LA VOCE DI KAYFA

MARCHIONNE DIFENDE RENZI, COSA FARA' ORA IL PD?

Dopo aver letto ieri l'editoriale di Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera in cui il direttore del quotidiano milanese dichiara apertamente la propria perpelssità verso Renzi e il suo governo, adombrando addirittura lo spettro della massoneria parlando del patto del Nazareno con Berlusconi, ero curioso di vedere chi avrebbe risposto alle sua parole al vetriolo visto che fino a ieri pomeriggio non c'era stata alcuna dichiarazione ufficiale né da Palazzo Chigi, né dal Nazareno né da Palazzo Grazioli.

Tutto mi sarei aspettato tranne che a rispondere al duro attacco di De Bortoli sarebbe stato Sergio Marchionne AD della FIAT primo azionista di RCS cui appartiene il Corriere.

Pur ammettendo di non aver ancora letto (?) il pezzo incriminato, Marchionne rinnova la sua fiducia a Renzi, invitando a “non disturbare il manovratore”.

Ragionando, tale presa di posizione è più che legittima da parte di uno come Marchionne che, quando s'è trattato di rilanciare lo stabilimento FIAT di Pomigliano, ha praticamente fatto carta straccia dello statuto dei lavoratori ponendo come alternativa alla chiusura definitiva dell'opificio campano condizioni economiche molto discutibili , accettate con un referendum dalla maggior parte degli operai disposti a tutto pur di non perdere il posto di lavoro.

Se a ciò aggiungiamo che dal 2012 FIAT è fuori da CONFIDUSTRIA perché in dissonanza con la scelta confederale di ridimensionare in termini di rapporti sindacali tra aziende e lavoratori quanto sancito dall'articolo 8 «che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all'estensione della validità dell'accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno», era plausibile che Marchionne appoggiasse senza se e senza ma Renzi e il suo governo proiettati a sbarazzarsi dell'articolo 18, almeno per quanto concerne i neo assunti.

A questo punto sarebbe il caso che il PD facesse sapere da che parte sta: se da quella del suo Segretario, sempre più vicino alle posizioni di Berlusconi e degli imprenditori senza scrupoli; o se nel proprio animo arde ancora un barlume di “comunismo” intenso in termini di difesa dei lavoratori e dei loro diritti, e dunque è pronto a dare battaglia al proprio leader che, oramai è chiaro a tutti, è un elemento totalmente estraneo al PD, premesso il PD sia ancora un partito di sinistra!