Esperienzaemozionale

Un viaggio nel tempo e nello spazio, come lo è la vita stessa, dove riscoprire se stessi.

 

 

LA FELICITA 'E LA PACE DEL CUORE NASCONO DALLA COSCIENZA DI FARE CIO CHE RITENIAMO GIUSTO E DOVEROSO NON DAL FARE CIO CHE GLI ALTRI DICONO E FANNO .
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La montagna

Post n°230 pubblicato il 24 Aprile 2011 da JON.L
 

La montagna ci avvicina al cielo

 

"Ciò che conta è tutto dentro di noi.

Da fuori nessuno ci può aiutare.

Non essere in guerra con sé stessi,

vivere d'amore e d'accordo con sé stessi: allora

tutto diventa possibile.

Non solo camminare su una fune, ma anche volare."

 

(Hermann Hesse)

 

 

 

 

La montagna ci avvicina al cielo

 

 

La montagna ci avvicina al cielo, ci trasporta in un’altra dimensione, dove la forza della natura predomina sull’artificio umano.

Ci propone un punto di vista diverso, più elevato, dove l’orizzonte appare pienamente nella propria estensione, l’imprevedibilità  domina e rende tutto più forte e vero.

La montagna ci riporta a noi stessi e ci propone chiaramente la dimensione di quello che noi umani siamo realmente, sia interiormente che esteriormente, definendo la scala di grandezze della natura.

La montagna appare come l’oceano, due enormi forze contrapposte, alle quali affidarci e per sfidarci, consapevoli che non dipende solo da noi l’esito del confronto, ma dall’umiltà che riusciamo attribuire alla nostra avventura, dal sentimento che nutriamo nel cuore e dal permesso, che tali forze, concedono alla nostra richiesta.

La vita è come la scalata alla cima di una montagna, dove, ognuno di noi incontra i propri limiti, le proprie paure, la propria forza.

Nell’arrampicarci, giorno dopo giorno, nessuno risulta esente dall’attraversare, direttamente e indirettamente quell’evento chiamato morte.

In essa risiede un principio universale per ogni essere vivente: l’inizio e la fine, il termine della nostra avventura, della nostra ascesa.

In questo imperativo risiede la condizione di ogni essere umano, e in esso dovrebbe ritrovare l’umiltà e la consapevolezza di cosa significhi vivere.

Ognuno arriva a tal punto inderogabile, con diversi posizioni, chi nella fiducia che questa vita sia solo una esperienza e che, con il termine fisico, possa avvenire il varco verso un'altra dimensione, un altro viaggio.

Chi piuttosto, nella cognizione che la propria esistenza sia stato un dono unico e irripetibile, nel quale definire un percorso esclusivo e, con  il termine materiale, si interrompa ogni altra consapevolezza di esistere, tuttavia perduri qualcosa di importante e fondamentale per coloro che rimangono e si sono amati: rimanga la memoria, e si sia compiuto il proprio fine, sia biologico che esistenziale.

Definire quale possa essere il fine per ognuno di noi, risulta impossibile, troppe le variabili in gioco, troppo soggettiva.

Ognuno rintraccia lo specifico senso in una propria ricerca, a volte consapevole, altre meno, questo dipende  dal livello di profondità interiore in cui  si risiede, dalla sensibilità e dal grado di apertura che si raggiunge.

Ogni esistenza comporta, comunque, sempre una dose notevole di dolore, sofferenza, gioia e serenità, composta da un infinità di tempi, attimi, istanti, nei quali si agisce e decide.

Non sempre tali azioni e decisioni appaiono positive, non sempre giuste, adeguate, rette, etiche moralmente e condivisibili, non sempre si può essere fieri e orgogliosi di se stessi e di chi amiamo, ciò nondimeno, in quanto esseri umani, la componente che ci induce a compiere azioni, scelte, decisioni, è un fattore emozionale, a volte egoistico , altre altruistico, a volte raggiunge alte vette e grande coraggio altre scende nel degrado.

Siamo umani… esseri vulnerabili e non privi di errore, siamo un mix di materia e spiritualità, che si alterna e amalgama, a formare qualcosa di unico per ognuno di noi.

In noi esiste la luce e la tenebra, e prevale sempre quello che decidiamo di alimentare.

L’unica vera libertà di cui disponiamo, rimane la scelta, la possibilità di decidere ad ogni variabile che incontriamo, quale strada percorrere, nella speranza che simile decisione possa muovere sempre verso un fine, verso un orizzonte che ci siamo proposti.

Coerenti con il nostro essere e, che l’insieme di tutte le nostre scelte, siano state giuste o sbagliate, abbia comunque avuto un fine: quello di raggiungere la cima della montagna che ci siamo proposti di scalare.

Anche se non dovessimo arrivare in cima, anche se ci dovessimo fermare prima a metà strada o solo a pochi passi, nel nostro vivere auspico possa esistere sempre passione, interesse, impegno verso quel sogno che ci ha condotto e guidato fin dall’inizio, e condotto dal primo all’ultimo respiro.

Non spetta a noi giudicare l’altrui vita, ne a noi comprendere le altrui scelte, possiamo solo accettarle e farne tesoro per le nostre, consapevoli che ogni vita rimane L’anello di una lunghissima catena che ci conduce indietro di millenni e miliardi di storie, di cui anche noi siamo parte, parte di quella catena infinita, la quale condurrà altri avanti, in questo magico e misterioso percorso esperenziale chiamato vita !

 

 

 

 

vi lascio  una storia.

 

 

perchè gli uomini combattono?

 

Nonno, perchè gli uomini combattono?"
Il vecchio, gli occhi rivolti al sole calante, al giorno che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma.
" Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo.

Per ogni uomo c'è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perchè lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi."
" Quali lupi, nonno?" " Quelli che ogni uomo porta dentro di sé."
Il bambino non riusciva a capire.
Attese che il nonno rompesse l'attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità.

Infine, il vecchio che aveva dentro di sé la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo.
" Ci sono due lupi in ognuno di noi.

Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo."
Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto. " E l'altro?" " L'altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede."
Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato.

Poi diede voce alla sua curiosità ed al suo pensiero.
" E quale lupo vince?"
Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti:

" Quello che nutri di più."

 

 

 

 

 

 

Commenti al Post:
ame_noir
ame_noir il 24/04/11 alle 09:18 via WEB
Bello! Bel post!
In ognuno di noi c'è quello che ognuno vuole alimentare
ed è vero, vero!
 
JON.L
JON.L il 24/04/11 alle 09:33 via WEB
Grazie, ho preso spunto da una vecchia storia cherokee, anzi la posto ^__^
 
 
ame_noir
ame_noir il 24/04/11 alle 09:42 via WEB
Io credo che tra i "due lupi" debba esserci un giusto equilibrio. Esistono ombre in noi, che anche se non son bellissime, vanno accettate.
 
   
JON.L
JON.L il 24/04/11 alle 10:40 via WEB
daccordo, accettate, ma mai nascoste ne evitate, semmai affrontate e portate in superfice... La zona d'ombra ------------ ° ------------- La zona d'ombra C’è una parte di noi dalla quale ci nascondiamo e la quale teniamo nascosta agli altri: “L’ombra”. Di questa abbiamo vergogna e cerchiamo di nasconderla anche a noi stessi. Fin dalla giovane età ci è stato inculcato che bisogna essere belli,onesti senza difetti, non si può non esserlo per poter venir accettati in questa società. L’ombra ci fa paura e tendiamo a reprimerla ed a nasconderla anche a noi stessi, relegandola nei meandri più profondi del nostro essere e introducendo delle barriere per non farla uscire… Così facendo, si accumula ombra su ombra…arriviamo a realizzare cose inaudite pur di non confessare le nostre ombre, cose che forse sono peggiori dell’ombra stessa e che ci fanno vergognare di noi stessi. L’oscurità quindi prende sempre più corpo ed acquista un forte potere in noi e nella nostra vita. Ovunque ci sia luce esiste anche l’ombra, è la luce stessa che incontrando un altro corpo crea l’ombra. La terra e la luna, ogni pianeta con una stella, di per se presenta una parte in luce ed una in ombra, anche l’ombra possiede un suo ruolo, ed in certi casi può essere un prezioso riparo… Credo sia preferibile saper guardare la propria ombra, riconoscerla e saperla accettare per metterla in luce, come accade alla terra nel suo alternarsi fra la notte ed il giorno. Eliminare il giudizio e guardarsi onestamente dentro, saper osservare come si è nel profondo, riconoscendosi nel coraggio e nella paura, nella generosità e nell’egoismo, nella saggezza e nella stoltezza, nella bontà e nella violenza, nella capacità e nell’incapacità. Aprire le porte, eliminare le barriere permettendo alla luce di penetrare nel profondo, illuminando l’ombra che ci opprime, significa aprirsi ed accettarsi per come si è, nel bagliore e nell’ombra, significa ridurre il potere che l’oscurità provoca in noi permettendo al chiarore di illuminarla, rendendola meno intensa e portandola in superficie, perché dove c’è luce l’oscurità non esiste… Trovare il coraggio, la forza di aprire le porte del nostro profondo oscuro e permettergli di uscire alla luce che illumina, riscalda, permette di percepire chiaramente ogni cosa, significa non eliminare l’ombra, ma ridurre il suo potere e la sua forza e, guardandola: riconoscerla chiaramente trasferendo il predominio della nostra essenza verso la luce. Jò Luce e tenebre, vita e morte, destra e sinistra, sono tra loro fratelli. Non è possibile separarli. Perciò né i buoni sono buoni, né i cattivi sono cattivi, né la vita è vita, né la morte è morte. Per questo ognuno si dissolverà nel suo stato originale. Ma coloro che sono al dì sopra del mondo sono indissolvibili ed eterni. dal Vangelo secondo Filippo Tratto dal libro: “L’alfabeto dell’anima” di Giovanni M.
 
ame_noir
ame_noir il 24/04/11 alle 10:59 via WEB
sono parzialmente d'accordo, esistono ombre che seppur accettate, riconosciute e non "nascoste"
Ci sono ombre che restano...
 
Dalissa
Dalissa il 24/04/11 alle 20:28 via WEB
Siamo soliti cadere nella dualità , giudicare più che accogliere e questo anzichè unirci ci separa creando un muro invisibile che diventa la nostra prigione. Ciao
 
 
JON.L
JON.L il 24/04/11 alle 22:36 via WEB
Il non giudizio risulta utopico, per quanto ci si possa sforzare è qualcosa di innaturale. Ovviamente, è possibile razionalmente cercare di gestirlo e mantenerlo dentro di noi, difficilmente però riusciremo ad evitarlo totalmente. Nel riconoscerci negli altri e nelle altrui situazioni, però, possiamo ridurre il peso del nostro giudizio, riconoscendo i limiti che condividiamo con ogni altro essere umano, in questo modo i muri sono meno alti e difficili da scavalcare. Mai sentito parlare dei muri di cristallo? Un saluto. Jo
 
swala_simba
swala_simba il 18/05/11 alle 17:16 via WEB
Mentre leggevo il tuo avvicente post mi risuonava un pensiero di Jean Paul Sartre, dal suo " L'esistenzialismo è umanismo". Te lo dono.
La vita non ha senso a priori. Prima che voi la viviate, la vita di per sé non è nulla; sta a voi darle un senso, e il valore non è altro che il senso che sceglierete.
 
 
JON.L
JON.L il 18/05/11 alle 22:52 via WEB
Grazie Swala_simba, concordo pienamente. Ad ognuno il proprio senso e motivo ^__^
 
whiteflower3
whiteflower3 il 05/07/11 alle 18:26 via WEB
Bellissima questa tua "montagna", io non avrei saputo trovare parole più adatte per esprimere quello che sento quando mi trovo immersa tra i boschi e rifletto su ciò che sono in mezzo ad una natura così potente... Un saluto ^__^
 
 
JON.L
JON.L il 05/07/11 alle 22:16 via WEB
Grazie, ricambio il saluto ed aggiungo un sorriso... ^__^ jo
 
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