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filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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PENSIONI: «CHI HA AVUTO, AVUTO, AVUTO; CHI HA DATO, HA DATO, HA DATO; SCURDAMMECE ‘O PASSATO: SIMM’È NAPULE PAISÀ

Post n°753 pubblicato il 20 Maggio 2015 da rteo1

PENSIONI: «CHI HA AVUTO, AVUTO, AVUTO;  CHI HA DATO, HA DATO, HA DATO; SCURDAMMECE ‘O PASSATO: SIMM’È NAPULE PAISÀ»

Il problema pensioni è certamente un problema serio, ma il modo in cui il governo lo sta affrontando e risolvendo lascia molto perplessi. Anzitutto non si può dire che sarà elargito un “bonus”, una tantum, a coloro che risultano essere creditori nei confronti dello Stato per non aver ricevuto l’adeguamento del trattamento pensionistico alla svalutazione monetaria. In questo modo i pensionati hanno subito la erosione del loro potere di acquisto per circa quattro anni in modo illegittimo (così ha statuito la Corte costituzionale) per cui devono essere ristorati, cioè devono riavere quanto non gli è stato corrisposto. Se questo non dovesse avvenire sarebbe altrettanto giusto, per un principio di equità, che anche i debitori dello Stato paghino a questo soltanto un “bonus” una tantum, dando valore al noto ritornello napoletano:  «chi ha avuto, avuto, avuto;  chi ha dato, ha dato, ha dato; scurdammece ‘o passato: simm’è napule paisà».

Il debito è stato quantificato in circa euro 17 miliardi, ossia la stessa cifra elargita agli 11 milioni di elettori alle europee che percepiscono meno di 1.500 euro al mese, i quali, peraltro, continueranno a percepire il bonus, di 80 euro mensili, perché l’elargizione è stata “strutturata”.

A me dà l’idea di un modo schizofrenico di gestire il danaro pubblico, perché se è vero, come è vero che il mondo pensionistico (e dei vitalizi ai parlamentari e ai consiglieri regionali, che li trasferiscono come reversibilità alle mogli e ai figli, e forse ai nipoti, almeno in Sicilia) deve essere riformato (anche per impedire che lo stesso cittadino cumuli più trattamenti economici pubblici: ad es. pensione come professore, vitalizio come politico, pensione come libero professionista, e indennità di carica, come qualcuno che oggi siede alla Corte costituzionale), è altrettanto vero e giusto che  non è possibile spendere i soldi che non si hanno oppure che si prelevino da una categoria per darli a un’altra, soprattutto se questo avvenga per fini elettorali.

Una Comunità (anche detta “Stato”) degna di questo nome deve essere anzitutto seria e poi onesta, e i suoi rappresentanti istituzionali devono avere il senso del dovere pubblico e dell’equilibrio, perché altrimenti tanto vale affidare il compito di governare a dei bancarottieri incalliti, tanto non farebbe alcuna differenza.

Pertanto, non si dovrà più dire “bonus” ma restituzione di quanto mal tolto, anche rateizzato nel tempo, se le casse dello Stato non lo consentano (e magari escludendo anche le cosiddette “pensioni d’oro” di migliaia di euro al mese), se si vuole essere credibili e seri, evitando di dare elargizioni a destra e manca per calcoli elettorali e ricordarsi che per “diritti acquisiti” s’intendono solo quei diritti previsti dalla legge ma che sono già stati esercitati. Soltanto questi non possono essere attinti, come ha statuito la giurisprudenza.

Per cui, si può senz’altro incidere su coloro che sono tuttora in servizio e che dovrebbero vedersi liquidare la pensione col vecchio regime retributivo, o con quello parziale (retributivo-contributivo), perché non sono ancora andati in pensione (non hanno, cioè, esercitato ancora il diritto), ma non si può riformare in peius i diritti di coloro che sono ormai in pensione, che hanno, cioè, esercitato il proprio diritto.

http://www.lafeltrinelli.it/ebook/russo-teodoro/riforma-bicameralismo-paritario/9788891095244

 
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Commenti al Post:
semplicelucrezia
semplicelucrezia il 20/05/15 alle 10:52 via WEB
Pensioni ridicole ! Anziani che non riescono ad arrivare alla fine del mese !
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 20/05/15 alle 12:36 via WEB
Ci sono anche quelle che tu definisci "ridicole", ma ce ne sono tante che sono realmente "imbarazzanti" (oltre 10.000 euro mensili). Non si può bloccare l'indicizzazione di quelle "basse" (credo fino a 2.000/2500 euro netti mensili)altrimenti nel tempo con tali importi non si comprerebbero neppure una pizza! Ritengo, comunque, che occorra fissare un tetto massimo agli emolumenti che gravino sul bilancio pubblico, a qualsiasi titolo siano elargiti e denominati, per evitare "bizantinismi" (pensioni, vitalizi, indennità, e quant'altro...).
(Rispondi)
terry_136
terry_136 il 20/05/15 alle 17:17 via WEB
|| Per non parlare poi di quelle posizioni silenti || soldi dei lavoratori versati all'Inps, che però non raggiungendo i requisiti minimi, non ricevono nemmeno uno straccio di pensione || io questo lo chiamo furto, infatti l'Inps se ne guarda bene di dare cifre in merito, meglio il silenzio ||Terry
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 20/05/15 alle 17:47 via WEB
Come sembra più che un fondo previdenza è un buco nero. A volte avverto un po' di affanno, lo confesso, perchè è un'impresa ciclopica stare appresso a tante ingiustizie. E tuttavia bisogna perseverare. Sono anni, ormai, che scrivo (anche petizioni legislative) per sostenere che sul bilancio pubblico deve gravare un unico trattamento economico complessivo per ciascun cittadino; e che deve essere comunque fissato un tetto massimo inderogabile, rapportato alla paga base di un operaio (Platone riteneva congruo un rapporto di uno a quattro).E' evidente che al di là di tale proporzione non c'è più alcuna giustizia, nè si può dire che c'è un rapporto comunitario o statale: è soltanto la guerra di tutti contro tutti (Hobbes).
(Rispondi)
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