferro cui la strega poco prima l’aveva rinchiuso.

(Fine della prima parte )

 

Tratto dal libro: il regno delle fate e le avventure di Nemina

Autore: Maria Concetta Mangione

E Caterina Sardanelli

 

 
 
 
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