LA VOCE DI KAYFA

OMICIDIO DI CATANIA, LO STATO È COMPLICE?

Probabilmente ha ragione la figlia dei due coniugi massacrati in casa loro a Catania durante una rapina il cui responsabile sarebbe un diciottenne ivoriano ospite del CARA di Mineo, fermato dagli inquirenti insieme a un altro “ospite” del CARA, “ la colpa è anche dello Stato”.

Parole dure ma purtroppo condivisibili in quanto riflettenti una posizione che in tanti pensano ma in pochi hanno il coraggio di affermare, premesso davvero l'omicida sia il giovane fermato su cui pesano gravi indizi.

Il compito dello Stato non è solo quello di accogliere in maniera adeguata chi fugge da paesi martoriati dalle guerre ma anche quello di garantire la sicurezza ai propri cittadini all'atto in cui decide di attuare simili politiche immigratorie.

Nell'attesa di accertare la condizione di quanti sbarcano sulle nostre coste per stabilire se davvero si tratti di rifugiati o clandestini, disperati o criminali, lo Stato dovrebbe assicurarsi che tutte queste persone non nuocano alla comunità.

Se davvero, come viene denunciato da più parti, nel CARA di Mineo si spaccia perfino droga, con quali criteri vengono effettuati i controlli prima, durante e dopo gli sbarchi?

Chi si ostina a etichettare con il termine di razzista chiunque metta in risalto questi enormi lacune gestionali da parte dello Stato lo fa o perché non conosce la realtà oppure perché ha intenzione di strumentalizzare politicamente la vicenda al fine di ricavarne benefici elettorali al momento opportuno.

Molte persone che oggi storcono il naso al solo sentire parlare di rom e rifugiati, quasi che fossero il male assoluto, probabilmente lo fanno non perché ce l'abbiano davvero a morte con questa gente bensì perché lo Stato si mostra inadeguato nella loro gestione e di conseguenza esse temono per la propria incolumità e per quella dei propri cari non escludendo che tra le migliaia di disperati non possano esserci anche dei criminali o dei potenziali terroristi.

Poiché è evidente che attuare dei controlli efficaci per determinare l'esatta identità di ogni singolo soggetto richiede tempi lunghi, nell'attesa che ciò accada sarebbe il caso che i rifugiati siano sorvegliati come si conviene.,

Pretendere da parte dello Stato più attenzione nella gestione degli immigrati non significa essere razzisti bensì affermare un proprio diritto di cittadini garantito dalla Costituzione.

Purtroppo l'Italia è un paese dove si ignora il significato del termine prevenzione, come dimostrano i reiterati disastri idrogeologici che periodicamente flagellano il nostro territorio sempre nelle stesse zone - Liguria docet! -,  conseguenza di una mancanza adeguata di controlli sul territorio, sulle imprese che costruiscono, su chi dà i permessi e le modalità con cui vengono concessi.

Queste carenze da parte delle istituzioni in tale ambito le riscontriamo ogni giorno che passa anche nella gestione dei rifugiati.

Come può un cittadino sentirsi sicuro se lo Stato dimostra di non essere affatto in grado di garantire la pubblica sicurezza a partire da quella di chi assiste a una partita di calcio?

Chi si ostina a parlare di ondata razzista montante in Italia mistifica la realtà. Se nel nostro paese c'è un malumore crescente nei confronti degli immigrati è perché lo Stato dà sempre più l'impressione di non essere in grado di garantire l'adeguata sicurezza. In alcuni casi d'essere addirittura colluso attraverso alcuni suoi funzionari con la criminalità come dimostrerebbe l'inchiesta Mafia Capitale!

E che dire del potere del clan dei Casamonica a Roma, svelato in maniera eclatante dal modo in cui s'è celebrato ad agosto il funerale di Vittorio Casamonica? Oggi tutti si scagliano contro questo presunto clan mafioso dimenticando che esistono foto in cui si vedono politici locali e nazionali pranzare con i suoi capi come se stessero a una cena d'affari.

Quando in una società le Istituzioni sono marchiate dall'infamia della corruzione e la gestione della sicurezza pubblica mostra lacune da far accapponare la pelle è ovvio che un cittadino, allorché è vittima di un crimine come quello patito dalla figlia dei coniugi catanesi, si scagli contro lo Stato accusandolo di complicità.

P.s.: dopo la vergogna dell'inchiesta Mafia Capitale, a tutti gli effetti il Comune di Roma è stato commissariato. Tuttavia sia il governo che la maggioranza si ostinano a negare l'evidenza mentre il sindaco Marino se ne sta tranquillamente in ferie ai Caraibi!