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filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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SCAMBIARSI I POLITICI NEGLI STATI DELL’U.E

Post n°698 pubblicato il 14 Luglio 2014 da rteo1

SCAMBIARSI I POLITICI NEGLI STATI DELL’U.E.*

E’ un dato scientifico acquisito che la “mescolanza” dei geni tra le varie razze abbia rafforzato la specie umana, rendendola più forte rispetto alle tante malattie e alle aggressione virali (ma lo compresero tardi, e per fortuna, alcune dinastie regnanti che usavano celebrare i matrimoni tra consanguinei). E’ altrettanto vero che lo scambio culturale abbia arricchito i bagagli delle diverse civiltà: Roma, già grande come impero, divenne ancor più grande facendo sua l’esperienza culturale della civiltà Ellenica, e così la filosofia entrò nelle scuole, nello studio e nella formazione dei romani, oltre alla retorica e all’oratoria (e lo stesso Cicerone vi attinse a più riprese recandosi più volte in Grecia). Ma già gli Etruschi avevano disseminato la loro esperienza sociale, artigianale e commerciale nelle popolazioni limitrofe, tra cui i Latini, così come dall’oriente arrivarono le moltissime scoperte scientifiche e astronomiche che fecero progredire l’occidente anche in tali ambiti. E anche i cosiddetti “barbari” (quelli “famosi”, per intendersi, ossia gli Unni, gli Ostrogoti, i Visigoti, i Vandali, i Burgundi, i Franchi, gli Angli, gli Alemanni, i Sassoni, ecc.) hanno dato frutti ragguardevoli sia nel mondo giuridico (mediante la valorizzazione delle consuetudini, da cui trae origine il diritto detto di common law, ossia fondato sul precedente giurisprudenziale) che in quello religioso (che avversando il degrado morale della curia romana ha consentito di recuperare il ruolo spirituale delle chiese costringendole ad accantonare - seppur di poco - quello mondano, commerciale e bancario). E sicuramente va nella stessa direzione anche la tanto esaltata esperienza dei giovani dell’ERASMUS, che secondo il premier nostrano costituirà la base delle nuove fondamenta dell’integrazione europea (ma la politica dovrebbe fare anche la sua parte, per completare il processo di fusione); così come va  riconosciuto il ruolo di “rigeneratore sociale” ai tantissimi migranti, sebbene sia necessario un filtro per calmierare gli ingressi, soprattutto in questa fase di grave crisi economica generale. E’, perciò, del tutto evidente, da quanto innanzi detto, che soltanto gli scambi, le mescolanze, gli incroci, consentono il progresso e lo sviluppo sociale, oltre a rafforzare il patrimonio genetico della specie umana. Per questo sarà senz’altro utile applicare  tale rimedio anche al mondo della politica per far si che i vari Stati membri dell’Unione Europea non viaggino più a diverse velocità a causa della differente concentrazione esistente nei vari Stati di personaggi politici inadeguati sul piano culturale e morale e inclini ad abusare del loro ruolo per perseguire finalità private anziché generali. Una soluzione, perciò, potrebbe essere quella di fare una sorta di “Trattato” che prescriva uno scambio dei politici tra i vari Stati, oppure di dare ai cittadini, mediante una consultazione di tipo referendario, la possibilità di indicare i politici da “scambiare”. Con queste soluzioni si avrebbe, così, che quelli italiani potrebbero andare in Germania e quelli Tedeschi in Italia; quelli Francesi potrebbero approdare in Grecia, e quelli Greci in Olanda, ecc., con sicuro vantaggio per tutti i Paesi coinvolti. In questo modo, stando all’esempio, e se gli scambi avvenissero già a partire da questo periodo, l’Italia potrebbe avere come “premier” la Merckel (la quale, peraltro, sosterrebbe anche minori spese quando andrà in ferie ad Ischia, ove annualmente si reca come comune cittadina in compagnia di amici e familiari, dimostrando  - con scarso imbarazzo di molti politici annidati nelle stanze del potere - che c’è una differenza tra il pubblico e gli affari privati). Non so, però, se i tedeschi sarebbero disposti a privarsene, anche se soltanto per un determinato periodo; così come non so neppure prevedere quali potrebbero essere le reazioni del P.D. e dei partiti che sostengono l’attuale governo, che così non potrebbero più portare a completamento le tanto agognate riforme (agognate da chi ?, visto che gli italiani stanno pensando ad altro, e che forse preferirebbero dimezzarli e mandarli tutti a casa). Va, perciò, messo  in conto che il predetto sistema di scambio dei politici non trovi tutti d’accordo, o che non produca vantaggi per tutti. Provare, tuttavia, potrà senz’altro giovare, perché di certo gli scambi, nell’ipotesi peggiore, consentirebbero di rafforzare il senso di solidarietà tra i cittadini che devono imparare a condividere anche i guai e i dolori e a darsi reciproco conforto e consolazione se vogliono realizzare una comunità politica che sia realmente unita (anche nella cattiva sorte).

* Testo integrale pubblicato su il Quotidiano del Sud il 14.7.2014.

 
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